privilegi, prima lo subisci poi se tu ad imporlo", "O ti fai rispettare dimostrando di essere il più furbo e il più forte o soccombi", "Più ti dimostri disponibile più fatichi, più ti inculano", "a essere solidale non ci ricavi niente". Così accadeva, paradossalmente, di non riuscire a convivere pacificamente e solidalmente con i propri com~agni, bensì con accanimento e diffidenza reciproca alimentati dalle ripetute minacce e dichiarazioni di &uerra ai propri simili e non di meno al mondo intero. Credo non si trattasse solo di narcisismo e superomismo, frustrazione e paura, incoscienza e inconsapevolezza di se stessi e di quello che si dovrebbe e si potrebbe essere, neanche della innata natura violenta e competitiva dei giovani, in questo caso reclute, credo invece che quest'atteggiamento rissoso e pre~otente, rivendicativo e delirante fosse determinato in modo così esasperato dalla ferrea e insensata logica militare contro la q_uale involontariamente ci trovammo a confronto. In caserma nonostante indossassimo mimetiche, cappellini, e anfibi tutti uguali non. esiste uguaglianza e questo provoca inefficienza, esibizionismo e superbia, esiste invece un'obbedienza strisciante, " ... giacché solo per imposizione può esservi uguaglianza nel mondo". "Fare qualcosa per noi stessi.... ma laggiù ci insegnavano solo ad eseguire gli ordini, ad aspettare gli ordini. La buona volontà erafuori luogo. La parte della nostra anatomia mentale più bistrattata dagli istruttori non era l'indolenza bensì la nostra impacciata volontà di fare più e meglio. Il campo di addestramento ci stava riducendo alla passività di marionette, con qualcosa della loro immediatezza e del loro automatismo nel rispondere al burattinaio che tirava i fili. (...) In questo campo della R.A.F. (Royal Aire Force) tutto ciò che è nuovo animato o inanimato che sia deve conformarsi a quella linea retta che la natura aborre e che l'uomo stenta a mantenere". Nascono a volte amicizie vere. Non parlo dell'amico ritrovato ma di ventenni con i quali condividere, alleggerire, ironizzare, quella penosa parentesi della nostra vita. Ho conosciuto ragazzi non puri e immacolati, ma disinteressati e solidali, sensibili e disposti a sacrificarsi. qiovani elettricisti, muratori, falegnami, idraulici, imbianchini, baristi e camerieri, impiegati in piccole ditte di appalti, trasporti e cooperative alimentari ecc. ecc. Giovani sfruttati dal lavoro nero e da rampanti manager padroni, dove la disperazione e la speranza di essere assunti è la forza per tirare avanti. Lavori dai quali ricavare il necessario per se stessi e la propria famiglia. Il servizio militare piomba su di loro come una carestia e una siccità lunga un anno. Avevo un amico di Reggio Calabria, dopo la terza media cominciò a lavorare nella ditta di traslochi del padre. Questo infortunatosi lasciò tutto nelle mani del figlio. Rimanendone tuttavia l'amministratore e l'intestatario. Arriva la cartolina di chiamata alle armi e tutto è compromesso, la famiglia sostenuta economicamente solo dal suo lavoro con il camion si trova in gravissime difficoltà e gravata ulteriormente dalle spese di un figlio improvvisamente disoccupato. L'imprevisto si sarebbe potuto evitare trasferendo la proprietà da padre a figlio, ma la legge non ammette ignoranza, anche se qui dovrebbe essere messa sotto accusa l'ignoranza e il menefreghismo di un SUOLEDI VENTO sistema che specula sull'ignoranza degli sprovveduti facendone delle facili vittime da sacrificare in nome della patria. "Ogni volta mi viene da pensare al ragno e alle sue prede" . E ancora capita sovente• che il quarto figlio maschio di una numerosa famiglia tarantina si trovi come i suoi fratelli, e non per giustizia divina ma per disinformazione, a fare il militare nonostante la legge consenta già al terzo figlio maschio di essere congedato a priori, se così si può dire. In altri casi si resta vittime dell'inestricabile e incomprensibile, contraddittoria burocrazia militare fatta di carte e conti, certificati e visite specialistiche. Uri ragazzo di Foggia laureato all'Isef non riuscì a documentare e testimoniare la difficile situazione familiare: il fratello tossicodipendente, la madre sottoposta ad intense cure psichiatriche dopo ripetuti tentativi di suicidio, il padre disoccupato avendo dichiarato il fallimento della concessionaria di automobili che amministrava. A 26 anni si ritrovò non più ad assistere e aiutare la madre, il fratello e il padre ma i carcerati di un carcere militare. "Ciò che fa male è la pretesa (o la speranza delusa) della giustizia." Il mio scaglione, 1'11°/93, era composto da quattrocento reclute, solo venti di queste avevano il diploma liceale il resto chi la terza media chi la quinta elementare. È allora evidente che i giovani che partono militari hanno caratteristiche sociali, economiche e culturali simili. I fi~li della borghesia medio alta, super protetti, imboccati e rimboccati, raramente si incontrano nelle caserme. Dopo il liceo si iscrivono all'università, all'ultimo anno di rinvio disponibile optano nel migliore dei casi per il servizio civile, nel peggiore fanno domanda per entrare nella scuola ufficiali, altrimenti, raccomandati, diventano assistenti o segretari di generali in carriera in caserme-hotel. A chi ha le conoscenze e la faccia nascono improvvise tossi convulse, allergie, difficoltà respiratorie o renali, minacciosi herpes e funghi, parenti invalidi, sorrette e diagnosticate da onesti medici militari amici di papà e mammà a cui mostreranno eterna gratitudine per il favore resogli credendo di aver vinto chissà quale lotteria (chi gratta ... vince!). Quanto, quanto sarebbe salutare a costoro un anno di servizio militare. Quanto sarebbe ·salutare il sole battente preso in garitta durante il turno di guardia, piuttosto che le lampade artificiali o il sole d'estate nell'esclusiva isola Greca di Paros. Quanto l'insonnia dei servizi no'tturni, piuttosto che quella delle discoteche e degli after-hour. Lo sforzo fisico vero invece di quello gonfiato e narcisista nelle palestre e nei club. "Sono contento che si vada fare un po' di moto, ci toglierà di dosso la gnagnera ", "Già la ginnastica, a Londra i borghesi, pagano cinquanta sterline per farla, e noi qui l'abbiamo gratis". Oltre al servizio di leva le forze armate contano 160.000 professionisti tra ufficiali e sottufficiali, tra categoria dirigente e categoria amministrativa. Due realtà socialmente diverse, due condizioni lavorative distinte e seearate. Alla scuola ufficiali si accede solo con 11 diploma liceale, ancora oggi beneficio e privilegio di pochi, qui gli allievi vengono forgiati come i giovani Spartani dell'antica Grecia, poi
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==