La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 12 - febbraio 1996

LEZI-ONI Emil PayinErnest Gellner LA LUNGA EREDITÀ DELLA PIANIFICAZIONE ETNICA Emil Payin Emil Payin è consiglierepresidenzialeper gli affari etnici della Federazionerussae direttoredel Centro per le ricercheetnico-politichepressol'Associazione di politicaesteraa Mosca. ♦ Gran parte dei conflitti etnici nel Caucaso si sono sviluppati nel corso di diversi periodi storici. Molti affondano le radici nelle guerre medievali e nelle conquiste coloniali dell'impero russo. In particolare, il consolidamento del regime totalitarista sovietico fu accompagnato da J?Olitichenazionaliste dichiaratamente repressive la cui manifestazione più clamorosa fu negli anni Quaranta la deportazione in massa di ceceni, ingusci, karacajevi, balcari, t':1rchi mesc~eti e altri gruppi etnici della reg10ne caucasica. La struttura gerarchie~ degli stati e dei territori - e la suddivisione in repubbliche dell'unione, repubbliche autonome, regioni autonome e circondari - era anche l'espressione della dura politica nazionalista del regime comunista. Tale distinzione implic~va sostanzialmente che ~li abitanti dell'Unione Sovietica erano suddivisibili in "categorie" secondo il livello gerarchico dei territori loro "assegnato". Lo stato russo era considerato, implicitamente se non in modo ufficiale, il "fratello maggiore" che sovrastava questa gerarchia. Un'altra caratteristica della politica nazionalista sovietica era il ridisegnamento arbitrario dei confini dei territori nazionali. Alcune aree d'insediamento vennero suddivise, mentre altri territori appartenenti a diverse etnie vennero arbitrariamente unificati. Tutto ciò non fece che inasprire il disagio interetnico, alimentando, per esempio, le tensioni tra gli armeni e gli azeri o tra i georgiani e gli abhasi. Di conseguenza, i "dissidenti" dell'intellighenzia caucasica coinvolti nella lotta politica contro il sistema sovietico sono stati spesso ispiraillJ..QJYJ. ti da principi di rinascita nazionale, come il n~zionalista georgiano Zviad Gamsakhurdia. Tuttavia, i rapporti interetnici stabiliti a metà degli anni Ottanta dall'inizio dell'era della perestroika rimasero relativamente stabili soprattutto se confrontati con i sanguinosi conflitti attuali. Durante la perestroika, le riforme disorganiche, incoerenti e caotiche della società sovietica causarono numerosi problemi con il risultato di generare nuove tensioni interetniche e di inasprire quelle già esistenti. Il crollo dell'ideolosia comunista creò un vuoto ideologico per milioni di persone subito riempito da dottrine sull'autoaffermazione nazionale travisate e ampiamente accolte a sostegno del governo etnocratico. Secondo la distinzione tra gruppi etnici "indigeni" e "non indigeni" ormai diffusa sono i primi ad avere il diritto esclusivo di fondare uno stato a pieno titolo. · Con le prime elezioni democratiche negli stati e nelle repubbliche di recente formazione, la vulnerabilità della popolazione alla retorica populista nazionale portò al potere fanatici e demagoghi sull'onda delle "lotte per la liberazione nazionale". L'incompetenza professionale di queste nuovi vertici governativi fu ben presto evidente e il loro tentativo estremo per preservare l'autorità fu quello di fomentare gli isterismi nazionalisti e invocare una "società stabile" guidata da leader "ultrapatriottici". I periodi di transizione da una fase di ordine socio-politico a un'altra sono sempre accompagnati da aspre lotte tra le classi politiche che si succedono e nelle società plurinazionali postimperialiste tali conflitti hanno inevitabilmente un effetto etno-politico. L'incoerenza delle politiche nazionali del vecchio governo centrale sovietico e del presidente Mikhail Gorbaciov impegnato nella fase di trasformazione dallo stato centralizzato a quello federale non furono di certo di aiuto. Mosca reagì in modo lento e incostante e quando il governo centrale fu pronto a concedere dei cambiamenti decisivi era ormai troppo tardi, poiché le rivendicazioni delle repubbliche erano sempre maggiori. I tentativi di bloccare le tendenze separatiste con la forza - con le repressioni delle truppe sovietiche nel 1989 a Tbilisi (Georgia) e nel 1990 a_Baku (Azerbaijan) - ottennero il solo effetto di confermare la crescente crisi etno-politica che sfociò nel collasso e nella disgregazione dell'U~ nione Sovietica dopo il tentato colpo di stato dell'agosto 1991. La dissoluzione dell'Urss condusse a una

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==