La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 9 - novembre 1995

costi tremendi), drammi che sono anche tragedie collettive e irrisolti problemi storici, e sul terribile ricatto del "perdonare". Il paradossale presupposto è l'impossibilità, di fatto, per gli uni e per gli altri, di interpretare l'esperienza che pure li accomuna, di entrare in relazione con le riseettive emozioni: l'impossibilità, soprattutto, di riconciliazione. Tuttavia (certo, soltanto quelli di loro che sono giudicati in qualche modo "pronti" ad affrontare la dfficilissima esperienza) nel corso dell'incontro "lavorano" insieme su silenzi e ricordi, e se questo non basta a sciogliere I problemi (l'accumularsi nel tempo di odio e risentimento, i pericoli e le ambiguità del silenzio, o l'incubo del dimenticare), li aiuta però a vivere imparando che "qualcosa" si può fare dei ricordi e dei silenzi: percorso terapeutico per le persone che a1 gruppi hanno partecipato ma - nel documentario e nel libro - anche esempio sconvolgente di Comefare della memoria "matériale" per vivere il presente. Possiamo trasporre questa esperienza ad altre situazioni a noi contemporanee, in cui (insieme a "celebrazioni pubbliche") silenzio e rimozione sembrano essere i soli meccanismi possibili, per milioni di persone. Penso agli eccidi degli anni Venti e Trenta in Unione Sovietica; ai desaparecidos in Argentina, in Cile,e in altri paesi dell'America Latina; a conflitti prolungati e atroci, tra israeliani e palestinesi, e in Africa, e in Cambogia; e in Yugoslavia agli stupri di massa, alla "pulizia etnica", ai massacri e alle fosse comuni. Penso anche ai parenti delle vittime di attentati terroristici, di uccisi e di assassini di mafia; agli ostaggi e ai morti di sequestri di P.ersona e ai loro carnefici. Ciò che rimane, per i più, è il silenzio e il dolore della cerchia dei familiari e l'oblio, che inevitabilmente scende dopo momenti di attenzione: si vive, si cresce costretti a rinunciare a parti della propria storia che tuttavia lasciano segni profondi, consapevoli o spesso inconsci; si riproducoJ10, proiettate sul futuro, esperienze incomunicabili. Lavorare sulla memoria è attivare strumenti che si frappongano in qualche modo al passare automatico, da una generazione all'altra, di paure, odio di sé, vergogna, incubi e che siano di qualche aiuto nell'esperienza lacerante sia del ricordare sia del cancellare (questo, al di là del giudizio su chi era dalla parte "giusta" e chi no). E può forse portare a relazioni e pratiche tali che - nell'impossibilità della riconciliazione - non escludano però del tutto, e per sempre, che si producano risorsedi riflessività. Se potessimo asf ettarci, ' dalla modernità ri lessiva, esperienze come queste, la lettura senza speranza che dei nostri anni fa Bauman - e tanti altri - potrebbe essere rivisitata. Così io sono arrivata alla fine di quest'anno. (*) Memoria e Responsabilità. La società italiana negli anni del razzismo. è il titolo di un incontro di sociologi italiani, organizzato fresso l'Università di Ferrara ne mese di marzo, e che vuol diventare l'occasione in cui - ogni due anni - si cercherà di "fare il punto" sui processi e le tendenze della nostra società. Molti dei materiali (e delle idee) a cui qui faccio riferimento sono stati presentati e discussi nel corso del convegno. Dan Bar-On, The legacy of silence, Cambridge, Harvard University Press, 1989. . ' Mary Catherine Bateson, Peripheral Visions. Learning along the way. New York, Harper, 1995. Zygmut Bauman, Modernity and the Holocaust, New York, Cornell University Press 1989, trad. it. Modernità e Olocausto, Bologna, il Mulino. , Ulrich Beck, "The Reinvention · of Politics: Towards a Theory of Reflexive Modernization", in U. Beck, A. Giddens, S. Lash, Reflexive Modernization, Stanford, Stanford University Press, 1994. Anthony Giddens, "Living in a Post-Traditional Society", in U. Beck, A. Giddens, S. Lash, Reflexive Modernization, Stanford, Stanford University Press, 1994. Robert Heilbronner, Visions of the Future. The Distant Past, Yesterday, Today and Tomorrow. Oxford, Oxford Univer_sity Press, 1995. Renate Siebert, "A prnposito di memoria e responsabilità", Il Mulino, 4/95. ♦

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