Strada facendo. Politi'che irrinunciabili e irrinunciabilità della politica Gruppo Abele Il documento che riproduciamo è il risultato di una riflessione collettiva svolta all'interno del Gruppo Abele, a partire da un'esperienza trentennale di lavoro nel campo del disagio e dell'emarginazione. Queste riflessioni ci riguardano e ci coinvolgono e ci sembra importante che i nostri lettori possano conoscerle. Il Gruppo Abele ha sede in Via Giolitti 21, 10123 Torino. ♦ Siamo partiti sulla strada, nell'incontro con chi vive situazioni di disagio e sofferenza, dalla voglia di ascoltare, di capire e di condividere la fatica di tanta gente e di ricercare insieme soluzioni possibili. La strada, luogo di povertà, di bisogni; di linguaggi, di relazioni e di domande in continua trasformazione, è un elemento costitutivo della nostra identità e il punto di riferimento del nostro lavoro. Qui abbiamo imparato a confrontarci con l'incertezza, con la complessità, con i tanti volti della povertà. Ci siamo educati a non selezionare i compagni di viaggio, nel dialogo e nella responsabilità reciproca. Con il passare degli anni il nostro impegno ha assunto forme e modalità differenziate, nello sforzo e nella convinzione della necessità di coniugare accoglienza e giustizia. Questo ·ha significato rispondere ai problemi sempre nuovi espressi da chi vive esperienze di emarginazione e intervenire sui processi sociali, culturali e politici che determinano queste condizioni di povertà. L'identità del Gruppo Abele si è così progressivamente definita e rafforzata come soggetto politico e culturale, come esperienza radicata nel territorio e interagente con le altre realtà del pubblico e del privato sociale, come punto e snodo di una rete soci al e in grado di produrre s· l'.QQ ,caGinoBianco progetti di cambiamento( ...). In questo ultimo periodo ci siamo di nuovo interrogati sul senso che hanno per noi la "strada" e la "città". Questo ci ha ulteriormente spinto a individuare e definire l'impegno politico come carattere essenziale del nostro agire. È questa una riflessione che si pone coerentemente come sviluppo ed esito dell'azione critica esplicata lungo tutti gli anni Ottanta. Non ci siamo, infatti, piegati alla richiesta di chi, in quegli anni, ci invitava a non fare politica, a delegare agli esperti l'interesse per la cosa pubblica. Non abbiamo dunque voluto stare al di sofra delle parti, rinunciando a nostro compito e alla nostra responsabilità di donne e uomini, di cittadini solidali. Né siamo rimasti alla finestra. Per queste convinzioni abbiamo anche pagato dei prezzi, ma ci .è sembrato necessario farlo per non tradire le richieste e i bisogni che, anche attraverso la nostra esperienza, hanno trovato voce e visibilità( ...). Alzare lo sguardo. Vecchie e nuove emergenze impongono l'onere di scelte coerenti. L'interdipendenza crescente tra il Nord e i vari Sud del mondo, fatta di scambi ineguali, di vincoli e scadenze imposte il cui esito è quello di rendere ancora più debole chi già lo è, di effetti conseguenti (come le migrazioni e le varie "guerre locali"), di impoverimento progressivo a livello culturale, sociale ed economico, impone un'inversione di rotta. Nel rispetto delle tradizioni locali, delle culture e delle esigenze specifiche, questo significa promuovere un patto sociale mondiale fondato sull'equità di interscambio, sulla valorizzazione e sulla pari dignità tra i popoli e i Paesi. - Si è rotto il patto che ha legato le generazioni; questo sta comportando lo sperpero di risorse esauribili, gravi squilibri ecologici e demografici, un enorme indebitamento ~egli Stati, ~ sottrae ai giovam prospettive, speranza e voglia di futuro. - Il lavoro, oggi, si rivela un bene a disponibilità limitata. L'esclusione dal mercato del lavoro riguarda un numero sempre più elevato di persone: particolarmente giovani, ma anche adulti, espulsi dal ciclo produttivo e consegnati a una prospettiva di disoccupazione di lunga durata. - L'espandersi di situazioni di povertà, materiali e immateriali, aumenta il divario e la polarizzazione sociale (ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri). A questo contribuisce uno smantellamento indiscriminato e strumentale dello Stato sociale (sanità, previdenza, assistenza) e uno svuotamento culturale e sostanziale dei principi basilari affermati nella Costituzione. Tutto ciò rischia di innescare momenti di alta conflittualità sociale, le cui risposte, per forza di cose repressive, oltre che ingiuste, saranno ancora più costose di quelle che oggi stanno delineando. - La scollatura crescente tra cittadini e istituzioni ha incrinato fortemente il rapporto di fiducia che sta alla base del patto sociale. Questo rischia di innescare e facilitare processi autoritari, grazie anche alla sempre più reale rottura dell'equilibrio di reciproco controllo tra i poteri istituzionali, qual era stato sapientemente disegnato dalla Carta Costituzionale. Politiche irrinunciabili, irrinunciabilità della politica. L'irrinunciabilità della politica passa attraverso una sua riqualificazione. Da strumento di semplice governo del contingente la politica è oggi chiamata a ridiventare dimensione progettuale; da esercizio autoreferenziale del potere deve tradursi in un servizio teso a dare visibilità e concretezza a un sistema di valori condivisi, a un'affermazione piena dei diritti sociali e di cittadinanza. La garanzia della legalità è la condizione indispensabile per un nuovo patto di fiducia tra cittadini e istituzioni. La chiarezza delle norme, la loro legittimità, la loro stabilità e applicabilità sono i presuppo-
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