L'Unità - anno I - n.20 - 27 aprile 1912

80 I GIORNALI Ras tignac pubblica sulla T ribunn del 16 apri le 1111 arli colo pimo - diciamo cosi - di buon sw so e di .... m alrrialismo storico. " C'è tma t'ivù;ta tedesca" - ,gl i scrive - uche 11011 trova di suo g 11slo la uoslra g mrra? Q1u– slio11 d' t1rgen l n, " Uno degli error( del governo italiano, utlla ,, pnseu le g uerr a, è I' i11Jiff erenz_a che egl i dhn o– " stra verso la stampa , o ctrla almn/m, ;,,1,rn a– .. eionale, chepur è, o sarebbe sia/o m:t:essario le– " nere nella dr.bila consideraz ione. In qm•s/o il Co– " mit aio dei Giov ani Ture/,; si è m oslrt1/o più co– " sciente ed tvolllto di noi. Con qualche milione ., bene speso, e se ne spendono ltmli e uon sempr e " 14/ilm enle in una guerra , noi avremmo po!u/o " c,vere mw bonne ca mpa gne de presse. So no " ,,oli i grandi interessi che hmm o i g ra,, di gior• "11a/; di Fran cia, d'/ng hilltr ra t di Gtrm rmia, " in lt rra d, Tur chia: i11_/ertss i ban cari, ft rro– " viari, por Omli; e sono "m.:lu noli g li appelili, u e/te Ju11mo i piccoli gi orna li, t che in tm 1po di u gu erra divt11/m,o più acuii, perchè più J acil– " 11u11/e s/11cc ict1bi/i sul nurrnlo. St 11011i gr ondi, " i piccoli gin rnali , che fam w m ollo chiasso, ,. bisog nava alm eno ass icura di alfo causa ila– " lùm a, com,, piit pron/fl di noi, li ass icurò alla " s11a causa la Turchia. No u vi è 1111/lad'asso– " /11/0 11e/J'opi11io11t, e g U. i11/ertss i del quarto " d'ora 11t possono spingl'rt lt bt111ditre al nord " o al sud. Ora vi sono interessi di ordine gene– ,. raie, d 1e gi "sli/ica uo , i m11lame11/idi opinione " 11tllt1 stampa iu/u uac iom1I!, t vi sono anche " inler(ssi di ordine parl icolare d,e possono pro– " du rre lo stesso r.Jll'llo. La i,oWica lm il dovere " di vrg liare anche sug li i11teressi particolari, per ,. gove rna r/i al momm lo oppor/11110t 1·tmlerli • men o 11oci11i t pu icolosi t1g li i,,Jertss i g enerali. • Q11a11/e volle due popoli 11011 tlive1,iln110 11emici " ptf opera della stampa, che al/r averso i co11- " Jini appar t come l'cspressio11t dtl senlim eulo e " dellu cost'Ù!Jt~fl del p1lbblico., e 11011 è invece che u f espressio11t degli affari sti della /Jorsa o dellt1 " Ba11ca? "· Ra sl1gnac parla ili /es; generale. Non /ti 11es– sm1a ecceJJiom: nè per h, stampa iltilitma, 11è per la impr esa di 1ri.poli e la consrg·,u n/eg uerra i/a/ o– /urca. La stam pa: che tg li tltScriv t pro11/a a vol– g ersi al nor d o al sud I stco11do l'argent venga dal sud o da(11or.l, è pr oprio la stampa .... ;,,. termusio11al,., cioi di /11llt le 11a•io11i. Rasti gnac COIIOSCe i St1t1i polli. E le sue considera::,ioni ci fan ricordare ciò cht scriveva 11tl dicemhr t passalo ,m g rand eg ior– nale ltd, sco s11/la 11ecrssilà cht la German ia ,m– gesst le ru ote della slampa italian a per rendere fra t,oi simpal ic:n lt1 1 riplice, più la rgament e che non le <1bhùi ,mi e .fiuom /ti Fra11ciaper renderla a11lipalica. E più di "" gior11alt q11olidia110110- stro, e 11011·degli ultim i, per es: lt1 Stamp a di 1orino , , iprodusse le parol e ,le/ g iornale /edtsco senza scal(dali.c$arsi e seus,a p ro/es/are.... Queslo prof ondo disprt::s,o eh, i 11gra11di" g ior• nali sli lu11moper...sè siessi, 11011 i supemlo cltt dalla ingenuiM addiri/lura eroiça, co11cui il pubblico beve le f rollo/e ,le:, l{iormrli, e si lascia volgere di qua e di là.,d11tm momc,.lo all'allro, seco11do cht cot1u111dùiocoloro che Jor11isco110 l'argent ai gi ornali sti. Ed i questa i11g t1111itt popolare che può /ar t del/ti s/11111pa quotitlia11ail più middial t slrummlo di malu ag ild, che sia m ai esislifo uella storia dt l ge,, r.re uman o. li rim edio :' N o11pu ò vt nirt cht dalla espc'ruuza, cioè dal tempo. Quindici mmi or so110, era ÌII llalit1 il q,m r/o d'ora dei comi:,i. Bastava cht ,m cmtimr io di /Jravt persone si unissero i11 una piazta a dir delle chia cchiere e tl volare m, ordine del g iorno, per chè /ull o il m o11do si mèlltsst i11 molo: dele– gati coliti f ascia ad arcobaln,q, ques/11ri11ico/ù1 tromb e/la sptt,1e:s,rnle, fm,l eria, cavalleria, arti. glier ia; e i gi ornal i " dedicar co/01111,:nlla " im– ponmle ma11ifesla1Jio11t " ; e tulli a ltg gert con comp1mla riverm sa i discorsi degli ora/ ori e g li ordini del g ior110. A poco a poco, ci siamo co11- vi11li che i comizi, in gent rale, 11011 s0110cl,e dt lle ri1111io11i di uomini , i quali possono av ere /orl o, possono avtre ragio ne, ma che bisog na lasciar gridar e t sfoga rsi, se si vuole che dopo il comi– eio og111· cosa resii comt prima. E i comiz i 11011 li prt11de piit sul scrio nessun o. Ad esso i11Jlaiur è il qua rto d'ora dei gio rnali. I sir/cmi osceni della stampa g ialla e rcd am isla s0110 di recente adocio11c f ra noi : han no appma ,m pa io d'anni di vi/a,' e appena da pochi mesi, gra zie alla g 11cn·a del secondo t isorg imeulo, come la cl,iam ano i più discreti, o del risorg imml o tout court, com e la cl,iamm,o i più buffo ni., appena da pod,i mesi è arr ivc,/a all'estr emo della sf ac– cialagg ine e dtd/'i,,/ am ia. A poco a poco, opr ima o poi, ,1011potrà 11011 fars i senJ;rc coulro /a11li , ca ssi la rea~iom dd smso crilico e dl'i buon L'UNITÀ se11sp. E passert ; m1cl1t il q11arlo d'ora dri g ior– nali. Già in /11ghi/ terra e in America è sia/o ossei'• va lo da qualche decennio ti qurrl a parie clie pre• valgo 110 di r,gola utile elcz1011ii partili che /,a,mo m eno gio rna li. l'lla lia 11011 tardt1à, spcriamo,ad essere in111um izu 1/a da ,m a sujjìcim le espt rituza co11/ru le sugge stioui del giorn alismo s1.,ergog11a/o- Naluralmc11 te, è btue 11011 rim a11u se11e con le man i in m ano ml allt1tdc1c che lt, 11wlallia f ac– cia da si il s110 corso. GioVCIajf re/lare la g uari• g ioue. Occorre chi? fu/li noi ctrd1 iamo di dijfo 11- dtre in/01110 a noi, più che possia mo, il dispn::,~o sis ltmal irn per la stampa quolidiaua. Dobbiam o moltiplicare più che sia possibile e p.:it rapida– meu/e c/,e sia possibile intorno a noi il 1111mrro di quei /e/lori di g iornal i, i quali a pr iori sono co11vi11/iche ciò che /,.ggo uo 11,I loro gio ru ale e cerlammt e seri/l o in mala ftd e, e che leggono il gi ornale 110,r per trovarvi le uoti:;it vert ma solo per vrderc q11t:!i110/i:;ie false o df'jo rm ate lw,m o interesse a m e/Jere i11circola~iom i gruppi aff ari· sli ci e polilici, a cui il g10r11a/e appar tiene e da cui ig iornal i~li ricevo,,o la biada. Se ci fosse i,r il fllia 1111 fi /a11/ropo, disposto a spmdere q,mlche mili o11t per prom 1101ere t'nlucai;ione pulilica del nostro paese, noi gl i propornm mo di foml art ,m r:1or• 11ale quotidiano, il qur,le 11011 avts se allro ;copo . se ,,oi, quello di d1screditar1 sisll'malit:am m le la stampa quofidiaua di fui/i i part ili, md tm do i1t luct le buagg ini, lt m m zogne, i vollafa ccit1, le conlrad di::,ioni, le assurtl ilà, le volg ari/i, ti, ,:11i trabocca ogni colonua di giornale, e spirg and o a quali inltrtss i più o m wo inconfe.:;sabili Ittit e q,u lle f orm e di /eratologia inle7lrl/ua le e morale servono di mrmo ;,, mtw o. . 5 P IRIT l,"S ASPER. Nota della lavandaia di Alessandrina Ravizza, ( 1 > Quest' originale libr o non può essere disgiunto dall a figura dolce e pensosa della t.lonna che l'ha scritto: noi non compr enderemm o Je pagine an• gosciose che pr ecedo no e legano le d ue bre vi novelle, s~ non udiss imo nel discorso alla lav an– daia l'eco di tutti i dolor i veduti da Aless an– drina Ravi zza nei lunghi anni eh' Ella ha con– sacrato a lenire le più atro ci pene dd lo sp irit o e <lei corpo; se nel!' ironia con cui irride alle convenzioni ~ alle ipocrisie sociali non sent is– simo lo sch erno di quanti , tropp o miseri pe r– chè la legge li protegga è li aiuti, ne vivono al di fuori. Alessandrina Rav izza è la sa nta di tutti i disp erati, i caduti, i malv agi; nel suo cuo– re matern o ha sofferto con ciascuno di loro, ha veduto la vita social e come ess i la ved ono, es si che ne portano tutt o il peso ; quale mera viglia se la definisce u una macchina perfezionata per " far del male, una cosa orrend a, che per for– " tuna, traballa ? 11 Noi non &fidiamo a cercare la verit à filosofi. cam entc ponderata nel gemito di chi soffre: asc oltiam J piutt os to ques to i;emito, che ci scuote dalla placid a inerzia soddi sfatta, a ricord~rci le infir.ite sozzur e del mondo, per cui s' inv oc.t ac– qua, acqua. A queste pa gine dolorose si congiunge la storia della piccol aVt!ra,l 'ado lescente soav e ignara della vita che va appr end endola e dal dolore e dalle pa role di umili cre atu re. L'e ducazione dd col– leg io e delle istitut rici le h'l dato della fede un'idea bigott a e su pH~ tiziosa, dell'amor e e del mondo una immag ine fosca di paura. Quasi mo• rent e, in mezzo ai suoi poveri contadini - dei mugik che alt ra volta incontramm o nei libri cli T olstoi - ella stupis ::e cli vederli accettare cosl sem plicemente senza dis cut erle le lt'ggi di natura che aftrat ellano gli uomini e le best ie, e le !tggi dt:'i pote nti a cui pi~ga il contad ino, senza comprender ~, come la be!'tia a sua volta obbedi sce al cont adino; stupi sce alla filosofia ra sse gnata eh~ conside ra sere na l'am ore con tutte le su e pr epotenz e, e le inegua glianz e so– ciali, invocando soltant o un po' pili di boQtà nella vita, perchè, dice Egor Mathe, Viewic, " la gente è assai più cattiva delle mie bestie "· Perch è non si r ibellano que sti umili? si do– manda commoss a l'ad olescente . Ma pres a da uno slan cio di amore e di pietà. non li ecci ta alla ~ivolta; cominci a invece una piccola op era di redenzione, e con paz ienza inseg na a legger~ ai s uoi t re contadi ni. Ed è in qu esta fine cosi se mplice, che ha fatto so r rider e qunlche cr itico in cerca di tr o– va te più pcr egi-ine, il senso profondo del pic– colo libro e di tutta 1..i vita della ~ua autric e : ' tr ova re la forza mentre par e che il mal e som– merga il mondo, nè vi sia salvezza per alcun o, di com piere con fede una piccola o;,era di bene. l\l ARIA BE RSANO ll EGEY, Frammenti di vita italiana. I tripolini d'It alia. Giovanni Carano D.:m vito, prom ettendoci un artico lo sulle condizioni finanziarie'- incred ibili, orre nde" di molti comuni meridi onali, ci scriv e : Al Com une cli Pa lagia no (pro,· . di Lecct ) i creditori ha nnn esi>ropriata la Case rma dei ca– rabì ni~ri ; gli am minis trato ri sono assed iati dalla folla dei credi tori grand i e piccoli ; e pe r non togliere complet amente il servizio di net tezza pubb lica, i Consi:;lierì comun:lli pres tano le loro bes tie da tiro ed :.1ccorn1,agn:1110 pcrso no.1lmente le botti per la raccuha de lle acq11e spurc he e di altro più sporco uncora . In; Massafra (prov. di Lecce), com'C risultato eia pubblico dibat– tim ento j!iudiziario , l'a nno scorso, mentre più in!ìeriva l'epidem i,1cole ric;i, ai ricove rati nel laz– za retto , per 111a11c:111za di mezzi , non si tro\'ava u dar di meglio che pan e e pomido ri. In Gioia del Colle s i è sulla via di so pprimere tutti i se r – vizi pubblici. E potrei continuar e per molto ~n• cora l'elenco di quest i casi più tip ici. Qu:rnti Comun i non pa gano da mesi gl' impiega ti ? Nella Cronaca di Ca/a bnf1 del 18 apri le 19 12 troviamo notizie di Verbicaro. Chi si ri– corda più in Italia dì Verbic:uo? Allorchè scop• pia rono a Verbicaro i tumulli famosi , tulti si aflannar o'no a cercflrne le cause e a proporr e i rim edi : ci vog liono le strad e, ci vuole l'acqua, ci vogliono le scuole-, ci vuole... tutto. Eb bene Verbicaro , come ci la sa pere la Cronarn di Ca• labria, nove mesi dopo tanto sfogg io di dia– gnos i e di prog:nosi... a paro le, ~si trova se mpre nello s/a/11 q110 m,l e in lutt o e per tutt o. Il 25 marz o u, s. gli eletto ri hanno dise rtato le urne in seg no di protest a. L'es tate si avvicina a gran pass i e la diminu zione del• l'acqua alla fonte provv iso ria Br acc a e alla Fo11/a1tella di venta un grav e fatt o. Il malc on• tento e il fermento - di cui si è avuto un se– gno ev idente con la di serz ione d.ill e urn e - scrp e~giano vivissimi fra <1uesta cittadinanz a, la quale condan,wta al ma rtir io dell a se te-,es a– spera ta com'è per le continue turlu µin:1tu re, po– tr ebbe nuovam ente abb andonarsi n dolorosi fatti come nell'a gos to decorso , Anche ad Alcamò se mp re in questi giorni ci son o stati tum ulti assai gravi per la man canza µi acqua e per la lentezza dei provve dim enti. E i casi si potr ebbero ir.oltiplic~re a centinai a! In c~1!1pcnso in Libia è un moltiplic ars i di prog etti pe r porti, strad e, acquedotti, osp edali, edifizi pubblici , scuole, ecc. ecc., sotto il potente imp ulso del comm. Luiggi, i cui studi pel porto di Tripoli er ano cominciati " già da tre :rnni, per incarico dd Ban co di Roma ", come ci as• sicura il Co, rierc della st ra del 31 dicembre 19 11 ... E ai pr ogetti succede imm ed iatam ente l'es e• cuzione. A Trip oli, come ci fa sap ere un h.rngo comu• nicat o della Sie/ani, l' ltalia ha già messo su un osp edale per le malattie infettiv f', ha am pliato i cimit eri, ha migliorato la nelte zza ur bana, pro – getta di imp ian tare una grande lavand eria a va• pore e law1toi pubblici, ha fondati due ambula- . tor i, ha illuminato la città con un sist ema mi– sto di acetilene ed elettr ìcit3, ha rifall o a nuovo il serbato io della Btd\-{eliana , ha intrapr esa la costruzi one di una nuova conduttura, ha rega– late alla città 25 nuo ve fontanite, ha iniziato e condott o quasi a fine u:i gra nde serb atoio e un gran di stillatore , prepàra il progetto di un se• cond o . acqued ott<,, e<:C. ecc È un vero peccato es sere italiani conqui statori , anzi che trip olini conquistati ! Bengasi, poi, già è un incanlo. Pre sto avrà la luce elettrica , come ci annunzia Arnal do Fra c• caroli sul Corr iere tic/la sera del 18 ap rile, con legitti mo orgoglio patri ottico; 11 a Ben gasi av• viene quell o che avvien e in molti ph.:coli paes i italiani: la luna rappre senta una gran dissima par:e della illumina zione pub blica " : ora qut:• sto nor. sta bene... in Libia: l'Italia darà presto la luce elettrica a Bengasi e per conto pro– prio cont inuerà a conten~arsi della luna. 11 Un pian o regolatore è già stato ap prontato: oggi si comincia? e domani si <leve finire, o qua si! così .'ii védo no sorg er'e delle opere nuove come per pr odigio ! 11. " Nella piazza del sale sorge– ran no il Palazzo del Gove rn atore, le scuole e un gran de albergo "· ,, Bengasi aveva delle strade imposs ibili, tutt e a buche, a trabocche tti, . a mass e sporge nti; all'epoca delle piogg ie s i mutava no i11 gr .iziosi torr entelli " : come in mille comuni dell'Itali a : -ma " ad ess o si co– minc ia ad aver e strad e sp.lendide , livellate e li– s~ie come bigliardi, con nel so tt~su olo una con– du ttu ra di pozzi assorbent i per le acque pio• vane ; una so la di queste str ade è lunga quas i · due chilometri e vi~ne n costare centomila :ire». ,. Le strad e an: rnno i loro marciapi ed i e l'al– bera tura dei fanali, e le font ani ne d'acq ua "· " In città l'acq ua dei pozzi è poco pulita e sal– mas tra " (t ome in molti comuni d'Itali a) i II si farà dunq11e una conduttu ra delle acque de l Fueia t 11 : " qu es to è un pr oble111:1, che si vuole risolve re subito, tanto più che la spes a non è ecces siva : cen tovenlimil a lire " (come f.irebbe ro– como do <1uelle centovenlimila lire a Verbicar o !)' Benga si avrà an c-he " un \'aSto os ped:1le, che per adesso è in leg no " (la Basilicata, 126 co– mu ni, 46o mila abitanti, ha due soli comuni con ospe dal r, Melfi e Venosa, e quello di Venosa è <letto nel!' Jnchits la go11er11ali·1.1a sui co11tadi11i " una lar\'a di osped,ile .,), "S i è µe nsato a lutto,. con prontezza (li visio ne e con ordi ne : al ma– cello, al pal azzo de lle pos te, ai pompi eri, alle guardie muni cipali, alle guardi e notturne "· ..Tutto c1ues 10 è ammirevo le, è ent usias mante "· Giuslissirno. È amm in :,·ole, è entu siasmant e. Ma qmmta pa rte di sifbtti lavori è richies ta davvero ,.!alle r..gioni super iM i del1e oper:1zioni milit ari, e quan la è consig.liata dal desiderio pazzo di grand igia, dall a sm ania di ,, portar e la ci– viltà ., in casa altru i a noslrn spest.', dagl' in– teress i degli appaltatori e dt'"gli speculatori di aree fabbr k abili ~ Tutta qu csta attiv ità febbrile <li hwo ri pubbl ici, che s tiamo sfoggiando Iag• gi1\ testim oniere bbe meno :1favore del,' Italia, se fosse ìmpie-gat a in qualc he piccolo ca ntu ccio dell'Ital ia'! Tutt o questo lavoro, fatt o in Ilali a, non tes timonierebbe Ulla maggior e sa ggezza e u,rn magg iore bontà? Quand o il nostro pa ese sa rà. così maturo e cos i moralm ente cioè real– mente forte da sa per compiere i modesti, gior– nali eri, sil enziosi dove ri vicini , senta correre la cavai lina per il mondo dietro aJle i;;randigi e– impr odutli ve e imm aginari e ? A. M. AN GIOL O Gt OVA!llNOZZI, germte responsabil,. Plreare - Stab. Tip. A.ldlao, VI■ de' Reul, li • Tel. 1-85 GIUS. hA.TE~ZA. & flGhl " Balli EDITORI Ulflma noylfà : · FOR.\i!ICHI C. Açvaghos:i, poet:i del Bu,ldhismo. (Bibliotem di cul– tura .\lodema, n. 54) - Un ,·o– lumc di pagine XVl-410 , L. ; li Buddhar arila è la p:~mma pii1 fulgi da della letteralura buddhisti ca j un poe ma nel qt1alt: Açvaghosa, Jl.•Ust amcnte dal Form ichi par.agonato al nnstro Alig~1ieri, narr~ l_ayìta di Gotamo Buddha, trac ciando una fimsstma anali ~i ps icologica dd ~mud e riform atore e una vivida e sm;1gliante drs crizi one di scene e di costurri ind ian i, nel temp o stesso che pr e• senta una tratt azi,ine piana, nitida, esa urient e <lei princip i fond amentali d~I Buddhismo. Molto oppu rtmi:1m~nte pnci ò Carlo For• michi, l'illu str e pr ofesso re di_sa~sc~ito del- 1•At eneo pis:mo, offre al pubblico 1talrnno con questo volume l'occ.:isionc di conoscere me– diante la h:llurn di quel poema, in che cosa propriam ente consista la grandi osa riforma religi osa che va sotto il nome di Buddhismo. La trad uzione dd Buddhaçarila occupa la seconda parie dtl volume. La prima parte è una se mpl ice ed :Htraentis !:lima es posizione del contenut o del poema, corre da ta di utilis– simi cenni ~u\la perso na e sull'art e di Açva• ghos,1,e di cont inui ra ffronti fra la psicolo– gia buddhisti ca e quella cristi ana. Il lavoro è condotto col metod o criti co più seye ro, in modo I he con qm·sto volume l' Italia oggi poss iede la versi one più ft:dele e att endibile che del B uddhaçarilr, sia stata fatta nelle lingu e c.ccide ntali. Il F'ormi<'hi, pur valendosi ampiament e dei risultat i degli stud i più re• ce 11ti di orientalisti ted esc hi, inglesi e fran• cesi, s i è fonda to ess en zialmente su lle fonti, che spes so illu st ra, ;1ffermand o se mpre più con questo lavoro la µiena indip endenza dei nostri studi di sanscr ito, e la con oscenz a si– cura ed Hppro fondit a della materia, Però per non ingombr are l'introduzi one e In traduzi one di troppe not e cr itich e e filolo– gichr , che per la magg ior part e de l pu bblico avr ebbero cost ituito un inutile appar ato di eru dizione, ha opportunam ente, ril egato in fondo al volume tutte Je discussion i interpe• trativ e del testo, in una terza parte che of– frirà invece agli stud iosi sp ecialisti e agli stu– denti dell e nostre facoltà lettera rie un mate– riale prezioso. Pod 1e volte si è riusciti ad arm onizzare tanto bene le esige nze della divu lgazione con quell' indagine scientific a, come in que– st o libro. SI è ancl/e pubblicato : LEIHNIZ G. G. Oper,;~,arie, :;celte e tradotte da G. DE RUGGIERO. (Classicidella Filosofia Modema, n. .\\ ' li ) - Un rn lume di pa– gine .\\"l- 332. L. 6 Olrl1ere commissioni e \/agita ■Ila Cua editrice OIUS.LATERZA & FIOLI. Bari.

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