un mese di un n o I bosniaci tentano Il contrattacco. Speriamo bene. Dimostrare che la prepotenza, per di più, questa volta, fomentata e resa quasi invincibile dall'indifferenza generale, non paga sarebbe bello. E non solo perché giusto, ma perché, come si sa, è malattia contagiosa. Resta l'amarezza che quelle armi sono pagate da chi nel suo paese fa lapidare le adultere e che I bosniaci, dopo una resistenza eroica in nome della tolleranza e della convivenza, dovranno ringraziare chi uccide giornalisti e poeti. Ma già, noi le armi le vendiamo, non le regaliamo. L'Europa liberale e democratica è ormai svuotata di ogni Ideale e piena solo di se stessa, il che come ci dice Stefano Levi Della Torre, non porterà nulla di buono. A difendere l'onore degli europei a Mostar c'è un tedesco di 65 anni, che fa il sindaco, la cui casa è già stata centrata da una granata e pochi volontari. Piperno ci racconta come sono riusciti a organizzare una riunione di medici croati e mussulmani. Sembra poco, è molto. DI chi, per l'Onu, se ne sta lì a decine di milioni al mese e fa mercato nero meglio non parlare: si stanno guadagnando ville e seconde case nella paciosa Europa grazie alla sofferenza e ai soldi di chi la casa non ce l'ha più. Ora l'ultima notizia che vorremmo leggere è quella di altre atrocità commesse da chi ne ha subite tante. E speriamo che qualcuno in cuor suo non speri che avvenga per poter riaffermare un qualche principio disincarnato. Tanto avrebbe torto comunque. In Italia passiamo di processo in processo. Un amico intervistato tempo fa ci raccontò una scena di San Patrignano. In un'assemblea plenaria, l'indice di Muccioli si alza puntandosi contro una ragazza della platea. E rimbomba l'urlo: "Tu! Che sei sdentata per i troppi pompini" e, a seguire, dieci minuti di sistematica distruzione della storia personale della ragazza, inframmezzati da invettive contro il 68. Nel frattempo il pianto della ragazza, sempre più rotto, risuona nel silenzio degli astanti. Poi Muccioli scende, si avvia verso la ragazza, la prende fra le braccia e la tiene così a lungo. E' la scena madre di San Patrignano. Padre, meglio. Una nostra amica che ama San Patrignano, che presta la sua professionalità, che si è fatta degli amici, ci ha esortato a tentare di capire. Ci ha descritto la scena affascinante del refettorio, dove centinala e centinaia di giovani si riuniscono In un clima conviviale e sereno. Solo che per ordinare bisogna specificare se vuoi un'intera porzione o mezza, perché nel piatto non deve restare nulla. Egli angeli custodi sorvegliano. E lei a dirci che è giusto perché il drogato ha passato una vita a Ingannare gli altri, deve relmparare la responsabilità, eccetera, eccetera. Ma Maranzano non riusciva a mangiare. E come è possibile che nessuno si sia mosso alla comprensione che qualcosa non andava, che forse il pestaggio precedente era la causa della sua mancanza di appetito? Che nessuno si sia mosso a pietà? Così gli angeli, custodi della regola ferre;J, completarono l'opera. E' questa la responsab/1/tà? E la si può inculcare in odio alla libertà? Cosa pensare? Di Muccioli lo sappiamo, di ministri e sottosegretari in processione da tale santone anche, ma di quel ragazzi? . Crepet cl dice che ogni discorso di "ritorno indietro" suona sinistro. Sospettiamo che ogni rimessa in scena di un padre, non possa fare a meno di un allestimento di intolleranza, violenza verso Il debole, sogni di pulizia morale e sanitaria, stati etici ed etnici. L'odio verso /168non porterà mai nulla di buono. E' Impensabile che nella triste, ma ineluttabile scomparsa di padri, zii e fratelli biologici possa rifondarsi anche una fratellanza d'adozione, in cui, fra l'altro, ritrovare dei fratelli maggiori? D'altra parte non è diventato questo il padre? E se è vero che il litigio fra fratelli è fondante nella storia dell'umanità, non si può sperare che anche l'amore fraterno sia altrettanto antropologicamente fondato? E non era quella, delle tre, la parola d'ordine rimasta lettera morta? Sperare, invece, in una società in cui le donne abbiano diritto di veto sulle dichiarazioni di guerra sembra decisamente troppo. Ma succedeva, come ci racconta Maria Teresa Rom/ti, fra gli irochesi, che oltre ad essere ottimi democratici, l'omicida e il nemico il più delle volte preferivano adottarlo. Va detto che erano anche ottimi torturatori. Ma del "due" non ci si libera. Come continuare "a fare" con la certezza che il lieto fine non c'è? Come alternare lo sguardo ravvicinato e appassionato allo sguardo da lontano, scettico e fatalista? Come passare dalla cura del male piccolo alla politica e viceversa? Come perseguire un ideale debilitat~ da~ dubbio? E come combattere riuscendo anche a mettersi ne, panni del nemico, astanare il suo male in noi e, nel caso, a non cantare vittoria? Sono alcune, cl sembra, delle domande che ci pone e si pone Stefano Levi Della Torre nell'intervista delle pagine centrali. E cl scuserà se citiamo un brano del suo magistrale libro. "Si narra che quando il mar Rosso si chiuse sull'esercito egiziano salvando gli ebrei condotti da Mosé, gli angeli cominciarono a cantare un canto di trionfo. ~I/ora ~I Santo Benedetto sia, disse: Tacete! L'opera delle mie man,, , . gli egiziani, stanno morendo sprofondati nelle acq~e, e vo! cantate? Qui c'è un grande insegnamento: che la violenza e talvolta necessaria ma non per questo è cosa buona; e se la violenza non è buona, non per questo è sempre giusto astenersene. Tutto ciò ci complica la vita, perché ci impedisce di semplificare il dramma della scelta, appellandoci non alla situazione concreta ma ai principi, per salvarci l'anima. I troppo buoni spesso sono semplicemente dei narcisisti. Verso la Bosnia ad esempio un pacifismo troppo coerente può risultare in connivenza con l'aggressione, oppure omissione di soccorso, crimine fra I peggiori ... così la guerra del Golfo è stato un fattore importante, forse necessario, per Israele e per l'Olp. Ma non possiamo cantare come angeli, perché sulla giusta punizione di Saddam Hussein e sulla stretta di mano tra Arafat e Rabin c'è l'ombra di migliaia di irakeni sommersi nella sabbia." Parole sante. Per il resto, Mannheimer qui a fianco ci dice che la sinistra fraintende Berlusconi: non è la diga contro il comunismo ma contro il fascismo. Unamico di Roma ci dice che alla moschea tifano Fini, compreso chi è senza permesso di soggiorno. Auguri a loro. E a tutti. IL MERCATO DELLA POLITICA Le nuove regole della comunicazione politica, dopo la fine dei partiti. Il rischio di disprezzare la gente che ha poco tempo per leggere e informarsi. L'operazione, scientificamente programmata, di marketing di Berlusconi. L'assenza di slogan della sinistra. La grande mobilità che tiene aperte tutte le possibilità. Intervista a Renato Mannheimer. Renato Mannheimer è docente di Sociologia Politica all'Università di Genova. Secondo recenti sondaggi solo il 2 % degli italiani sarebbe interessato all'antitrust, alla libertà di informazione ... Non ho ideadel la percentualedegli interessati all'antitrust. comunque non può essere tanto alta: il 2% è poco, ma mi sorprenderci se fosse più del I 0%. Vorrei però s01tolincarelamiadisapprovazione per 1• impostazione di questa domanda. Ne approfillo per esagerareun po', ma così formulata questa domanda esprime un punto di vista che nasconde una non comprensione delle dinamiche reali della società, e questo è un a11cggiamentocomune che io trovo pericoloso. Cerco di spiegarmi. La domanda era: "solo il 2% degli italiani dice di interessarsi alla questione della libertà··. e soli intendeva: •·maallora di cosasi interessano?", tu11aviaprima di formulare una domanda di questo genereoccorrerebbeparlaredel laqucstionc della libertà così come è stata presentata dai giornali. dalla Rai. Il portinaio di questacasa. per esempio. è una persona di grande sensibilità e intelligenza. ma sicuramente non capisce bene che cos·è l'antitrust. né ha Ictio sul giornale il diba11itosulla Rai. né conosce bene la proposta dei tre saggi. Non conosce quc. te cose perché sono difficili. perché non ha il tempo per seguirle bene: la seraarriva acasastanco. probabi Imente segue un po· il telegiornale. poi guarda un· altra roba, dopodiché vaal bar a discutere di sport... Tutto questo non vuol dire che non gli interessi la questione dell'antitrust. gli interesserebbe tantissimo se gli fosl.c spiegata in termini chiari. perché non ècerto stupido, solo che non ha studiato ... E poi non tulli hanno l'interesse per la politica e per le cose sociali. Qui di fronte c'è una sala corse dove gli avventori stanno tulio il giorno a scommelterc sui cavalli. Queste sono persone intelligenti a cui però non frega niente della politica: quando andiamo a prendere il caffè insieme mi spiegano tulio sui cavalli, che è un mondo interessantissimo, molto diverso dal mio. Anche loro. come me. la ma11inacomprano il Corriere. solo che lo guardano rapidamente poi leggono 'Tu1totrot10 .. o un'altra roba. Cosa voglio dire con questo? Voglio dire che vent'anni fa il problema della comunicazione politica non si poneva come si pone oggi. Forse non si poneva perché, per esempio, a tulli interessava l'uscita dcli' Italia dalla atoe la gente era più informata? on è così. la differenza è che vent"anni fa la nostra mobilitazione politica era organizzata dai partiti. era il partito che ci diceva che J"Italia doveva uscire dalla Nato e bene o male si dava una delega al partito. Non è che ognuno ragionasse su tulio: uno diceva ..in fondo io sono di questo partito ..... ed eraanche un a11eggiamentogiusto. era un modo di risparmiare tempo. mica tutti posl.ono stare tutte le mattine :--ul giornale a studiare... Una volta non c·era il problema di avere un·opinionc su tulio. perché in qualche modo si apparteneva a una formazione politica. a una corrente ideologica (quelle che i "ociologi chiamano ·'sub-culture ..). e tulio. nel bene e nel male. fun1.ionava tranquillamente. Oggi i partiti non hanno più questa forza trainante. non ci sono più le ideologie. non c·è più il comunismo. il cattolicesimo !-.i mantiene sempre di più nclrambito religioso, per cui la gente non ha più una guida e cerca come può di capire i problemi, ma senzafarsene una ragione di vita. E' per questo che la comunicazione è diventata importante. Una volta non lo era, in fondo una volta ogni partito per vincere le elezioni diceva "gli altri sono ca11ivi,votate per me"'. E diceva che gli altri erano calli vi non per evitare che i suoi votassero per gli altri, perché non lo facevano. ma per rafforzare 1•identità, mentre oggi non basta rafforzare )"identità. bi. ogna convincere la gente. Secondo i nostri studi, nel ·92, ancora col vecchio sistema politico, ogni italiano era. in media, indeciso fra tre partiti. il che vuol dire che per uno orientato a votare per un solo partito cc n'era un altro cheera indeciso tra quallro. cinque. sei partiti. Perquesto oggi. col sistema politico nuovo. la maggior parte della gente. che non legge a fondo il giornale tulli i giorni. se viene intervistata su li' antitrust non sa rispondere: non sa cos·è. perché è una parola in inglese. e poi non ha avuto il tempo di seguire. 11punto chiave è la comunicazione. questo Bcrlusconi l'ha capito molto bene e ha cercato di comunicare in modo facile alcuni conce11i:l'ottimismo. la speranza nel futuro. il milione di posti di lavoro. il miracolo di uscire facilmente, senza fatica. dalla crisi. Prescindendodal chiedersi sequesti concelli fossero giusti o bagliati. dichiarati in buona o in mala fede. è indubbio che Berlu!-,COnil hacomunicati. lo faccio sempre un piccolo giochetto con i miei amici: gli chiedo di ricordare uno slogan della ~inistra. ma ne. !-,Unolo ricorda perché non c·era uno slogan della sinistra: non c·cra perché la !-.ini,.traha tra~curato di dire in modo facile delle co!-.cpure egregie. Allora, perché la domanda è impostata male? Perchédà già un giudizio di valore sulla gente che non si interessa tecnicamente del problema dell'antitrust, e non si capisce che la maggior parte della gente non merita un giudizio di valore negativo. Sono quelli che fanno politica che non capiscono che la gente non li sta a sentire se parlano complicato, mentre oggi siamo nell'epoca della comunicazione di massae questaha cambiato la ituazione: dall'epoca dei partiti siamo passati all'epoca della massa.La comunicazione è diventata un a pello e senziale della politica equindi è nece sario comunicare con semplicità. Ho letto che Rocco Bu11iglione, leader dei popolari. sta facendo delle cose sulla comunicazione perché, ha dichiarato. vuole riprendere i voti di quelli che leggono poco i giornali, che guardano solamente la televisione, e hanno ancora valori ca11olici. Ha ragione, solo che va anche dello che la comunicazione non è tu11ala politica. che dietro la comunicazione ci vuole un --prodollo ... qualche cosa. cd è questo che va comunicato. Gli clc11ori non vanno trattati come se fossero deficienti. o gentaglia persache si occupa. olamente di donne e motori. perché l.Ono sensibili alle problematiche sociali. però queste problematiche gli vanno dette in modo chiaro. non si può pretendere che la gente che non si occupa di politica per professione o per passione segua con costanza tulio. Quindi lei ritiene che la comunicazione, la capacità penetrativa di uno slogan, non sia legata alle reti televisive che uno ha... Bcrlusconi ha vinto per tulle due le cm,e:avere le tclcvil.ioni aiuta molto. non avendole è molto più com-
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