L'Unità - anno I - n.24 - 25 maggio 1912

94 L'UNITÀ importanti, straordinarie . strabi lianti possano essere, dovrebbero , caso mai, costituire uno dei numeri del programma elettorale dei partiti democratici ; non possono nè debbono mai costituire esse sole la piattaforma delle future elezioni generali. Una limitazione dell 'a zione democratica al puro anticlericalismo, potrà corrispondere alle mire e alJe preoccupazioni del partito radicale, interessato a tener su ad ogni costo quei blocchi, coi quali soltanto ha potuto sin qui raccogliere molti mandati parlamentari, e senza cui corre rischio di perderli quasi tutti. Ma chi non si preoccupa degl' interessi di questa o di quell~ chiesuola politicante, e desidera sopra ogni cosa il bene di quel paese che lavora e soffre e paga le spese di ogai errore dei suoi governanti, - colui non po– trà non riconoscere cOn noi che fare dell'an– ticlericalismo, oggi, in Italia , l'unico cardine dell'azione democratica, significa voler tur lu– pinare goffamente l'Italia. L'atterriamento dei socialisti. Riuscirà alla e dcmocratia > di condurre in porto questo trucco? Tutto dipende dall'atteggiamento del Partito Socialista. li quale non sa 1 al solito, nè che cosa volere nè che cosa fare. L' Ava11li del 12 maggio, commentando il disco rso e l'invito dcll'on. Alessio, mo– stra di non voler seguire la e democrazia > nel trucco anticlericale : e La democraiia - scrive - segue fatal– e mente l'eyoluzi one imperialistica della bor– « ghesia .... L' imperialismo travolgente non « lascia ad essa che un'a ngusta visuale co mu– « ne co l proletariato, l'anticlericalismo. E ap· e punto l'on. Alessio tenta disperatamente su e l'ant iclericalismo di chiamare ancora una « volta a raccolta tutte le forze della demo– e ernia - dalla liberale alla socialista - per e farne un fascio contro il blocco clerico-con• « servalore. Ma, nei Suoi ste:ìsi accenti, era la e convinzione dello sforzo inutile, del conato < vano : la piattaforma è troppo solli/e troppo e Jrag,'/e per reggere il peso. • Se non che, quell'accen no all 'i mperia lismo, cioè ali' impresa libica, come a causa di scissione fra e democraiia > e partito socia – lista, sia Il a dimostrare la scarsa solidità del rifiuto, che l'Avanti oppone al e vieni me• co > anticlericale. Se l'anticlericalismo è una piattaforma di alleanu troppo sottile e troppo fragile, I' imperialismo tripolino è un ruscel lo troppo stretto per non pote r essere valicato, e per non dove re o prima o poi, e forse più prima che poi, disseccarsi e permettere Ja ricongiunzione dei due eserciti, per ora separati. la intransigenza dei riformisti di sir.istra e dcli' Avanti, per essere seria, dovrebbe avere per base un programma concreto e perman ente di riforme immed iate, a cui la e demoaazia > e I' on. Giol itti fossero oggi indiffere nti o avversi. La tr ansigenza e l'. intransigenza di un Partito sono la conseguenza del prog ramma di riform e immediate, che il Partito vuol nggiungere : se nessun altro partito accetta quelle riforme, il partito che vuole quelle riforme, dc\·e essere intransi– gente; se altri partiti le accettano, si im– pongono naturalmente Ie alleanze. Il pro– gramma è la mèta; la transige nza o l' in– tran sigenza sono le vie che si seguono per raggiung ere la mèta. Ora, qual'è oggi il programma concreto immediato dei socialisti, di fronte ai pro• blcmi impro rogabili della nostra vita nazionale? A volere agi lare sul serio nelle future elezio• ni questi problemi, e magari qualche altro problema, non altrettanto improrog::ibile, ma altreUanto grave e acuto, come per es. il pro– blema scolastico, e que llo della estensione ai contadin i delle leggi sociali che sono state finora privilegio dei soli operai indu• striali ; - è necessa rio un lungo e difficile lavoro: chiari re le idee dei futuri propagan• disti , discutendo le questioni nella stampa; definire ufficialmente le sol uzioni concrete nei con(lre ssi ; iniziar e un' ope ra sistematica di propaganda scritta e ora le fra le moltitudini per popo lariuare le soluzioni adottate : preparare cosi la piattaforma delle future elezioni. E bisognerebbe non perder tempo: forse le e– lezioni avver ranno nel prossimo autunno; an• che se avvenissero nell'autunno del 1913, che sareb be il termin e più lont ano possibile, un anno e mezzo di preparazio ne non sa– rebbe di troppo . E occorrerebbe prevedere un insuccesso o un successo incerto alla pri– ma battaglia : perciò proporsi di continuar e la campagna nel paese, anche dopo le ele– zioni, in modo da premere sulla nuova Ca· mera con una continua propaganda e azione extraparlamentare. Bisognerebbe prepararsi a fare, sempre su ta stessa piattaforma 1 anc he altr e eleiion i, fino alla vittoria finale... Questa, e non altra, sarebbe la vi1 per Ìm · padronirsi oneslamenle della nuova massa elet– torale, e per farne una magnitica forza rinno– ratrice della vita d' Italia. Ed è - badiamo bene - · il solo mezzo, che vi sia per im– pedire sul serio al partito clericale di far suo il nuovo corpo elettoral e. Perch è coi campa– gnuoli certe commedie non riescono cosl bene come cogli operai di cillà . Forse in .. grazia del fatto ,he non sanno leggere e scri• vere, essi non hanno nessun gusto per le astrazioni parolaie dei nostri avvocati più o meno democratici : è gente q 1 1ella 1 che ha mirabi lmente sviluppato il senso della realtà e degP interessi concreti. E chi non saprà o non vorrà prenderli da questo lato del loro. spirito - che del resto è un lato buono - li avrà di sicuro contra ri. La nuova « fabbrica delle coscienze >. Ma il Partito Socialista di tutt'altro si oc– cupa, a tutt'altro pensa, che a prepararsi il viatico di idee co11crele, con cui prese ntars i al nuovo corpo elettorale. Il prossimo Congresso naziona le è chiamato a discutere il seguente ordine del giorno : 1. Nomina della presidenza e ,·crifica dei poteri. 2. Relatione della Direzione del partito; a) finanziaria; b) politica. 3. Relaziono del gruppo parlamentare . 4. Relazione morale del direttore del- 1' Avanti I 5. Elezio ni politiche general i. Program– ma e tattica de l par tito . 6. Modificazion i allo statuto del partito. 7. Nomina della Oirezi One del partito e del direttore dcli' Avanti! 8. Proposte varie . Non c'è bisogno di essere profeti per pre• vedere che tutto il tempo sarà perduto a discutere i numeri 2 1 J e 4 1 e a litigare se si devono si o no espellere dal Partito i riformisti di destra. Allorchè verrà in di– scussione il n. 5 1 si approverà in fretta e · in furia la solita lunghis sima e non mai stu– diata lista di tutte le riforme possibili e de- siderabili, di cui l'una fa spesso a pugni con l;altra, e l'una fa dimenticare l'altra; e si discuter à solo di transigenza o di intransi• genza . E a Congresso chiuso, i riformisti di destra aderiran no al blocco antic lerica le, con– tentandos i di aggiungere al programma an ti– clericale qualche Banca del lavoro o un po' di nuovi appalti alle cooperative ; e i rifor– misti di sinistra non diranno di no nè al– i' anticlericalismo, nè alla Banca del lavoro, nè ai nuovi appetiti cooperativi, e solo faranno per conto proprio contro la ex guerra un pò di baccano più o meno interna zionalista e rivo luzionario. Già l' on. Trevc s, direttore dcll'Avattli, ha accennato a quella, che dovrà essere l'o• pera del riformismo di sinistra nelle pros• sime elezioni : « È per I' intransigenza e per l'austerità e dell a propag anda socialista intesa ad orien· « tare fortemente le nuove masse cht: entrano « nella sfera politica, verso il socialismo, ver– e so la coscie nza delle que~tioni di classe, e « per preparare, per un più lontano avven ire, e delle forze _coscienti che sappiano poi più a– « biImente atte a manovra re e utilizzare la pro– e pria forza politic a nelle venture competizioni e politiche e sociali >. (kesocon to deil'ultima riuni one della direzione del P. S., dato dal • l'Ava11/1). Austerità molto comoda , in verità. Restando nelle nuvole della « propaganda intesa ad orientare le forze coscienti per Je venture competizion i > - la e fabbr ica delle co– scienze > di ferriana memoria rivive, ironia del destino, sulle lobbra dei più fier i anti– ferriani t - ci si risparmia il disturbo di pren– der posizione nelle compet izioni presenti ; si UI V rende un magnifico servizio agl' intere ssi con· serva tori, evitando di combatterli ~eriamente con un'azione immediata conc reta ; non si fa nulla per contrastare efficacemente sul terre– no dei fatti e dell'azione politica giornaliera il ministerialismo e il democ raticismo dei rifo rmisti di destra, che del resto qualche non disprezzabile beneficio elettorale possono sempre arreca rlo anche ai nemi ci-amici di · sinistra: -e nellfl stesso tempo si sventola per aria la intransigenza idea listica de l e pro le– tariato > 1 e ci si dà l'aria di essere veri e propri rivoluzionari. Quel che sarebbe necessario . Mentre nessun partito si cura' di con– quistare onestamente, ma tutti badano solo a tur lupinare demagogicamente la nuova massa elettorale, bisognerebbe che si prepar::isse in Italia un gruppo di uomini, profondamente e sinceramente democratic i, ma liberi da ogni vincolo di sette o da ogni coi nteressenza partigiana, i quali durante la futura campag na elettorale si mettessero ai fianchi di tutti i cand idati, li perseguitassero in tulli i comizi con domande precise intorno ai problemi na- 1.ionali urgenti, li costringessero a dichiara re francamente agli elettori la loro posizione personale di fronte a quei problemi . In ogni riunione elettorale, dopo che il candid ato avesse finito di sbra itare sulla ne– cessità di ristab ilire nella società lo spirito cristiano, o di mettere la nazione al di sopra dell e classi, o di salvare le istituzioni dalla marea sovversiva, o di abbatter e l'idra nera del clericalismo, o di proclamare la repub– blica, o di affrettare l'alba radiosa de l prole– tariato; - bisogne ::ebbe che r.on mancasse mai qualche cittadino, che invitasse il candi– dato chiacchierone ad esporre che cosa ne pensa del protezionismo indus triale cd agrario, della organizzazione della Tripolilania, del pro – blema tributario. Questi disturbatori sistematici dovrebbe ro studiare a fondo i problemi urgen ti, im padronirsi degli elementi tecnici fonda· mentali di essi, e costringer~ i candidat i a discutere sul serio a base di dati conc reti, op· pure a dimostrare innanzi agli elettori la pro– pria impreparazione e somaraggine. Se questo nostro giornale, richiamando l'at .. tentione dei lettori sui problemi veri della nostra vita nazionale, e studiandone ed ela– borandone le soluzioni migliori dal punto di vista democ ratico, potesse preparare in que– sto tempo che ci divide dalle elezioni, alcu• ne centinaia di giovani, i quali funzionassero nella prossima campagna elettorale da pun– giglioni, da smascheratori e da rompiscatole per tutti i .candidati bolle di sapone e per tutti i comitati clericali o anticlericali - noi saremmo contenti dell'opera nostra, e ci sen– tiremmo compensati ad usura della fatica e dei sacrifizi che per essa dobb iamo soppo rtare. Preparare questi giova ni, nel! ' interesse non di questo o di quel gruppo politicante, ma di un sincero sviluppo democratico del nost ro paese, ecco, qual'è , in questo momento, il programma e l'ambizione dcli' Uuild. L' U nità. I primi effetti della riforma elettorale , Deplorando st1I Cnrriere della sera la op– posieioue, che i sorta in Sma lo co11/roil dise– gno di legge sulle assicurneio 11i d,gli i11/orlimi agrari, l'o,,. Lua.ealli tcritit: 11 All'anlivigilia d,:1/emuwe t!taioui polilic/11, • alle quali /toricomt11ltprt11dtra11no parte altri t1 J n,i/iom di e/ti/ori, cam1>agnuoli e pove ri nel " massimo numero, 11011 t lecito lasciar pe11elrore ti il d11bbioche gli i11/orlu11idtgli operai 11t/le " fobbn'c/11e 111/leminiere drbba,io essere con– " solali, e no" meritino qu,slo onore gli iu/or – " ltmi dei lavoratori dello tu ra. PercJ,è si.Ifa/la i, disti,u:io11e? 11 L'antivigilia delle elezioni in cui voteranno per ]a prima \'Olln le nrnsse dei campagnuo li: tcco 1111 argomento, che dovrtbbt dar da pensare a quei Sem1lori, che si oppo11go110alla eslcusio11t ai campng nuoli di ,ma /,çgt, di cui g odevano fiuora i soli optrni induslrmli. - L'ou . Luo:::.ofli sente il peso delfnr gomeulo, lo ndo/>tr.1. E sia be,,e: sono gli ,ff rlli della riforma tlel– lorale, che ç_ià comi11cia110 a fa rsi $tnlire. li em – iro d, gravità della nostra vilt1pubblica si sposto, col modificarsi ,te/le d,mm sioni e della compa– sieione dtlla massa. Ala è proprio 1111 bel caso questo, per cui lo spauracchio dr/ suffragio coutadiu rsco t suenlo– falo contro il conservatorismo citi St nalo, pro– p, io t/c, qud/o stesso 011. L11czalli, che diciollo mesi or sono rifi utava il suff ragio 1111ivtrsale, e knla vn di varare, come contrapprso nd ,ma ri– forma tltllornle illusoria e /11rlupi11africe,m raffo rzam eulo in sm so couservnlore dtl Sm ato. E molli depultlti socialisti, allora, Ja ceuano da porlocode al/'011.Lut.eafli . Pregiudizi e realtà. In lreno, Il diretto Bologna-Bari attraversava di buon mattino il Tavoliere di Puglia. Io osservavo an– sioso e triste dal fines trin o. Vedere, ai 27 di apri, le, il Ta voliere coi semin ali su gr andissimi tratti complt'tamente perduti per la siccità in– vernale e prirruwerilc, - era spettacolo da strin– gere il cuore e strappa r le lagrime :1 chi segue con amore le cose agrico le. Lo spettacolo triste ed insolito fini per ri– chiamare l'atte nzione degli altri viaggiatori, provenienti dal Nord, che scuotevan o il sonno. E cominciarono i commenti: i soliti commenti nor– dici, ignoranti e prevenuti : l'ag ricoltura ancora preadami tica, la terra fertile non saputa sfrut– tar~, ]a poltroneria meridionale, e via di questo passo. Uno leggeva la Tn' h11na: • Vedete? a Fog• gia, a Cerignola, disordini; i carretti del pane fermati per via e sacc hegg iati, tome nei Pro• n,essi sposi I E dire che di ques to miserando stato di cose la unica causa è la ignavia di questa gente! ... ., Io ascoltavo e tacevo. Perd ere la calma già di buon mattino, non conveniva, Eppoi, dovevo scendere a c~r lgnola, ed anche se avess i voluto farlo, mi man cava il tempo per discutere e dare una lezione di agronomia meridionale a quei miei corregionali. - (Prego i lettori di notare che io non sono meridionale, ma lombardo, mila– nese precisamente). - Pensavo fra me: • Vedre– mo, vedremo, quest'oggi, cari signori, che cosa può l'agricoltore illuminato e provvisto di larghi mezzi, contro le avversità del clima. Queste cam• pagne, dove il grano ai 27 d'aprile'ha avuto an• cora cosi poco sviluppo, da spigare rachitico ad appena un palmo dal suolo e lasciar vedere la terr a, forse sono state coltivate troppo esten– sivamente. Non lo escludo: per quanto le ra– gioni di ciò siano molte e gr r.vi , e a voi, cari amici di 1assù, non vi siano mai passate ncm. meno per l'anticamera del cerve llo. Ma fra qual• che ora arriverò dove la ·tecnica agrico la è di gran lunga migliore. E ved rò"· A Gaudlano dl Lavello. Sceso a CerignOla, direttomi verso sud, passato l'Ofant c, quasi asciutto - agli ultimi d'aprile I l'Ofanto , l'unico gran fiume delle Pugtie I - sui confini del Tavoliere, là dove si congiungono le tre provincie di Bari, di Foggia e di Potenza, arrivai a Gaud iano. E qui vidi il miracolo: i cerea1i non erano spenti: la sapienza del coltivatore aveva saputo tenerli in vita, in attesa della pioggia. E se la pioggia veniva copiosa, Gaudiano era an– cora a tempo per raccogliere quei trenta tomoli a versura (circa 10 quintali per ettaro), che sa – rebberc bastati a coprire le spese di produ – zione, fitto del suolo compreso. Però, più. che riprender le spese, non si poteva oramai sp~– rare. E l'acqua non doveva tardare oltre i primi di maggio . Se per mala ventura altri 15-20 giorni pas sera nno, col ponente asciutto di gior– no, con la borea fres ca o ad dirittura fred da di notte,senza acqua mai, salvo qualche piccola piog, gereJlina aUa solo a far prosperare la ruggine e le crittogame d'ogni genere ; - è certo che nel Tavoliere, anche là dove, come a Gau– diano, i procedimenti culturali sono perfeziona– tissimi, il grano non darà quanto basti per la semen te dei' prossimo anno, non darà nemmanco la paglia per gli ani mali da lavoro. E sarà tale un di-sastro, quale in circa mezzo secolo non si è ,·isto in quei paesi, eh~ due altre volte: nel '66 e nell' '88, se ben ricordo. Io vorrei che venissero qui in pellegrinaggio, i miei presun tuosi compaesani del Nord ad ap– prendere dalla viva voce di un agrico ltore pro• vett o, che da più che quarant' anni, con esem– pio unico anzi che raro, vive giorno per giorno la sua vita in questa riarsa pianura sterminata, vorrei che veni ssero qui ad imparare ciò che ancora non sanno (e chissà fino a quando di– sgrazia tam ente continueranno ad ignorare e perciò a mal giudicare) le enormi difficoltà, in cui si dibatte l'agricoltore meridiona le. Bisogna viverci , bisogna amarla una regione per poterla capire e studiare. Non basta giudicarla dal fi. nestrino del tren o, a base di presunzioni regio– nali e semplicis te, - assai diffuse, del resto, anche fra molti meridionali, che vanno per la maggiore!

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