L'Unità - anno I - n.47 - 2 novembre 1912

L'UNITA' :Le origini dell'Italia contemporanea. dustriale, sicurena pubblica beo lutelata ecc. Lo Stato accor da largamente. E come no? I settentrionali, che tanto avevano fatto per P Italia, ne compen etravano dovunque la vita pubblica e sapevano domandare, esperti, o, per lo meno, meglio pi'eparati come erano alla lotta parlam entare. Ili. L'unifi cazione italiana. L'unificazione nel Sud. Le economie Jei diversi Stati, in cui era •divisa l'It alia, formavano equilibri artificiali, •tleterminatì sia dalla mancanza di concorrenza •esteriore alle prod uiion i locali (e gli stessi ,mercati interni avevano scarse e lente comu- 11icaiionì tra loro), sia dalla scarsa e perfino ,nessuna mobilità dei capitali e del lavo ro ,umano. L'ab battime nto improvviso delle do– ijane fra Stato e Stato e la libertà di mo vi· .mento acquis tata dagli uomini e dai capitali determ inarono necessariamente una perturba – .zione vivissima in ogni ramo e in ogn i fun- 2ione economica, tanto che qua e là s' inlie– pidl per un poco la fede nei beneficii pro• messi. Le economie maggiormente protette e -artificiali, risentirono il colpo più rapida– mente e violentemente. Fra queste in prima linea, quel la dell'antico regno delle Due Si– cilie. A mala pena la scarsità estrema della ·viabilità, che rendeva ogni pe net-razione lenta •e difficile, e la tenacia di certi costumi pote– ,rono attutire la scossa eco nomicamente rivo– luziona ria. Nel Mezzogiorno le vecchie indu strie lo– -cali e anche la maggior parte delle altre, che .Jl.vevano forme più moderne e grand iose, non poterono resistere alla concorre nza, insieme -combinata, dei prodotti dcli' ltlli a setteatrio– nale e di quelli forestieri. La scomparsa di tante piccole imprese anche famigliari, in- 1torno a cui si erano formate strette ramifica – .:zioni di interessi, si ripercosse in cento e cent o piccole crisi dolorose, l'effetto sintetico -delle quali fu un senso di maless ere per tutta Ja compagine della popolazione, ma special– mente per quella più minuta, e, al solito, .più aspramente colpita. Un altro colpo, non meno rude e improv – viso, fu l'est ensione alle nuove provincie, fatta .per giunta senu garbo alcuno, del gravoso e ,rigido sistema fiscale piem ont ese. ESSO I Hori -solo cont rastava con i blandi criteri tributari -Oel Goyerno borbonico, che, per non creare malcontento, stuuicava il meno possibile i -<;ontribu enti, ma neppure si adattava alla -struttura e alle forme economiche del Mez- ..zogiorno, e produceva pe r ciò sperequazioni ,e ingiustizie sostanziali , nonostante I' appa– rente legalità formale . La decadenza indu– "Striale fu cosi, per doppia causa, accelerata. Ma neppure l'agricoltura , nè sopratutto i contadini furono risparmiati. Accennerò per -costoro 111' imposta fabbr icati, a cui furono sottomessi per il fatto di avere la casa di abi– tazion e in gwssi centri urbani, mentre la casa stessa, servendo ad uso colonico, non avrebbe dovuto essere colpita, come non erano e ·non sono colpitt- 1 nelle altre reg ioni , le case sparse sorge nti sui fondi. Quanto all'agricoltura ,per sè stessa, basterà notare un fatto sintetico ,e che spiega molti avveniment i posteriori ; che essa, divenuta sempre pili bisognosa di -vendere una parte dei proprii prodotti fuori .della zona p:r comp~rare manufat1i 1 si trovò vivamente esposta alle vicende del mercato ,interno e di quelli esteriori (Russia, America, ,Francia, ecc.); e quindi colpila da frequenti <:risi e mess.1 nell a necessità di trasformare •le proprie colture, la qual co sa implic a in– genti perdite e costi per un agricoltur a in ,cui hann o cos) al la ~ naturale importanza le .colture arboree. A scambiare le merci che \'enivano di ~uori e a pagare i nuovi e svariati tributi, i prodotti agrari si resel'o presto insufficienti. I •meridional i dovettero porre mano ai rispa rmi -<;heerano andati acc umul ando in forma di mo– ,neta. Tale scorh1 monetaria è stata valutata in ,ben 443 milionì, pari al 65, 7 per cento di .quella esistent e in tota le presso tutti i vecchi Stati italiani. Una pu te di quei milioni , scor– rend o via, si andava a raccogliere nello esau– ;sto tesoro dello Stato . Ma a questo risultato contribui"a non meno fortemente un altro fatto ben noto, che fu .cosi impr ovvido non solo pel Mezzogiorno, ma per tutta l' Italia : la vendita all'asta, af– ~rettata e ,tumultuaria, ,dei beni inca merati della Chiesa e degli antichi demani. I meri• dionali, che, a dire dell'on . Nitti, avevano diflidenu della rendit a pubb lica, a cui no n erano ab ituati, e non la comperavano, si det– tero co n foga all'acqu isto e alla specula zione dei beni fondiari messi ali' incanto, inve– stendovi i magri capita li che ancora posse• devano. Si è calcolato che oltre 600 milioni passassero allo Stato come f:aldo degli acqui– sti fondiari del Mezzogiorno . Dal!' insieme di queste cause, e da altre che non occorre rammentare, derivarono nell a vita meridiona le alcune conseguenze gravis· sirne e ben conosciute, che cosi possono enu• merarsi : squilibrio di quel sistema economico , turbamento e agitazione morale, depauperamen – to della scorta monetaria e di gran parte del capitale posseduto, svilimento della proprietà fondiaria e dell'agricoltur a per la quanti tà di terre ge ttate sul mercato e per essere i ca– pitali mo lto più attratti verso la speculazione sulla compera della terra che non dai len ti e difficili i1n-estimenti nelle mig lior ie rurali. I quali fenomen i immettono al la loro volta in \Ul..O comples sivo che li domina: peggio– ramento oggett ivo e sogge ttiv o delie condi• zioni . del popo lo lavorator~, tant o fra gli art igan i quanto fra i campagouo li, L'unificazione nel Nord. Che cosa a\•venh•a intanto nelle regioni de l Nord ? La domanda si ricollega strdta– mente per la intima connessione dei fatti, con quest'altra: come e dove si ridistrib ui– vano i capitali che lo Stato assorbiva e in particolare ,1uelli di provenienza meridion ale? Un primo fatto, che torna tutlo a vantag– gio del Settentrione, lo conosciamo : la vit– toriosa concorrenza alle industrie meridionali. Si avverava uno dei primi desiderati : l'al– largamento del merca to. Si è detto più volte che il Mezzogiorno divenne quasi subito la grande colonia di sfruttame nto del Nord. Se l'espre ssione non ha intenzione maligna, essa ritrae in buona parte il vero, quel vero che non dipendeva dalle persone, dalle classi, dalle regioni più o meno predominanti, ma dal meccan ismo inevitabile delle forze in gioco. Ma penetrare liberamente in un mercato, per quanto conteso da lla concorre nza estera, e accaparr arsi una cliente la larga e varia 1 vo– leva dire, in sostanza, crearsi una delle con– dizioni prime per l'ampliam.:nto e il profitto delle proprìe impres•. Ma ampliare le ìm– prese significava, concre tamente, per il Set– tentrione, spingere le stesse ris,,lutamente per la via della grande industria , poichè esigevano cosi le ragioni della tecnica, della organizza• zione comm ercia le e della stessa concor ren za che proveniva dai vicin i paesi. Ma per realizzare tutt o questo, occorreva massimament e prepnursi bene l'ambien te ne– cessario, sia materiale, sia mora le, e accumu– lare grossi capitali e disporre largame nte di cred ito. Gli addente llati indigeni erano pronti e vigorosi, lo sappiamo : ad essi urgeva pron• tamente ed arditamente riallacciars i per per– /t\ ionart quanto ancora manca\'a. Orbene all'attuazione sicu ra di que sto in – tento , di questa necessità, converge\'ano con mira bile consensus, i fatti che si sta\'ano svol– gendo: opera assecondatrice di governo e af– flusso spontaneo e ingente di capitali. Il Settentrione è il teatro delle grandi guerre contro lo straniero. Era là che la di– fesa nazionale dove \•a vivamente affermar si. Vì si concentl'ano perciò le grandi forze mi– litari e vi si eseguono le oper e che alla di• fesa si connettono: opere che servono , però, ad un tempo, anche alla vita econom ica e civile. La popo lazione vi è, in generale più pro– gredita, il che vuol dir e che essa ha più bisogni. In par te fa da sè, poiché a ques to è portata dall' indole e da lla coscienu della sua foru ; ma per non pochi bisogni è co– stretta a rivolgersi allo Stato. Il quali più specialmente questi bisognì ? Viabilità am – pia, diram:\la e comoJa ; ferrovie, canali navigab ili, porti adatti per Je vie e le esi– genze de l comme rcio, massime l'ampliamento di quello di Genova ; poste e telegrafi, scuo le d'ogni gene re e io particolare quelle che dànno istru zion e tecnica ; legislazione io- r Si tratta poi di bisogn i che non solo si presentano determinati e pratici, ma produt – tivi, tali che la spesa doveva corrispondere ad un investimento proficuo di capi tale. Essi, invero , si ricollegano direttame nte o per ri~ percussione a quello sviluppo industriale del quale parlavamo, e che era nel vivo dei voti dell'orgoglio nazionale , impaziente che a11o spettacolo dell'emancipazione politica si ac· coppiasse quello di una rinascita economica, dcli' emancipazione industriale dai mercati stranieri. Quello che da tutto il com plesso di cose consegue, è evidente : l'ambiente si prepa ra e le grandi ricchezze, che vi si spendo no, vi accrescono i capita li e rafforzano classi e ceti già ben prov visti e intrapendenti. Ma vl sono altri fenomeni che autom ati· cament e portano ai medesimi effetti. Le ditte assuntrì ci di imprese pubbliche erano quasi tutte sette ntrionali , solo in pic– cola parte centrali. Se ne compr ende il per– chè, dopo quanto sappiamo della deficienza di capi tali e di spirito d'intrapresa ecc. della borghesia, delle classi abbienti meridionali . Provenivano parimen te da quelle regio ni le società liquidatrici dei beni ecclesia– stici, le società che ottennero la regia dei tabacch i, quelle che esercitavano il credito in condizioni di privilegio, le fabbriche sovven – zionate ecc. Ne basta: un altro fatto importante ent ra in giuoco. L'Italia aveva solo un piccolo -contingente di debito pubb lico. Le finanze borboniche erano parsimoniose e, sem bra, amm inis~rate meno peggio di quanto si cre– de va, quando l'orrore per quel Governo tutto trav olgeva : sicchè il Mezzogiorno, nella se– rie . delle quote decr escenti di debito pubblico dei vecchi Stati, Viene per ultimo e a di– stanza non piccola dagli altri. Quando lo Stato italian o si propose di unificare anche il debito pubblico, i meridionali furono ca– ricati di un peso nuovo e che a molti sem• brò non solo molto grosso, ma anche ingiu– sto. Essi per giunta, come si è notato, non comperavano rendita pubblica. I frutti di questa, che erano molto elevati in propor– zione del prezzo d'acquisto dei titoli, veni – vano sborsati nelle regioni dove la rendita era largamente posseduta (Ligu ria, Lombar– dia , Piemonte, Veneto) e contribuivano al solito sposta mento terri toriale di ricchezza. È cosi che ali' im pove rimento e alla de• pressione osservati nel le provincie meridio– nali fanno vivace e concorde riscontro fe– nomeni di opposto significato e valore nel settentrione; drenaggio di capi tali verso di questo, per opera dello Stato o per il mec– canismo automatico di quella situazione eco– nomica; esecuzione di lavori che arr icchi – scono le classi più operose e che nel tempo medesimo favori scono lo sviluppo industriale; accrescimento effettivo di questo per la au– mentata domanda dei suoi prodotti ecc.; pre– parazione intellettuale e psico logica ad una vita sempre più intensa e moderna. .Ma nella distribuzione delle spese fra le due zone, un'eccezione ci co lpisce a tutte fa. \'Ore del Mezzogiorno: le grand i somm e, che senza indugio vi si spe ndon o per isvilup pare la viabilità, che era quasi inesistente. Se– condo l'on. Nitti , nel period o 1862 -1897, il Meziogiorno ottenne per sè il 54 per 100 delle spese totali fatte per questo titolo, me ntre per popolazione non ne avreb be toc• cato che il 38 1 9 per roo. L'eccezione è di singolare impo rtanza per rispetto alle cause della em igrazione. Le strade rappresentano uno degli elementi più necessari e più effi– caci per la preparazione di un altro gener e di ambiente, dell'ambiente della emigrazione. Giungiamo cosJ ad un periodo più recen • te, al periodo che ~ tipico per lo sviluppo capitalistico delle industrie e che si ripete nella storia della trasformazione industriale di· quasi tutti gli Stat i giovan i. Francesco Caletti . 187 Premi agliabbonaticlelJ9J3 Agli abbonali sostenitori annui sa ranno inviate: gratuitamente: U Memorie d'un can– didalo di G. Sa lvemini (in vendita dalla L ibreria della VOCE al prezzo cli I.. 1.25), e la relazione di G. Lemalre, S. Aleramo, G. Cena, G. Salvemini su La Scaola po– polareinpro"l,/ncfa di <J?.egglo wlabrla (in ven– dita presso l'amministrazione clell' UNITÀ a l prezzo cli I.. I ). Agli abbonati sostenitori semestrali sarà inviata gratuitamente a scelta una clelfe due suddett~ pubblicazioni. Agli abbonali annui ordinari, che ag– giungerann o cen t. 60 al prezzo dell'abbo– nam ento, o che. ci invieranno l'importo di dae nao"I,/abbonamenti oltre: il proprio, sa– ra nno mand ate Le Memorie d' an candidalo • A chi ci invierà l' impo rto di dieci nao'W abbonamenti offriamo un abbo namento an– nuo gratuito all'UNITÀ. Abb. annuo cumulativo tra L'UNITÀ (L. 5) e la VOCE (I.. 5) I.. 9.00. Agli amici clefl' UNITÀ Saremo assai rlconoscenll a quelli fra i nosfrJ abbona.ti e lettori, che 'borranno aiuta re la diffu – sione dell' Unità, ln'blandocl In busta aperta e af– francata con 2 centesimi Il presente talloncino, dopo a'ber/o staccato dal giornale e a'ber'òiiscritti i nomi e gl'lndirlssl di persone, a cui (' .A.mmlni– sfrasione possa mandare numeri di saggio con speransa che si abbonino. Cedola di commlulone librarla . (Ha libc-ro corto come 1tempa. ReJio Decrtlo 3 Aprile 188g. 111. ;6. 78 Rcaol. Po,ielc M.) lndiriu i di po&SibiU abbonati a c:ul I' Ammin l.alra– done ddl' Unità. l JnvU,lla a mand.arc.numnt di a.aggio. I• .. 2. .. 3- ------··· -- ·· .. - ··- ······· 5. ___ _ 6• .. 1- ···-- --- 8• . 9. ······ ------·· ··········· ·········· 5.a.rtmo usa{ grati a qutl nostri a,bl,onali e !tttori che -vorranno facifltard Il prn,entlcoo f{– nanslario detl'anno (f)tnluro, sottolineando quella. tra lt dlchfa.raslonl seguenti : Intendo abboàarml ·riabbonarmi· non riabbonarmi che risponde alle foro lnteneionl. Chi des/de,a di a~ere un'aftra copia non sd u– pata di questo numero per conser'ba,ta netl& colle. 11ione, è pregato di sottoflntare le seguenti parole: si desidera un'altra copia del n. 47 e nof, non appena rict"buto il presente talloncino riempito con gt'{ndlrlssi, ci faremo un do'bere di. in'txugli la copia richiesta. Nome ed lncllrlno di chi Invia U praeate b.Uoocloo.

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