La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 15 - maggio 1996

L'IMMIGRAZIONE CENTROAMERICANA IN UNA CITTA' DEL CHIAPAS Aura Marina Arriola (traduzione di Monica Campardo) Aura Marina Arriola si occupa di sociologia e antropologia. ♦ Tapachula è una città difficile da definire: è una città agricola per eccellenza, ma è anche un centro amministrativo di confine, un centro di collegamenti, una città-mercato, un agglomerato urbano pieno di immigrati centroamericani, una città strategica in questo momento storico in cui gli antichi confini cominciano a scomparire e la frontiera meridionale del Messico comincia a diventare la frontiera meridionale degli Stati Uniti. Tapachula attualmente conta 300.000 abitanti, un terzo dei quali è costituito da una popolazione centroamericana instabile che vive nei q_uartieri periferici. Sin dall'epoca preispanica la regione del Soconusco è stato il corridoio che congiungeva il cuore del Messico con l'istmo centroamericano e l'America del Sud. La costa presenta grandi paludi o lagune collegate per mezzo di canali che si estendono fino al territorio guatemalteco e che, secondo quando racconta Carlos Navarrete, dall'epoca preispanica fino all'inizio di questo secolo servivano come vie di comunicazione e di commerc10. Dei circa 900 chilometri della frontiera messicana con il Guatemala un terzo è costituito dai confini del Chiapas con questo paese. I municipi chiapanechi sulla linea di demarcazione sono sedici, sette dei quali si trovano nel Soconusco, la regione agricola più ricca, con maggiore densità di popolazione e con un maggior numero di strade asfaltate. Secondo Manuel Angel Castillo 1 i rapporti di confine più attivi (dal punto di vista produttivo, commerciale e, quindi, anche migratorio) si svolgono nella zona di confine dello stato del Chiapas con i dipartimenti guatemaltechi di San Marcos e Huehuetenango, soprattutto nelle zone della costa e dell'entroterra (Sierra Madre e Soconusco). L'effetto che si ha arrivando di domenica alla "perla del Soconusco" è sorprendente, perché il Parque Miguel Hidalgo, il centro della città, assomiglia per molti versi alla Plaza Mayor di Guatemala, persino di domenica. In questo giorno il centro di Tapachula è "occupato", come il centro di Guatemala, dalle guatemalteche che lavorano nelle case di gran parte delle classi medie e alte di Tapachula. Sono soprattutto giovani indigene mam, quichés, che di continuo arrivano dal Guatemala a cercare lavoro in una città che per loro è "molto . . PIANETATERRA allegra" e offre le comodità di una città cosmopolita, molto diversa da come sono i loro villaggi, isolati e carenti di opportunità di lavoro e prospettive di una vita migliore. Nonostante sia piccola, Tapachula è per le indigene guatemalt_eche 9uell_oche Los Angeles rappresenta per 1mess1can1. Le ragazze passeggiano per il Parque in gruppi di tre o quattro tenendosi per mano vestite con i loro costumi tipici. Altre indossano solo il corte (gonna) indigeno e camicette di cotone di taglio moderno, scarpe con il tacco e portano buste di plastica. Altre ancora vestono ormai come tapachulteche, ma tutte parlano la propria lingua indigena o se parlano lo spagnolo mantengono un forte accento indigeno. Alcune vengono chiamatè gringas guatemaltecas perché hanno capelli lungi-ii tinti biondi e indossano gli abiti indigeni con orgoglio. Nel Parque incontrano altri ragazzi guatemaltechi. In generale si riuniscono in gruppi che riflettono i loro rapporti con la comunità o i loro legami di parentela (spesso a Tapachula vengono a lavorare diverse sorelle o cugine). Anche le collaboratrici domestiche ladinas legano tra di loro; di solito non si allacciano rapporti di amicizia tra gruppi etnici diversi. Gli abitanti di Tapachula reagiscono indignati a questa invasione del eroprio spazio. Rifiutano di andare di domenica al Parque invaso dai cachucos e dalle gatas cachucas ("serve guatemalteche"), termine dispregiativo per indicare i guatemaltechi derivato dal cachuco, una moneta coloniale che ha circolato per molto tempo nel Soconusco dopo l'Indipendenza come moneta svalutata. Se la presenza di guatemaltechi a Tapachula è molto forte, lo è altrettanto quella di immigrati dall'Honduras e da El Salvador. Muratori, idraulici, falegnami arrivano ogni giorno dalla città di confine guatemalteca di Malcatan, a mezz'ora da Tapachula. Nella città ci sono anche molti honduregni inizialmente diretti negli Stati Uniti, ma che si sono fermati al confine messicano lavorando come muratori. La maggior parte dei braccianti nelle piantagioni di caffè e banane del Soconusco è guatemalteca (flusso migratorio stagionale di antica tradizione). Nei ristoranti all'ingresso del Parque bambini e donne vendono prodotti di contrabbando da Taiwan e oggetti di artigianato guatemaltechi. Spesso si vedono passare donne con cesti pieni di medicinali centroamericani o tedeschi che circolano in Guatemala. Dal Guatemala vengono anche mendicanti, bambini e anziani. Ogni venti giorni viene a chiedere l'elemosina al Parque di Tapachula un anziano con il suo costume mam accompagnato dai bisnipoti. Sono guatemaltechi molti venditori ambula,nti di generi alimentari (panini), i parcheggiatori e, attualmente, diversi commessi di negozi. Il commercio informale (comercio "hormiga ") è nelle mani di guatemaltechi e salvadoregni, continuamente attaccati dal commercio formale che dichiara di subire la loro "concorrenza sleale" e per questo motivo chiede alle autorità la loro espulsione dal Messico e protesta perché le organizzazioni sindacali legate al Partido Revolucionario lnstitucional (Pri), dietro compenso di una quota che oscilla tra 3 e 5 pesos a settimana, permettono loro di occupare le strade del centro della città. Nel tianguis2 Tapachula e in tutte le strade intorno ai mercati della città si vendono capi

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