Una città - anno IV - n. 32 - maggio 1994

Le reazioni degli altri Le reazioni dei genitori e dei familiari, probabilmente perché abbiamo intervistato, per caso, in prevalenza persone con famiglie 'antifasciste della prima ora', sono stategeneralmente di stupore non tanto per quello che era successo, per la proclamazione delle leggi, quanto per il comportamento della gente e del re. Nella Errera ricorda: "Mio papà è stato un antifascista della prima ora e ha sempre detto che non ci si può fidare di una dittatura, quindi non si è stupito affatto ... e poi era già successo in Germania nel '33 e aveva detto: -Può succedere qualunque cosa, in qualunque modo, in qualunque momento-. Perciò non si è stupito affatto". Guido Fubini, di famiglia laica, a proposito del proprio padre, che aveva vissuto il Risorgimento, dice: "Mio padre, 'mangiapreti', come rabbini è stato spinto da tutto ciò ad affermarsi ancora di più italiano ..." Sandra Bachi Fubini, a proposito dei suoi genitori afferma: "Forse loro se l'aspettavano, forse pensavano che non era la fine del mondo, come non era la fine del mondo non avere più una personadi servizio; mio padre ha potuto tenere aperto il suo studio legale, e questo fino al '43. Invece, quando l'armata tedescaè arrivata a Torino le cose sono cambiate, c'era la caccia all'uomo". Lia Errera dice: Quando c'è stata l'uscita delle leggi, papà non c'era, erad'estate ed eravamo in montagna, credo chemia mammaabbia pianto, ma s'è ritirata, perchénon voleva farsi vedere da noi; c'era mia zia e si sono ritirate di là, credo cheabbia pianto. Per il tradimento, non tanto di Mussolini, per quello che ci riguardava, perché noi non gli abbiamo mai creduto ..., ma della gente, checi havoltato le spalle, quasi tutta -non tutta- e del re, che era il garante dello Statuto". Infatti, sempre Lia Errera prosegue, parlando della gente: "Il pubblico, cioè la gente, non ha reagito minimamente, a parte le solite eccezioni, pochi intimi, ma il grosso della popolazione seneè infischiato completamente, anzi, hanno detto: -Oh che bello, ci lasciano il posto di lavoro libero, lo posso prendere io- ... Ma anche in copertina de La difesa della rau.a, n.4, 20 settembre 1938 tutta 'l'intellighenzia': alcuni si sonoschierati apertamente con il fascio, quelli della Difesa della razza e altri, pochi, proprio pochissimi, hanno alzato la voce contro questa cosa e sono stati subito messi a tacere e il grosso... niente, ha trovato tutto normale, silenzio". Alcune isolate manifestazioni di solidarietà da parte di estranei, però, ci sono state, come riferisce Fernanda Monte! Anau: "Andavo alla Berlitz per le lingue e lì, invece, sono stati molto carini, perché anche loro avevano avuto ordine di non tenere allievi israeliti, di razza ebraica come usava dire e hanno chiesto se qualcuno avrebbe messo a disposizione la casa per fare le lezioni ai gruppi di israeliti. Infatti, dame venivano per fare francesee inglese; andavano nello studio di un avvocato, che purtroppo è statodeportato, per altre lezioni. Tra di noi c'era solidarietà, ma la Berlitz si è comportata bene, veramente molto bene". Sempre parlando di professori, Sandra Bachi Fubini dice: '·Quando ho dato questo esame di Ragioneria, c'era un'insegnante che controllava l'aula ed ha detto davanti a tutti, eravamo seduti ai tavolini e noi cinque sempre seduti davanti, perché potevamo essereinfetti e infettare gli altri e questa ha detto a tutta la classe: -State tranquilli che in questo Istituto non si fanno ingiustizie, saràtenuto conto di chi, per motivi indipendenti dalla propria volontà è costretto asedersi nei primi banchi- e sono questele coseche io ricordo eche allora mi fecero piacere, questo riconoscimento da parte di un'insegnante mai vista, certamenteantifascista, chenon approvava queste cose: siccome dietro tutti copiavano, avevano libri ... noi, nel primo banco, copiavamo ben poco". · Parlando, invece, degli amici di famiglia, Nella Errera racconta: "Ci sono statedelle • personeche proprio hanno tagliato i ponti. Per esempio a casa mia si faceva musica, tutti i sabati veniva un quartetto d'archi, perché mia mamma era violinista e c'era da anni ed anni una tale che veniva regolarmente e che ha tagliato i rapporti, per paura...". Sempre Nella aggiunge. "Avevo un'amica -eravamo molto amiche- io non LA STAMPA DI ALLORA Continua l'epurazione scolastica L'epurazione ebraica nelle scuole che assicurerà finalmente una cultura e una preparazione spirituale del tutto fasciste, cioè italiane, è oggetto di immediati e scrupolosi studi da parte di vari enti direttivi, affinché essa sia applicata con giustizia e rigorosa disciplina. da "La Stampa" del 3 settembre 1938 L'azione razzista Gli ebrei di cittadinanza italiana, i quali abbiano indiscutibili meriti militari o civili nei confronti dell'Italia e del regime troveranno comprensione e giustizia, quanto agli altri si seguirà nei loro confronti una politica di separazione. da "La Stampa" del 7 settembre 1938 giche; il sintomo si nota soprattutto in certa borghesia intellettualoide che ha succhiato le superficialità corruttrici della cultura cosmopolita giudaica. Però, bisognerà intenderci sul valore del cosiddetto caso pietoso. E caso pietoso dovrebbe essere quello di un giudeo straniero che, giunto fra noi senza un soldo non potrà ripartire coi milioni guadagnati alle spalle del nostro popolo! No! La pietà non è dabbenaggine. da "La Stampa" del 9 settembre 1938 Come i fascisti raccontano l'America Gli ebrei in America si dedicarono a preferenza al commercio e alla speculazione. Non si può resistere alla concorrenza ebraica. La vita secolare del ghetto li ha allenati ad ogni astinenza e resi atti a vivere in ambienti talmente corrotti ed infetti che Pietismo fuori posto ucciderebbero in breve tempo anche i più Ci giunge l'eco di intenerimenti compassio- bassi elementi di altre razze. In questo nevoli sulla sorte dei "poveri ebrei". Non fra caso si tratta proprio della sopravvivenza il popolo che lavora e che sa ben distingue- darwiniana del più adatto e il più adatto non ebrei dopo aver invaso l'industria e il commerciomonopolizzandone alcuni rami, hanno preso d'assalto le professioni. La mancanza di etica nell'esercizio professionale è l'accusa più comune, quasi unanime lanciata contro il professionista ebreo. Amerigo Ruggiero da "La Stampa" del 1 ottobre 1938 La difesa della razza Il Gran Consiglio del Fascismo, in seguito alla conquista dell'Impero, dichiara l'attualità urgente dei problemi razziali e la necessità di una coscienza razziale e ricorda che il Fascismo ha svolto da sedici anni, e svolge, un'attività positiva diretta al miglioramento quantitativo e qualitativo della razza italiana, miglioramento che potrebbe essere gravemente compromesso conconseguenze politiche incalcolabili da incroci e imbastardimenti. I provvedimenti prevedono: -divieti di matrimonio con ariani -le nozze con stranieri anche se ariani devono essere autorizzate dal Ministero degli Interni e sono assolutamente vietate per i dipendenti statali -cattedre di razzismo saranno istituite nelle Università. da "La Stampa" del 7 ottobre 1938 Epurazione negli enti culturali I circoli e gli enti e i sodalizi hanno eliminato gli ebrei dai consigli direttivi e in genere dai posti di responsabilità. C'è qualche circolo che non l'ha fatto? Può darsi ed è per lo meno strano che sia così. I ritardatari è ora che si mettano al passo. Ecco il problema nei suoi termini più chiari: «Noi neghiamo che i non italiani (stranieri o ebrei) possano vivere la nostra vita, come non vogliamo vivere la loro». da "La Stampa" del 15 ottobre 1938 Come la Polonia affronta il problema Il governo polacco intende trovare una soluzione al problema ebraico: si tratta di impedire che gli ebrei stranieri, costretti a lasciare quei paesi che opportunamente si difendono contro la loro subdola invadenero mai andata a casa sua, ma lei veniva molto spessoa casamia, e un certo giorno non è più venuta e mi sono stupita, allora mi hadetto: -Non offenderti, maho chiesto al confessore e lui mi ha detto di non andaremai acasadi unebreo- beh, naturalmente mi sono offesa!" Venendo ali' ambito scolastico, che èquello che ci riguarda più direttamente, possiamo notare che l'espulsione dei ragazzi ebrei dalla scuola, tranne rari casi, è passata sotto l'indifferenza generale dei compagni di classe: inizialmente forse per inconsapevolezza, poi per paura "L'altro giorno, parlavo con unaex compagna di questa cosa e diceva: -Eh, non ce ne siamo mica accorti ... No, nessuno ha detto niente...-" dice Lia Errera. Sandra Bachi Fubini, parlando dei suoi compagni, ricorda: '·Io li ho incolpati molto di quest'assenza di sensibilità nei miei riguardi ... Non ho avuto la solidarietà che mi aspettavo... Forsepretendevo delle cose che... eranoassurde;probabilmente asedici anni uno non può rendersi conto di quello che avviene, anche se nello stesso ambito è stata una cosadi tale gravità, che probabilmente chi non è stato colpito non ha capito che cosa succedeva lì vicino. Non si aveva laconsapevolezza, sì,gli altg non l'avevano di noi e noi, in fondo, non l'avevamo di noi stessi". Ad alcuni intervistati abbiamo chiesto se i compagni di classesapevanoche loro erano ebrei; Nella Errera risponde: "Sì, certamente lo sapevano! E se ne infischiavano altamente, come ce ne infischiavamo noi; non importava anessunoprima! E' dopo le leggi razziali che...". "Certo che lo sapevano! Qualcuno è rimasto così, amico carino, come vi ho detto, molti altri non mi conoscevano più" dice Fernanda Monte! Anau e prosegue: "In ogni modo, del periodo scolastico ... è stato abbastanza pesante, soprattutto perché molte persone che si pensavano amiche, che avevano frequentato la nostracasa,ci hanno proprio voi lato la faccia. Qualcuno èstatosplendido, qualcuno faceva finta di non conoscerci. Quello ti faceva male". Aldo Muggia ricorda: "Non ho più visto i compagni di scuola, ho incontrato qualcuno dopo la guerra, ma in pratica li ho persi di vista. Non c'è stato qualcuno che si è preso la briga di dirti: -Guarda che ti vogliamo bene lo stesso, anche se non ci sei più non è colpa tua, no...-". Lia Errera si è sentita abbandonata: "Perché? Perché, così, gli amici spariti? Non tutti eh, ma quasi. Noi avevamo la nostra scuola, i nostri compagni di classee... così, di colpo, buttati fuori, più niente... Sì, ma davvero, non soltanto..." Tutfavia ricorda anche: "Una mia amica, compagna di classe -oddio, più rivale che amica- in quel momento mi ha detto: -Adesso se vuoi diventiamo amiche- ... Non tutti ci hanno voltato le spalle, qualcuno c'è stato, degli altri non ho più saputo...". Infine, Giorgina Arian Levi, alla quale abbiamo chiesto come si sono comportati i suoi colleghi professori ha raccontato:. "Questo preside Morelli si è rivelato, in seguito alle leggi razziali totalmente ignorante sull'ebraismo, come anche il professore di storia contemporanea con cui mi sono laureata. E così, mi ha chiesto: -Ma è proprio vero che voi ebrei appartenete al complotto giudaico- plutocratico ...?-... Io mi sono proprio scoraggiata, perché, insomma, mi conosceva daquando avevo 16 anni echiedermi quello ... Quindi lui aveva già recepito la propaganda antiebraica ... Poi, però ho saputo da colleghi, che nell'assemblea di inizio anno aveva detto: - Quest'anno perdiamo due dei nostri migliori insegnanti- che era già un atto di coraggio in periodo fascista. Ed eravamo io e la professoressa Bachi". - za, vengano ad aumentare il numero degli ebrei residenti in Polonia, i quali vorrebbero appunto attrarli nei loro ghetti. da "La Stampa" del 18 novembre 1938 L'esclusione dei non ariani dagli enti culturali torinesi «Si ~a che di cultura noi italiani ne ammettiamo una sola: quella fascista. Anche nei regni dello spirito quindi è stata fatta piazza pulita e si potrà respirare liberamente!". Pingonius . da "La Stampa" del 23 ottobre 1938 L'odio verso gli ebrei in Piemonte Nella popolazione in genere l'ebreo era molto malvisto. E quest'odio contro i figli dei figli di Giacobbe da parte del popolo derivava soprattutto dall'evidente odio dei giudei contro gli italiani, contro i riti cristiani, contro Cristo stesso e tutto ciò che riguardava la nostra religione. da "La Stampa" del 2 dicembre 1938 - Bros°folecaerGrnlosigSianéoe il migliore. Gli UNA CITTA' 9

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