La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 13 - marzo 1996

IMMIGRATI Palermo: dai Sud del mondo al nostro Sud Donatella Natoli Parlare fra la gente di Palermo di immigrati è un argomento contraddittorio, soprattutto per la grande distanza fra ciò che viene detto, ciò che si vuole far credere di pensare e i comportamenti reali pieni di frasi fatte "premetto che non sono razzista ma non capisco perché mentre loro vengono a to~liere il lavoro ai nostri concittadini noi dobbiamo preoccuparci di mettere in campo azioni positive per accoglierli", cc io gli ho offerto un lavoro (evidentemente inaccettabile), ma non gli è piaciuto, non capisco se è vero che vengono per lavorare", "per me possono campare in pace, l'importante è che non sgarrano". L'ultima frase si sente soprattutto nei quartieri popolari, mentre le prime due fra commercianti, professionisti ma anche intellettuali, i quali non vogliono che si sappia che considerano gli immigrati "diversi", ma in realtà ritengono che l'unico rapporto possibile con loro sia quello di essere datori di lavoro da un lato e prestatori di opera di basso livello dall'altro. A Palermo una intensa visibilità di immigrati si realizza in alcuni luoghi e in e.erte ore del giorno; nelle prime ore del mattino, nel pomeriggio e la sera per le strade del centro storico che percorrono a piedi per andare a lavorare, per portare i bambini a scuola, per fare la spesa, nel pomeriggio per ritrovarsi soprattutto attorno alla chiesa di S. Chiara e alla Cariata della Gancìa , la sera per uscire dalle misere case che vengono loro affittate ad alto prezzo. Il giovedì pomeriggio nel giardinetto attorno al palchetto della musica del Politeama si riuniscono le collaboratrici e i collaboratori domestici e restano a lungo insieme, ciarlieri o silenziosi a secondo dei momenti. I maschi, non ho mai visto una femmina, si ritrovano, nel tardo pomeriggio presso alcune taverne èei vecchi borghi, dove è possibile bere vino o birra anche in piedi, sul marciapiede; alcune di queste taverne sembrano frequentate quasi esclusivamente da immigrati, soltanto nei mercati storici BallaròVucciria-Capo si mescolano in taverne ugualmente frequentate da palermitani e da immigrati. Il numero degli immigrati a Palermo nessuno lo conosce, stime attendibili fanno oscillare il numero fra dodici e tredicimila, sono presenti cittadini provenienti da moltissimi paesi (probabilmente sono più di cento), alcune comunità sono molto più numerose ~i altre, ~nche in questo caso i numen provengono da stime approssimative: Bangladesh circa 1500 Sri Lanka (Tamil)" cc Ghana circa 1000 Marocco cc cc Tunisia cc cc Mauritius circa 600 Costa D'Avorio cc cc Nigeria cc cc Capo Verde " cc r1hppme .. cc Dal centro Amenca sono arrivati soprattutto peruviani e boliviani che probabilmente non superano i trecento. Eritrei ed etiopici sono circa cento e vivono un po' isolati. Un piccolo numero viene da Senegal, Mozambico e Madagascar, sono in tutto circa cinquanta. I mediorientali provenienti dal Libano, Palestina, Iraq, Iran e Pakistan non superano i duecento cinquanta (sessanta sono pakistani): sono per lo più studenti, professionisti o commercianti. Molti vivono nel centro storico della città, comunque non più di un terzo (avoriani, ghanesi, pakistani, bengali), gli altri vivono soprattutto nelle boi;gate storiche: ali' Arenella vivono centroafricani, a Borgo vecchio tamil e bengali, in alcune traverse di via Libertà filippini e capoverdiani che cercano di costituire un'èlite, tendono a restare tra di loro e non amano mescolarsi con centroafricani ed arabi; a Pallavicino ancora centro africani e così alla Noce (soprattutto nigeriani e qualche ghanese). Alcuni cominciano a vivere anche nei quartieri periferici di nuovo insediamento popolare: Zen e Borgo Nuovo. Le motivazioni più importanti che permettono loro di affrontare le difficoltà dell'immigrazione sono per alcuni politiche: tamil, eritrei, malgasci, peruviani; ma la granoe maggioranza arriva in Italia ed anche a Palermo per trovare un lavoro che, in linea di massima permetta loro di fare studiare i figli e J?Oidi accumulare un po' di denaro per realizzare un'attività nei paesi d'origine. A Palermo, a volte sono in transito verso città del Nord Italia o verso paesi del Nord Europa soprattutto in Germania e il loro soggiorno a Palermo, soprattutto per gli africani è il banco di prova nei confronti dell'Europa ..A volte attratti dalla fama di discreta ospitalità e non eccessivo razzismo di Palermo, molto spesso questa aspettativa è delusa soprattutto perché non trovano alcun desiderio di conoscenza da parte della popolazione che per lo più li tollera e cerca di trarre un qualche vantaggio dalla loro presenza. I vantag~i più evidenti sono la possibilità per proprietari di appartamenti di avere inquilini ben paganti e che non chiedono nulla, acc~ttan~, l'appartamento cosi com e anche cadente ed umido, la possibilità per la buona borghesia di avere collaboratori domestici convenienti, la possibilità per gestori di ristoranti ed alberghi di avere collaboratori a prezzi un po' inferiori rispetto al mercato corrente. Il mondo del lavoro è duro, ci si aspetta un atteggiamento servile che va tutto a svantaggio di chi non lo usa. Il titolo di studio di mediorientali è alto, e così anche dell'80% degli africani del centro Africa, gli arabi hanno spesso un titolo di studio più basso. Mauritiani e filippini tendono all'integrazione più degli altri. Da un'intervista con una YQQ_

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