La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 5/6 - lug.-ago. 1995

sociologica e di valutazione dei nuovi comportamenti, senza cadere in facili moralismi o in esaltaziorii "proiettive": ribellione e conformismo, bisogno di stabilità e trasgressione, neoromanticismo e realismo disincantato (una etichetta coniata recentemente è quella di "camaleontismo"). Un'ambiguità confermata dalle utilissime indagini Iard: famiglia al primo posto, bisogno di ordine sociale, ma anche crescita di volontariato e impegno civile. In questi anni sono usciti alcuni libri, scritti da giovani (o giovanissimi) autori e fortemente legati alla condizione giovanile, che esprimono una ricerca personale sul piano espressivo (intenzionata perlopiù a rivitalizzare modelli noti) e che testimoniano meglio di tante inchieste e sondaggi trasformazioni antropologiche di qualche peso. Una specie di embrionale narrativa generazionale, analoga a quella incarnata dal celeb_re Generazione X di Douglas Coupland, divertente e un tantino smielato, se confrontato con il recente e assai più duro, La cenere degli angeli, di Michael Hornburg (in cui i sentimenti ci sono, ma come "sgualciti" dal mondo, dalla sporcizia e dalla violenza). Una narrativa che almeno in parte proviene direttamente da una "costola" di Tondelli (le antologie curate per Transeuropa). Una produzione letteraria postsessantottesca, che conta ormai vari romanzi ·(spesso, ma non solo, femminili), di .disuguali.scelte sti- . listiche, e che intende conservare un empito trasgressivo-oppositivo (in forme più o meno. ambigue), da Lara Cardella a Rossana Campo e a una quantità innumerevole di titoli. Ma i risultati più interessanti restano quelli di Silvia Ballestra (da Il compleanno dell'iguana a Gli orsi 1994), dotata di una vera sensibilità letteraria e di molto "orecchio" per i gerghi, e, in misura minore, di Enrico Brizzi Uack Frusciante è uscito dal gruppo 1994) con la sua rugiadosa educazione sentimentale (il modello è Boccalone, _anch~se_con ma~gi<;>resr~di~am~~- to e con minore incidenza d1 n11tolog1e politiche"). Rispetto al ~iovane Holden c'è la stessa orgogliosa (e sen,t1mentale) rabbia del personaggio di Salinger (e la stessa percezione SUOIEDI VENTO drammatica del conflitto tra ~iovani e vecchi) ma non il suo candore, J?ropno perché questo "pieno" (di immagini, d1 notizie, di linguaggi) intasa i suoi "archivi magnetici" e impedisce qualche volta alla sua voce di filtrare limpidamente. Certo, "dosare sentimento e. stile", come dice Brizzi, ma proprio su questo punto alcune opere recenti di fratelli maggiori possono offrire indicazioni più solide e più ricche. Holden lo ritroviamo anche nell'ultimo romanzo di Sandro Veronesi, Venite venite B52, in una nota a piè di pagina, accanto ad altri celebri "svogliati" o drop-outs (Paperoga, James Dean, Pinocchio, Lolita, Mowgly, Rusty ... ). E viene evocato a proposito della figlia del protagonista, Viola, quella che invoca i bombardieri e che nel finale sopravvive ad una scena assai cruenta, dentro un bosco da Cappuccetto Rosso, incantato e insieme spaventoso. Mentre Holden non lo ritroviamo più, ahinoi, nelle pagine dell'ultimo libro di Onofri, Colpa di nessuno, in cui i "giovanij' si presentano, mescolati agli adulti, come una folla brutale e pronta al linciaggio (là frase di Enzensberger citata all'inizio?), mentre il protagonista attraversa questa pagine con_ la sua contorta, inafferrabile sensibilità. Ma vorrei concludere con un breve commento alla dichiarazione iniziale di Brizzi. È vero. L'estetica è schizzata (così come l'etica, così come la conoscenza): al termine di questo secolo ipercritico e autodistruttivo, in cui la cultura nel suo insieme ha messo in discussiòne i suoi stessi fondamenti, nessuno può più disporre di un qualche sistema filosofico unitario, compatto, coerente (esistono solo frammenti, ipotesi, acquisizioni provvisorie). Tentare di riscrivere, che so, la Fenomenologia dello spirito o il Faust sarebbe come mettersi a ricomporre le sinfonie di Beethoven ... Ma questo cosa significa: che non esiste più neanche un'idea, un'esperienza del bello? Credo .invece che esista, solo se si tratta di un'idea e di un'esperienza molto personale, sottoposta a continue e incerte verifiche. La centralità del

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