L'Unità - anno I - n.25 - 1 giugno 1912

98 nella SUi1 lotta contro gli slavi : e accusa lo Stato d ì crcHre artificialm ent e il fenomeno del!' im– migrnzione per sofloc are la nazio,rnlità italiana; non vede più un rim edio sufficiente neppure nell'autonomia de l Lit1Jra le 1 in cui il numero dc• gli slav i uguag lia, se pure non. supera, quello degli italiani; e si rifugia da ult imo, sebbene con molta esi tazioni!", nell'a spirazione se paratista, per la spe ranza che l'annessio ne :ili' Italia dia ad esso la forza necessaria per sopr:i.ffare dc – finitiv:un cntc il tem uto riv ale. li problema, dunqu e, nella sua situazi one at– hHtle, si prese nta , non più :Ilio storico, ma al– l'uomo politico, sotto il duplice :,sp etto, della convivcm:a fra slavi e italiani nella st r-ssa re• a-ione e nelle stesse città, e elci rapp orti dt-lla Venezia Giulia con l'h alia e con l'Austria . Tim lo nell' una come nell'altra questione il Vi• vnnte si mette apertame nte conlro le idee dei na• zionalis ti triestini e degli ir redentisti ital iàni. Nel conflillo nazionale, che si irnpt r1\ia sopratutto nella lotta per la scuola, egli vede da una parte gli sla vi che vogliono salvare la loro integrità etnica i dall' altra gl' italiani, the vogliono insi• ster c nei tentativi di assim ilazione .Qucst i tentativi i l Vh·an tc giudic11non sol o inutili ma danu osi, pnch è ,•algono soltanto ad acuire le lotte. D 1 al– t ra pHrte - e qui è forse il solo punto dubbio dd rngionamento del Vivan te - l'mteJ,;rità na– zìonale de~li ital iani nella Giuha non è minac– cint:1, perchè nè gli !òiluvi mostrnno vellei tà .issi milntr ici, nè se pur lo volessero, potr ebbero rna! ,iincerc la rcsi ~tenza riazionnlc dell'e lemento h :ilìan o. Jooltre il rapido svi luppo indust rial e della Carniola e di altre regioni sl ave meri– dionali finir à forse per arr estare del tutt o, o al– meno limit are, l'immi grazione nelle città costiere clrp;li clementi sloveni e croa ti. Si rinunci quir.– di ad acuire artificialm ente il dissi dio, si rico– nosc,'l agli slavi il diritt o alla scuola ed ali' u• g1rng:lianza compl eta: e si cree rà cosi la possi• bllit ~ di una convivenza pad fìcu, dove nessu na nazionalità tenterà di sopra ffare lt ultr e, e dove forse 1•e1ernento italiano, che ha ancora per sè la supe riori tà dcli' intelligenza, de lla coltu ra e <lella traJ i~ione, potrà riprendere lenta mente la sua antica oper:i cli ass imilazione. E 1mchc nel caso che ris nltnsse impos,ib ilc ogni opera di pacificazione, il Vivant e sostiene che l't111nessione all' Itali,,, invocuta come ('Xtrerna ra tio dni liberali triestini , non risolverebbe affc,tto il problema : perchè non essc odo possi bile di– strugg ere la popolazi one sian , entro i nuovi confini, il conflitto si rip resenterebbe in tutta la sua grr:vità anche nello Stato italiano, a meno d i non pretendere da ques to una politic.11. di vio– lenta ed iniqua sopr affazio ne-,creando nella Ve– nezia Giulia, annessa nll' ltn1ìn, l' irr edentismo slavo. E undte amm esso, infine, che tutte le spe• rnnze dei nazionalisti fossero realizzabi li, un ostacolo grav iss imo si opporr ebbe semp re ~1- l'anncssi onc di T rieste ali' Italia : il fatto re eco. nomico . il quale; anche ogg i in piena lotta na. zionalista, fo sì che l'ind ustria ed il commer cio italiano provoc hino ed incoraggino l'immigrazio – ne della manod'op era slava; favorisca no lacos tru– :tione di linee ferr oviarie, che aumenteranno se mpre più quell' immigrnzio:.e e stabilira nno rap porti se mpr e più intimi coli' hinterland au– str iuco e ger manico; e aspetti da Vie nna tutti i provvedime nti che aiutino lo sviluppo <lei tratlic i triestini. Triest e economica deve la sua floride zza all' unione con l'Aus tria ; cd il giorno in cui il nazionali smo dt i professionisti, dei giorna listi e de i lettera ti t~ntasse di trasc inare il ceto dei commercianti e deg li industri ali ad una soluzione separatisto, ques ti d1e finora s i sono lasc iat i rimorchiare, si ribelle rebbero e finirebb ero per imporsi. Sappiamo già l'obbiezione che i nazionalisti muovono a qu esto ragionam ento: T rieste ita– liana , essi dicono. potrebbe seguitare ad essere l'cm1>0rio dcli'Austria, come A:we rsa. belga, e Rotterdam, olandese, sono oggi d ue emporii prev :1lentementc getmanici. Ma chi ragiona a questo modo non pensa che Belgio e Oland a sono <luc paesi esse nzialmen te commer ciali, in– teressat i a favo rir e in tutt i i modi il comme rcio di transi to; che la Germania è una grande potenza indu strialt'. che ha beosl sul Mare dei Nord il più granJ e porto dell'Eur opa continentale Am burgo, ed un buon numero di porti minori,ma tutti ormai insunicienti al traffico interna zionale dell'hinter • land, e per ciò non può non servirsi di Anversa e di R ritterdam i eh~ la grande arteria fluviale del Reno, att raversan te la regione più industriale delln Germa nia, deve necessa riame nte far capo ai grand i porti del He!gio e dcll' Ola nda. Nessuna ill\•ccc di q ueste condiz ioni si ripe terebbe in Tri este italiana, che si tro,·erebbe al confine fra due Stati ultr aprotezionisti, e avrebbe il suo hinterland naturale in uno Stato il quale per non essere eternamente tributari o di uno Stat o L'U N I TÀ est ero, avrebbe tutto l' interes se di crear si un port o pro pri o e favo'rirlo con ogni mezzo, come ha crea to e come favorisce il por to di Tr ieste. Senza insis tere su quest o argomento, noi riconoic iamo che questa parte ciel libro del Viva ntc, che si riferisce alla politica, e spe cial– mente quella che rigu arda l'assetto futuro degli slavi dell'A ustria e la posizione de l Litorale in un impero tr iali!'tico, è susce ttibile Ji dubbi e di disc ussioni. Ma non è questa forsC la part e più importante del libro i il cui pr"gi o gran– diss imo - preg io, ci1e riv ela nel Vivante quaht.i di storico di pr im'ordine, - è quell o Nel commissa riato È nece ss~rio che il nostro paese s' int eressi • seri am ente del sistema, che tiene il C omm is• sari ato dell 'emig razione nel distribuire i sus• sidi ag i' istituti di patron ato per l'emi grazione esistent i in h alta. Bene o male , abbiamo un fondo per I' e– migra zione costitui to colla cosidett a e tassa sulla pove rtà > , che la legge del 190 1 fece grava re sui nostri e cafon i • che s'imbar cano per ctr care oltr e l' O ceano lavor o e rispar• mio . Qu esto fondo è form ato esclusivament e con le tasse d'im barco paga te dagli emi• gra nti t ransoceanici, cioè a di re dagli cmi• grant i in maggioranza me ridio nali. Sem brerebbe equo che l'emigraz ione tr an – soceanica, cioè pr eva lentem en tt merid ionale, gode sse, se non esclusivamente, alm eno in prevalenza del fondo dell' emigrazione ; e quindi che gl' istitu ti di tut ela a beneficio degli emig ranti transocea nici assorb issero una parie nolevole dei sussidi dislribuhi dal fondo dell' emigra zion e. E ad avva lorar e questo prin – cipio di equi tà do vrebbe contribuire il mag– gior bisogno di tutela, che ha l'emi ~razione meridion.ile, in confronto del la più e e\'oluta • emig raz.ione settentrion ale. Invece basta guard are la so la distr ibuzione geog rafica degl' ist itut i di patrona to esistenti nel nostr o paese e sussidiati dll Co mmissa– riato dell'emigrazione , per venir e a1le _se– guenti conc lusioni : a) la parie maggiore dei pat ronali sus– sidiati si trov a nel Nord e nel centro d' Italia, e svolge la sua atti vità a ben eficio dell a e – migrazione, che si dirige verso I' Europa con– tine nt.1le t verso il Le van te e non contribuis ce per nulla al fondo dell'emig razione (fra ques li istituti han no il pr imato, per la cifra di sussi– dio ordinar io e s_traordin ario , l' Uma,,ilaria e l'Opera B0110111elli) ; h) ~1• isliluli sussidiali, che applicano la loro atti vità a fa,·ore di quell' em ig raz.ione tr aos!:ceanica, che finora è stata la sola ad alimen tare il fondo dell' em igr azion e, sono pochissimi : perchè il Metto giorno d'Itali a è assente da que sta, come da tutt~ le alt re form e di super iore atti vità soc iale. Io non ho cifre recenti per stabilire le esatte propo rzio ni, perchè sono due anni che il Commiss aria to de ll' emi grazione trova comodo non pub blicare la relazione dei suoi sen ·izi ; cd anche se le avesse pubblica te, le · cif1e glob.,li de l bil ancio son cucinate in modo che il pubb lico non ci capisce nulla. Ma dalle stesse cifre sibillin e del bilanci o 1908- 190 9 pubb licale nella uhi ma relazione Rossi ap pare nell a sua e\'idenza la veri tà della mie affermazioni. In qu ell'anno finanziario, infatti , le entra te effettive del fondo dcli ' emig razion e assomma – vano a 3.3 ;8 ,397 ,78: delle quali 41 5.795 ,62 di entr ate p.1trim on iali ; 54.'214,.p en trat e diverse; 36 4.99 5,7-t competenze dei RR. Com– missari ; e ben 2.503.4 32 pro\'enie nti da lla tassa sugli em igranti tran seoceanici. E poichè non solo que st'ultimo cespite d'entr ata , ma an – che gli ah ri pro,·engono indirell amente dalla medesi ma emigraz ione transoc eanica, ne con- dello studio spassi onato , acuto e profondo del– l'attu ale situ:u ione di fatt o, come s'è venuta , prepara ndo nel passato e come si prese nta ai giorn i nostri. Per questo ci auguriamo che il libro sia letto :-:.opratu tto dai gio,•ani, che trop– po spess o applaudono alle fr3si percht igno– rano i fatti ; e che nelle polemiche, ch'esso in– dubbiamente susciterà, non lo si combatta con l'arma comoda dcli' invetti\'a, ma con uno stu– dio ugualmente accurato dei dati storici e sta• tistici. GI NO L t 1 ZZATTO. della emigrazione. seg ue che al fondo dell' em igrazione non .con – tribuiscono in nessun modo gli emi grant i di• retti in Europa e nel Levante. Ora l'emig razione italiana del I 909 era di 62;,6 37 emigr anri , dei qua li 21 6,35 ; di– rell i nell' Europa e nel bacino del Medi ter– raneo, e 399,282 dir etti nei paes i tra nso– cea nici. Degli emigrant i tra nsoce anici soli 106 1 587 1 cioè 1/4 1 provenivano dall'Italia Settentriona le e Ce ntral e; t: ben 29 2 1 695, cioè i 3/4, pro– venivano dal 1\ lezzogiorno co ntioenta le e dalle Isole. Ebbene nel 19o8- 1909 le istituzion i pri– \'ale sussidiate da l fondo dc li' emigraz ione erano quattor dici ; e di q ueste, tre dici fun– zionavan o nel · setten trione e ne lla media Ital ia (t,.'lilano 2 1 Udine 2 , Verona, Rovigo , Padova, Belluno, Fehre e Fo nzaro 1 Brescia, Firenze, Lucca e Ge no,·a), ed un a sola nel Meu ogiorno (Napoli;. Queste quattordici . istituzion i erano cumu– lativamen te sussidiate con L. 113.700 1 di cui L. 1 11 1700, eran devolute a benefizio degli isliluli dell' halia Sellen lrionale e Cen– tral e, e sole 10 mi la a beneficio dell ' Italia Me ridio nale. D.1.que ste cifre vann o esclusi i sussidi straordinari, i quali del resto furono tr ibutati ai soli istit uti de ll'Alta Italia. Ma questo non è lullo . Quasi la metà dell e L. 1 t 1,i oo era asso rbit a da due istitu– zioni , l'U manitari a e la Bonom elliana, le quali si occupano esd 11sivame11te de li 'emig razione eu• ropea e levan tina, che non contribuiv a in nulla al fondo dell 'emigrazione. Jn qu esti ulti mi anni le cond izio ni no n sono certo muta te ; anzi 1a spropor zione è divenu ta magg iore, com e sarà facile prov are no n appen a avremo a disposizione gli ul– timi bi lanci , se non saranno compilali proprio co llo scopo di evitare sim ili indag ini. Nè questa spe requazione incredibile esis te per il solo titolo e: sussidi > 1 ma si verifica per tutti i servizi deW emig razione. E se come d icevo, i bilan ci fosse ro co mpila ti con criteri meno .... glo bali, ci sarebbe facile pro – vare questa do lorosa verit à: che ne l fondo dell' emigrazi one chi paga è il Mezzogiorno, e chi gode è il Seltenlrione. Ma io non vo rrei fare della so la critica : vorrei raggiunge re uno scopo pra tico. E men – tre il volere mutar e il cri terio d'amm inistr a– zion e lascerebbe per ora il tempo ch e tro, •a, il riferi rm i in\'ece all asemp lice questioned cter · min :ita dei sussidi spero possa portar e il Con• sigli o dell'emi grazione a devolvere a beneficio della tut ela dei nostri cafoni una parte meno irri soria del fondo , e spero d'altra parte possa po rre un argine alle smodate pretese dcgl'i– slilu li del Seltentri one. Ce rto il nostro compi lo sarebbe più facile se all'a1tivi1à dei deputa li del Nord polessi– mo oppor re o anc he accompa gnare quella dei rappr esen tant i meri J iona li. Ma qu esti ultimi _!lOn hanno altro compit o oltre q uello di. .., pu ntello mi nisteri ale. Giovanni Preziosi . I II riform atori fondiari ,,. Poco è noto in Italia un moviment o, che pur con ta negli altri Stati ci,·ili migliaia e miglia ia di scguad, e d.illa cu i vittcria possono deri\ •ar" conseguenze incalcolabili per Ja trasformaz ione dcll'a tl ualc assett o sociale. li 1110,·imcnco ebbe origine dalla famosa ope ra de:ll'~111u•rican , ll enry Georg c (n. 1839, m. 18~n) intitolata Po:•trÌti e Prog rrsso; e la storia di esso si può trov are complet a nel volume di Adolf D.i111asd 1k(', Die Bodm refon ,ur 6 ediz . Jena, Gustav Fischcr. 19 12 ; tr ad uzione francese di Otto Kramm. col titolo: La rtfor ,,,e agrni rt . Coulrilmliouslhio riqurstlJ,isloriqut s, Pa ris 1 Giard et Brit re, 1906, 3 fr. In Germa nia la Ltga dri r,fo rmalori /0 11dian· ltdt~d,i ( • Bun1 D~utscher Boden reform er •►, che dieci anni or sono a\'eva soli 15 0 ade renti, conta ogg i 900.000 iscr itti. La l~ga hn due pub– blicazioni periodiche : la rivista trim es trale Ja/,r. buc!t dtr llotlm rrf o, m e la rivista popol■rc quindicinale B0tltm·t/o rn, (1). In Ingh ilterra le idee del • Pr ofeta diSan Fran– ciscp •, come chiama no l-lenry Gcorge, com in• ciano a diffondersi con grande rapi dità. Esse hanno trova to un crede nte genia le in Ru sscl \Vallacc, il to llaborat ore di Darw in, che ~ alla testa della La11d Nt1lio,u1/isation Socirly. Questa org ~nizzaz.ionti, che contava l'anno scorso ben 134 aderenti fra i membri del Parlamento di Londr a, ha per orga no il giornale laHd a1'd L,r/Jour. In Frnncia, clo\'e le teorie dei fisiocratici del secolo XVIII possono dirsi un'anticipazio ne dell a teoria della Riforma fondiaria, il mctvimento di propaganda ~ fatto dalla Rr.mt dt f impot ,miqu t. Negli Stati Uniti gli org;1,ni de l movimento sono i seg uenti giorna li : Tht Si,rglt Tnx Rtuitw (New-York), The s;11g le Ta.r e Tl1t Puhl k (Chi– cago!, Equily S, ri.-s (Philadelfia), Thr S tar (San Francisco). Nel Canadà, la città di Vancouver è un for• tissim o centro di azione e di propaganda, e l'orga no del mo,·imento è Tht Sq uart Dtal (To– ronto). Poco tempo fa si è formata in Spag na una lega di ri formutori fondiarii : li ga F.spai1ola para ti lm/mrslo U11ico. In Svez in i riforma tori fondiari hanno come organo la rivista Budlmrl tn. In Danimarca la riforma fondia ria ha trovato molti partigiani entusiast i fra i piccoli proprie – tarii rura li. li loro organ o è il Rei. Nella Nuova Zelanda si pubbli cano a Sidney due giorna li Tlu: l ibernlor e 7 lr, Sta11dard; e a Melbourne il Progrtss. In R\lssia le teorie di Hcn ry Georgc sono st ate propa gate con grande fervore fra i con– tad ini da Leone Tolsto i. La teoria , che sta a ba se di questo movi– mento e che ciascun gru ppo nazio nale ada tta alle condizi oni :lei proprio paese, è che ad ogni att ività produ tt i,·a sono necessari tr e fattori: la ltrrt1, il lnt,oro tcl il capi/nit. 1. - li termi ne " terra " abb raccia tutti i prodotti, tult e le forze, tutti i vant aggi della natur a preesistenti nl lavoro umano. :z. - Col termi ne II lavoro " i riform atori fondiari intend ono la somma di ogni .tll ività umana , fisica o spir ituale, che sia diretta alla produ zione dei beni e alla utilizzazione dell a • terra •· 3. - li • capi tale • è quella par te dei prodo tt i Che si hanno da lla combinazione del • lavoro " e de lla " terra ", la qua le parte non è consu mata imm ediatame nte, ma è destinata come riserva o come strumento per la prod1,donc di altri be ni. - li cap itale non è una sorgente pr ima della pro– duzione; mn è uno stru mento crea to dallo spi– rito uma no, per rendere possib ile la divis ione de) lavoro e una più inten sa produz ione . • 11 capi tale è qt1ella parte del lavor o umano, che è immag azzinato, affinchè ser va ad un nuovo lavo ro ". Perciò In ferra 11011 i capitale. Inve– ce le case, le officine, le provv iste, gli strument i, le macchine ccc. sono inclusi nel concetto di o: capitale "· Questi tre fatt ori : a la terra •, il • lavoro • e - il capi tale • •i distr ibuiscono oggi i pro– dotti di tutt e le atti\ ·ità um ane. Il • lavo ro " riceve il salario. E~ indifferen te che si tratta di lavoro fisico o spiri tuale i che la ricompensa sia da ta in una forma o in altr a, da parte di chi fa lav•Jrare ; che la ricompensa si a o 11011sia il frutt o di un lavoro libero. 14 Salario 11 è la ricompensa che si consegue in quals iasi forma per c1ualsiasi sforzo fisico o spiritu ale. Quella par te della produ zione, che tocca a chi concede l'uso della • ter ra • o delle forze (1) Il 1i•1t m1 fiK.alt e iributario inuodouo di lla Otrmaaia 11cll1 Colonia di Kìa115eiu (l"i:di Uni1l, n. 15) 11 ijpi,a 10 1ppun10 dalle ltoti t dei riformatori fondiui.

RkJQdWJsaXNoZXIy