La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 1 - febbraio 1995

all' Aids che ne consegue: di quanta ricerca cientifica abbiamo bisogno per riuscire a far vere siringhe pulite a chi si "buca"? Per far avere siringhe pulite agli ospedali africani, o per etterli in grado di controllare le trasfusioni di ,angue? O per distribuire profilattici alle pro- ,;titute di Calcutta o di Chiang Mai? A me pare ,i tratti di un problema di scelte politiche nella :listribuzione delle risorse. A me pare che ba- .;terebbero la volontà polìtica e l'impegno di ri- ,orse economiche modeste rispetto a quelle poi ·ichieste dalla cura alle persone che si ammala10 per l'assenza degli interventi di prevenzione. __,erto,la ricerca scientifica è indispensabile per lssicurare una migliore qualità e attesa di vita dle persone che già hanno acquisito l'infezione, ,e possibile per curarle, e per trovare vaccini :he blocchino la trasmissione. Ma il proclama li una "guerra all'Aids", con l'enfasi posta sulla nalattia e non sulle dinamiche epidemiche che leterminano la trasmissione di Hiv e che alla fi1e portano alla malattia, con la quasi totalità lelle risorse orientate verso nuove scoperte teapeu tiche, non deve diventare giustificazione ,er l'inazione della società nell'opporsi alla difusione dell'infezione. Come già nel caso della guerra alla droga", una "guerra all' Aids" di 1uesto tipo non ha fatto altro che rendere più olido lo status quo che favorisce il diffondersi i droga e Aids. Secondo il modello culturale vigente di salue, la prima preoccupazione è quella di trattare i intorni della malattia: l'attenzione è concentra1 sulla cura, sul farmaco. La stampa quotidiana periodica, esemplare nell'essere passivamente ccoccolata in questo obsoleto modo di pensare l salute, è solita dare risalto a qualsiasi voce abia attinenza con la "cura" di una malattia 'Aids è un buon esempio, ma si pensi anche Ile recenti notizie sul "vaccino" contro il canro) anche se non supportata da alcuna evidena di efficacia sperimentale, in genere tacendo mche perché in genere - semplicemente - ne 1 nora l' esi_stenza)i risultati di efficaci interventi 1 prevenzione. Questo patologico orientamento privilegia- > verso la patologia e la cura (chi cura i morenè un santo; chi cerca di evitare che la gente ri- :hi di morire prematuramente, fornendo sirine pulite e profilattici rischia di essere accusato i genocidio) fa senz'altro bene all'industria Lrm~ceutica, ma giova poco o nulla alla pre- ~nz10ne. Inoltre il modello di prevenzione proposto 1 congiunzione al modello medico-biologico .:!llasalute è profondamente individualistico, condo i modi indotti dal consumismo, e quasi ai va a toccare le condizioni che effettivamenproducono malattia. Ad esempio, è molto ù facile consigliare gli individui sul modo cortto di alimentarsi (e poi colpevolizzarli se le ro scelte sono poco corrette) piuttosto che re in modo che le industrie dell' alimentazio- ~ cambino il tipo di produzione orientandosi ·rso cibi più sani, come è anche molto meno mtroverso invitare le persone a non fumare ta1ccopiuttosto che intervenire vietando la colra del tabacco; o come è più facile chiedere alla nte che usi meno e con più prudenza l'autoobile piuttosto che chiedere all'industria di odurre automobili più sicure e che non inquio. Per di più, queste '~scelte" verso uno stile di che esponga a minori rischi sono in genere di fuori della portata dei gruppi di popolazioBibliotecaGinoBianco te, ma decisamente, anche se in buona fede, in odore di scoop commerciale. Vale a dire quella ''fantasia gay sui temi nazionali" nordamericanz che è Angels in America4 del newyorkese Ton;, Kushner. Sette ore di narrazione antilineare e d1 recitazione ipernaturalista sulla vicenda dell'Aids, filo conduttore e objet inevitabilmente trouvé della vita americana contemporanea. E non è escluso che questo kolossal miliardario, che ha fatto fremere le sazie platee di Broadway con effetti speciali al gusto di sangue e paranormalità non poi così dissimili - mi siperdoni l'accostamento all'apparenza stridente - dal kitsch gratuito del Nei/ ]ordan di Intervista con il vampiro, approdi persino allaprossima Biennale di Venezia. Gli americani che, pragmatici come sono, di quest'arte sono maestri, la chiamano glamorization: non c'è oggetto, tema, personaggio, caso che, qualora se ne intuiscano le potenzialità di mercato, non possa essere assunto nel cieletto delle mode e di ciò chef a tendenza. L 'Aids, che dall'80 a oggi minoranze e gruppi di militanza, nonché moltissimi artisti e intellettuali nordamericani, hanno raccontato e messo in scena con il coraggio e la lucidità politica di chi si saprotagonista di una crisi che ha per posta la sopravvivenza degli individui e dei valori più intimi della democrazia, finisce dunque glamourizzata e trasfarmata in prodotto culturale di consumo di massa. Basti pensare a Philadelphia di Jonathan Demme, equivalente filmico della saga teatrale di Kushner: opere ad altissimo costo,pensate per tutti e per nessuno, destinate a un ipotetico e astratto spettatore medio, che va commosso e emotivamente coinvolto, ma non disturbato o turbato e tanto meno attivato. Quanta distanza da un'altra opera teatrale, questa volta francese, che ha visto la· luce nel maggio scorso alla Cartoucherie di Parigi. La ville parjure ou le reveil des Erinyes 5 , tragedia in ventuno scene ed epilogo scritta da H élène Cixous e portata sulla scena da Ariane Mnouchkine, si apre con tre pagine tersissime,vibranti di senso civico e furore, "irrecuperabili" al tepore consumistico. "Il sangue versato è versato per sempre", inizia Cixous, citando dalle Eumenidi di Eschilo, "...Irreversibile per la vittima. Incancellabile per l'assassino... Le mani del Macbeth non torneranno pure mafpiù. Ancor oggi sanno di sangue innocente". Affrontando il tema dell'Aids, l'autrice sceglie infatti di non percorrere la strada del melodramma, dell'elegia o dell'oratorio. E neppure la via effervescente e di poco respiro del pamphlet d'occasione. In scena non va una vicenda privata, la storia amara e/o commovente di una vita spezzata, il dramma di una famiglia o di una coppia, la confessione o l'autoanalisi di un individuo~ il piccolo scandalo. La ville parjure è una denuncia politica epocale, lo svelamento di un 'infarnia senza eguali: il tradimento di quel sacropatto di fiducia e responsabilità che, in democrazia, lega governanti e ~overnati. Rifacendosi a un recente e clamoroso fatto di cronaca - in Francia, a fine anni Ottanta, ministero della sanità e organi governativi competenti licenziano un'ingente partita di sangue infetto da Hiv, pur essendo perfettamente al corrente della sua esponenziale micidialità. Il loro è un calcolo "economico" e di "convenienza politica". A tutt'oggi i responsabili non sono stati puniti e l'intera questione rischia di esserearchiviata, nonostante i tanti morti, ammalati, ammalati a venire - Cixous restituisce all'emergenza Aids la sua dimensione sociale e storica. "La paura della contaminazione da Aids", so-

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