La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 5/6 - lug.-ago. 1995

Felice, 12 anni. Mi feci la prima media è poi la scuola era troppo lontana. Io non ho voglia di andare là... è troppo lontana e l'autobus non passa mai... Da quando hanno arrestato i pentiti hanno chiuso tutti i cantieri ... così io chiedo se è possibile farli uscire ... per colpa dei pentiti che sono spioni e sbirri! La mafia è buona perché dà lavoro ai nostri padri ... Rosario, 9 anni. Lavora in una macelleria come garzone. Chi sono i pentiti? Spioni E boss che cosavuol dire? Boss? Che a tutti comanda ...boss: che comanda a tutti! E com'è il boss, riccoo povero? Ricco! Sempre? Certo, vende droga, fa rapine, perciò è ricco... E quelli che lavorano con lui? Pure ricchi, si capisce! COMUNITA' ALLOGGIO Anna Viola • Anna Viola è operatrice in una comunità residenzialeper minori di Milano. • · "... quando è imposta una misura cauÙlare, il giudice affida l'imputato ai servizi minorili dell'amministraziore della giustizia, i quali svolgono attività di sostegno e controllo in collaborazione con i servizi di assistenza istituiti degli Enti locali" (comma 3 art. 19 L. 448/88) . "... il giudice, sentito l'esercente la potestà del genitore, può impartire al minorenne specifiche prescrizioni inerenti alle a~ti'?~tà1i_sturfio o lavoro ovvero ad altre dttzvita utzlz per la sua educazione ... " (comma 1 art. 20 L. 448/88) . "... con l'ordinanza di sospensione del processo il giudice affida il minorenne ai servizi . minorili dell'amministrazione della giustizia, per lo svolgimento, anche in collaborazione con i servizi locali, delle opportune attività di osservazione, trattamento e sostegno" (comma 2 -art. 28 L. 448/88) Da queste poche righe estratte dal Decreto Legge 448 del 22 settembre 1988, si ha già una immagine di quella che era l'intenzione del leBUONI E CAITIVI gislatore sul tema della prevenzione terziaria nel campo della devianza minorile. L'attuazione di questa legge è sostenuta da una "filosofia" di rivalutazione del minore, ovvero di lettura del reato· commesso come conseguenza di un disagio sociale e familiare. Non è un caso che una delle forme di "detenzione alternativa" sia froprio la "messa alla prova (o sospensione de processo) cori collocamento in comunità". Dopo due anni di lavoro in una comunità convenzionata con il Ministero di Grazia e Giustizia, mi sento in grado di poter fare alcune osservazioni in relazione a due punti principali: il primo riguarda la tipologia d'utenza e il secondo il rientro del giovane (spesso non più minore) sul territorio di origine. I minori che giungono in comunità' sono per la maggior parte soggetti che si sono ritrovati a compiere un reato non come adesione alla criminalità organizzata, ma come unica forma di sopravvivenza o ribellione conosciuta. Molti di loro hanno alle spalle famiglie nelle quali non circola una affettività "produttiva" ma distruttiva e la violenza diviene l'unica forma di linguaggio possibile. Mi piacerebbe, però, andare oltre ai soliti luoghi comuni del tipo "violenza che genera violenza", ma evidenziare come questa forma di rapporto va oltre alle soglie della casa del ragazzo. I quartieri dai quali proviene la maggior parte della nostra utenza sono i così detti "quartieri dormitorio", ovvero quegli agglomerati di _casermoni privi di ogni risorsa. Spesso gli stèssi Servizi Sociali vengono a trovarsi in situazione di degrado ("il degrado per combattere il degrado"!) e quindi privi di strumenti per poter realmente rispondere ai bisogni degli abitanti della zona: troviamo servizi sotto organico e operatori non di ruolo e un conseguente continuo cambiamento di assistenti sociali. La stessa situazione si trova anche nelle scuole_dove i ragazzi trovano insegnanti non pronti ad affrontare situazioni di emergenza. Tutto ciò crea attorno alle famiglie un abbandono sociale che causa una patologia interna che si manifesta, tra l'altro con devianza minorile. Ritengo importante aver presente questa situazione in quanto i minori che si ritrovano ad essere ins·eriti nelle comunità hanno alle spalle delle famiglie di questo tipo che, non solo non sono in grado di dare dei messaggi chiari e forti ai figli, ma che dovrebbero loro stesse essere aiutate. In quest'ottica là comunità, che ha in carico solamente il minore con la collaborazione dei Servizi Sociali sia del territorio d'origine che del U.s.s.m ..(il servizio per minori del Ministero di Grazia e Giustizia) ha come obiettivo principale quello di dare la possibilità ai ragazzi di vivere con adulti con i quali confrontarsi e misurarsi. · Il rapporto è spesso difficile, in quanto l'adulto deve farsi portatore di quelle norme che l'adolescente tende a trasgredire creando un "muro intelligente" con il quale il ragazzo può discutere p_er_a~àv~re a dei compro_messi. Le norme a cui c1s1nfa sono le regole d1una normale convivenza famigliare (turni di pulizia, orari di uscita, etc.) ovvero di quel quotidiano che crea l'originalità e l'importanza della Comunità Alloggio. Questa relazione è fatta di continui scontri-incontri che danno al giovane

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