L'Unità - anno I - n.26 - 8 giugno 1912

102 ghit-ra , di associarsi alla « nuova manife• stazione della solidarietà nar.ionale ,. li più originale di tutti fu l'on. Cabrini. Il quale fece un lungo discorso per chiede re provvedimenli di tutti i generi per la tutela della emigrazione continentale ; ma quando arrivò a11a faccenda dei quattrini, proclamò senz'altro che qualunque tassa sulla emig ra• zione continentale andava respinta. e La le• gislazione sociale - egli affermò solenne• mente in nome del proletariato di tutto il mondo - no n deve esser pagata dai gruppi cui giova, ma da ll'insieme della collettività:.. Ed aveva ragione ; ma in questo caso la l~– gislazione sociale de~li emigranti lombardi è · pAgata, non dalla collc:tti\'illt, ma da altri pO\'eri diavoli che sono anche pili miserabili deì primi: ed ~ questa I' ingìu,tizb1. 1 a cui la . disti111.ione dei bilanci dC\·e ovviare. Se non \'Olete la distinzione dei bilanci, rimanete divvero fedeli al vostro principio, e chie– dete che anche la tassa d'imbarco sia abO– lita e che anche agli em igranti transoceaoici 1 provveda a proprie sp~se il signor e insie– me della collettività •· l. 1 00. Cabrini non poteva non proporsi que sto caso di coscienza; ma fece presto a spicciarsene : « Non mi ricuserei (sic) domani (sfr) di arrivare anche (sic) all'aboliziçne. Soltanto mi meraviglio che l'incitamento venga da gente pratica e devota al concetto della gradu alir:l •· Do·,e si va a fic.;are 1 santo diavolo, la gradualità I Del resto, spiegò l'on. Cabrioi, la questione ha scarsa importanza; , Oramai i due feno– meni migratori si intersecano cosl l'uno nel - l'a ltro, da ' costi tuire un fenomeno solo . In• fatti l'emigraz ione, che va oggi in Ame rica, è spess~ quella stessa che dom :mi va in Fran– cia e in Svizze ra. Inoltre \'a osservak> che con il discendere dalle regioni settentriona1i alle centrali e meridionali, vedesi spesso nella stessa famiglia un fratello andar e in America, l'altro in Germania >. I dati statistici, co– municali dall'on. di San Giuliano alla Ca– me ra, smentiva no asso lutamente ques te affer• mazion i. Ma, anche ammesse vere le genia li considerazion i che facev.t l'on. Cabrini sulle intersez.ioni e sui fratelli, perchè opporsi alla distinziooe dei bilanci? - Perchè in Italia ci sono due proleta riati : un proletariato pre– valentemente settentrionale , e un subproleta– riato prevalentemente meridionale : finora il primo aveva il diritto di voto il secondo no; e un dep utato socialista non resisteva mai alla tentaz.ione di favorire il proletariato elet– tore dei propri paesi nordici , anche a spese del subproletariato non elettore dei paesi. ... sudici: il sangue dei poveri piace a tutti. Oltre ad esigere che il Commissariato tenga distinti i co nti della emigrazione tran• soceanica da quelli della emigrazione euro– pea, è necessario insistere risolutamen te af– finch~ non si carichino sul bilancio della emigrazione molte spese, che logicamente e moralmente devono essere sopportate <fallo Stato e nou dagli emigranti. Allorchè fu istituita la « tassa sulla mise– ria •, si disse che essa do\'e\ •a servire per la organizzazione di servizi nuoi:i, non contem– plati da l tradi zionale ordinamento dei nostri consolati : il Ministero degl i esteri avrebbe continuato a tutelare a spese del lo Stl to gli emigranti in quanto sono cittadini italiani ; il Commissariato avrebbe tutelato, a loro spese, gli emigranti in quant o hanno bisogno <li assistenza all' imbarco, durante il viaggio, allo sbarco, ne11a ricer ca del lavoro, nella liquidazione dell' indenni tà per infortuni, per il ritorno in patria, ecc. Invece, a poco a poco, il Commissariato dell'emigrazione si è andato addossando le spese di scr.'izi, che sono di competenza e· sclusivameate del Ministero degli esteri. Il Comm is~ariato sussidia delle scuole, e peg– gio aacora delle scuole medie (vedi Unità, n. 23, pag. 90); sopporta la spesa di 80.000 lire annue per i servizi di leva all'estero; ha cominciato già neg li Stati Uniti ad assumersi Ja spesa per le liquidazioni di successione, che ' sono state sempre di pertinenza dei conso lati ; gli uffici di assistenza legal e per gli emigranti si sono poco a poco trasform ati in uffici di con– sulenza legale per tutti gl' italiani all'estero, senza discrimi nazione di materia e di condi– zione economica di persone, funzione di con- L' U NITÀ sulenza che è stata sempre prop ria dei con– solati (vedi I' /lalia all'eslcro, I mag 0 io. 19 12 , pag. 97 e seg.); il fondo dell 'em igrazione paga le spese di pubblica sicurezza nei porti d'imbarco, che dovrebbero essere a cari co del Ministero degl' interni. 1 nsomma, il fondo dell'emigr;azione è di– vent1to il fondo di San Patrizio, a cui tutti attingono per provveder e a spese, a cui do• vrebbero invece far fronte i bilanci dello Staio. In un altro paese, queste iniquità susci te• rebbero un grido di prote sta invincibile in tutti. 1n Italia, gli stessi deputati socialisti sono i primi a infischiarsene ... . a patto di Òttenere qualche sussidio dal Commissaria to a favore della emigrazione delle loro provincie . Se i socia li~ti n,:ridion ali fossero meno Il problem a europeo. Se sett~ od otto mes i or sono, ;dia vigilia del- 1'. inizio della guerra con la Turchia e nel m~n- · tre l' Europa fu a poche ore di distanza da una guerra generale, l'Italia a\'esse avuto a mini– stro degli esteri un uomo di genio, ques ti av rebbe potuto probabilmente ottenere tutt i i vantaggi, senza i costi, della conqui sta libica e, nel me• desimo tempo, rendere un grande ~trvizio al– t• Europa tutta quanta. Se le lagnanze moss~ reontr o l.l Turchh1 non fossero sta ti meri pretesti, egli avrebbe potuto chiedere all' Eun,pa delJa Triplice Alleanza e della Triplice Intesa di coo– pera r~ con l'Italia ad imporre alla Turchia il reg ime de lla porta aperta e dell'rguaglianza di tratt amento nella Libia .sotto il protettorato del- l' Iuilia: l'Italia avrebbe avuto per sè tutte le grandi potente, e avrebbe fatto un gran passo incolti, meno piccoli borghesi intellettuali, pf'r il ristabilimento di qu el concerto europeo, più profondame nte e sinceramente preocc u- che è attualmente più che mai reso difficile, patì dei bisogni e dei diritti di quella classe anche a cagione della guerra itaL-turca, dal · lavoratrice, di cui pretendono essere i tutori e cosi det to conflitto anglo-tedesco. Sarebbe stato i rappresent an ti, si sciacquerebber o un po' meno • il miKlior modo di celebra re il giubileo dell' u- la bocca con chiacchiere rivolutionarie, e si oc– cuperebber o un poco più di questi problemi veri e reali. E metterebbero come uno dei capis,.ldi del loro programma nelle future elezioni ge– nerali la revis ione del le legge sull'emig ra– zione e l'abolizione del la « tassa sulla mise – ria » : ad ogni buon conto protesterebbero energicamente contro l'impirgo che si fa dei fondi dell'emigra~ione trans oceanica per fini che non sono quelli per cui gli emig:-anti pagano la tassa. Ma i socialistl meridionali sono troppo affaccendati a fare la rivoluzio– ne .... a paro le: è pii, facile! L'U nità . LA LIBIA E IL BAN CO DI ROMA Le informazioni date dall' on. De Felice (Ava Hfi, 8 maggio) sul modo com' è stato composto a Tripoli il Consiglio dell'Industria e del Commer– cio, non sono state smen tite finora da nessuno dei giorna li nazionalisti e tripo lini, i quuli si sono limitati a fare la· congiura ciel silenzio. Quelle notizie, dunque, si possono ritenere indiscutibili. E da esse risulta che il suddetto Consiglio, il quale deve fra l'altro compilar e i ruoli dei cu– rat ori dei fallimenti, dei per iti commf"rciali, dei mediatori, designare gli arbitri per la risolo• zione amichevo le delle controversie, ctrlificart sulla am,,,issihililà dei comm,rcianti alle ga re per gli appai/i, ecc. ecc., è stato costi tuito in buona parte con agenti e clienti del Banco di Roma. infatti, su 25 compo nenti il eletto Consig lio, abb iamo: il cav. Bini, suoce:-o del procuratore ' del Banco di Roma di Benga!'i; il comm. Baldari, azionista e pezzo gro~so del Banco di Roma; . il sig . For ti, cointeressato agli affari del Banco di Roma; il banchiere Halfa lla Nahum, grosso azioni• sta del Banco di Roma; il banchiere Meborah Ha ssan, suocero del predetto Hai falla Nahum; il sig. AlfredC'I Nunes Vais, cointeressato negli appalti del Banco di Roma e avente due nipoti impiegati nel Banco di Roma; il Direttore del Banco di Roma in persona; 1-Iag llilfa El Giafri, cointeressato negli af– fari del Banco di Roma; Mustafa Benziori, ex e pare tuttora sensale del Banco di Roma. Non bisogna, inoltre, din,enticare che a far parte dei t;e componenti il tribunale civile e commer ciale è stato chiamato il Cllmm. Bai– dari : cioè il B~nco di Roma sarà in molti pro• cessi civili e commerc iali nello stesso tempo giudice e parte. Sono turpitu dini, contro cui tutt e le persone oneste dovrebbero insorgere: in prima linea quei nazionalisti, che proclamano di voler met– tere sempre la nazione sopra i gruppi e le classi. Ma si vede che il Banco di Roma non C nè un gruppo nè una classe: è... la nazione! Ah, qut:sto nazionalismo, cht: bella invenziu ne 1 Quanto all'on. de FC"lice,noi auguriarro che i suoi tardivi pentim enti e le sue infocate de– nuncie antiaftaristi cbe rion faranno dimenticare al nostro popolo le respon sabilità gravissime, che e~li ha assunte nelJ'autunno passato, allor– chè stttte in prima line~ ad eccitare la sua Si• cilia affinchè l' impre sa di Tripoli si facesse. nità nazionale, ~arebbe stato un atto veramente degno d'un Ministero che vuol essere democra– tico : operare per la res taurazion e d'una unità politica europea, come anello fra le due Tri• plici. Sfort unatamente l'Italia ha un Ministero di scettici e di miopi, un giorna lismo salariato e scn1.a scrupoli, ed è un paese ove l' analfabeti– smo più grave è l'ar.alfabetism o cereb rale delle classi dirigenti. E cosi oltre alle spese della guerra, della coloniz zazione e della nuova difesa na\'ale, resa p!U ardua dalla conquista, l' Italia dovrà addossarsi quelle di ulteriori aumenti de lla flotta, dovuti agli allarmi e.teli'Inghilterra e della Francia per l:1 posizione che la Triplice verrebbe ad assicurarsi nel Mediterraneo, se l'Italia tenesse Stampa lià e Rodi, o se delle isole dell'Eg eo volesse fare un regno nominal– mente autonomo, di fatto suo. Mercè la conquista della Libia il conflitto tra Triplice Alleanza e Tripli ce intesa si svolgerà quind' inna nzi a colpi di milioni di sterline non solo nel Mare del Nord ma pure nel Mediter– raneo: sarà interamente mercè questa conquis ta che l' Inghilterra si deciderà a ristab ilire a Malta 1.- flotta che intendeva trasferire a Gibilterra, e a rafforz arla, e che la Francia accrescerà ulte– riormente le sue forze attuali ; le borse magre dcli' Italia e del1'Ano;;lriasi tr overanno di fronte a quelle ben provviste deJl' Inghilterra e dcl1a Francia ; può l'es ito della gara essere dubbio? Sola nostra speranza si è che il conflitto anglo– tedesco venga composto. Quali sono le impres• sioni che prevalgono in Inghilterra a ques to ri– guardo ? La prima !i è che l'idea d 1 una alleanza an– glo-francese non trova entusiasti sostenitori nè tr~ i progressisti, che le sono anzi unanimente contrari, nè tra i conservatori. Un'alleanza im– plicherebbe l'adozione da parte dell'Inghilterra del sistema della coscrizione; adozione C'heha coptro di sè il Consiglio supremo della Difesa imperia le per varie ragioni : a) la coscrizione interr erirebbe col reclutamento delle migliori energi e e colle più ampie risorse per la flotta ; b) perduta la quale, l' eserci to, anche se fosse il più. poderoso del mondo, non potrebbe far nulla per impedire che l'Inghilterra fosse presa per fame, senza colpo ferire; e) per aiutare la Francia , se attaccata, a impedire l'invasione .del Belgio, basta l 'attua.le corpo di spedizio ne, tra– sportato ad Anversa subito dopo imbottigliata o distrutta la flotta tedesc.4.Un'alleanza avreb be quindi carattere immediatament e offensivo e forse affretterebbe la catastrofe. Per di più, nel mentre con l'attuale intesa o anche senza di essa I' Inghilterra è libera di non aiutare militar– mente la Francia che se questa è attaccata o ingiustamente minacciata, l'alleanza mette rebbe l'Ing hilterra alla coda delle mene dei politicanti militaristi e colonialis ti di Parigi : e con qual e vantagg io, dal momento che ogni estensione dr.l– i' impero coloniale fran cese significa erezio ne di tariffe doganali contro i prodotti inglesi ? La politica estera inglese ha sempre mirato a impedi re che si costituisca sul Continente tale una coalizione di forze da minacciare la supre– mazia marittima necessaria alla vita inglese; de– gli uomin i non meno che delle industrie. Ma ciò può far.si in due modi: con la politica della spleudid iso/atio11, che è la politica delle mani libere , che consen te cli decidere a seconda delle circostanze, a vantaggio della parte debole e lesa; politica questa che non suscita inutili ge– losie e inimicizie e dà un cer to prestigio mo• raie a chi l'adotta: - ovvero con la politica di in– tese definite o di alleanze con chi si pres ume sia la parte lesa o minacciata i politica che per• mette eventualmente a questa parte di invertir la situazione. La prima è la politica ~,.~uita fino lii 19c6 da Lord Lansdowne e dn lutti i suoi predecessor i nel ser.olo XIX; la seconda è quella di Sir EJward Grey, nonostante la viva oppo– sizione del suo part ito, che, per altro, la con– sente per non ro,·inar l'audace politica di rifor ... me i11terne . I liberali contendono che ora che Sir Edward Grey ha mantenuto con 1stFran<"ia l' imp~gno di assicurarle il Marocco in cambio della mano libera lasciata dalla Francia all' In– ghilterra in Egitto, l'I nghilterra, senza abban– donare l'amicizia francese, t.lovrebbe venire ad una amicizia con la Germania. Dopo lutt o, dicono i liberali, che reclutano le loro forze nel commercio e nell'industria, nel mentre le colonie francesi elevano tariffe contro i nostri prodotti, le colonie tedesche seguono la politica della porta aperta; la Germania è la nostra migliore cliente i noi non siamo mai stat i in guerra con essa; dieci o dodici anni fa i no– stri rapporti co'n la Francia al tempo dcli' inci– dente di F'ashoda parevano talmC'nte tesi da portare non a una mtenl, c<>rdial,, mo a una guerra inevitabile; perchè non dovttbb'essere lo stesso con la Germania? Forse perchè essi.. vuole colonie? Giudicando dalla nostra cape- . rienza , è più che dubbia l'utilità di colonie t~ pica!i; però se ne vuole, c'è in Africa tan to spazio ::incora libno, ch"",anzi, siam disposti ad aiutarla Rd acquista rlo e a venire anche a qual– che scambio di territorio. Noi siamo disposti , a certe CC'lndizioni,ad aiutarla a !rov.lr fondi per finire la ferrovia di Bagdad . Se essa con– sente, in tempo di guerra, a non far uso di mine galleggianti, noi siamo disposti a rinunziare al diritto di cattura d~lla proprietà privata per mare . La sola cosa, a cui non possiamo rinun• ziare, perchè data l' insularità dell'Inghilterra è per noi questione di vita e di morte, si è l'as– soluta sup remazia sul mare: noi non possiamo considerar que {la supremazia come assolutamen te sicura se, ad C'gnimomento, la nostra superiorità su ogni probabile flotta o combin~zione di flotte nemiche non ~ almeno del 6o per cento. lo devo di:-e, che ~olo tre o quattro anni or sono il sentimento anti•tedesco era molto più forte che ora, r.1 punto da parer incubo; attua l– mente tra gli stC"ssicapi conservatori l' idea di una intesa tr-ova favore ; e nè Bonar Law nè il Balfour hnnno esit&to a ~repudiar come assurd a l'idea della inevi tabilità della guerra; l'atmo– sfera è molto più ottimista . Diremo che il conflitto è vicino ad essere compo– sto? Su questo punt o tutti sono assai perplessi .Da un lato <"gni riavvicinamento alla Germania è guar• dato con diffidenza dai Francesi; dall'a ltro è assai difficilC", pare, far capire alla Germania, che una intesa non è possibile che se essa non pregiudica l'amicizia già esis tente con la Francia i la Ger– mania teme i battag lioni neri che la Fra ncia potrà pre sto, occorrendo, trasportare dati' Alge – ria al Reno: volere o no, l'Alsaz ia e h. Lorena restano un potente ostacolo ali' intua ar.glo-te– desca. L'altr o punto difficile concerne le proporzioni tra la flotta tedesca e la flotta ioglese-. La Germani a sembra pensare che, se lt- proporzion i devono essere fissate dall' Inghilt erra, cessa tra le due l'eguaglianza di dignità dip lomatica e la Ge.rma– nia è battuta, occorrendo, prima di scendere in campo. Qnesto punto, io credo, è anche subor– dinato a quello dell'ambizione coloniale. È inu– tile avere colonie se non si ha la supremazia sul mare; e se c'è questa, il resto vien da se. Ad ogni modo, nonostante tutte ques te diffi• coltà, molti sentono, in ogni parti to, che vi sono più germi di perico lo a Parigi che a Berlino . A parte, poi, da un lato i pericoli de l militarismo e colonialismo francese con le sue tendenze esclu• siviste e protez ioniste ad oltranza, e dall'altro i pericoli del nazionalismo francese che non ~rde mai di vista l'Alsazia e la Lorena,- si sente in loghilterra che gli interessi comuni tra Inghilterra e Germania potrebbero creare una coscienza ca– pace di prevalere su quella degli interessi antago– nistici : esse sono le due più grandi potenze in– dustriali europee , potrebbero imporre la politica della porta aperta a tutti i paesi nuovi, la Libia inclusa ...., a scapi to forSe di pochi interessi pri– vilegiati italiani , ma a beneficio dell'Italia, che si sarebbe risparmiati tanti sperperi. L' Italia poteva concentrare la attenzione del mondo su questo punto, che ris olve tante que,... stioni irte ed .... inutili, promuovendo, a Qgni modo, il concerto europeo. Ha preferito acuire la discordia e rendersi invisa e seccan te ad amici e ad alleati. E non fosse che ques to! ANGBLO CRESP I. Londra, )O M,ggio. Chi desidera cambiamento d' indiriuo è pregato di aVTisarcene mediante carto– lina con risposta.

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