L'Unità - anno I - n.40 - 14 settembre 1912

158 rito caso per caso, quando er ano in giuoco gli interessi di quakh e gru ppo di operdi or– gan izzati. 1'vla non è que!-.to i l mom ento di ocrnpar si di una tale ricerca : a noi preme va soltanto dimostrare che l'em igrazione non è neppu re oggi un fenomeno meridionale, ma è nn male da cui, ad ecce zione di pochissime provincie privilegiate, è ancora gr.1vemente affiilta tutta quanta I' lralia. Un fenomeno cosl diffuso 110 11 può dipendere dalla sola volontà cli una parte della cl.1sse lavor,Hrice, m a dev'essere l' indice e l'effetto di uno stato di di sagio economico, che è an cora p ro fonJ amente senti to in ()g11i ·µarte d' lta~ lia, nonost ant e i gr;111di prog ressi dell 'ult imo decen nio. Invitar dunque gli emigra nti a restare, additar loro l'esemp io romag nolo , e non f::ir nulla per distrugger le cau se g eneral i del fenome no che si vuole combatte re, è non solo un'im presa vana, ma an che una cat – tiva azione . Se anche ne l Me1.1.ogiorno il Go\'erno do,·esse co minci are la po lit ica dei lavo ri pubb lid coucess i a sp izzico, se nza un piano prestab ili to , pe r acq uetare il ma lcon· tento di questo o què l gru ppo d i lavoratori tum ultuanti , non si sareb he aggiun ta ch e un a nuova rovi na a tutti gli a ltri mali del 11os1ro L'UNITÀ paese, indu cendo il pro leta riato meridi ona le, tacitato da picl'.ole co nce3sioni 1 a ch iude re gli occ hi su tutt a l'ope ra sper pe ratr ice e corrut trice dello Stato e delle ammin istra – z.ion i locali. Se il partito socia li~la ,·uol dunq ue met– te re un fren o al\'emi grat ione 1 che m inaccia effct th·amen k di diven tare in br e\'e una iat – tura per le reg ioni agricole più m isere e meno popo late, esso no n deve limitarsi a rimpr o,·erar e ai cont adini mer idiona li la ma nc anza d'o gni spiri to d i orgJnizzad one e di ribellione; ma deve co 1wince rsi cli' è stato pur esso uno fra i res ponsab ili d i quelle m iserie, ch' esso ha agg ravato , facendo sua la polit ica di poc hi gruppi op er:,i pr i– vileg iati e lasciando gravart' su tutt a l'I talia il peso di una politica doganale e finanzia– ria, che allontana va i ca pitali d:11le terre più m isere e rese anche meno re dd iti zie da lla ch iusura de i merCJ ti stra nieri . Per combat– tere l'em igrazione , bisog na che il pa rtil o Sù· cialista romp:1 gl i inciamp i del gretto loca - , lismo in cui si è lasciato imp igliare: bisogna in u na puo ia, eh ' esso s:appia rinno\'ar si. Ma, purtropp o no n è in q uesto mom ento ch' esso di mostra una tale virtù di rinnovazione . Gino Luzzatto . de ll'.ittu;tle Go\·er no italiano. Rico rdo anzi :i ti· tolo d'onore pa rt it.:ohir.:!pe r l'un. Gioit ili cht", - se f'gli era Membro dt·I Ministero Z111nrde lli 1 Che, con senso di opport umta mnlw du bb io, de• legò nel ICJ02 l'on. Emilio r-.lnr:ù 11i a rappresen– tar e, con credenziali di plenipo ten ziari o ita – lian o... i folJbricanti italiani di zucchero a Bru xelles, - fu eg li il solo ? res idente ciel Consi– glio itali.ino eh~, con meritor ir>, ma sf,irtunn to cor.igg io, osò, nt-1 1909, tent:1re (1· fu forse que– sta non ulti ma c;rn:,a di Ila cn:lnta del suo Ga– binett(I) un ro lpo vìgorosn e b f>•1t" assestnto con. tro il lrusl d f'g:li z114•cherier;, costituitosi grazie all't:ccf'zionc ottenuta dnll 'on. M:11<1ir i, col di – segno di legge d 1e propone\':t la riduzione, in d ue tempi cd a benefizio dei cnr s1111atori, della prn tn ione accordata all' i11du "1ri,1 dello zt1c– cher;1, i11 modo che (con diminu zione d .. J daz io di importazione) la soprat;,ss a dogau:ilc restass e limit:1ta da l 1° ge nn:d o 19 15 a lire 15 per quintale di zm:chero ratli:ia to ed greggio. Il dis~gno di leg-ge S,.rnnino- Luz z:citti, posci a :,ppro vato, C st;1to molto meno nrd ito ed eftì• ca cf', av endo effettuato la riduzione dd mar gine prot· ttivo a solo profitto dt-ll'er .1ri0 (cioè con aumento della tassa di fabbric azione ) in ragio – ne di una lira all':111110 per sei ann i soltanto , in modo che-, a rifor ma compiut:1 1 cioC al 1° lu– glio 1916, la protez ione rima rrà ancora di Le amarezze italiane dello zucchero. lire 72,85 il qt. per lo zucch ero rallina to e di " 14,So greggio. Il rlllr o dtll' llalfa dal11 Conveoilone dt Bruxtllu. It stata largo mente riprod ottn dai giornali una nota ufficic.sa , colla <1nale il govern o itali ano che ha lascia to anda re in ,•nc:mzn il P~rlamf•nto senz a sentir t' il dovere di metkr lo in grado di espri mrre il pro pri o parere su un att o cosi im– portante-, sp ic-ga diffusamen te la <lecisio ne che ha pr f'sa d i cessare cli for p,1rte della C,,nven• zione Interna zionale sugli zucd 1er i alla sua se– conda scad enza q11inq11e11nalf' 1 cioè al 31 ago • sto 1913. ' A legge re quel documento <li s.1porc e di co– lore ministeriale, che si concl ude colla dich ia– razione che dal 1o1 sett embre 1913 \' Italia s i tr overà nelle identi che cond izioni dell' Ing hil– ter ra, la qu,1le hn pure rece ntemente notificato al gov erno b1·lg,1, in temp o utile e secondo i r atti s tabilit i, la sua intenzio ne di uscire d alla Conve nzione , .1 molti italiani C venu ta l' acquo– lina in bocca nell,t dolce S,Jeranza di potere presto comperare lo zucchero n prezzi me no proibi tivi degli attuali. So anche che a p::-irccchi miei amici liberi– scamb isti ha fatto ottima impressione il se nti re da l governo italiano che esso si C risolut o ad im itare l'Ingh ilterra ed a de nuncia re la Con• vcnzio ne sugli zuccheri, dopo avere inda rno ten – tato d i faria modificare nella parte che obb li– gava l' Italia a non espor tare zucchero ed a colpire con adegua ti da zii di rnppresag lia gl i zncd 1er i che fruisc ono di prcmii di esportaz ione da i loro paesi di origine. Si disilluda no pe rò i miei anlici !iberi-s cam– bisti. Non pare atlau o che le loro spera nze re le mie) siano vicine ad avverars i, e che il go– ve rno nostro abbia voh1to 1 colla denuncia della Conv enzione di Bru xelles, rend ere meno ama ro lo zucchero ui consuma tori italiani· Glt obblighi dell a Conveozlone dt Bruxell es. L' afferm azione che la Convenz ione di Brnxe l– les imped iva all'Ita lia di esp ortare zucchero è completame nte inesa tta (/a/sa sare:=bbe l'agg et– tivo appropri~to, ma gli zncchericri non ma n.' che rebbero di rim proverar mi asp r:imtn te il te r– mine non parlame ntare). La Conven zione s tip uh,ta la prima volta a nome e per conto dcli' lt,1lia dal su o plenipo– tenzinri o-zuccheriero on. Emilio l\farai ni, ne l 1902, e rinn ova ta per un second o qu inque nnio nel ICJ07,non ha nrni, in nessun modo, vietato ai fabhn canti italiani di zucch r ro di esp ortar e parte o la totali tà della loro produz ione. L'u nica cosa che essa prescriv e al riguardo, e che è stata co1fcrma tn nei nu ovi accordi ch e dovran no v,. )e re da l 1° settembre J913 al 31 ag osto 1918, (ar ticolo 6 della Convenz ione ), è che, quando i pae si, i qual i, come I' lta·ia , avevano ottenuto temp or:meamen te di essere dispensati dagl i ob– blighi imposti drtgli art icoli 1, 2 e 3 della Con– ven zione , d ive nta ss ero es porta tori di zucchero, ess i do vrebb ero unifor mai e nel termine massi - mo di u1 anno, le l11ro lt>gisl,1zioni fiscali all a rego la g<"ncra le accettata e sottoscr itla da i paesi già espor latur i di zucchero (Fra ncia, Ge rm ania, Aust ria,Ungh eri.t, Belgio e Pa eSi Bassi), vale a d ire : .1} non dare premii dir{·tti nè indir etti alla propr ia indu stria dello zucchero; U) impedire che tali pr emi i possa no ris ul– tare da una vigilanza mf'no se.ve ra e contin ua d:, pa rte del tisco sulle fobbric he e niflinerie nnziona li ; e) l11nit are la protcz iont'!dell11propria indu• stria zucchr rier;:1 1 cioC la sopra t.1ssa doga, wle deg li zucd1c ri impN ti1ti in più de lla t:1ssa di fabb ric;.1zione int t'rn a, ai mass imi di franchi 6 per quinta le di zncchero rnffinat? e di 5,50 per qu i1ta lc di zucchero &reggio. Inghilterra ed Italia. L' lngh'.lterrn ha veram ent e de-ciso di uscire da lla Convenz ione di Brux elles per rngion i li– bero•scnmbi stf', preocc .11pan dosi cioC d~ll' inte– ress e che i1aano i propri cm1suma tori a poter compera re 1,) zuccher0, di cui ess i hnno uso l;trghis!l:imo, al massim o bu on prezzo, sul mer– cat o del moudo e senza alcun vi11colc di pro– tt'zionis1110 interno . A ta le sccpo il Governo ingkse ave va già nel 19oj, rinn ovando la Convenzion e, otl enuto di non esse re oltr e c1ss<.i.i~p'' tl:1tn nll'obhligo di colpire con dazii pena li ~li zwc hcrì <'spor tat i con premi i dai paesi non convenz ionati. Fra questi er a la Russ ia, che i.:ostitniv,1 anz i il pr incipale pae se protluttore di zuccher o di bHrbabietola, sul quale l' Inghilterra poteva contare per il riforn imen to a. bu one cord izion i ciel proprio merca to. Ma le condizioni camb iarono qu ando la Russ ia fu ammess a nella Convc nzionf', con limitazione della quant ità di zucchero che può annua lmente es portar e, pur mantene ndo il pro • prio regime fiscale non ciel tutto con forme Hi patti concorda ti. Di fron te a tale cam biamento il Governo ingle:se, prima ha tentato di fare aum entar e la 1r.isura di esportazio ne permessa alla Ru ss ia, poi. non esse ndo riusci to in ciò, ha deciso cli ripre nd ere la sua intera liber tà di commercio anc he per quello che concerne lo zutc hcro , e ta le decisione ha per tempo cornu• nic,1ta alla Cam era de i Comuni, che l'ha comple– t:11nent e nppro v~1ta t' sanzi onata. In Itali,,, invece, v'è pericolo che la dec isione , appa rent emente ugua le ne lla forma , pr esa da l Governo ad insap uta del Par lam ento. debba riuscire ad 1m risultnto del tutto contrnrio nella sos tanz;1, e tra<lursi in un nuovo e segnalato trionfo 1.lel\ 1 0 11. Emili o Manii ni e dei suoi col– leghi d'in dus tri :,, a ma gg iore da nno e scorn o de i tartassati consu matori- La legislazione italiana sugli zuccheri. Ques ta mia ap ;,re nsione non proviene da un mio pr econcetto anti prote1.ionista, nè tant o meno da speciale dillidenza o sospetto che io abbia 11 1llcoilo det Governo. Quello che mi lasc ia profonda mente e dol o– ros<:111ente SCf'ltico sulla reale portata della de– nuncia de lla Convenzi,me di Brux elles, è il s i– lt'nzio di ma laug urio conser vato da l Governo nel s uo lnng;o e s ibillino cnmunica to .ii giorn ali intorno ai suoi ve ri intendim enti circa le r ifor– me indi!>p~nsabil i ne!la nu:;tra legislaz ione fi. scale sugli rnc cheri, ncciocchè il ritiro dell'Italia d:illa Con\'enzin ne di Brux elles non abbia per effetto un ult e•iore aumen to di f,1voritismo per i fabbri can ti de lla l ·:-.10NE Zt ·cc11ERJ e la fa. colta loro indeb itamente ass icwa ta di s/rozzare lll.ll! J,:'iorrncnte i consuma tori n:11.io11ali. È bene non diment icare che l'on. Emilio Ma– rai ni. dopo esse re stato p:1lad ino dk hiarnto ed a rden te della Con\' enzio nc di :Jr~!xelles , che porta la sua firrn:, cd è op era sua nella cl:iu • sola che ne ha compi , tameut c s1wtura to il ca– ra llere per l' Itali.i, t! divcnt<:1to da anni avver • sar io dPci-;o ed ap erto dc li;, Conv enzione stes• sa; della qua le giit nel 1907 comb,,tt è la rinn o– vazione per le ra ~ioni da lui allora esposte in un a sua relazione alla Cam era di Commer cio di Folig:nn, e rhe si riducev,mn sos t~wzi ,tlmente a quf'Sta : ehe si è ad ess o \'erili cato un fatt o che nel 1902 l'on. Mar ;1ini riten eva impo ssibi lf', cioè un ccc<'SSo di produzione dcli' industria zucche– riera it,tliana, il qu ale non trova s fogo in pa ese ai pieni prezzi ass icurati .,_fai monopolio legale, e minaccia, se 11011 imp:::dito, di man dar e a picco la UN10:-.1,: Zc cc 11ER1 e di far cad ere gli zuc– cherifici italia ni so tto la man naia dell'art. 6 della Conv'enz iorw. pr escr ivente l'au tornaticr1di– _min uzione dei mar gini prot etlivi. Il conf roUo della produzione. i:: chiaro che la UN ION E Zl·cc 11i,:1u 1 di fronte alla gra vità ed urgenza di qu es to doppio peri– colo, ha dov uto negli ulti mi .inni, ed o; ni volta che la camp agna biet olifera in Italia è riusci ta / par ticolar mente propizi a, app lica re en ergica– me nte il su o program ma cli controllare la pro – duzione e la vendi ta dello zucchero, togliendo da l mer cato ital iano la qua11tità sovrabh ondant e di zuccher o e limitan do l'attività delle foblJri– che consoci:,te per la ca mpagna su cce-ssiva. Ma qu esta .izione {lei dirigent i della U:-.10NE Zc cc 111•:R1 non ha potut o a meno Ji de termi– nare inevitabili nwlu mori e gravi conflitti di in– teress i nel seno stes so del trusl zucch<'riero. In gene:-e , le Soc ict:'t <' Ditte confed en..te si adattano ma le a diminu ire la produ ttività de i loro impian ti, e le proteste so no sop rattutto vi– vaci da parte di quelle fabbri chr· 1 le qu ali, tro• va nd osi mf'glio orga nizzate v11oi da l lato com• me rciaie vuoi dal tecnico ed esse ndo situa te in plaghe agr icole dove la bar babi etola da zuc, chero riesce pili felicemen te, hanno da una di– minuita intensit:\ cli lavora zione il doppio da nno di un magg iore costo di pro,h izio ne e di concorr ere coi propr i sacrifizi n te- ner<' art 1fìci,dme ntc in pie<li una co11corr cnza che, abband Cln<1ta ;11 suo natur :tle des tino, po• trcùbcro con t utt a facilità clebella re e fo, se d i• sl! ugg ere . Inoltre-, al)rlt ali dai grossi di vide ndi ripar titi da lle ma ggioii Sr>Cielà de l t, usl zucc her iero ,_ cont inuano a so rgere qmt e l:'t in Ita lia e si fanno semp re più num eros i i kn tat i\'i d i nuovi zucch"tific1 1 fuo1i dell'ovil e monopolistn, s ia pe r rica//a re lq; alment e la U :-.10 :,.::E Z 1.;c11E..:1 e l;1rsi da ess a acqu istare a buon i pa tti, si.1 an– che nella lllu .:,ionc più o meno fon,Ja ta di po– ter farle concorrenza . Pr oduzione e con1umo dello zuccbt ro to ]htl, . Di ques ti fatt i, s i hann o le pr ove convincen ti nelle s tatistiche unidal i della produz ione e del consumo dello 1ucch er,) i11 Ita lia. Le ripNd uco qui per gli ullimi se tte ;inni. Camp11nc I ll1eall Z■ccller• ,.,, , , .. Or~HI• j;h" ller• 1■,.rt,1• Pr.. ,u. ,...... 1 Ott t1l • 1 ■-IIIHI•• Il CtHl■O ---- 11----- 1 --- --- 1904 -o.5 i905 -o6 1906 ~07 1907-08 19()8-09 1909 - 10 19 10- 11 Q1J11,11 Q1!1t1II 1Q• l111II I Q•l•t•lt 783.8o6 I .076.037 2,003 1.838 939. 1 58 1.o8 1.o:l5 12-l-904 75.131 1.o63.827 1.110.782 ~2.374 71..p S 1.359.650 1228 o:J6 83.BgS s2 983 I 653 l 16 J 2if:,. q 2 I ts.386 8o 538 1.107.952 1.439·-~32 6.500 I ,6.::>45- 1 731.84 1 1.5.J5.924 Si vede rosi chi= i! me rcalo italiano C appe na. ar riv,1to a consu mare annn.tlme ntc un milione e mezzo di quinta li d i zucchero ui prezz i che· :1gli zuccherieri naziona li, forti del favore della legj!e, piace di impMre (pr ezzi del mercat o libe ro, au ment ati della tassa cli fahb rica i ione e 1.lella sop rnt assa doga nale protctti ,·a ) Le fabbri che italiane hanno inv ece la ten – denza a supe rare rn lla loro prod uz ione qu es to limit e annuo di un milione e lll<"ZZO di qui ntali.. Lo han no già. di fatti 'Sup c1alo nelle campag ne bietolifere de l 19()8 e del 1910, e p;irt! a nche in que lla del 1911. I~ cer to che lo sup ererebb ero– tutt i gli an ni se la loro attivi tà foss e las ciala· S\'olgf're nl comp leto ed in regime di c011cor– renza, sia pu re limit ata :ti!' interno del ter rit o– rio 11azio 11,le. La p1>lltlc1 della « Unione · tUc.!berl , . Ecco dunque perchC la M Un ione z1;ccheri •· ha ad ess o ir teresse che I' I1alia cess i di far parte della Convenz ione Internazi on:de, per po– tere sfo gar e 1't10d d' Italia il propr io ecces so di pr odu zione, rhe attua lme,1te non può esp? rt are, _ senza rsporsi al da nno cer to di av ere limitata la pr otezione ai mass imi di franc hi 6 e f:a n– chi 5,50 it quintale, nè es ita1e sul mercato ila• liano, senza tletnm inare un ribasso d i prezzi,_ che le farebb e pn i.ti <.amentt- perder e parte della protezione lega le di cu i gode . Tu tto ciò, bf'ne inteso, se da par te ciel Go– verno italiano non int ervengo no provv edime nti atti a tute lare gli interess i de i cons uma tori ita– lian i di zucchero, cosa che il Governo av reb be il dove re di subito annunciare, pe r impedire– che si possa sos pett .1re de lla sua connivf'nza c,11 lrusJ degli zuccher ieri e che, su ques ta falsa o vera credenza, si possa no manipo lare r hi sa, quali Pt10ve e rovinose sp eculazi oni di borsa . Non si può ne ppure es clu der e a prior i ehe l'on. Mara ini ed i suo i colleghi di indu itr ia già stiano v;1gheggiand o in cuor loro, ades.::o 1.he sarà eli minato l' os tacolo de lla Conven zione>– qualche nuova astuzia di pre mii d i esp orta– zione e di abbuon i fìscà li, pe r cui essi shmo mes si in grado di vccd cre i loro zuccher i a i consu matori es leri ai pre zzi del merca to lib ero internaz ionale, face ndo sopp ::irtarc la perd ita ai poveri contribuen ti italiani, in più della tassa e· della sopra tassa che già pagano come consum a– tor i dell'amnr issimo zucchero nazionale. Il paes e è dunque in diritto dì sapere quale è pr ecis~ment e la poli tica che il G:lVerno ita– liano intende di seguire dop o la J ata disd etta de lld Convenzione di Brnx elles, e se ques ta po– litica coincide od è in cont rasto con q uella che segue evi denteme nte per con to prop rio h u U– nione zu1·cheri ", imp resa di slroz ei,,agg io de l popolo italiano all'o mbra e colla protezi one be– nigna ed indisp ensab ile d ella legge. Nè s i illuda il Go\·ern o di sott rarsi a ques to suo imperioso e moral e dove re se mplicem ente col far luccica re, a guisa di specchietto per le ~llodoic , la riacqu ist ata libertà di potere am– mettere se nza sopratas se penali sul me rcato

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