La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 9 - novembre 1995

anni di carcere se l'irregolare fa tratta ·di ingressi irregolari o fa parte di associazioni irregolari. Un'altra cosa discutibile è che agli irregolari vengono vietate le "rimesse". Gli irregolari insomma non possono -mandare soldi nel loro paese. Si prevedono pene persino per gli impiegati che consentono le operazioni postali o bancarie necessarie. L'altra cosa abbastanza riduttiva è che dai ricongiungimenti familiari sono esclusi i genitori. Uno può chiamare soltanto moglie e figli. Questo mi sembra un grave restringimento del diritto che tutti dovrebbero avere di ricomporre il proprio nucleo familiare. Anche perché su questo aspetto del ricongiungimento familiare esistono normative molto precise sia a livello Cee sia a livello internazionale. Questa riduzione è fortemente in contrasto con le raccomandazioni della comunità euro1 ea. Un altro problema decisivo è quello de lavoro stagionale. Si tratta di una questione che non riguarda solo l'Italia ma anche la Germania, la Spagna, tutti q_ueipaesi che si trovano in qualche modo a confinare con paesi extra-comunitari. Giocando sul differenziale economico tra paesi della comunità e paesi esterni, venire a lavorare in Italia o in Germania dalla Polonia, dall'Ungheria o dal Marocco per soli tre mesi significa avere sufficientemente denaro sulla base standard di costo dei paesi di origine per vivere un anno. A livello europeo c'è la tendenz~ a regolarizzare ques~orrocesso ~i immigra~ z10ne temporanea e qumdi a garantire a questi lavoratori la possibilità di tornare l'anno successivo. Nella bozza Nespoli 9.uesta garanzia di prenotarsi per l'anno successivo non c'è. Se uno viene in Italia come "stagionale" poi deve riprovare da capo l'anno successivo. S1esclude così non solo un accumulo di diritti ma anche la possibilità di stabilire rapporti di fiducia tra lavoratori stagionali e datore di lavoro. Che invece sarebbe essenziale per spingere que.sti lavoratori a tornare dopo i tre mesi veramente in patria, sicuri di poter rientrare per lavorare l'anno successivo. Veniamo poi alla questione delle espulsioni. Questo forse è il problema più grosso. Secondo me il problema non è tanto se arresti un delinquente, uno spacciatore. Lì la cosa è semplice. La polizia deve fare il suo dovere, semplicemente. Io non credo che uno spacciatore straniero debba essere privilegiato rispetto a uno italiano o viceversa. Il punto è un altro: per l'italiano c'è l'arresto, la possibilità di difesa, di andare in appello, la presunzione di innocenza. Lo stesso deve valere anche per lo straniero. Questo è il discorso di fondo. Per quanto riguarda l'espulsione noi dobbiamo presumere che l'indagato - se non è stato colto m flagrante - sia innocente fino alla sentenza di primo grado del tribunale e per quelle successive. Per quanto riguarda gli irregolari, l'espulsione diventa automatica in caso di flagranza di reato. La cosa che mi sembra non regga è questa espulsione automatica. Intanto dobbiamo chiederci perché uno è "irregolare". Uno può essere irregolare perché è entrato clandestinamente o perché non è riuscito a rinnovare il permesso di soggiorno, magari perché nei suoi precedenti rapporti di lavoro la sua situazione non è stata nconosciuta. Può essere colpa del datore di lavoro. Possono esserci casi molto complicati. Nessuno vuole difendere gli spacciatori ma è necessario che ci sia parità di trattamento giuridico sulla base LE CIFRE a cura di Senzaconfine Al 30.6.1995 gli stranieri extracomunitari regolarmente presenti in Italia erano 802.713 (su un totale di 950.481 stranieri). Sottraendo da questa cifra gli extracomunitari "ricchi" (Usa, Svizzera) e gli stranieri presenti per motivi di turismo, di culto, di dimora elettiva etc., rimangono non più di 600.000, fra profughi e migranti per lavoro, provenienti dai Pvs (Est europeo incluso). - Alla fine del '93 la percentuale di stranieri "regolari" in Italia sulla popolazione residente era appena dell'l,6%, contro la media europea del 4,6%, che sale all'8,3% in Belgio, all'8,8% in Germania, al 6,3% in Francia, al 9,6% in Austria, al 21,7% in Svizzera, al 38,6% in Lussemburgo. - Nel 1994 per la prima volta si è registrato un saldo immigratono negativo: 922.706 stranieri presenti, 65.000 in meno rispetto all'anno, precedente. - Secondo il Rapporto Istat del maggio '95, il contributo degli stranieri al totale del reddito da lavoro dipendente sarebbe pari al 2%, per un totale di circa 670.000 unità lavorative. Sottraendo da questa stima i 439.000 permessi di soggiorno per lavoro dipendente (dei quali 111.000 "per iscrizione al collocamento", presumibilmente impiegati nel "sommerso"), rimangono oltre 230.000 unità lavorative prive di permesso di soggiorno, che contribuiscono in assoluta clandestinità e senza alcuna contropartita all'economia italiana. - Gli "irregolari" sono stimati in Italia, sia dal volontariato che dalle fonti più serie (Istat), in 3-400.000: una cifra dunque di poco superiore a quella, appena citata, degli "irregolari" che svolgono lavoro dipendente. Ovvero: quasi tutti gli "irregolari" lavorano, sia pure non continuativamente. La cifra diffusa dal Viminale e da diversi organi di stampa, di 800.000 "irregolari", è del tutto priva d1 fondamento. - Il rapporto Censis del '94 stimava nel Duemila in 1.400.000 unità la domanda di lavoro insoddisfatta in Italia, per mansioni non desiderate dalla ma~gioranza dei lavoratori italiani (basso terziano, agricoltura, servizi alla persona, alcuni comparti industriali), a fronte di ingressi per lavoro (su chiamata nominativa) che oscillano intorno alle 30.000 unità annue. BUONIE CAITlVI

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