Terza Generazione - anno II - n. 8 - maggio 1954

Un grande movimento di inch ie'>tl locali e di comitati per la 111obilita::.iu11e dei cit– tadini ai fi,zi di ww soluzione di alcuni fra i problemi scoperti, è du11que irreali::.::: 1 1bile? Un tale mo"•imcnto 11011 potrebbe Jwnz il problema dello s"•iluppo di ::olle intere, qu is1 (: reali::arc 1rn piallo noto dal .. :o/onta• risma di base? E 11011 potrebbe esso ru,i,eglzare lt sopite coscien::.e ci/;.,iili, l'autonomo crescere dal has,o della cosclen:a e delle fonnt statali? .\·ou potrebbe ,.1ivificare le istitu::.ioni esi– stenti, dai comlllli ai c:onsor:::.z, e add1nttzn.-1 operare da 1110ltiphcztorc agli stessi inter– ;_1cnti dall'alto? Per raggiw1gere qu ,,to H opo, per rirn!– vere qHesto problenM bzsog,u far llsllre le f or:::e più al the e più i ne dall'inganno della cultura tradizionale che si Lsprime nel for– malismo giuridico, nel riformzs mo am mzni– strativo, nell'utopismo politicistzco che oggi più che mai ci appaiono insllfficienti. L 'illu1ninismo: ecco il pericolo Il problema cosi posto ci permette di in– chudllare u,z'altra illusione nel sistema cul– turale 111oder110:la manzera tradizionale con 1,1 lfztale u.ene affrontato il problema dello "ii.Ìluppo della coscienza cii:ile dei uttadini, streltamente connesso come abbiamo • .:zsto al problema dello Stato. ,Yella cultura tra– dizio,zale c'e un fidezstu_o uedere nella for– ::.a progressz-.,,,a del/'educa::.ione: il problem 1 della base statale i,iene affrontato illumznz– slicamentc come wz problema di diffusione dell'educa:ione ( 1). La lotta a/l'a,zalfrzbetismo e la stessa cul– tu,a popolare, per qztanto ben meritane, lwwzo dimostrato clz no,z essere sufficienti a co,ruertire all'idea e alla coscze,zza dello Sta– to gli uomz,u al di fuori della storia mo denza. L'arrivo della cultura mode11za 11011colle– gato ad wz effettivo sviluppo moderno ha portato allo sradicamento di intere comuni– :à con degli effetti disgregativi che si sono risolti sempre in termi,zi evenh-i. Anche questo è massima me,zte Vl ro ,zel ,\Jez:ogionzo: finc/zè l'istituzio,ze stat'lle ave– i)a una larga zona di margine H JJoteva sempre sperare che ad un Jnimitzvo sradz– canze,zto sarebbe seguita ww fase di a)se stamento la quale attraverso la formazione di forze politiche moderne a,,,rtbbcro rie 011- dotto 11ell'amhito statale le 1u10-e Jnese di coscienza storiche. In realtà la disgregazione ha OJJcralo 11011 in termini di con<1uista di wz'autonomia chi/e e di w1a Jmrtecipa:::io11e attiv✓, allo Stato, 111a necessaria11u:11te, conseguente111e11/c al/"i111postazio11e riformi.,tica, ha operalo svi– lup/><nulo il I ive,zdica::.ionismo evl'nno. Al /J1n1Lo che oggi con i margull estrem.,onenl<' rido/ti, .u,za ricomJ1osizlone dellll societa ci– vile actonzo allo Stato appar<' eslremamente difficile e man mano che gli uomini fuori a· liotecaGino Bianco della storia vengono raggiunti e in qualche manzercz si,·egliati dalla cultllra moderna e dal/'edllta::.zone popolare sempre più llHt-1- bilc appare l'equilib, io dello Stato esistente. li problema 11011 è lllzu11i11i,tzcame11te quel– lo di portare i p, incipi del progresso, della democrazia e dell'igiene nei paesi arret1uti. ma quello di inserire zrn elemento di svi– luppo autonomo dell'zrnzamtà e dei i-alori che permettono a questi uomini di conti- 1ware a i,,ive, e; che permetta ad essi di ri– prendere il moto di sviluppo dal punto in cui sono, senza sradicamenti e sen::a per– dite secche. ,,lnche qui si tratta evidente– mente di non concepire lo s7.,,ifuppo come w1 moto di forzosa modernizzazione ma come una ricomposizione omogenea delle zone d civiltà moderna con le zone arretrate, aF– fìnchè gli autonomi risi,egli e gli alli1,ea– menti storie i siano da un lato la ricom po– sizione del comune destino degli uomini che vivono nel medesirno paese, e dall'altro rap– prefìentino un arricchimento continuo della ..,ita dello Stato. Da tal punto di v:'-lu l'zdea/e dd pro– gresso va modificato profondamente, app10- fondeudo la conzprensione del concetto d. !.Viluppo e di una partecipazione attiva, mo– bilitante di tutti gli uomini alla ricostru– zione della storia comune, ciascuno con il suo carico attllale di esperienze, di tradi– :w11z, dz va/on e di esigen::t. Insistere sulle illusioni illzuninistiche di risolvere il problema della base statale con la diffusione della cultura moderna a lh-el– lo popolare, cultura sradicata e a sua 1.,olt 1 \radicante, porrebbe in termini sempre più difficili il problema della costruzione dello ';tata in Italia, aumentando in maniera in– discriminata la potenza eversiva della sz– t uazione. L ~illusione italiana · il riformi– s1no Di conseguenza 1,;orremmo aggiunger."' qualche elemento ad un J1roblem,z che è strettamente lc:gato a qllanto sopra abbiamo detto: si tratta della constatabile iJzsuffi– cien:::a del riformismo a ri5ol..:ere il proble– ma della co,zsenazione dello .Stato. Noi cre– dia1110 c1z,, la posizione del riformismo si ✓z forse valida in Wlfl società ill piena espan– sione, ma insufficie11 te in zuw società sta– tica e in ilnoluzione, poichè il riformismo presuppone delle forze in sviluppo alle qHali applzcme l'onere dell'asscs lamento tra la loro crescita e le climensiolli preeçisL'nti. 1\/a allclze i,z questo caso possiamo i,.,t•de– re zn tcrmi11i çforici come si po1le il pro– blt,ma del riformismo i,z Italia. Il problema del ,\I e.:zogionzo e la que– stio,ze nazionale del rapporto .Vord-Sud, 1w,z pe, mette di gara11tire lo sviluppo I?· :donale attra1,;erso le formule esistenti. In un primo luogo l'intervento statale, in genere econornico, nella situazione meridio- nale, per la sua natura riformistica, è asso– lutame1lte parziale. Lo Stato interviene mo– dernarnente con alcuni strumenti lasciando in piedi una pratica ed un comportamento non moderno in altri suoi strumenti. L'azio– ne riformista è così neutralizzata da altre azioai condotte in proprio dallo stesso Sta– to, e questo principalmente perchè essa è insufficiente ad imprimere un moto che in– vesta tutto l'apparato statale. In secondo luogo l'intervento riformistico non riesce a raggiungere gli scopi che si prefigge, se non promuove una cosciente par– tecipazione di coloro che ad esso sono in– tert:ssati. Il livello del sistema democratico rappre– !.entatho in Italia non sembra tale da pro– muovere ed esprimere questa partecipazione attha: direrno di più: esso non riesce a ga– rantire la base democratica popolare del– l'elettorato contro i prepotenti interessi ed interventi dei gruppi corporativi orga.niz– zati, o addirittura dei gruppi monopolistici . Anche in questo caso il riforn1ismo appare parziale perchè non riesce a inipostare il problema del rinnovamento in termini che includano tutto il sistema. Infine il rifomismo presuppone delle for– ze espansive nel sistema. Il problen1a rin1ane dunque aperto anche per un altro aspetto: l'attuale struttura inz– prenditiva legata alle attuali fornzule di or– din,nnento produttivo, di gestione e di pro– priecà, sembra onnai assolutamente inca– pace di ogni tentativo di espansione, cosic– chè sorge il problema di nuove invenzioni in questo particolare settore. Quello che in Inghilterra diviene un obietti1.,o programma consen;atore data la omogeneità di sviluppo della società (vale a dire la garanzia di un effettivo funziona– me11to democratico, l'intervento nel sistema economico per garantire l'espansione nella maniera più razionale e funzionante, l'ade– sione allo Stato di masse '' educate " e la direzione dello Stato da parte di ùztellettzn!i moderni) non ha in Italia nessuna possi– bilità obiettiva di realizzarsi. E' importante che di questo ne tengano conio gli intellettuali perchè abbandonato il mito del riformismo, siano in grado di col– legarsi funzionalmente allo sviluppo nei soli termini oggi pos.sibili: vale a dire cercando di promuovere il maturan;i organico della base statale e portando al livello storico nufJ– ve forme di coscienza civile già vive nella _ç0- cietà italiana ed esistenti al livello mon– diale impedendo clze il diffuso concetto d<'l riformisnzo le deformi sistematicamente in senso rivendicazionistico ed eversivo. Una dimensione laica per i cat– tolici? Non così direttamente legato az prece– denti ma pur esso fondamentale, ci appare il problema del rapporto tra Chiesa e Stato:

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