L'Unità - anno I - n.10 - 17 febbraio 1912

38 Ferrovie tripoline e pace italo-turca. Una volta decisa la conquista della Tripo– litania, sarebbe sciocco nega re la necessità di costru irvi ferro\'ie. forti, e qu:mto ; ltro in fatto di ope re pubbliche possa accresce re il valore economico delle colonia - salvo a ~v,!itdere chi debba ~pagarle-. Su questo 1utti, m'r"scmbra, 1>ossinmo essere d'a ccordo. Ma prima di vedere chi debba paga rle, pr i– ma di disc uter e, cioi.:, se debbano esse re la– sciate ali' iniziativa prh.•ata - e anch' io sono di ques to parere - o se debba assumer sene il ca– rico lo Stato italiano, troppe altre cose bisogna prima vede re. Int anto al pubbli co itr.liano ha nrrecato cert o mera viglia il fatto che si siano iniziate le opere pubhliche, c1uando intorn o a Trip oli siamo ancora a 10-12 chilometrid allaco sta ,t quandolungotull a l'enor me distesa di c1uesta siamo anco ra immo– bilin:u i,·in pochi e lonta nissimi punti , senza il più lontano accenno a poterci discostare dal mar e. In questa situazione, che significato può avere tanta urgenza, tanta fretta a cos truir e porti e ferrovie da parte di un gove rno che in questa matt rin ha sempre proceduto con la lentezza del tardissimo asino; d'un governo che•non trova fondi )M'r compl etare le ope re port uali in patria già approv~?e dal Parlamet{to sin dal 1904 ? Evidente mente uno solo: c1uello che tali ope re pubbliche hanno sopra tutto e prima di tutt o un valore strategico, intimame nte collegato con il piano di guerra concord ato fra il gove rno e il comnndo supr emo del corpo di s1led izione. Tuttn c1uesta urgemm nt:1 costruir e ferrovie e por• ti, st nu che il Parhunento ne abbia autorizzato la necesiar ia spesa, a mio modo di veder e, è l'indizio pil'Icerto che orma i è entrata nel go\'e mo e nel Comando militare la 1~r suas ione che ci troviamo dì fronte ad un' impresa molto ardua e lunghis • sima, ad una impresa che terrà impiegata per mesi e per anni una grande massa di trup pe, e che la conquista a palmo a palmo del territorio tri1>olino non potrà farsi che di ptu i passo con l'1w anzare della ferro \'in, unico mtu: o che per• metta ul\ relativam ente rnpid o dislocarsi di grandi masse di truppe . Si \' UOI seg uire l'ese mpio de• gli Inglesi contro il ~{adhi , del Russi nella con– quista del Turk estan, dei Giapponesi in C~rca. Lord Kitchener seg ui nel 1S96- 18cJS lo stesso \tinernrio .contro il Madhi, che nel 1884 aveva segu ito Lord \\'olse ley ; qu egli riu!icl \'Ìttorioso soltanto perchè, mediante la co:o.truzione della strnda ferrat a, si era nssicurnte le retro vie. 11 Turk estan è stato donrnto dai russi r<"lativamente prei.to , s0ltanlo per la geniale inizii\liva della tran -.casp iana, do\•uta ali'Annecov. Che la ferro\'ia , e conseguentemente una si• stcmazione sia pure provvisor ia dei porti, rien– trino esattamente nel <1uadro delle operazioni }{lll'rrcsche, non de\'C dunque reca re meraviglia. Quello che importa cd urge mettere in rilie\'O è tutta la gra\'it à dell' impresa , nella quale ci siamo ingolfati sen za che nè il go\'crno ,nè il paese, nell'infatua zione nazionalista della prima ora, lo comprendessero, e che invano pochissimi, pur• troppo, hanno tentato di far capi re fin dal primo momento. Ed orR quùl age11dum I O insistere nell' impre sa e anda re fino in fon– do, ro\·inando tutt a un' ope ra di rigogli oso, per <1uanto lento, risorgime nto econo mico del paese, e far pa{,,-nre a questo il fio delle colpe e degli errori un po' cli tutti (go\'erno, partiti, stamp a d'og ni colore); insistervi scm:a nepp ure lonta• namentc poter preveder e CJlHlndo e come I' im• pre sa ,w rà term ine: e in tal caso nccett:tre, anii f:worire c1ualunque nnchc più onNosa \'ia giu– dichino opportuno di seguire coloro, che dell 'im• pre:sa hanno assunto la respon sabilità. Acce ttare la guerra e negare i mezzi per farln, quali i tec– nici e i res1>0nsabili domandan o, SRrebbe un non se nso e una responsabilità, che nessuno vor– rebbe e saprebb e addossa rsi. Opp ure far penetrare nella coscienza del paese un concetto esa tto della situazione, fargli com• prend ere appieno il baratro nel quale ci siamo ecttat i, e con\'incerlo a sceglie re l'u nica via di sal\fezz.a,che ancora rimane, senra che ne-.possa ridondare suita nazione alcuna vergog na o mor• tificazione di amor propr io. Tale via, a mio modo di \'ede re, è quella di arrestarci al punto in cui siamo, e trattare una pace che senza Pretend ere di 11pogliare la Tur– chia del possess o dcli' interno della Tripolitania , ci assicuri i vantaggi della me ssa in valore det- 1 'intCro paese - qua li che po;-;sano eJsere - e ci conservi il possesso dei luogh i finora co11- quistati e di un sufficiente retroterr a. L, L'UNITÀ In fondo quali sono state le magne ragioni che ci hann o spinto in Tripolitania? Il famoso cerchio di ferr o che ci strioge \•a nel Medi terran eo. Se noi non anda"amo a Tripo li, ci and a\·ano altri - ancora dobbiam o saper e chi - e quindi il cerchio di ferro intorno a noi si chiud e\•a. - Or– bene que sto pericolo non c • ~ più : il segmento di sponibile del ur<lt io di f,: rro è in mano no– stra, e presto vedremo praticamente che valore abbia il ~uo possess o, e qunnto cos terà all' esau– sto contri buente italiano in corazzale, in cannoni, in guarnigioni e in trasferte ed assegni coloniali per i grossi papaveri. L' altra ragione addotta per giustificare la sPe• dizione c:liTripoli è stata quella che l' Italia do– \'e \•a assicurare ai suoi uomini e ;,i suoi capitali - quelli del Banco di Ron1a sino ad ora - tutt o ciò che possa mettere in \falore la T ripo litania. Per via pacifica non si pote va ciò ottene re dalla Tur chia, dicevano i nazionalisti ~ucrrafondai, non nccorgendos i che 110n l'nbl,inmo pot uto~ot • tt-nere noi, mentre francesi, inglesi e tedeschi I' hnnno otte nuto in tante altre parti dell ' Im– pero, e non pensando che la causa prima di que – sta ritrosia della Turchia a<l a\'ere italiani iu CRS.'\ sua, era prop rio il fatto che quei signori da anni e anni non facevano che annunzia re ai quattro venti la nostra intenzione di conquistare la Trip oliurnia . Ma ora che la Tur chia ha visto che in fatto di esercito e di marina l' Italia non è certo l' Inghilterra, ma nel tempo stesso non è nepp;tre una potenza trascurabile, non sareb– be forse impo ssibile \·enire ad un accordo, pel c111ale - m-ediante adeguato indenn izzo finan– ziario per ciò che le abbi amo tolto, mediante oppor tun e concess ioni d' un c1ualchc sbocco al mare, sul tipo di quelle ollenut e dalla Bolivia, <1unndo il Chili le ha tolto il suo litorale, e me– diaute il nostro riconoscimento del suo diriuo a conservare il 1>0ssesso dt ll' interno della Tripo– litania - la Tur chia riserv i a noi il monopo lio di tulle le ferro\ ·ie, impre se minerarie e di CO· lonizza1.ione anche nel paese ad essa lasciato, e riconosca un nost ro diritto gra tuito di prela• zione per il caso che dovesse in av\·enire slog– giare del tutto e per sempre. Così, que l tanto che \'i sia da fare in Trip olitnnia, ci sarebbe asslc urnto: ntlla parte pil) prossinrn al mare - I 'unica dove realmente noi si possa sperar e di riuscire u qu,1klie cosa - dal nostro diretto do– minio i e nell'interno, sia pure lasci..-.to in aia10 della Tur chia, da speciali convenzioni ana loghe a quanto hanno fatto tutti gli altri popoli ci"ili nelle altre parti dcli' Impero turco. Sohnnlo questa a me sembra la via, che possa permettere cli limitare al minimo possibile i da nni dcli' impresa tripolina. Insistere nell' idea di scnccìare del tutto i Tur chi dalla Tri1>0litania, vorrebbe dire continuare la guerra con la stessa intensità, con lo stesso numero di arma ti di oggi, anzi r1Umentato ancora almeno fino a 150- 18o mila uomini. E perch~ <1ucsta procedesse con sulficiente sicurezza, sarebbe necessaria certa– mente la costruzione immediata di ferro•·ie strategic he e la sistemazione sia pure 1,rov,·i– soria di nlcuni forti. Una :c;aua e seria democrazia avrebbe nel momento att uale il sacrosnnto dovere di gri• dare al governo: « Basta ; abb iamo compreso do\ •e ci condtrcete ; abbiamo capi to tutti i truc– chi mercè i quali a\'et e ottenuto la nostra acquie– scenza ad un' impresa dis:tstrosa ; ora basta ».– ~ on a\'rebbe invece il dirillo di dirgli : « Conti– nuate la guerra ; ma a scartamen to ridotto , sem:n troppe spese, sen ta trop1>i sacrifici • . L'a mor pro1>rio nazionale è ormai soddi sfatto, o meglio l'u bbria catura nai i0nalista sta svanen– do. C' è modo cli limitar e il male e di assicu– rarci quel tmllo di \'an tagg i, che l' impresa si dice pos§.'\ produr re. È giunto dunqu e il mo• mento che un 'azione energica, e ben de finita nel– le sue finalità, da part e della den,ocratia imponga al go\'ert10 di cambiare rotta. C. ;\IARASE LLI. In Roma l' " Unità ,, trova si pusso le seguent i Agenzie giornalistiche e Librerie! PI•• • 'Venula . Via 'foro Traiano, 24. Corso Umberto I, 228. Pfa••• Cola di CJ{ienso. 'Vi• Pastrengo. Ponte Ca'WJUr. " Ff••• • S. Sil-vestro. EsedrA Termini. Via Vend o. Pluu Poli. Ffa••a Colonna, Via ~,p enti. Yi• Naaionalc; 55. 'lJI• 8'v,A lon,,./e, ( • •gole 'Uia D-l••••rino) . VI• del/• 'liii, . - Slg. Malleucd ,, laj à F. ,, RO$S.1 ,, F.uaucd ,, Cr.cchiot ,, CAc:lc>nu ,, CtcureW ,, P. Ors.l ,, IYAmmuu. ,, Pierool M,.J ,, Dell& Ou& ,, Gaet&nJ ,. Gamml ,, G. MerU ,. Afaui• eJon,aU La Turchia u g<t1al d<lla Triplice. Trent'a nni or sono, per obblig are l' Ital ia ad allearsi coll' Austria e a costituire con la Ge r• man ia la Triplice, lfo•marck approlittò di una si– tuat ione analoga a quell a che esi.ne oggi fra l' Italia e In Tu rchia : contribui anzi a creare la situazione, di cui si pro poneva di npprofittare. I.a T riplice alleanza, infatti, fu rt:sa possi• bile : 1.0 dall 'att rito \·iolento pro<lollo fra Au– stria e Italia dalla questione balcanica e dal no• stro irreden tismo territ oriale : 2.• dai malintesi continui fra Italia e Francia prodotti dalla po· litic..'1allora clericale e tem1>0ralista della Francia. li Princi1>e di Bisma1ck compre se il par tito che poteva ricavar e da questo stato di cose. Prima si alleò con l'Au stria ; - 1>oi inasprì fra la Francia e l' Italia la questione cli Tun isi, of• frendo c1uesta colonia conte mpor:rneamente a entra mbe le potenze; - mentre la Francia oc– cupa\' .-t Tuni si, e l'Italia si trovava isolata fra la inimicizia dell'Austria e quella ddl a Fran cia, egli minaccia\'a l' Italia anche per conto suo con lo spaura cchio dd dom inio tem porale ; - e qua n• do J'lt nlia si tro\'Ò assolutam ente isolata e mi– nacciata da tutte le parti , allora si offri sah,a• torc e mcdintore di pace fra. Italia ed AustriR. Cosi l' Italia do\'etle allears i all'A ustria per non aver la nemica, ai fatti che piacevano alle sue alleate, e fu incatenata a ser\'iz io della Germ ~– nia contro la Fra ncia. L' lmptew tripoltDA. Analoghi a quelli, che erano tren t'anni fa i 'rapporti fra l' ltalia e l'Austria e le relazioni di entrambe con la Germania, suno oggi i rapporti fra I tali a e la Turch ia e le rclar.ioni di ques ti due Stati col blocco austro-tedesco. La con11uista tripolina è stata incoragg iata in tutti i modi nel settembre passato dall:\ stampa austriaca e tedesca, i cui ar ticoli italofili e turco– fobi i .:iornali italiani si facevano gloria di ri• produ rre a gara , proclamand o che le Alleate ci aiuta\'ano. - Fratt:m to la Ge rmania, aut orizzando un gru pJ)Odi suoi banchieri a firrnnre col fian– co di Roma il comprom esso 1>cr rilevare i diritti, che il Banco di Roma a\'eva ncquistato in Tri· politania, mette\'a brutalm ente il Governo italiano di fronte alla eve ntualit à che la Germania ac<1ui– stasse io Tri1>0litania dei .dir itti da contrappo rre Klle pretese dcli ' Italia, per farseli pagare a caro preuo, sia nel rinnuovamento della Triplice, sia in altre occasioni. Data la SO\'reccitaz ione, a cui la stampa quo• tidianft aveva condotta la opi nione pubblica, . mentre il Banco di Roma assa liva h• posizione dall'altra partt:, la notizia di una cessione de i dirilli del Bnnco di Roma a una banca tedesca, sarebbe stata consid erata come un immenso di– sastro nazionale : sarebbe stato realmente un disastro morale ; perchè in politica internazionale il solo fallo di credersi sconfitti, sia pure a torto, raj)pr cse nta nè più nè meno che una sconfitta . Se il go\'erno italiano non avesse ceduto alla pres sione tripolina, avremmo avuto una crisi interna gravissinrn.. Probabilm ente pensava di occu1>:tre Tri poli in tempo pil'.1 opportun o. Certo non sogna\'a di andarci allora. Ma, nonostante le riluttanz e ciel Re, do\'e tte deliber.u e la guerra immed iata. E immediatam ente , proprio da ,,,, gi orno al• f a/lro, i giornali tedeschi e austriaci (ì 9uali , specie ; p,·imi, 11011 si muovono, Sl' 11011haf/110 l'ÌIH– htua la da; loro Co, ·enu) ci furo no tutti addosso con un diluvio di proteste e di nccuse atroci. - Nello stesso tempc, non appe na il <lnca degli Abruzz i tentava un'ope razione militare a Prevesa, l'Austria si faceva a,·anti a legar e le maniall' Italia, dichiarand o che in caso di complicazioni balca– niche,pro\•ocate <lall'azione militare dell ' Italia nel• l' Egeo, eit~a a\'rebbe provveduto ai suoi interessi ba lcanici (NO\'ibazar, Salonicco,Va llona) senza ri– gu-'rdo a precedenti impegni. E' I'1/alia dovi f>icga,·e il capo, J>errltt, impeg--nala oramai a fo n– do a Tripoli, 1to11 era ;,, g rado di i111e,11e11in 11ei Balr a11i ca11 /111/e le /or• ~, rJ,e sarc6bero siate 11eressarie a tuie/are i suoi interessi in caso di to mplira~ioni. Nello stesso tempo la German ia, a Costanti– nopoli, incoraggia\'a la T urchia a resistere. Lo ri– conosce, ora, il Corn ·erc della sera , che nel set– tembre passato ha avuto la massima responsa– bilità nel creare fra noi la illusione che tutt o il , mondo e specialmente l'Austria ci applaudisse e ci aiutasse. ( 1 , . (I) Tho lo di articolo nel nuraero l'll 111t1mt-re : • L'A1111.tia ff•o fl 'fl>I• all' hali a •: Nam110 del S Htt e•IK• : • LI libera a.rio•• 4d l'Ju li• •ei rapporti co• l'A1111ttria-U-. beria • : t •b– ~~. ,......... ·-~~ - ..-.....-.- - qH la ecrfll la q•ett io• • tripoliaa • la qn1 tiol'la balcao ka "°" ~ i• oHHa modo cooae:ttt. - Nu.a, ,o 'll7 MU- br• : • Appro•aaloel aaur i ,c.be all'Itali a • · - Ecc., ecc. Er• 14s· IIHI.H 1 o 1ra qa alcou. dj pe1&io ? e la Triplice. Un fJttO - sC'ri,•e il Co,-ricrc del 2 1 gen naio - de,·'ess tre ritenuto fuori dubbio: e ci~ che se la Tu rchia resiste ancora, è principalmente, se non soltanto , perchè le ant ites i e le gelosie delle Pote nze europee rendono tutt 'or:1poss ibile la sua attitud ine pa~sÌ\'a. La Germania ha qualc he responsabili1à in <1uesla strana :o.ituazione de!la Tu rchia ? Clti,111911, · cù11osre al>ba.fll111:a ltt v~r, f,t ddle tosr, può a.fferman cl,e la ,·esptms'1/Jilild dd/a C( rmcnia """ i lievt·. Compr endiam o be · nissimo che i suoi grnndi interessi nell' Impero ottomano rendano Mdua la sua azione. Ma le clillicolt.ì, considerate da un aspetto solo, che riguarda Cos tanlin opoli, non possono farle di– menticare le altre pil) com plesse, che riguardan o l 'altr o a.spett o: Roma . ~oi abbi amo ragione di cred ere che se Berlino parla sse un ling·u11ggio fermo t' diritto al Go\·erno turco, le çondizioni dell'odierno st:uo di cose interna zionale mut e– rebbero in gra n parte. E' ~ ne che <1uesta si– tua zione osc ura ed equi"oca si chiarisca. Il C11riN·t: della 1era non è arriv ato uncora a capire che la ~ituazionc non è nè oscura, nè equi\'oca. I.a Germania incoraggia Coslantino– poli a resistere non perchè abb ia dimenticata Roma. ma appu nto perch~ tiene d'oc chio Ron1a. Il nuovo rie&lto tedaco. Come il dissidio fra Italia etl Austria sen•i · trent' anni or sono a rendere des iderabile per l'Au stria l'all eanza con la Ger ma niA, e il dissi• dio fra Italia e Francia sen•i a mettere 11 llalia alla mercl' de l blocco austro•tedesco, - cosl og&:i la guerra italo -turca sembra debb a ser\'irc a rend ere desiderab ile per la Turchia l'alle anza c:o1 blocco austro;fdesc o, per il taso cje falli• sra il prog-ramma di coinlt'rnsare la RMssia alla cNrle 6alranita. In questo caso, la Tur chia, col !iUO e5er– cito · J)Odcroso ed eroico, prende rebbe nel si• stemn tedesco il posto dell a Russi11 ; e l'al• leanza austro---tedesco--lurca servirebbe nellt mani del Kinder len-W,1chter a minaccia re l'lta • lia : o l'Italia si pacifica colla T urchia, al– leata dcli ' Austria e della Ge rmania, a condi – zioni accettabili da lla Turch ia (1) e rinno\'a la Triplice , che clh•enta cosi quadr uplice, ai patti che convengano ali'Austria; - opp ure avrà da (are col blocco tedesco -austro•turco, nel quale la flotta austrinca acquista a un tratto una po– ten zialìtà enorme , potendo disporre militar• mente di Vallona, mentre l'It alia ~ impe1nata non solo con roo n1ila uomini, ma anche con parte de lla sua flotta a TripoJi (:i). Il blocco austro-tedesco, insomma, ~ due corde al prop rio arco. Se la Russia aderisce alla politi ca b"lcanica aust riaca, la Turchia è abba n• dona ta alla sua sorte. Se la Russia rimane ft.dele ali' Enlt nlc anglo-francese, la Tur chia è accolta n~I blocco. E allori\ il programma austro-tede sco, mentre s11rebbe immutato riguard o alla Francia e ali' Jnghillerra, muterebbe di fronte alla Tur– chia, alla Rul"sia ·~ alla Bulgaria . La Tur chia sa– rebbe garentita di fronte alla Russia e alla Bui• garia ; perd ere bbe i Ralcani 0t."<:identali rhe ,pas• serebbe ro 1lil1 o meno completamente e diretta – mente ali'Aust ria ; e I' Italia otterrebbe in com– penso la :rri politania dalla Tur chia, e fors'ancl,1e dall 'Austn a il ·r rentino. LI pac:1 coo la Turchia. · Ora <1ucsta, a ,e sarebbe , secondo noi, una so– luzione della \'Crtenza italo-tu rca. assolutame nte rovinosa per noi, noi possiamo benis simo e\'it.arla, se ci rendiamo una buo na volta conto della ne • ces sità di pacificarci di noslra ini::ialiva con la Turchia al pili p r~slo. Bi~ogna che la guer ra con la Tur chia finisca entr o il febbraio, per i11i:Jialiva dell'lli ,lia, se'1•a bisog 110 di i11lcn1tedial'i, e senza pag11rc sense• rie, a condizioni accettabi li 1>er la Turchia, con· una nuo\'a amicizia italo -ture.-, che renda inutil e per la Tu rchia,l'adesione al blocCOtlU• stro-tedesco . Il Maranelli, nell'artir:o lo che precede que – ste nostre osservaz ioni, pre senta una data soluzione del proble ma. Kon diciamo che sia la sola possibile, nè chè sia la migliore. Ce ne sono parecchie altre. Si potrebbe, per es., (t) Clr, Il di1co" o di Aebrea1h■l alle D,le 111loai Il 11 •'– cembro 1 11 Rltt"• •o 110.1,0 COIIDpito pdn d pal, Il cooarlbcaire ali 11c.to . la 111•rr• ilalo•luca pana ukr e ter•l ..ala «-• la co■chuio•• di 11a pace , d, ,;. "''•"' •"•' • ••wffOI• J,r (2) L'iapreta diTripoli ci ba indebolii !.la q.etto •o - 11ao,ciol p,opr io quaftdo n ,cmrao pifl biaocl'lo di di1p0n1 llbtira••• t• di talla le nottre ro,w, 1ianso, come 1cri.,o Il Cff rùr•~ •ll•• tr• , 'll4 •• onalo, 1irulll • a 11111oran, cbe hA li braccio detl ro lmpodito • . p., terra d .. bbl,m lel'lere foori dell 'Europa 100,000 11orah1i; • re r mue. data una 9ut1lfa c:on una pOte••• pro•r itla dJ lotta, do•r emmo dir,,. da,, 1uua la 1pi11gia 1ripolil'la, cioè 1100 dli· lo9 etrl, • eftlfl O 1il co1i poco •&:•"ola la dire .. delle Coala ltalial'II. Abbl• • o, è .. ,o, u qui1ta1a 11aa ful•ci a, e.be ,, ,~ cl ma■ca,a, adl a l'IOlf:ra orga•iU11ione milolare , • •• llf, ~ ~ ti- w aioaal• W ~~ :..&--............ ~ – io•li• abtle, ,, , il ul , .,.,.f•r ri- ~,I J" i•J rn4 ~,· 'l'tf#fli, •• q!Mtto u ata11io lo abbi•- uasial'l to ••I • o- lo at.-0 , la ari d •etUlu • o I• coadbioee dì •o• potere fNl atiU....-Jo io Euo pa. per I aot tll iouirua i wzi oHII ••rl I

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