La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 1 - febbraio 1995

pirsi di fronte alla bellezza, di nutrire di gioia e di pietas il fare. SCIENZIATO.Ancora invettive generiche: volute di fumo acre che avvolgono il nulla. Oggi la vita non si racconta più negli affreschi o nelle facciate delle cattedrali. l ·teleschermi~sono mille volte più efficaci. È lì che bisogna misurarsi. Punto e basta. Ma, pet ritpanere ~lla città, sei tu il primo a contraddirti scavando fossati: ti aggrappi a una sorta di sapere sapienziale, peraltro alquanto vago, e rigetti di l'à i saper.i disciplinari costruiti su solidi epistemi: basamenti definiti da un lungo lavoro, guarda caso collettivo, a cui dobbiamo molto· di quel che di buono è stato fatto nel mondo. VIANDANTE.Sono questi saperi a rifuggire da una razionalità dialogica e a chiudersi in fortezze: luoghi dove si pratica il triste gioco lobbystico della "mutua ammirazione" (P. Bordieu): seguendo logiche non diverse da quelle che portano allo smantellamento delle città. SCIENZIATO. E tu che vai tra le cittadelle come un Guidoriccio da Fogliano ... portando nel cuore quella fola della città come convivio della buona novella ... Un accontentarsi della favoletta, una chiara regressione infantile. VIANDANTE.Lo ritengo un complimento. In chi va ramingo c'è un residuo di fiducia ingenua nell'amicizia dei luoghi, nella loro affabilità. Quante volte sostando sul bordo di una fontana ho visto le pietre inscenare racconti ... SCIENZIATOS. icché le cose non solo parlano ma imbastiscono tra1:1e,redigono scen~ggiature, convocano atton, e muovono e s1 fanno . . . . muovere m sap1ent1reg,1e... VIA:t;lDANTEP.iù o meno. Ma perché questo accada occorre tra loro un'intesa ... Il resto lo fanno i modi di porsi, i gesti, i toni del conversare, i ritmi dei passi di cui le cose grondano. SCIENZIATOM. a per i passi che a noi e solo a noi tocca compiere tutto questo a cosa serve? Non dice Antonio Machado che il sentiero è lo stesso andare? VIANDANTE.Tu ricordi al viandante la sua norma di vita ... Ma oggi l'andare dei più è reso cieco dalla stessa potenza dei mezzi di cui dispongono. SCIENZIATO. Dovremmo allora bruciare telescopi e sonde spaziali, buttare alle ortiche i microscopi elettronici e le loro raffinatissime tarature? VIANDANTE. No. Da tarare c'è semmai anche dell'altro: i modi di porsi, i gesti, i toni del conversare ... SCIENZIATOT. utto qui? Sai cosa ne fanno i progettisti, i costruttori e gli stessi utenti di simili banalità! VIANDANTE.Su queste banalità poggia la regola segreta della costruzione della città. SCIENZIATOA. ncora parole: niente di dimostrabile, di misurabile ... VIANDANTE.Nei modi di porsi, nei gesti, nei silenzi, nelle parole - degli uomini come delle cose - c'è un flusso incalcolabile di doni. Senza questi doni invisibili il mondo non sarebbe altro che un ammasso di frammenti. Di questi tempi il frastuono del moto e la tormenta degli oggetti rendono quel flusso poco riconoscibile. Ma basta una pausa nel moto e nella tormenta che chiunque può avvertirne la presenza. Se appena avremo la forza di estendere quelle pause e il loro ascolto, allora potranno tornare a nascere le città. BibliotecaGinoBianco dove c'è l'Università più spenta d'Italia e tan- -te bellissime librerie, negli asili scoppia la salmonella ma gli ospedali funzionano, c'è razzismo contro gli zingari ma c'è il centro gay più attivo d'Italia, c'è un negozio di abbigliamento ogni <:_,inquecentoabitanti, non si mangia più mortadella perché tutti temono i lipidi, si va alle Maldive tre volte di più che i milanesi, si vota comunista, si può passeggiare sicuri in centro di notte ma non ci passeggia più nessuno, sono state fatte le più grandi manifestazioni di piazza e un Capodanno para-berlusconiano in diretta Tivù, Carlo Cecchi fa fatica a trovare un teatro e qualsiasi comico sta un mese al Teatro Duse, ci sono decine di gruppi di immigrati in dissenso tra loro, sette sataniche, avanguardie cyberpunk, alcuni dei gruppi di volontariato più vivaci d'Italia, centri sociali attivissimi ma la manifestazione culturale che fa impazzire è il Mo tor Show. Ebbene, questa città complessa, contradditoria, ferita, difficile da vivere, viene ancora descritta come un grande pacioso tortellone in c;.uisi vive tranquilli e senza scosse. Perché tanta stilizzazione? perché la paura del "romanzo" Bologna? Bologna non diventa meno interessante, se esce dal suo stereotipo. Questi tempi meritano maggior precisione, maggior impegno etico di rappresentaziopne, non possiamo più permetterci di parlare dei libri, delle città, di noi, come in un'ora di vanità televisiva. Questo è quello che aspetto da questa rivista. Anche se ci sarà sempre qualche furbo che salterà su a dire che in Italia non é sono riviste che si occupano della realtà d'oggi.

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