La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 10 - dicembre 1995

pensionistici p.rima collocati nel bilancio del Ministero del tesoro: è una conseguenza della riforma delle pensioni che fa emergere una parte della grande spesa militare nascosta nelle pieghe dei bilanci degli altri ministeri. Se escludiamo questi trasferimenti, la spesa militare · passa a 28.196 miliardi, con un incremento dell'8,6%, pari a quasi il 4% in termini reali. Si tratta di un'impennata in un bilancio dello stato segnato ovunque da tagli alla spesa sociale, e segna una rottura col passato, dopo che la spesa militare negli ultimi anni aveva finalmente smesso di crescere. Si ritorna alla corsa alla crescita degli anni della guerra fredda: tra il 1975 e il 1991 la spesa era cresciuta al ritmo del 3,7% l'anno in termini reali, risultando in un aumento complessivo dell'82%. Inoltre i co,nti approvati ora dal Parlamento sono truccati. Praticamente ogni anno le previsioni di spesa militare si sono rivelate sottostimate e sono au.qientate nel corso dell'anno (èli 1200 miliardi solo nei primi sei mesi dell'anno scorso). Quesfanno le previsioni di bi1ancio sottostimano deliberatamente le spese per il personale, che risultano inferiori ai consuntivi di spesa del 1994 e perfino del 1993. Poiché le spese per il personale sono obbligatorie, il bilancio della difesa è destinato a gonfiarsi nel corso del 1996 ben oltre il balzo già annunciato dalle previsioni di spesa. L'aumento delle spese per il personale è comunque assai elevato: circa 1500 miliardi in più rispetto alle previsioni 1995 (escludendo le nuove voci di spesa per i contributi previdenziali), per effetto di varie norme che gonfiano carriere e organici del personale militare, mentre si annuncia un'ulteriore riduzione di 5 miliardi delle spese per l'obiezione di coscienza. Infine c'è un asso nella manica: il Ministero della Difesa dispone di oltre 8 mila miliardi di. residui passivi, cioè fondi stanziati in passato e non ancora erogati. Questi fondi due anni fa erano pari a oltre 10 mila miliardi e all'inizio del 1995 erano di 9.500 miliardi, e rappresentano una grande massa di risorse che ha coperto finora gli effetti della stabilizzazione dei livelli di · spesa militare. Per il 1996 il Ministero della difesa prevede di spendere in termini di "cassa" 2.700 miliardi in più delle previsioni di competenza Così le autorizzazioni di cassa per il 1996 - i soldi che potranno concretamente spendere - salgono a 34.100 miliardi di lire. 160 mila militari in Italia, e in più la leva. A che servono? · · Più di metà della spesa militare va al personale, m divisa e non. Il nuovo "modello di difesa" annuncia "riduzioni" delle dimensioni delle forze armate intorno al 20% e un rafforzamento dei militari di professione. Vengono ora creati per decreto i volontari in servizio permanente effettivo (una figura senza giustificazione) con un organico (teorico) di 54 mila umtà, che dovrebbe essere coperto progressivamente con gli attuali volontari a ferma breve di tre anni. E per attirare alle uniformi i giovani senza lavoro vengono attivate "corsie preferenziali" verso posti di lavoro nella pubblica amministrazione per questi volontari alla fine del loro periodo di ferma: quote rilevanti dei nuovi posti nel eubblico impiego sono ora nservate a chi ha fatto il volontario. Il maggior peso dei soldati di professione nelle forze armate e le miglioramenti nelle carriere che sono stati concessi di recente sono destinati a , far crescere rapidamente la spesa per il personale militare. Ma nessuno si sta chiedendo a che servono forze armate fatte di 160 mila prof essioriisti come quelle previste dal modello di difesa e con in più il mantenimento del servizio di leva. E intanto la legge sull'obiezione di coscienza è sempre bloccata e vengono respinte le richieste dei pacifisti di ridurre subito a 10 mesi il periodo di leva. 78.500 miliardi di armi per il nuovo modello di difesa E poi ci sono le armi. Dopo qualche anno di pausa, la spesa per carri armati e bombardieri torna a salire: nel bilancio ci sono 1100 miliardi per programmi di ricerca, 3000 miliardi per acquisti di nuove armi, oltre a 500 miliardi p_e~_infra~trutt~,re. In tutto gh mvesumenti sono pari a 4600 miliardi, contro i 3800 del bilancio di previsione dell'anno scorso. Si tratta di un salto di quasi il 20%. E fuori dal bilancio militare c'è la nuova legge per il settore aeronautico che finanzierà programmi militari per un ammontare complessivo tra i 1000 e i 1500 miliardi. Se la spesa per armi aumenta nel 1996, è destinata a crescere.ancora più rapidamente in futuro. Il nuovo modello di difesa presenta una richiesta di acquisti di nuove armi per 78.500 miliardi da spendere tra il 1996 e il 2010. Fino ad ora le richieste di nuove armi erano state di 55 mila miliardi in dieci anni, avanzate dai tempi del Ministro della difesa Salvo Andò (sotto inchiesta e inc·arcerato per connessioni mafiose). La rincorsa della spesa per armi è particolarmente sospetta considerando l'attuale situazione dell'acquisto di armamenti, con progetti di armi inutili pensate ai tempi della guerra fredda, con procedure mefficienti (come rilevato su molti aspetti anche dalla Corte dei Conti), è con le innumerevoli inchieste della magistratura sulla "tangentopoli militare". Come si spiega questo grande piano di riarmo per un paese che non ha minacce militari? Pesano qui le ambizioni di poli tic i e mili tari per consolidare lo status di "media potenza" dell'Italia, con un· ruolo tutto suo nel Mediterraneo, nuovo "fronte sud" contro i poveri del Terzo mondo, gli immigrati, gli islamici .. E pesano gli interessi del "complesso militare-industriale", con le produzioni belliche che sono ora concentrate nella Finmeccanica del gruppo Iri. · · Ma aumentare la produzione di armi non serve a difendere l'occupazione: negli ultimi anni i prepensionamenti nell'industria bellica sono stati 4000 ed è stata annunciata l'eliminazione di altrettanti posti di lavoro: sta sparendo un posto di lavoro su_quattro nel settore delle arm1. · Anche per la difesa dell'occupazione, la strada da percorrere è la riconversione a nuove produzioni, non il rifinanziamento delle imprese militari che sono precipitate nella crisi attuale proprio per aver scelto la strada di concentrarsi nella produzione di armi, trascurando le possibilità di sviluppare produzioni per i mercati civili. YQQ

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