L'Unità - anno I - n.19 - 20 aprile 1912

74 tuato, studiare i vantaggi e i perico li che esso presenta. ed elaborare un programma di azione tale da sviluppare i primi e da limi- tare i secondi. · Analfabeti e sapienti' nel Nord e nel Sue!. · Cominciamo dall'osservare che, a parte ogni discussione sulla opportunità di esigere un titolo di coltura per l' esercizio del di– ri,tto elettorale, anche se ci poniamo sul ter – reno più sfavorevole alla presente rifo rma elettorale, cioè anche se accettiamo come di• mostrata l' ipotesi che il saper leggere e scri– vere segni una seria ed uti le linea di confine fra ca~acità e incapacità politica - , è un fatto che almeno per il Nord e per il Cmlro d' /lalia questo principio non verrebbe nel nuovo sistema elettorale appietzabilmente vul– nerato. Non tu/li i nuovi e/e/lori sono anal/abeti. E coloro che discutono i presumibili effetti della riforma t:lettorale nella cre~enza che i 4 milioni e mezzo di nuovi elettori sieno sforniti di ogni elemento di .... · letteratura, sono (uori strada, almeno fino a un certo punto. Infatti, fra i cittadini maggio renni, che oggi non sono e doma,1i saranno elettor i, ve ne sono ben 791.000 (34;.000 dai 2 t ai 30 anni e 447.000 dai 30 anni in su), che già possiedono il certificato sco lastico necessario ad ottenere l'elettorato in forza della legge oggi vigente; e per i quali la nUO\'I legge non avrà altro effetto se non la i~crizione d'ufficio nelle liste. Dunque, anche nella ipotesi che il saper leggere e scri\'ere sia una garanzia necessa ria Contro le best~alità elettorali, noi abbiamo che una parte non picco la della nuova massa e· lettorale presenta garanzie eguali a quelle degli attuali sapientissimi elettori. Inoltre, nella massa dei nuovi elettori, vi sono 92 ·5.006 cittadini (162.000 da 2 1 a 30 .rnni e 76 3.000 da 30 anni in su}, che non li~nno bensl nessun certificato scolas lico rego– lare, ma sanno leggere e scrivere come uno qua· lunque dei sapie ntissim ielettori attuali. Dunque anc he la introduz ione di quest'altro milion· cino di • sapienti • nel corpo elettorale non deve preoccupare i bigotti di Sant'Alfabeto . Ora di questa massa di circa 1,700.000 nUO\'i elettori e sapienli > 1 pili dei 3/4 1 cioè r. 300.000, sono concentrati nel Nord e nel Centro d'Italia; 114, cioè 400.000, si trovano nell'Italia meridionale. B poichè l'aumento degli elettori al Noro e al Centro d'Italia sarà di 1.700.000 (da 2 .3 00.000 lll 4.000.000), cosl ne consegue che i 3/4 di questi nuovi elettori saranno altrettanto « sapienti • quanto · la maggioranza degli elettori antichi. Avremo cioè il seguente stato di fatto: Nord e Ceatr• d' ltalla. .Eh:ttori sap ienti secondo il \'ecchio si• stcma eletlflrale . . . . . . 2.300.000 Elettori .sapienti secondo il nuo\·o si- stema elettorale . . 1 .300.000 Elettori analfabe ti secondo il nuo,·o sb tema elettorale . . Meuoslorae d' ltalla. Elettori sapienti secondo il \'ecchio si• st<:ma elettorale . . . Elettori sapienti secondo il nuovo si• 400.000 stema elettorale . . . . . . 400.000 Elellori analfabeti secondo il nuovo sistema elettorale . . . . . . 2. ,100.000 Soldati ecf emigrati. In• que sti 400 mila analfabeti settentrionali e 2.➔00 mila analfabet i meridionali, dobbiamo, poi, considerare che c'è , un numero non in– differente di persone, a cui non si potrebbe senza ingiusti1ia negare un'apert ura di mente egua le, se non superiore, a quella di moltissimi fra i signor i e letterati •· •- Un sesto di quest i analfabeti, cioè 65 mila al Nord e 400 mila al Sud, sono stati soldati di terra o di mare : cioè sono vissuti per alcuni anni fuori del borgo nati\ 1 0 1 hanno \'isitato paesi sconosciuti, }?anno fatto \'ita comune coi coetanei di altre provincie, hanno sentito la influenza educa· L'UNITÀ trice della disciplina militare nel periodo migliore dell a gioventù. Non sanno leggere e scrivere, purtroppo; ma attra\lerso la vita del soldato hanno immagazzinato un corredo di « coltura > 1 che non li abilita certo a di• \lenire ministri o deput at i, per quanto ora· mai in Italia non ci \'oglià gran che per di· ventare ministro o deputato, ma che li rende indubbiamente superiori in e coltura » a tutti quelli frn gli elettori e letterati • attuali. che non hanno altro titolo se non quello di essere andati alla scoletta dai 6 ai 9 ann i a imparar e quante gambe disting uono Ja emme . dalla t1111e ( , ). Bisogna , poi, non dimeniicare che era quei 340 mila nuovi elettori settentrionali e 2 milioni di nuovi elettori meridjonali, nei .. quali non si può presumere un livello suffi– cientemente alto di f. colt ura » acquistato attraverso il sen·izio militare, vi sono mol• tissimi lavoratori, che sono passati \littorio· samente attraverso la terribile disciplina della emigrazion e. - Ecco qua un contadino analfa• beta come Dio lo creò; ed ecco qua un e ga• lantuomo ,. autentico: gilè fantasia, cravatta impeccabile, colletto a risposta pagata. Il pri• mo è stato un paio di volte in America a guadagnarsi la vita, e non è rimasto distrutto attra\'erso le dure1.1.e della emigraiione. Il e cavaliere », invece, ha studiato, o meglio non ha studiato latino, e che la1inot, nel ginna• sio pareggiato, è passato di anno in anno sempre senza esami in qualità di lig1io di un autore\ ·ole elettore, poi è stato all'Universi tà a fare il f. giovine di idee avanzate», a fischiare i pro – fessori e a rompere le panche e le invetriate; alla fine è torn ato a casa 1/ocfor in utroque a fare l'imbroglione sulle pedate del degno ge· nitore . Chi fra i due ha dato nella \lita mag– giori prove di intrapr endenza, di intelligenza, di spirito di sacrificio ? Ch i fra i due è più capace di esercitare retlaml!nte il diritto elet • torale? (2) L'emigrazione ha rivoluzionata in questi ultimi anni tutta la massa lavoratrice ita• liana. Siamo sicuri di non esagerare affer– mando che almeno 1/ 4 della massa lavora – trice del Nord e del Centro d' ilalia, e al· meno 1/3 della massa lavoratrice del Mezzo• giorno, ha in questi ultimi dieci anni ab• bandonato al'meno una volta la patria per cercar la\'oro ne ll' Europa continenlale 1 sulle spiaggie del Mediterraneo, nelle due Americhe, (1) Un amico degno di fede mi racconta che in provincia di '.\lodena, i,, illo. lempon, un ra• gau:elto di nove anni ebbe in premio un libretto della r.assa di risparmio riscuotibile a 21 anni, per essere stato il primo della classe nell'esame di proscioglimento. Giunto ai 21 anni, si pre• sentò alla cassa di risparmio a ritirare là somma, ma non poté averla perchè ... aveva dimenticato oramai di fare la firma. Va da sè che questo « sa– piente •• secondo la legge presente, può essere scritto d'ufficio elettore ! (2) Il Co,·rien della sera nel numero del 3 ago– sto 1911 così parlava dell'opera degli emigranti italiani nella Repubblica Argentina : « Gli ila• liani sono stati e continuan o ad essert: il coefi– ciente più important e e prezioso della prosperità argentina. Hanno dato al paese nuovo il brac• cio per dissodare i campi, per irrigarli, per co– struire le vie e le strade ferrate. Sono essi che hanno lavorato il paese. Altre nazioni hanno dato il capitale per le imprese, ma senza l'opera italiana <1ucl danaro sarebbe rimasto quasi im• produttivo . E poi il capitale non ha patria. Ce ne è sempre disponibil e in tutti i paesi quando l'impiego è rimunerativo. Quello che non è sempre disponibile è il capitale-uomo, le crea• ture disposte a lasciar la patria per andare a po• polare un paese deserto, e dargli la fede assidua del loro lavoro, la formidabi le iniziativa, la ma• gn.ifica tenacia, le stupende risorse di una razza sobr ia, parsimoniosa e infaticabile; e questo ca• pitale•uomo non è francese, tedesco o inglese che in c1uantità trascurabile : è italiano nella quasi tota lit:\. •· - Però questa razza, che in Ar• gentina è sob ria, par:;imoniosa, infaticabile, rie• ca di stupende risorse, di magnifica tenacia, ecc., non appena ritorna in Italia diviene buona a nulla e va esclusa dal diritto elettorale ! fin~ nell'Affric2 meridionale e nell'Australia i e rappresenla dei \·alori indi viduali assolutamente superiori alla media della piccola borghesia più o men v intellettuale e de linquente, che già gode in Italia d~I diritto elettorale. li nuovo corpo elettorale. Bisogna, finalmente, con sidera re che le medie regionali dell'ana lfabetismo, su c~i ab · biamo finora ragiona to, risalgono al censi– mento del 1901. In ques t'ultimo decennio, l'aoa lfabetismo ha a\'uto un grande regresso 'fn" tutta I' Italia , e specie nel Mezzogi~r~o. Da notizie private mi risulta che in provin • eia d i Cosenza, nel censimento del 1911 1 l'analfabetism◊ risulta diminuito del · 12 o/o. Mentre, secondo il censimento del 190 1 il Piemonte ci dà, in rutta la massa dei masch i da 21 anni io su, un massimo· di analfabe• tismo del 22 . 3 o/o in pro\'incia di Cuneo, nel I 909 invece abbiamo che, su 24 CO• muni piemontesi elencati nel bellissimo A11• nuario sfafisfi'co delle c,~ft italiane del Giu – sti ( 1), uno solo ci presenta 1'8.6 o/o di sposi anal (abeti, e 10 ci dànno cifre infe• riori al 3 o/o. E all'estremo opposto, anche la Sicilia, che nel censimento del 1901 dava in pro\' incia di Caltanisett:1 un massimo del 70.3 o/o, e in provincia di Palermo un mi• nimo di ;7.i o/o di maschi maggiorenni analf abeti, presenta nel 1909, secondo l'Art· 11uario del Giusti, su 6'.l com uni presi in esame, 7 soli comuni con una percentua le di sposi analfabe ti superior e al 70 o/o, men– tre sono bene 2 3 i Comuni in cui l'analfa • betismo degli sposi è sceso sotto il 50 o/o . Occorre, perciò, ridurre almeno del I o o/o quelle cifre di 2.400 ooo nuovi eletto ri anal• fabeti del Sud, e 400.000 analfabeti del Nord, che ci dàn no le statistiche del I go 1 1 per adattare i calcoli alle condizioni reali del 1912. Cosl che il nuovo corpo elettorale ce lo dobbiamo rapp resentare formato come se· gue: Vecchi elettori, tutti sa– pienti . l'\'uovielettori sapienti, se• condo il censimento del 1901 Nuo,•i elettori, la cui sa• pienza sarà rivelata dal censimento del 1911 Nuovi elettori analfabeti, ma ex-militari t\uovi elettori anaUabeti, ma divenut i sapienti at- traver so l'emigrazione . Nuovi elettori analfabeti nudi e crudi. MorJ e c~ntro Italia d' Iuli.I lle,i diouale 2.300.000 900.000 1.300.000 400.000 40.000 2~0.000 65.000 400 .000 70.000 6oo.ooo 225.000 1.160000 TOTAU : 4.000.000 3.j00.000 Insomma la grandissima maggioranza dei nuovi elettori del Nord e del Centro d'Italia non sarà dotata di una capacità intellettuale minore di quella che è richiesi. dalla legge \'igente per l'acqu isto del diritto elettorale. Nel Nord e nel Centro d'Italia, su una mas• sa di 4 milioni, gli analfabeti veri e propri non arriveranno a 2 ;o mila. E non esiste nessun serio pericolo di vedere nel Nord e nel Centro d' Italia depresso sensibilmente il livello di capacità della massa, anc!te ,,di a ipotesi che occorra al reffo eserci;_iodd diriffo e/effora/,: ,ma cap11tilà speciale documenfafa dall'alfabetismo o da indici tquivalcn li, come p. es. l'emigra{l·oue o il scrv/;Jo milita r&. Il diluvio degli analfabeti lo avremo, non al Nord ma nell' Italia merid ionale: pili di I milioh e ! Sarà un bene ? Sarà un male? G. Salvemin i. {1) Firenze. i\lfani e Venturi, 1912. La Libreria della Voce, {Piazza Da– vanzali, Firenze), ha pubblicato nei Qua – derni della Voce: G. SALVDIIN I, Le 1lfe- 111oriedi "" candidato (La elezione di Albano Laziale). Un volume di pag . 105 L. 1,25 . Si accettano commissioni dal- 1' Amministraz ione dcli' lfmià, t A GUERRA INTORNO A TRIPOLI L'errore politico toldate . 1· corrisp onileati stranie ri che hanno visitato il campo turco (e non è lecito metterli tutti a mucchio come una banda di falsari e di venduti) sono concordi nel riferire l'o pinione di fonte ne– mica, che un'offensiva vigorosa delle armi ila• liane sarebbe stata pressochè $icura nei primi gioi'ni de ll' oc.Cupazione, quando i turchi erano isolati e sospetti agli indigeni e questi già• vir– tualmente si sottom ette\'a no agli italiani; cosl che il deputato Ferad.bey, ne-i primi d'ottobre tro\'a\ '.1 la bandie ra bianca sventolante fino su Azizia. . · ... . ~- .. Se nella m1n~cata offebsiVa vi fu errore, non è certo il Comando della spedizione che ne ~ tuUa· la co)~r..- Sembra, anzi, d~ il disegao..:,leJlo Sfato MaggiÒ~e fOsse quello di <Jp~rare à"i clu~ lati dellu città uno sb arco guerreggiato simul• taneo al bombardamento navale, prendendola anche dall' interno. Se cosi fosse stato, il nostro esercito avrebbe avuto occas ione di cimentare nelle prime ore della guerra forse l'es tremo della·resist enza turca, e di esperimentare insieme la·sùpposta amicizia degli arabi e specie 'di quelli dell' oasi, dominando la battaglia e la p 0 ossibile resistenza indigena con i mezzi formidabili del• l'art iglieria navale. Invece fu decisa I' aiio ne singolare della ma• rina e l'occupazione! di Tri poli con le compa• gnie di sbarco della flotta. La quale fu certo una valorosis:;ima impresa, guidata con audacia e perizia; ma, pur1roppo, influi poco lietamente sulla condotta success iva della guerra, non per sè, ma per le conseguenze erronee che ne tras se lo Stato Maggiore cieli' Esercito, quando gli fu rimesso il Comando. Noi, infatt i, sappiamo che gli ammiragli e spe-• cialmente il Cagni - che fieramente preponderò sulla decisione dello sbarco, mettendo in bilan • eia la propria responsabilità personale, con un · gesto poco consueto in un subordinato italiano - supponevano che l'esercito avrebbe segui– tato con una marcia del r>ari affrettata la loro precipite ir.iziativa. Prevalse , invece, nello Stato Maggiore un disegno opposto: dalla fortuna di qu<-11aprima impresa si confermò nel convinci • mento che l'esito della guerra fosse ormai pres – s#a poco compiuto'! In ,•erità il comando italiano sarebbe poco scusabile di siffatto errore, Jie alt' errore non avesse potentemente contribuito l'opinione dif• fusa e quasi generale della simpatia degli arabi verso l'Italia, o per lo meno la fiducia nel comodo luogo comune della impass ibilità mus~ sulmana: opinione e fiducia generate da diverse cause: dalla insufficienza funesta del nostro ser– vizio consolare (il Galli, che è un ottimo funzio• nario, precedette di poco tempo l'occupazio ne, e il penult imo console aveva tr oppi legami col Banco di Roma per poter essere informatore obiettivo ed esatto ); clalte divulgazioni non di• sintere ss~te del Banco di Roma; dalla co.losssle suggestione della stampa. Chi dimenticherà mai la nazionalist ica figura di Enrico Corradini, che fantastica sulla fossa dell'unico nostro soldato morto, morto per er• rore sotto il piombo di una nostra sentinella, quasi a consolarsi - Dio mi perdoni l' inte rpe• trazione malignai - che almeno quel poco san• gue disgraziato avesse dato aW impresa, troppo pacifica, un po' di bellezza cruenta? Qualcheduno studierà poi quale pericolo rap-, presenti in uno stato democratico, questo enor• me preva lere del giornalismo su tutti gli altri mezzi di manifestazione della volontà nazion ale; non dico per proporre restrizioni impra ticabili, ma per lumeggiare un enorme problema di edu• cazione sociale. Certo è che nell'impresa libica la stampa ha contato molto, quasi tutto - più del governo, più del parlamento, più del Re - e non solo nel determ inare la guerra, ma anche nel condurne le sorti. Ed è certo çhc ali' inizio dell'im presa, grazie al trucco colossale della stampa , da tutt i in Itulia, Governo e paese - scusabile il paese incolto e disposto ad acco• gliere ogni inter essa ta suggestione; colpevoli senza scusa di sorta gli uomini cligoverno - da tutt i si credeva che la nost ra avanza ta nel de– serto non avrebbe visto che le terga del nemico; si aspe tta\la una resa per di-1perazione e per farne. Se un tale ·ingann o, sommamente delittuoso , non fosse stato perpe tr ato per lanciare Governo e paese in un'avventura, a c'ui ancora il 13 set – tembre, quindici giorni prima dell'11/limaf11m, tutti i ministri, meno due, erano contrari, - forse il nostro Comando avr ebbe segui to via ben diversa _nelle sue operazioni. E .si sarebbe la-

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