L'Unità - anno I - n.21 - 4 maggio 1912

82 Tutti coloro, che invas ero t sottomisero la Tripo litania per via di terra, ebbe ro cura d'im. padroni rsi di questo nodo strada le. Le notizie però scarsissime sulle condi2ioni geografiche e sul movimento commerciale delle • parti più int er ne:dell a Tripolitania e del SudaÌl, paragonate con quelle assai abbondanti che ri– guardano le altre regioni limitrofe, dimostrano che lo scambio delle merci attrav erso il Sahara, con l'Africa , centrale, fosse neJ medio evo sem– pre povera cosa. La grande vja di sbocco delle ~crei sudanesi rim ase semprè, durante il Medio Evo, la valle del Nilo, mentre la via litt oranea Fustat-Qayruwàn, più per mare c~c per terra, fu battuta scarsa mente dal traffico libero, più spes so datrc carovane del pellegrinaggiO o della• visita p~:vata ai santuar i d'Arabia. La Ttlpollhola . Venendo ora a discorrere di , Tripoli, ie de– scrizioni degli autori arabi pjù anti chi dimo• strano che le cor.dizioni presen ti non sono mol• to diverse da quelle del X o Xl secolo.Tripoli città ha colpito J' immagin3zione dei viaggiatori orientali per la bi8nchezza abbagliante delle sue cne e la regolarità geometrica delle sue str ade. Intorno alla città Correva una linea di fortifiCazio~i, giudìcata un tempo ope ra di pre• gioi ma anche allora Tripoli era esposta a venti fortissimi del deserto, che ren'devano ~mPossi– bile Jo scav o di fossati permanenti di difesa che si colmavano dopo ogni bufera di vento. Nella città s~essa era noto un pozzo che aveva . la virtù di rende re ebeti quanti vi si disseta– vano; deJla qual e leggenda si servivano i de– nigratori dei trip olini per spiegare la loro scar– sa intelligenza, ed il poverissimo contributo che essi hanno dato all'evoluzione: della civiltà araba e mussu lmana. La ~egione intorno a Tripoli è già descri tta nell' Xl secolo come des erta e sabbiosa, onde Trip oli allora tr aeva il suo sostentamento_ in massima misura dalle prov vigioni apportate per via di mare, Nella regione montuosa, che dal Tarh1~pa si estende sino ai laghi salati della Tunisia me– ridiontt.le , ·sccondo tutti i geografi arabi, viv~ •vano popolazioni bcrberine molto temute e mal– famate, tutte anarchicamcntc ribelli ad ogni do– minio, per la mass ima parte seguar.i di dottrine eretiche, ostilissimc a tutte le altre.. credenze compr esa quella più ortodossa mussulmanl:l . Nei monti anzidetti par che vi fossero zone cc:::– vate, ma sempre in misura assai limitata, seb– bene la qualità dei prodo tti fosse buona e pre– giata. • In un aut ore relativament e recente, del XIV sccolo 1 si parl a di un bosco di alberi che si Sbrebbe esteso un tempo dalla città di Tripoli fiao alle colline del Tarhuna , e si aggiunge che il bosco venisse distrutto dagli Arabi nel ~o– ment o della conqui sta sette secoli prima. La notizia è sicuramente falsa, perchè sco~osciu– ta da tutti gli autori più antichi e in co~trad– dizjone con tutto ciò che noi sappiamo sulle con• dizion i del paese nel VII secolo. E' in realtà una legp-enda tultora diffu sa nella popolazione . trip olina , leggenda. che for~e è lontanis~ima re– . minis cenza di una et à molto più remota che . non la conquista arab a ; forse rimonta al tempo quand o la Tr ipolitania centra le era c~stituita di grandi laghi e i fl'\Onli tr ipolin i bagnat i di pioggie copiose in tutt e le stag ioni del_l' anno nutri van o corsi perenni d'acqua che sboccavano nella grande Sirte e in altri punti dcli~ costa . L' immagin azione popolare ha con.fuso poi que• sta vaghissima memoria di lontani millenn i con J~ spaveritose d~vastazioni compiute dalle tribù · arabe in tult11 l'Africa settentrionale durante I' XI secolo. È bene aggiungere che questi invasori si ten– . nero per lo piil lung o le coste del mare, infie– rir ono sopratutt o contr o gli abitanti inermi dei piccoli paesi, nè diede ro alcuna ope ra 0 al1a di• · struzione de' boschi. Anzi sappiamo che le trib ù · bei-berine · dei monti dietro Tr ipoli opposero una · resistenza cos i tenace ali' invas ione dell' XI se• colo da impedi re ass o!utamentc che gli Arribi \li pt-nctra ssero. L'ac cusa' qu indi così general– mente accettata dagli improvvisati conoscitori della Tr ipolitan i:1. che cioè le nostr e due no• velie colon ie afri cane siano sta te ro\lina te dal · diboscamen to comp iuto dagli arab i, è fiaba priva di ogni fondam ento . ·. È una di que lle innumerevoli falsità', con cui gli scrittori naziona li,jti, che oggi imperano nella L!UNITÀ stampa, hanno inganna to il pa<>se tra scinando lo ali' impresa con la speranza di grandi e facili benefizi. Il rimbosc himento dtl la Tr ipolitania e Cirenaica è impresa che le condizioni del clima renderanno forse quasi impossibi le. La regione da noi oggi dichiarata italiana col decreto di annes sione, appartiene a quella zona terrestr e, in cui i deserti stan no continuamente, con lenta e fatale progress ione, invaden do le terre cope rte di vegetazione ed uccidendo la vita tanto animale che vegetale. Queste cond izioni generali esistev1,,no già ai temp i degli Ar ab i delle prim e conquist", e la rovin a genera le del paese si può addebitare solo per una minima parte agli ara.bi nomadi . pastori e briganti. Sta il fatto indisCutibile che mentr e tutt a l'Algeria e la Tunisia sono state sempre famose per la presenza di abbondante ·cacciagione, per la bontà e copia delle razze equine e per i molt i animali carnivori ffa cui :Principalmente i mae~tosi leoni di Barberia, la Trip olitania e la Cirenaica sono state sempr e, nei tempi storici, scarsiss imamente coperte di veget azione, di fauna e di popolazione umana. Se i Tripolini hann o avuto ragi one di rallegrarsi perchè non sono stati mai molestati da bestie feroci e da selvaggina, quest'a ssenza quasi com– pleta di fauna è un'altra delle innumere\'oli prove che le nostre oggi tanto dec ant ate pro• .vincie africane sono tr a le più mis ere che si conoscano. La testimonianza degli autori arabi, tanto geografi che croni sti, ci f8 te~e re che alle gran• di ed amar e delusioni deJla .i passeggiata mi– litare " annunziata dai faciloni naziona list i, se– guiranno altre delusioni più cocenti ancora, quando - conquistato il paese - e' illuderemo di rifarci del miliardo .che ci costerà .la coo– •quista con .speculazioni agricole e grandi lav ori pubbJici. Dl questa impres a gli effetti potr anno essere ·meno calamitosi , se ~ppena saremo padroni del paese, rinunz ieremo fermamente a qualsiasi grande opera agra ria per iniziativa dello Stato, ·e·se Jas<"eremo interam ente, con la porta aperta a tutti , il c&mpo libero alla iniziativa . privata ed al tornaconto personale. L f:ONE CAET Al'-1. Ai letterati della politica economica. · Og1111no, dopo avtrt udito parlare di ftrta pro– . messa, ha pmsato di poler trovare ii proprio po– sto nei/o smis,,rato territorio. li lavoratore agri– -colo vi Ira visto la s,m redm aione, la liberaaione dall 'altru i dipmdmaa: le cooptrativ e credettero alji11t di avere a pr opria disposis:ione ,m am~imtt, dove operare co,, profitto a11chesmsa capitali,· i,iduslriali e comm ercianti ed og11ispecie di spe– culatori son là /111/i ansiosi di cogliere il pdmo fr11tfo di 1111011e e lucrose opere. Ogmm o a poco a poco si ,è andato co11vi11cemlo che uou appena cessate le operazioni m ilitari ed assodata la no– stra conqu ista, la Libia offrir ii a lulli _ largo im· piego di lavor~ e di capitali , talchi la maggior part e dt11a nostra emigra:;io11t 1 vi si potrà ' ri• versare. Vi /,a qui 1111 pericolo g rav issimo che co1tvitne ·allontana re. E 11ecessarioche lo spirito p11bblico dia lutto il suo appotJgio al Gnven,o sltsso, af• finch i i11lrapr111de11do l'opera di pace 11011si ,.,·. cada 11ti vu cl,i e, rori, che posso110hm coslare nioralm eule t fi11a11:Jiariame11/epiù d~1111a batta• glia perduta. . Bisogna sopra /111/0che certe illusioni sia110 (iissipate fin d'ora, bisog na che etrle leggende in – . torno alla f ertili/ti della uuova Colo11ia 1 che i lrlltrati della politica t.co11omica ha11 fatto na– scere, siano lasciale cadere. ftftg lio i assai e/te si esageri nelle dij)icoltff, nei pericoli, e/te 11tl far credere agrnole e pronto quel che può·soltanto co11srgi1irsi in ,m l1111govolger d 1 m111icou pa. r:iml t coslau~a e con costosa a/lesa. G11rnO VALENTI. I Signori, che hanno ria:vuto e trattenuto il giornale, sono vivamente pregati di re– spingerlo una buona volta se non inten– dono abbonarsi, o di inviare l'abbonamento : e ciò per evita re a foro la noia ed a .~oi la spesa della tratta postale. Invit iamo anche i rivenditori a mettersi sollecitamente in regola con l'Amm,ne, che •in caso contrario sarà costretta a sospen – dere l'invio. La grande illusione. Ecco In lettera di m, coutadiuo pug litse emi– gralo a Bum os Air es : Bueno1 Aire1, 3 Mario 1912. Mia carissima moglie, vi scrivo p"r rispon – dervi alla tua lettera dove tu vuoi asso lutame nte venir e qua all'america . Non voglio cara moglie, per chè qua non è più come pr ima e poi quando se finisce la guerra, allora me debbo preparare per port arm e qualche cosa di moneta e ce ne andia mo a Tripoli bella, allora sarà l'americ a là r. 11011 quà, lutti q~elU che ataono qua se stanno preparando-per andare a T r:poli i e tu che vuoi venire qua, che sta bene tutt o quello che tu dic~, ma a me non mi piace questa terra Je l– america per stare qua .... . So uo gli effe/li della colossale campag na di. mistificacioni, a cui assislian ,o da 1111 a1110 a questa parte . Fmllanlo il Millis/,ro dtgl j Esltri pubblica sulla Climatologia di 1 ripoli e di 811,ras i ,mo studio fall o eseguire al R. Ufficio Cm/ raie di ltftlf;reologia t Geodinamica, i cui resu//al i so,,o _'riassm ,ii come segue dal Cola;11011ico, 1111 disli11/o e scrio giovane geograf o, sulla Hum anitas di Bari dtl ar aprile 1912: w La quantità di pioggia, che cade nelle città _merid ionali dell' Itali a - ad eccezione di Fog• gia - è superiore di quas i la metà a quella di Trip oli e di oltre · i due ter zi a quella di Ben– gasi. Il clima di Bengasi nei due suoi fattori più ·importan ti - temperatu ra e pioggia - si pr~– senta in condizioni men.> favorevoli di quello ·di Tripoli. Senza dubbio Bengasi non è tutta la ·cirena ic3, come Trip Oli non è il Gebel i ma io ·mancanza di dati sicu ri che pOssano valerci per l' interno, è certo che quelli che sì riferiscono ,alle due ci\t4 91arittime sono tutt'altro eh~ con• fortanti. E .i risultati delle osse rvazioni fatte a Beng asi ries cono di più penosa impressio ne, spe• cie per chè - nell'i gnoranza in cui si era - so– levan o attri buirsi alla Cirenaica molti favorevoli caratt eri clima tici, per la cui autenticità veni– vano invocate testimonianz e d'ogni specie, an– ·tich e e moderne. Il certo si è che, riguard o alla ·tem peratu ra, Bengasi si presenta come città an– cora più çalda di Tripoli e ~he nell'i nter no del Barca non pot rà non lamen tars i il solito feno– meno dei salt i eccessivi di c~lore, che è comune a quasi tutto I' hinter land tr ipolitano. Maggiore meravi glia devono però destare i dati delJa qu3:ntità di pioggia che - in un ven tenn io di osservazioni - si è vista cadere a Bengasi. La zona occi'dentale della Cirena ica non può, con• tar e che su 276 mm. di pioggia ali' anno, poco più della metà di quella che cadC a Foggia e nella Sicilia · occidentale, nelle regioni cioè di più scllrse precipitazioni che ci siano·in Ita– lia. Quasi cert~mente l'in terno della CirCnaica avr à pioggie più abbon dan ti; ma tenÙte fra l'a ltro presenti la,limitata estensione del Barca .mede simo e l'assenza di vere e proprie monta• gne, è facile arguire che con molta probabilit à il rappor to fra le pioggie di qualch e zona più ·favorita dcli' intern o e le piogg ie di Bengasi non potrà mai esser e superiore a 'quello di-2 a 1. .Co_n· una media quindi di circa 350-400 mm. di pioggia ali' anno, la Cirenaica rest erebbe sem • .pre meno ricca d i ·qua lunque (err a italiana, men– .ire è esposta a un cal~o senz& ~IUbbi~ più cc• cessiv o. Inoltre. staccata com'è in qua!)tO al rilievo dal resto dell ' Africa, io dubito moltis– •simo che con la sudde tta quan tità di preci pi– tazioni, debba seriam ente parlarsi nella Cire• ·naica di un Sistema idr ografico sotterran eo da ·potersi sfruttare . Si aggiunge, dal punto di vi– sta agricolo, che tallto per Bengasi quanto per Tripoli la pioggia è molto ihègualm ente distr i• buita nei vàri mesi deJl';mno, e che mentre per – fi.Ooa Fogg ia da apr i°l~·a scue iubre cadon~: Circa 200 .mm. di 1 piqggia, a ;rrip o!i ,nel_lo S~f~ ~t pc– . riodo ne cadono poco più di 37,e a Bengas i .appena IO. Eppur e il Ta voii~re :<li' ~ugli~.-d~~e la sua poca fert ilità proprio . ~I.I~ ~psu(!icie)lZ& delle prec ipitazioni n_tmosferiche n, •. · Quaulo ,.poi, ,./la possi!Jililà r./1t la.11o~(ra etni• grazio 11t P,ossa polgt rsi utilmente in proporzioni · apprtt ~abilj_verS~ .la Lih~a, ecc_o :_h~ ~~sa sc~ivt 11/r Itali a all' Estero del 16 aprile Gius eppe Pf'e• ziosi ,m uomo cioi cl,t i problt1Ki della noslf'a em,;rar:io 11t i; ha slud ,ali s"I serio, e 110H alla naaiom,Jisla . 11 La nostr~ è emigrazione vera e propria di lavoro, e perciò nella maggior propor zione è co– st itnita di elementi sing oli che si portano al• l' estero per un peri odo pili o meno lungo ma tempora neo e con lo scopo unico di risparmiare il massimo poss ibile nel min imo lasso di tempo. Ora que sta emigraz ione non può, pel suo éa– rattere esse re attratta dalle nuov e prov incie, Je qual i h~n bisogno d' ~na corrente diversa d' im• migraz ione, ci~ d'una corrente a base familiare e permanente, con cap it11le a disposiz ione. , Noi non siamo tra coloro che riprovano l' im– presa di Libia. Tutt' altro. Non sapremmo però da re ali' impresa un cara ttere di conquista per impresa di sfruttamento coloniale nel senso vero della ·parola, perchè riteniamo· che, da te le· condiz ioni spe ciali del nostro paese , una po• litica coloniale di sfruttamento rappres enta un ostacolo alla politica di libera eSp?nsione eco– ·nomica, e segnerebbe il principio di una cris i finanziaria, e r'ite niamo pure che una politica coloniale simile può essere solo intrapre s& da ~aesi ricchi, disposti per lunghi 'anni a rit1'let– tere più che ritr arre dalle colonie guadagnate colle armi. E noi non ci tro viamo in verità nelle condi– zioni di vaghe ggiar e una simile politica . Non dimentichi amo che il · nostro è troppo lontano dall'essere un paese ricco :· basta a provarlo la 'pre vale nza dell a ricche zza immobiliare sulla mobiliar~, se nza dire che la stessa ricchezza -immobiliare è insufficien.tc. Abb iamo i noltre una parvi tà di ricchezza media, con esigua caplta– :lizzazione annu ale, per cui ogni aumento di po– polazione costituirebbe un impedim~ nto nuovo al nostro incremento economi<;o, se questo im– pedimento non fosse atten uato dall'e1riigra zione. Cert o le due provinci e son pur des tinat e per · tanta parte ad un avvenire economico, ma que• sto avverr à grad ualmen te e lentamente, maq mano cio~ che noi potremo imp orta re nella Li– bia capitali i quali perme ttera nno l'ut ilizza zione d'una parte delle nostre energ ie di lavo ro che non trovano applicazione in patria. Ma oggi il . ·continu;,re a dÙlaii1a re sulle immedia te riSOrse della terr a promessa, ed il pensare che ques ta .possa richiamare una parte della nos tra ~or– rente d'e migrazione, ha un solo valore : cootri .. bu irc a moltiplicare le illusioni •· Le , i/lusio11i • o, i11 ling,,a povera, m,n:ogn t - dicono pmec cl,i anche fr a coloro, eh, ricono– scono 110,, trattar si di allro c/,e di fa 11tasit - sono ,,,ussa ri, per rt11dertpopolare la guer ra imposta alflla lia da superiori esigt 11z e -politiche e per creare infor,,o ad essa la 11,ianimil à 11a•ionalt. E 110nbada,ioch esulla nw1aog11aesu/J'iJ/"sfone no11si è fabbricalo mai 1111/adi utile·o ài St~bilt. . Quando la guerra sarà finitn, a/mmO 1teila regiOue costiera,_se fralla11lo 11011 1 a~rm;o provve – duto a smo 11lnrt la i/Jusioue ,co110111ica, i poveri co11fatli11i meridionali, a cui si è fallo .c,:edtre c!tt la Libia sarà la loro America, si ri qerse,. ranno 111/a colo11ia,smaniosi di fovestirvi i loro pi'cco/i risparmi e di 11/iliz aarvi le loro braccia. ·Gli sptc1tlatori, cltt prima della gu erra ham ,o ac• ·caparra /o con comodo·q,wlc he dieci"" di migliaia di ettari di terra, vm deram,o queste po..,sessio11ia pre::r:i c111tuplicati 1 approfiu,lndo della ressa delle richieste. Toccl;erà da t1/lora ;,, poi ai coulad im'•i11- ~t1mi di cavarsi d'imbar~e::n. La 1 delusiout 1101~ s farà asp,ttart . E, allora dove il Banco di Roma a– .vrà sem/nato il veni(!, l'Italia raccoglie~fì le~em• perlt ~ Eppure .r:iamo sempre ;,, lempo ad evitare o ,a/– mcno a lim itare • i dmmi llel fulw ·o. Basltrtb ht · cht ·;; iom inciasst ,ma buona volta a dire In ve• rifà J Mti la vt ri!a 11011 piace a quella stampa che :v.ive di " ;;;,p~oulitudin e n, come I,~ seri/lo il gt• -~!nafe rJ11ug_lio. ·- ·· UI · Libreria ·dell a Voce, (Piazza . Da– va'.il~~ù; Firenz e), ha pubbiicato nei Qua– dc,rni della Voce: G. SAL VEMINI , Le Me – mori e di "" candidato (La elezione di .-(1l~ano la ziale) . Un volum e ·di pag. 105 -L. 1,25. Si accettano commi ssioni dal– 'l' A mminist razione déll' Uml ù.

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