Terza Generazione - anno II - n. 12 - settembre 1954

Per questo egli fu chiamato un " liberale ": e di vero certo in questo e'è che, grazie alla sua direzione, i cat~o– lici hanno difeso la sostanza dell'opera storica del libera– lismo, quella parte che è diventata ormai realtà inelimi– nabile della nazione italiana e che si manifesta appunto nel pieno movimento di tutte le sue tradizioni e di tutte le sue componenti. Nla l'insinuazione che si è voluto compiere attraverso l'affermazione del liberalismo di De Gasperi, quella cioè di aver snaturato il movimento civilé dei cattolici laicistiz– zandolo, è falsa. La posizione di De Gasperi ehe pose il movimento civile dei cattolici al servizio dell'ordine civile e della democrazia, che ne era l'espressione. (lottando con– tro tutti i tentativi, anche i più generosamente ispirati, di 11 servirsi della democrazia ") è omogenea all'insegnamen– to della Chiesa relativo ai doveri dei cristiani verso la so– cietà civile: e profYrio per questa sua fedeltà sostanziale alla tradizione ha potuto evitare, pur tra difficoltà e contrasti, l'impossessamento dello Stato da parte dei cattolici e l'aper– tura · di una nuova e insanabile contraddizione tra catto– lici e laici. · Attraverso questa fedeltà, i cattolici hanno ritrovato un effet~ivo elemento di componibilità. con l'attuale ordi– namento civile, omogeneo alla loro natura di cattolici; ed il cui valore e significato non potrà pienamente rivelarsi che in futuro. Poichè per la prima volta dall'inizio dell'esperienza moderna in Italia, è avvenuto che i cattolici guardassero i loro diritti ed i loro doveri civili non sotto il profilo esclusivo della garanzia della libertà eccl.esiasnca, ma anche sotto quello della natura, dei problemi e dei compiti della società civile, tutelando il primo nei termini e nei modi consentiti dal secondo. Il pieno significato di questa esperienza apparirà sol– tanto i'l giorno in cui la difficile legge della fedeltà alla democrazia, di cui oggi tutta la nazione sente in modo va– rio e diverso il peso e la difficoltà, avrà esplicitato• la sua fecondità riposta e si sarà fatto palese come il pieno ma– nif estarsi delle libertà sia stata condizione essenziale per la loro integrazione in un fecondo ordine di vita. All'interno di questa legge di generale sviluppo della nazione, ogni grande forza civile dovrà trovare la propria fisionomia e la propria originale misura: ed anche i cat– tolici dovranno trovare il proprio auten.tico inserimento ci– vile, conforme alla loro natura ed alle loro .tradizioni. Diciamo questo perchè riteniamo che una crescita na– zionale che nasca dalla piena fedeltà alla legge della de– mocrazia non darà luogo, come riteneva la concezione liberale, ad un tipo uniforme di cittadino ma ad una mol– teplicità omogenea di formazioni, di vocazioni e di funzioni. Ora il ritrovamento di un inserimento civile proprio di cattolici fu appunto il grande problema e la grande in· tuizione di Giuseppe Toniolo: la sua opera, che parve de– stinata a rimanere senza efficacia, non potrà non essere presente con influenza forse decisiva, nel futuro sviluppo del movimento civile dei cattolici. Se così sarà, si dovrà dire che proprio la tradizione della Democrazia Cristiana come partito politico che in– terruppe la fecondità dell'azione di T oniolo, la tradizione di Sturzo e di De Gasperi, che pur dall'opera di Toniolo, fu resa possibile, restituirà il suo debito storico, riaprendo, in conseguenza della sua spiegazione e del suo compimen- liotecaGino Bianco to, la strada ad una nuova e maggiore influenza a Giuseppe Toniolo. Tra le due grandi e maggiori figure del m·ovimento civile dei cattolici in Italia, Giuseppe Toniolo ed Alcide De Gasperi, la cui azione ebbe fisionomie e destino così diversi, si rivelerà così quell'omogeneità prof onda che co– loro che dall'uno e dall'altro hanno imparato hanno potuto presentire. . . . Questa omogenità rivelerà il su~ pieno s~gni~cato p~o~ prio in riferimento al problema dei rapp~rtl dei _cattohc1 con la democrazia che è stato, in modo dz.verso, l'm1.ere$SC fondamentale di Tonio lo e di De Gasperi. L'azione di De Gasperi, che vide soprattutto il valore politico della democrazia co~e metodo, com:e.diritto e f e– ce dei cattolici una forza di supporto del diritto democra· tico, permette che la ripresa del problema di_Ton~olo per– da quegli elementi surretizi di strumento di aggiramento del potere civile che l 'aveva.no fa~ta cade~e sul nascere, ed acquisti il suo senso proprio di 1nJegraz1one della demo– crazia. E si può, anche se insufficientemente, inten~ere in che senso. L'ordinamento individualistico dell'economia crea una situazione di contraddizione con l'ordinamento democrati– co della politica poichè, concentran~o . la ric.chezz~ ed il potere economico effettivo nelle mani di pochi,. toglie _a~to– rità allo Stato e lede l'unità morale della nazione, cioe le basi stesse della democrazia. D'altro lato il collettivismo non è in sostanza 1neno incompatibile con la deniocrazia politica perchè ~l~~e que~la ampia ed aperta mani[ estazione della molteplicita nazio– nale che è elemento primario del sigriificato della demo– crazia. L'unica via possibile per un ordinamento dell'eco· nomia è l'uscita dal dilemma liberalis1no-collettivismo e la fondazione di un'economia fondata sulla libertà personale nia legata ad un'etica ed a una cultura che abbiano supera– to l'individualismo: e questo è appunto il problema di To– niolo, il compito civile universale alla cui promozione egli chiama i cattolici. E se ben si guarda, si vede come propriamente ad esso si possa legare il proprio inserimento dei cattolici nel· l'ordine civile. Si è detto come il punto fondamentale che la Chiesa ha mantenuto fermo nei confronti delle ideolo– gie politiche moderne sia appunto quello di negare la suf– ficienza dello Stato a garantire la giustizia dell'ordine civi– le: e quello di affermare conseguentemente che solo la con- . f ormità dell'azione della persona alla legge naturale è ca– pace di dar vi.ta ad un giusto ordine civile. L'inserimento civile del laicato cattolico non può con isterc che nel di– mostrare coi fatti la verità di questa posizione del Magi– stero della Chiesa: di qui la validità e l'ortodossia della tesi del Toniolo che legava l'iniziativa civile dei cattolici alla fondazione di istituzioni economiche fondate su una iniziativa personale non individualistica. E per questo che la dimensione civile dei cattolici non può dunque trovarsi che a partire dalla via indicata da Giuseppe Toniolo. La tesi e gli uomini che gli passarono innanzi nel mo– mento storico, hanno in sostanza contribuito a creare le condizioni perchè la strada da lui intuita possa giungere ad un significato civile ed un valore universale. GIANNI BAGET

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