Una città - anno II - n. 9 - gennaio 1992

intervista a Giovanni Tassani------------------- Cllesterton diceva elle da quando l'uomo Ila smesso di credere in Dio non è elle non creda più in nulla, egli lta cominciato a credere in tuffo RELIGIOSITA' E POLITICA DOPO LE IDEOLOGIE Recentemente Giovanni Tassani ha raccolto in un libretto dal titolo "Identità e appartenenza. I cattolici italiani e la sinistra che cambia", Edizioni Lavoro, alcuni suoi scritti sul tema della laicità, dell'impegno civilee dell'ispirazione cristiana oggi, inun momento storico di incertezza, ma anche di sommovimenti culturali, ideali e politici. Gliabbiamo quindi chiesto di ritornare a discutere con noi di questi problematici rapporti. Si può pensare che oggi il post-industriale, ali' interno cattolicesimo, la chiesa, ab- della coscienza, con elementi bia più "spazio libero" ri- di autenticità o inautenticità. Il spetto al passato? Che la cri- cattolicesimo ha subito per si politica e ideologica della primo l'ondata secolarista nesinistra lasci un fortissimo gli anni sessanta, e ne è alla spazio all'azione della reti- fine, tutto sommato, saltato gione, sia sul piano sociale fuori: con varie risposte, di tipo che anche politico? reattivo o intimistico, e varie Sarebbe bene innanzitutto di- modalità istituzionali e comustinguere tra l'azione religiosa nitarie, moderate o radicali. in senso proprio, con l'anima- Voglio dire che la sua lotta con zione sociale e culturale a que- questo tipo di modernità l'ha sta connessa, definibile come già combattuta e, in parte, su- "piano dell'evangelizzazione", perata. Dalla seconda metà devita privata tramite le industrie culturali e di consumo. Poteri privatistici forti, di difficile regolazione, che non rispondono se non alle darwiniane leggi del mercato. L'imbarbarimento e l'instabilità di tutto l'est europeo, tra l'altro, rappresenterà l'Eldorado per questi nuovi poteri. Torniamo dunque al problema iniziale: il cattolicesimo, la chiesa, come nuovo soggetto, antemurale culturale se non politico rispetto a un nuovo avversario, il secolarismo, o nichilismo? La chiesa ha di fronte due terreni di confronto e di impegno, di testimonianza e di lotta: il primo corrisponde a quello che ho chiamato il "piano del1'evangelizzazione", esprie "piano politico" attinente ad gli anni settanta è una o più progettualità in fun- la "sinistra", iniezione o del cambiamento sto- sa come progetrico o della gestione dell'esi- tualità riformatristente al fine di ottenere il mas- ce forte dei poteri simo di "bene comune" possi- e delle strutture bile. Sul primo piano in teoria della società, ad gli spazi sono più aperti che in essere intaccata passato: un certo laicismo ta- dall'assalto secobuistico, totalizzante, eredità laristico. frammista di positivismo e Cosa intendi per materialismo, sembra aver ce- "assaltosecolariduto ovunque il passo nell'ul- stico"? E, prima timo decennio a una visione ancora, per secopiù larga, problematica, inter- larizzazione? culturale, del significato del In questi anni si è convivere. C'è più rispetto molto usato, nel della coscienza credente, delle dibattito culturale, tradizioni religiose, della di- anziché il termine gnità della domanda e della "secolarismo", risposta religiosa. quello di "nichiliL' annunzio religioso trova smo", designante perciò, in teoria, meno ostacoli l'annientamento diretti sul proprio spazio e per- dei valori in atto corso. Si moltiplicano, come nella presente fase ognuno di noi può constatare della modernità. I guardandosi intorno, i casi di termini "secolauna nuova attenzione al reli- rizzazione" e "segioso come risposta a una ra- colarismo", che dicale domanda di senso. preferisco usare, definiscono mente la sua missione primaChe questa ripresa di religiosi- invece due diversi gradi del ria. Religione-verità versus tà non sfoci tutta in un visibile processo di separazione dal pseudo-religione, o irreligiorenoveau cattolico, mi pare sacro procedenti nella storia a ne, alienazione. E il piano delevidente: è una ripresa d' atten- partire dall'occidente. E' il la chiesa-sacramento, mistero zione, sintomo di una sensibi- cristianesimo, a partire dalla peregrinante con cui Dio aclità che si affaccia spesso nella sua radice ebraica, che ha in- compagna la storia umana. Il storia, specie nei momenti di trodotto nella storia dell'occi- secondo corrisponde alle mecrisi e trapasso, non una con- dente il principio della distin- diazioni intrastoriche, in qualfessionalizzazione di massa. zione del temporale dallo spi- che modo politiche, della chieRicerche come quelle di Ga- rituale. Il sacro, il numinoso, sa istituzione. relli (Religione e chiesa in /ta- come segno dell'impotenza Ebbene, a mio avviso una calia, Il Mulino), o dell'Ispes, umana, è con il cristianesimo ratteristica di lunga durata nelvanno lette insieme ai dati sul- ricondotto a orizzonte e con la storia della chiesa, corrile scelte maggioritarie dell'ora ciò purificato, distinto dall'a- spondente a una teologia di religione a scuola e del fi- zione dell'uomo sulle cose. consolidata, è quella che vede nanziamento dell'8 per mille Secolarizzazione quindi come la chiesa giudice della storia alla chiesa cattolica: la gran continua ricerca del limite, dei umana sulla base della conformaggioranza della popolazio- contorni che danno forma al- mità di essa al piano divino. Il ne fa un'opzione, gratuita, non l'azione umana: senza elimi- Concilio Vaticano II ha riatsfavorevole alla chiesa e, nelle nazione del sacro, né vicever- tualizzato questo compito riinchieste citate, si dichiara sa sua confusione, intrusione, definendo la chiesa come "secredente. Ma poi sceglie com- assorbimento, nelle leggi della gno e protezione della trascenportamenti morali, sociali e scienza e della polis. denza della persona umana". politici con grande libertà di Solo nell'ambito di ciò che è Viceversa la chiesa come tale giudizio personale e, a volte, stata la cristianità si può allora non produce nè cultura nè con scarsa congruenza con gli parlare di laicità come valore. prassi politica: non è agente orientamenti magisteriali. L'illuminismo ha rappresen- primario di civilizzazione, anSono aumentati di molto, par- tato un eccesso, se non l'asso- che se contribuisce con mille rebbe, i credenti in questi anni, Iutizzazione di tale linea di opere e segni diversi, deboli, un po' meno i praticanti rego- tendenza, oltre la forma della misconosciuti e a volte eroici, lari, mentre paiono diminuire laicità a matrice cristiana. Le alla storia comune. gli agnostici e quasi scompari- moderne ideologie di massa La sua "dottrina sociale" non re gli atei. Tirando le somme il hanno poi assorbito il sacro può dunque essere comparata clima culturale dovrebbe esse- credendo di annullarlo, e ce- a un qualsiasi disegno di trare con ciò più favorevole alla dendo ali' hybris di dominio, sformazione politica. Di quechiesa, ma io continuo a rite- hanno condotto a quel secola- sto sono convinto. Trovo pernere che la questione non è poi rismo cieco, saturnico, da cui tanto le celebrazioni, spesso così semplice e facile. oggi tutti stanno prendendo le corrive, della "dottrina sociaVuoi forse dire che altri av- distanze. Il rischio è semmai le" come segno di debolezza versari ideologici stanno che ora vinca il filisteismo pie- culturale: l'insegnamento, la prendendo il posto del co- colo borghese, dell'uomo non raccomandazione, l'esortaziomunismo, nell'immaginario più massa ma consumatore ne morale in campo sociale cattolico e in particolare del- appagato. non ha alcuna capacità terale gerarchie ecclesiastiche? Chi vincerebbe così? peutica rispetto ai gravi proNon direi proprio questo, ma Sconfitti i grandi disegni pro- blemi sociali e politici su granpiuttosto che lo scontro e il meteici, non è venuto meno de scala. E' un discorso che confronto tra religione, irreli- l'assalto secolaristico di cui si appella giustamente le singole gione e pseudo-religione si parlava prima: la mutazione coscienze e comunità, non una sposta su un terreno più sottile, del soggetto, a partire dagli panacea, una chiave risolutilungo una linea "in interiore interessi forti e immuni, pre- va.degli immensi problemi che hominis". In altre parole: stia- senti oggi più di ieri sullo sce- oggi, per esempio, la caduta mo passando dall'epoca della nario mondiale. Per dirla con del comunismo ha lasciato, se mobilitazione e manipolazio- Alain Touraine il problema possibile, ancor più irrisolti. ne delle masse a quella del- oggi non si pone più tanto o Basti guardare ai casi di Polol'uso e della manipolazione soltanto in termini di sfrutta- niae Filippine, ove la chiesa ha delle coscienze. Il conflitto si mento economico, quanto di saputo svolgere un ruolo diasposta sempre più, almeno per alienazione sociale. Nuovi po- letticamente utile di pars de- B 16001oléC~ICOG lenOno gaìàn couens, senza capacità, però, di pervenire poi a una nuova sintesi propositiva nel processo di ricostruzione democratica di quei paesi. Se questo è vero, la chiesa dovrebbe allora, come in effetti fa, concentrarsi massimamente sul suo ruolo spirituale e di garante della dignità umana. Parlare al cuore e allo spirito dell'uomo di amor di Dio, di esperienza spirituale, di realtà ultime, di resurrezione dei corpi, continuando a essere: "scandalo per i giudei, follia per i pagani". Dialogare e competere con, ma anche contrastare, le pseudo-religioni, i fondamentalismi e i settarismi che in ogni parte del mondo semplicisticamente ri-confondono il sacro con la dimensione profana, laica, del vivere associato. Chesterton diceva che da quando l'uomo ha smesso di credere in Dio non è che non creda più in nulla, egli ha invece cominciato a credere in tutto. Oggi viviamo precisamente in questa situazione: il secolarismo pratico, cui siamo indotti dagli automatismi dei poteri alieni da ogni controllo (i "tentacoli del progresso" che avviluppano come derivazione dell'occidente l'intero pianeta), più una religiosità optional, da super-market , ove tutto è conciliabile con tutto a giudizio di un ego sempre più fragile e blandamente presente. Superficialità del soggetto e generale mercificazione. Incapacità a trascendere le coordinate storiche empiriche: una sorta di sabbie mobili. Mi par di capire, sul filo del tuo ragionamento, che il concentrare il discorso, come si fa in Italia, sul fatto politico, sia più un segno di debolezza che di forza, da parte della chiesa. Quando il cardinal Ruini insiste sulla necessità dell'unità politica dei cattolici lo farebbe allora non perché avverta l'occasione di una rimonta politica cattolica, quanto per paura che gli si sfarinino sotto i piedi le coordinate politiche del partito nominalmente cristiano. In un certo senso è proprio così. Ma tutto quanto siamo andati fin qui discutendo dà ragione, credo, almeno in parte, anche di questi timori. Il discorso si fa qui più complesso e occorre andare con ordine. La storia del movimento cattolico in età contemporanea, postrivoluzione francese, è una storia ricca: di un appello ecclesiastico raccolto da una porzione notevole di popolo, una alleanza chiesa-popolo al posto di trono-altare, un appello al laicato in nome della grande capacità di "rappresentazione" dell'istituto ecclesiastico, direbbe Cari Schmitt. La chiesa transita alla modernità con la mediazione di un "soggetto" popolare, il movimento cattolico per l'appunto: da tutto diviene parte come annotò esemplarmente Gramsci, grazie a un "popolo fedele", contadino, artigiano e, con più difficoltà, anche operaio, che cerca ed esperimenta in nome dei valori cristiani una terza via che lo rappresenta meglio, volta a volta, del liberal-liberismo, del socialismo, dei totalitarismi di destra e di sinistra. Ketteler, Leone XIII, Manning aprono la strada, ma poi sono i Murri, gli Sturzo, i politici e i sindacalisti "bianchi" a rassodare il terreno delle imprese cooperative, delle riforme legislative, del moderno contrattualismo, della statualità democratica: troviamo qui un lungo processo di secolarizzazione come esperienza allargata da parte di cattolici, delle forme e misure della politica in situazione storica. E' il mondo della politica, in un'età di grandi contrapposizioni: il "secolo delle ideologie" da cui stiamo oggi uscendo, anche se non in modo tranquillo. Ma c'è anche un'altra dimensione in questo contesto: la dimensione super-politica, metapolitica, che mi piace esemplificare in un motto caro alla gioventù cattolica tra '800 e '900 che rappresenta, se si vuole, l'inconsapevole rispoTutta la scelta chevuoi Vialedell'Appennino1,63 -Forlì sta al decreto nichilistico di Nietzsche: "Dio è morto!". Quel motto è, proprio ali' incontrario: "Dio non muore!", ed è il messaggio agonico d'un martire sud americano, il presidente equadoriano Garcia Moreno assassinato da un fanatico anticlericale, diventato patrono di tanti circoli cattolici all'inizio del secolo. E' la radice più vera e profonda. Voglio dire con questo che la minaccia diretta delle ideologie al cristianesimo ha, ancora e maxime in questo secolo, evocato nel cattolicesimo un legittimo, controcanto "partigiano". Con la fine del "secolo delle ideologie" si può infine pensare ad una ripresa universalistica del cristianesimo, alla messa in mora del suo legittimo, anche se spesso travalicante, "uso partigiano". Finisce il comunismo, va in crisi il concetto di "sinistra", e, a questo punto, con la diga, cadono anche le ragioni di un partito come la Dc. I vescovi temono lo squagliamento e lanciano le loro "grida"... C'è una perdita di senso, indubbiamente. Che scopre tanto più direttamente la debolezza di teoria politica in campo cattolico. In fin dei conti, per mantenerci in Italia, tutti i momenti alti del movimento cattolico e poi della Democrazia cristiana sono, più o meno direttamente, collegabili a momenti alti del socialismo e del comunismo italiano: Romolo Murri mutua da Antonio Labriola la lettura dei fatti storici e da Filippo Turati il modello di organizzazione partitica, in ciò proseguito da Luigi Sturzo, Alcide De Gasperi diviene presidente del Consiglio grazie soprattutto a Palmiro Togliatti, e Giuseppe Dossetti dà forma alla Costituente e impulso a una sorta di laburismo cristiano, per influsso dello spirito unitario della resistenza. Anche il tentativo di rinnovamento zaccagniniano nasce in Moro e nella Dc come risposta alla sfida insita nella proposta di compromesso storico da parte di Berlinguer. Si tratta sempre insomma di un soprassalto di dignità in ambito cattolico-democristiano come risposta alla sfida posta in atto da una sinistra progettualmente forte. Oggi questa sfida a sinistra non c'è più. E' precipitata la tensione sovrastrutturale, a trascendere l'esistente. La Dc non mi pare attrezzata, a questo punto, a rispondere con soprassalti di alcun genere a pseudo sfide come quelle delle Leghe. Brescia insegna. Non vedo al presente, per ritornare alla domanda iniziale, un grande spazio pronto per una politica cristianamente ispirata e rappresentata dalla DC. La DC, frutto legittimo del movimento cattolico, è passata dalla fase positiva della secolarizzazione, di cui dicevo prima, alla fase, comune a tutti i partiti in varia misura oggi, del secolarismo, come accettazione dei processi "spontanei" di gestione di fette di risorse e consenso. Risultato: la tanto citata "autoreferenzialità" di gruppi ristretti, che rappresentano sempre peggio gli interessi generali perché hanno perso i canali di partecipazione popolare. Gli ambienti cattolici, ecclesiali, intuiscono ciò, ma non posseggono la forza, né teorica, né materiale, di fare epoché, o di costruire spazi nuovi. Del resto ripartire ex novo non è mai impresa facile. Conclusione pessimistica .. Bisogna sempre saper mettere a fuoco le proprie lenti. Siamo finiti a parlare di DC, ma il problema, come spero di essere riuscito ad evocare, è ben più complesso. Personalmente, forse col passare degli anni, capisco sempre più e meglio le "ragioni" di ognuno: capisco così perché i vescovi sono preoccupati del secolarismo, ed anche della DC, che non tiene e non "rappresenta" un tessuto cristiano popolare ..., ma francamente mi aspetto dalla Chiesa una visione più alta e distaccata, universale, dei problemi umani. All'algido burocratismo clerico-moderato di mons. Ruini, che oggi appare vincente, continuo a preferire l'ispirazione biblica anche nella lettura dei fatti contemporanei di mons. Martini, che oggi appare perdente. Mi sia permesso, in coda, quest'unico sfogo "partigiano". a cura di Franco Melandri e Gianni Saporetti Nella foto: preti e giovani forlivesi attorno al vescovo Raimondo Jaffei, nei primi anni 20. ~ Natura I f·. 111111ta ALIMENTINARMONIACONLANATURA Frutta e verdura, formaggi, pane, biscotti integrali, latticini, pasta, prodotti senza zucchero e/o sale, alimenti e cosmetica prima infanzia, detersivi ecologici, cosmesi naturale, macrobiotica, ecc ... MINIMARKET Via Ravegnana 81/c Forlì - Tel. 796039 UNA CITTA' 3

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