tra destra e sinistra, la campagna elettorale ha messo in campo un'alternativa trasparente e vistosa. Non solo (e non tanto, forse) sul piano dei programmi o su quello delle persone. Ma su alcune limpide questioni di fondo e ben più decisive, di metodo e di stile politico-culturale. Proprio da questo punto di vista le conseguenze di una minima vittoria elettorale potrebbero rivelarsi molto grandi. Basta pensare all'importanza che può avere un ridimensionamento della Tv come luogo di formazione delle opinioni e del consenso proprio nel momento in cui questo media si avvia a un mutamento tecnologico di enorme portata. O all'affermarsi, dentro un frontale scontro elettorale, di un linguaggio che privilegia il confronto, che con qualche tatticismo e qualche ipocrisia si è comunque imposto una sorta di sdrammatizzante tolleranza, di nonviolenza verbale i cui risvolti "buonisti" possono irritare ma che costituisce una risorsa importante davanti ai conflitti in corso e futuri. E ancora l'accettazione di un pluralismo, anch'esso in parte obbligato e spesso maldigerito nelle zone più ideologiche della sinistra (nient'affatto marginali, tra l'altro), ma che è la precondizione con cui la sinistra può continuare a cambiare se stes- . . . sa e comrnc1are a capire - e cambiare - il paese. O più in generale quella sensazione di razionalità e mitezza sparsa a piene mani nelle apparizioni pubbliche dell'Ulivo, con il continuo richiamarsi alla legalità, alle regole, alla moderazione, che naturalmente rischia di generare politiche modeste e mediocri, ma che rappresenta l'antitesi più radicale agli umori rabbiosi e cinici che dominano il panorama antropologico italiano contemporaneo. Dentro questa sorprendente vicenda elettorale sono insomma affriorati segnali piccoli e forse ambigui che però devono indurre all'ottimismo. Nel momento in cui la sinistra affronta il compito più difficile e disperato della sua storia, bisogna difendere e coltivare questi piccoli segni di speranza. ♦ Italiani, gente onesta. L'ipocrisia della virtù secondo un'indagine Censis Raffaele Pastore A 6.500 italiani, proporzionati per sesso, età e distribuzione geografica come l'universo reale della popolazione, è stato presentato, in una recente indagine del Censis, un elenco di trenta (ben trenta) virtù e gli è stato chiesto di indicare quali fossero, a loro avviso, le tre virtù "indispensabili per la crescita del paese". Nel folto paniere di virtù sottoposto al giudizio degli intervistati, l'onestà si è distinta da tutte le altre in maniera molto netta, tanto da rappresentare una sorta di virtù superiore, a sé stante. In maniera non del tutto prevedibile, infatti, l'onestà è stata indicata come una virtù "indispensabile per la crescita del paese" dal 61,9% del campione ed è stata collocata in asso1 u to al primo posto. Al secondo posto c'è la laboriosità, ma il grado di consenso è già nettamente inferiore dato che di tale parere sono poco più del 20% degli intervistati. Al terzo posto viene la giustizia, con una percentuale ancora sensibilmente inferiore (19,2%). Volendo considerare (tab. 1) solo le virtù che hanno raccolto una percentuale di consensi superiore al 10% se ne possono contare sei, di cui, oltre a quelle già citate: la solidarietà collettiva (16,3 % ), la responsabilità (14 %) e l 'organizzazione (10,8%).Se si prendessero alla lettera le in- .dicazioni e le implicazioni derivanti da questo solido elenco di virtù ritenute, così diffusamente, "indispensabili alla crescita del paese", (onestà, laboriosità, giustizia, solidarietà collettiva, ecc.), potrebbe anche venire il sospetto di avere sbagliato paese o di avere costantemente sbagliato ad interpretarlo. Ma è sufficiente un minimo di senso critico per capire che, innanzitutto, un paese non può essere interpretato a fondo sulle fragili basi dei sondaggi e, in secondo luogo, che l'immagine degli italiani riflessa da questi dati non è affatto falsa in sé bensì costituisce semplicemente un lato, del resto tutt'altro che trascurabile, dell'intero poliedro interpretativo che può individuare il carattere medio degli italiani, la sua evoluzione nel tempo e le sue dirette implicazioni sul modello di sviluppo di questo paese. Scavando un po' più a fondo su questo lato di limpidezza etica e solidarismo morale non si possono non notare, ad esempio, le tracce ancora vistose del vento scardinatore di tangentopoli, ormai QùfSTA MATTINADECIDO D\ FARE UNA SORPRESA AD ALEX (GùfSTO E' IL 5LX) NOME) PREPARANOOGLI IL CAFFE' ... t1A. E' Lùl A SORPRENDERMI..
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