L'Unità - anno I - n.13 - 9 marzo 1912

52 L ' UNITÀ E ha bisogno di essere riformata! La caser– ma, dove si raccolgono uomini, do\·e si ammi– nistrano inter essi di uomini, sia umana . E in– tendo per quest'aggettivo non pie/osa come molti potrebbero credere: intendo dire che ora nella caserma ~i dimentica che anche i soldati sono uomini, han no, cioè, bisogno di vi\'ere, e vita non sono i mille didro/rot1/ e avauli marci,, che nelle case rme si danno ogni giorno, mentre i soldati ne c;entono la vanità. Riformiamo la case rma. Facciamo della caser– ma, giacchè ci deve essere, la scuola veramente della naziont. Per avere de ' cittadini, che è an– che il miglior modo per avere degli ottimi soldati. Oggi i giovani, term inata la ferma, tornano a casa un po' più puliti, ma anche con un po' ph) vizi di prima . Cerchiamo che tornino istruiti, con molte cognizioni di più, con il cuore e la ment e educati. Accanto a gli esercizi militari vi sieno insegnamenti pratici di agricoltura, di meccanica ecc. ecc. ; vi sieno scuole per gli analfabeti ma che non abbian niente di comune con quelle che vi sono tutto ra per carità! ; si cerchi di educa re il soldato, di fornrnre in lui il cittadino. Cosi, adempiuto al• l'obbligo di leva, i nost ri giovani tornerebbe ro a casa meno grulli, pil' buoni, più seri, con una nuova coscienza, e non avrebbero da pian– gere sui due anni impiegati nel servizio mili• tare, due anni che oggi tutt i ritengono tempo in gran parte sprecato. F. così, I' eOicacia, che chi:unerò civile, che non si ottiene dalla le"•a degli analfabeti, al cui obbligo molti sono in ha • lia quelli che si sottraggo no, si avrebbe dalla le,•a militare. E noi non chiediamo una tale riforma, soltanto per avere de' probi ciuadini ; ma pcrchè si sa– rebbe cosl sicuri cli avere all'occorrenza dei buoni soldati. Su le pareti di molte case rme si legge : e Siate oggi soldati per esse re domani cittadi ni di una grande nazione•· In questo motto è un errore di precedenza : nessuno sarà mai buon soldato, che non sia già buon cittadino. UNO DEJ CO)IBATTENTI. LA POST A DELL' " UNITÀ ,, LA GIOVINE CALABRIA I. /li.mo Sig11or Dirtllort deWu U,,ilà •, La preghiamo a volere pubblicare nel suo giornale, queste due righe a proposito dell' ar• ticolo e In vista della riforma elettorale• pub• blicato dal Sig. Goffredo Alterisio , nel numero 10 Febbraio dell'U11ità. Il Sig. Alteri sio, dopo aver affermato giu• stamente , che un movimento di coltura qu i nel Mezzogiorno può 6Sere intraprtso solo dai giovani, ra una distinzione tra i gio,·ani, figli dei piccoli signorotti locali, giovani che vanno a studi are, che rifuggono dal modesto o• peraio, supt rbi, deficienti di coltura, futuri si– gnorotti senz a coscienza e senza conoscenza, futuri capi d('lle razioni locali ecc., giovani in– somma, disgraziat amente in maggioranza, dai quali nulla di disinteress ato e fraterno si può ottenere; e giovani , che sono pochi, due o tre forse in ogni paese, di buona volontà , studiosi del movimen to politico ed economico d' llalia, animati di buoni proposi ti per la resurrezione del loro pae se. In quanto ai primi, ciò che il Sig. Alterisio <lic.t, è gius to, poichè veramente essi sono Ja magg ioranza, esistono, hann o in cuore più o meno le qualità e le aspirazioni sopradette, quantunque alcuni di essi (è questa oggi la moda generale e non crediamo dei soli giovani del Mezzogiorno) ostentino , arrivando pure ad ingannare, princip1 democratici e filantropici che non nutrono per niente. Per ò non di tutti si deve aver codesto eone cetto: qualche buona eccezione anche fra noi c' è. Per esempio: alcun i studenti de) Liceo di Reggio Calabria, appartenenti quindi a fa. miglie borghesi, ma anima ti di sincero ~ giu. sto proponimen to, sotto la guida e l'espe rienza d' un loro professo re, si sono riuniti già da molto, proponendosi, senza alcun colore politico, pel bene del loro paese, e per il bene proprio, i seguenti tre scopi: 1. 0 Studiare che cosa è la ques tione meri• dionale ptr ave rne un'idea nella e precis a. 2. 0 Istituire un segretariato del popolo, per avvicinare a qualche elementare principio di col– tur a con letture ecc., e per aiutare gratis nel disbrigo della loro corr isponde nza, le persone ignoran ti ed analfabe te. 3. 0 Prot~ggere con aiuti morali e mater iali le scuo le private, che qui nel Mezzogiorno pule Iulano: scuole, <"he.data la insutlicienza nume• rica delle scuole pubb liche, riescono assai be· nefiche alla povera gente. Il primo intento che riguarda dire ttam ent e gli associati si è subito messo in pratica, col• l'abbonamento a giornali , quale II L' Unità ", che tratta vitalissimi problemi della vita italiana, e con l'acq uisto di libri cd opere in proposito. Jt secondo pare che vada (allcnt lo per la in. differenza e la diffidenza della popolazione, che o non sa rendersi ragione di un'azione disinte• ressa ta e sincera, oppure dà réua alle insinua – zioni di qua lche solito misoneista . li terzo sta per mettersi in pra tica. t ir.utile dire la derisi one e la indifferenza che accolse ro ~in generale le idee di tali : gio– vani, i qua li, come ben disse l'illustre Sena• tore Franchetti in una loro riunione, devono prop rio da tali ddusioni atti ngere nuova forza e spe rare tenacemente. La volontà in tali giova ni non man ca, ma sarebbe cosa ottima , se fossero da persone autorevoli e intelli genti, agevo lati, aiutati in ogni manier a, nei loro sinceri e disinteressa ti proposi ti. ALCUNI STUOJ:-:NTI DI R..:GGIO CALABRI,\. II . Cara U11ilò, I miei giovani han letto nel N. 9 del 10 febbra io l'arti coletto df'II'Altcrisio e ne son stati invo• gliali a scrivere le poche righe, che procedono sperandei che possan trovar posto almeno nella CorrisJ>o11dm.-a roi ltllon·. Partic olarmente no– tevoli mi paiono le ulti n e parole: " la volontà in tali giovani 11011 ,na11ca, ma lsarthbe cosa ollima se /ossero da persoue m,torevoli e intel– ligmli agtvolali 1 aiutati ... Davvero, buona volontà e ottime disposizioni non fan difelto nei giovani di qu~ste regioni, o per lo meno in molli di questi giovan i: manca, io credo, a loro l' ass istenza di persone di ri• guardo, d1e clisciplìnino le loro energie, le mo• der ino e-,specinlmenle, le dirigano ad un fiue prt• ciso 1 c/1iaro 1 pratico, imm ediato. Questa dovre b• be essete l'opera spec ialmente degli insegnanti medi, di quanti sono insegnanti medi che non considerino le ciuà ..di quaggi,ì come residenze di domicilio coatto o come alberi d3 ripetizioni che si devon bacchiare a più non posso, per poi alzar le suole quando ... se ne abbian piene le tasche. Questi giovani, molti di questi gio– vani, non attendono che una parola , un cenno d'un loro maestro per mettersi al lavoro: che quel cenno sia (atto, che questa parola sia detta: e poi li vedres ti alacri, pronti nd anda re do ve tu li mandi, a for quello che loro imponi, a studiar e, a far ricerche, a persuadere, a propa– gare idee, ad affrontare: motteggi e derisioni. .. pur di agire.... pur di Jnrt . Abbandonati a sè, invece, i più non fanno nulla, non si muovono in nessun senso; i meno, i più ricchi d'energie, fanno, agiscono, ma disordinatamente e spesso •anche mkiamen te. Io, capitato qui con queste idee, ho trovato subito un gruppe tto di giov·ani, che mi han dato ascolto volenterosamente, si ,<'no uniti con lo scopo di stud iare e di lavorare anch e fuori della scuola per il miglioramento proprio e del proprio paese: i nostri primi passi certo sono incerti, ma ci sorregge e ci guida una gran rede e nutriamo speranza di fare , prima di lasciarci~ molto di bene. Invece di sciori nar programmi e di far pro· messe, ora attendiamo a lavorare: a mano a mano che avremo tutto qualcosa di concreto, attuato un proposito, salito un gradino, ne da– remo notizia, per mezzo del1'11Unità", a quant i giovani • Unihu i" sono che abbian desideri o e modo di imitarci . e di accompagnarci. Saluti affezionatissimi e ringraziame nti per l'appoggi o. A. Morn 1. L'l/11 1'1,) ••r• felice• onorata oani 'tolta che potrà dar e iw>• tisia di opere come quella tent ata dai 1iou11i di Rc-gcio Ca• labri1, o appo11erl aempre con tulle lo 1ue roue i11iJ:iatiYe 1itnlli. In an<'Idel proui ml numeri riktt11eremo 111ll'ar1omcnto, A.i' prosr,:mi 11u111cri: Antonio O.: Viti O.: Marco I ll parassiti– smo tripolino , /{ Mtuogiorn o d' //a{ia . Luigi A gostino Capu to: Nord e Sud nel risparmio na,z/onalt. L' • Unità •: // Catasto di Porlo Maurisio. Frammen ti di vita italiana. Cristianesimo tripolino . Il piccolo corrirre della parrocchia di 5 Dal• mal$JSO in Torino : Poca favilla pubblica nel suo numero del 15 febbraio questi vers i, intitolati • Voci del cuore 11: T utta 1~ Italia è in nrmi. Per che cosa ? - R isponde in suo dolo r I' itala sposa: .I o tremo per colui che mi ha lasciata P ove ra e sola; ma se la sua anda ta O ltre mar e è oggidl sacro dovere, L asciamolo seguir le sue bandiere. - J. o pur, dice in suo cor l' itala m~dre, Tr emo pensando alle nemiche squadre A ccampate lagg iù contro mio figlio N ell'arido deserto. Ma il periglio I o guardo fiduciosa quando penso A I nostro nuovo ltrrilorio immmso S dm ju/,.ro dove un di i 111poti C mluplicar j>olran tesori ig11oli. - I o son piccino, anche l'i talo bimbo R isponde, ma di gloria un aureo nimbo E sercito ed armata nvvolge uniti N ella vittoria. Incolumi o feriti, A voi, babbi e fratelli valoros i, I o mando i miei saluti più affettuosi. C addero alcuni ma li accolse Iddio ! A ~•endicarvi poi ci sarò anch' io...... Si noti come codesti versiciatt oli - pubblicati non da uno solo, ma da p.1recchi di quei curiosi bollett ini parrocchia li, che rapp resentano la pie• cola cronaca del mondo clericale, invece d'essere un utile elemento per l'ed ucazione spirituale dei cattolici - rivelano appif'no le ingenue e' sciocche speranze tripoline che propr io loro, i clericali, vogliono fomentare nell'animo dei cit• tad ini italiani. Oh, quella :fripolitania: Eden futuro! m . I. ANGIOLO G10VANNozz1, germle responsabile. Plreate - Slab. Tip, Aldlno, VII de' Reaal, Il • Tel. !-&:t G!US. hATE~ZII. & flGW • Batti EDITOR I Wflm e noYifà : Scrittori d ' Italia o,.. ,. racc.lt• cM al ce■perrl Il dr o ... 'lel•■I. Fer■1te a• I• Orti I ■He. 25. Commedie dtl d 11q11ece,r/0 1 a cura di IRE· NEO SANESJ. Volume l 1 <li pp. ,4o8. 24. G1ost:RTt V. - Del Ri 11novame11/o civile del/' fin/in. Voi. Ili ed ultimo, di pp. J88. Opere varie . BnTRANI G. - N,11, provi11cie del M•••o• giorno. Come deve ricostruirsi la loro vita nel 1799- Volume in Se di pp. 202. L. 3-00 CECI G. - Saggi'o di una bibliografia, p,r la storia delle arti fig14ralive nell'I talia Me.. ridionale.Volume in 4° di pag.v111-az;a. La FORT UNATO G. - // Afe••ogiorno , lo Staio italiano. Discorsi parlamentari (188o-1910) Due volumi in So, in carta a mano di circa 1000 pagine . . . . L. 5 1 - BENEDETTO CROCE ES TE TICA come Sc ienza d e ll 'Eapreaaione e Liogoiati ca gene r a le. Teoria e Storia. QHrta edlrloae rlvedata d1ll'HIOrt Lire 8.00. N.8. Qu•t a ecliaiooe pu6 co••ider an i come d•&oiti.,. . LA CRI TI C A Volume Ili (1905 ). Secoada edblo■e - Lire 10 .00 . N.B. Co111ie11e cli artic oli del C•oc1 •a O. e,,,,.,,;,.; M. R•Jù•,,i/i, P. Cou•, F. C•-11411,', P. P,r,..,. ·, A. T1rtlli, L.. C•I """ "• N,,,,,,, V. l•iril1111· • C. O.,,., • quelli del Gunru aui Pl•l- i,,' it#Uin,.i. --- --- Dlrlcere commfnloal e vaalla alla Cua Editrice OJUS. LATERZA lt PIOLI • Bari, REMO 8ANDRON 1 EDITORE - LIBRAIO D•LLA R, CA8A ■ILANO - P'ALKll■O - NAP'OLI LE NOVELLE DEL GIORNO Gran suc ces so unan imemente constatato dalla stam pa Italiana MARINO MORETTI A :a:::' A:H:, Un •le gante volume In• 16 di pagine 400 - L. 3 ,50 L' ultimo fu rto - Il cortile del diavolo - Il tomb ino - I gioie lli - Zio Tu1na1 - Fante di coppe - La recalla - La fede zoppa - ~ 11 D. S. Martino - Se no, no - L' oat ia - Il trabaccolo - La camera di dietro . Altr, NOVELLEpncedentemsnt• pubbltcet•: IL PAESE DEGL I EQ,U I VOC I Un volume ln- 16 di p,g ine 226 - L . 3 Il nido dello •eorploM - L• morie wil1orlOM - Il peno cieco - Il m1rc1to - L' lnlermu10 - Uni p::al1IOM Incomoda - O•rlb1 1dl - La l'IU ncl, - T1rd l - Il nltlre d11l1 cre1lm1 - Mori, poi \"IIM - Pll trnl ll lnutll, - Il c1taf1lco - NOTe:. l LESTOFAN"TI Un volume in• HS di pagine 370 - L . 3 ,50 La ria tti - DI topfa - ZI• l ama , - La 1•111"• del belt.. imo - Una 1C11lola di r11mmif1rl- La fNICherata l'OIM - Un q11adro di Reni - P1t11 • V11nna - ROMO• ,11ro - La 1No1ba- Il dotlOf C,nqua rantl, ta Tudl, la bllta , Mu,nel • 1111 c,..... 11, - L' llbero (MIia rn~erlà - I NC ra/l'ICIII I. D' imm inente pubb licazione : Roberto Bracco - TEATRO - Volume VIII IL PICCOLO SANTO • AD ARMI CORTE Casa Edù rice R . CARABBA - L anciano N ov iss im a pu bblicazione : SILLABARIOARABO E PRIME REGOLE DI LETT URA PER LO INIZIO DELLO ST UDIO DELLA LINGUA ARABA PARLATA E SCRITT A, LETTERARIA E VOLGARE, AD USO DEGLI ITALIANI Compilato da l Prof , Dott . ODOACRE CATER INI C[)iplom•fo dal <J{. Istituto Orientale di 8(,apo/1 Già professore nelle RR. Scuole di Commercio it•fi•ne in C•iro di Egitto ed {n Costantinopoli V.a. "' O l.'t.: 1.me <1.1 P•K • 1:aa .- Pre•zo .r- 1 ~- È assurdo cominciare lo studio della lingua .uab.i da una grammatica. Lo studio di qua.ta Hngua,' per le diHicollà che present,. e la grafia e la pronunziat deve assoluta mmle Iniziarsi col sJUabario. PRESSO I PR IN CIPALI Ll.ERAI

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