La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 1 - febbraio 1995

rispondere a questa domanda occorre chiedersi se si tratta di fenomeni nuovi o invece solamente della nuova dimensione di un immutato tributo di una transizione esistenziale che implica, per sua stessa natura, vulnerabilità e crisi d'identità. Innanzitutto si può davvero affermare che la loro solitudine sia in aumento? Direi proprio di sì. I bambini e gli adolescenti sono sempre più soli. Ciò potrà sembrare un paradosso, visto che viviamo in una società ordinata e caratterizzata dalla diffusione dei mezzi di comunicazione di massa, eppure se c1 ~1ragiona un po' non è poi così strano. Solitamente si ritiene che la solitudine corrisponda alla sua implicazione sociale: una persona è sola quando no.n ha vicino nessuno. Tuttavia esiste un altro significato della solitudine altrettanto importante: quello affettivo. In quésto secondo caso si può essere soli anche tra molte persone, in quanto la solitudine significa qu_icarenza di un supporto emotivo e non necessanamente di un rapporto fisico. Se domandate ad un adolescente quanti amici ha, risponderà di averne molti in quanto, probabilmente, penserà al suo elevato grado di socializzazione (ad esempio, la discoteca o un pub) che solitamente riguarda centinaia di coetanei contemporaneamente. Se però ·domandate quanti amici frequenta settimanalmente, il numero scenderà di molto e calerà ancor più se gli chiedete di far riferimento alle persone alle quali egli può effettivamente rivolgersi nel caso in cui stia male (in senso psicologico, evidentemente). Come si vede, quindi, la percezione della propria solitudine non attiene tanto alla sua declinazione sociale, quanto a quella affettiva: si può essere soli in una folla, così come, al contrario, si può non soffrire di solitudine anche quando non si ha un supporto sociale consistente, ma solamente affettivo. Un altro esempio riguarda il gioco. Un tempo, anche proprio per la grandezza delle famiglie, i bambini giocavano con i fratelli e le sorelle e comunque assieme a· molti altri coetanei. Oggi invece la dimensione del gioco è sempre più solipsistica BibliotecaGinoBianco tanto che lo spazio ludico tende a corrispondere ad un'espressione autistica dove egli ·non ha bisogno degli altri ma vive semplicemente la propria felicità in modo autarchico. Si pensi ai videogame, ai computer, ai walkman (riproduttori di musica che funzionano attraverso delle cuffie che isolano completamente il soggetto dal contesto circostante); ma si pensi pure ai recenti fenomeni delle reti telefoniche che mettono in comunicazione decine di persone contemporaneamente (il famigerato "144 "). Si tratta di espressioni diverse tra loro, ma tutte ugualmente significative di una progressiva tendenza all'isolamento sociale ed emotivo dell'adolescente, dove l'aspetto eversivo sembra aver lasciato il posto all' esigenza di tutelarsi da ciò che lo circonda piuttosto che criticarlo o contaminarlo. Questa stessa tendenza all'isolamento e alla solitudine emerge anche in altri ambiti come quelli, paradossalmente, in cui si sviluppa maggiormente il senso di socializzazione dell'adolescente. Basterebbe pensare ad un ambiente come una discoteca frequentata da adolescenti: la musica è talmente alta ed il ritmo talmente frenetico che non permette minimamente di parlare o di comunicare alcunché. Non a caso oggi in questi ambienti si tende a consumare un tipo di droga che - come dicevo sopra - è molto diversa da qùella in auge qualche anno fa ·(l'eroina): infatti le droghe di moda sono a base di anfetamine (ecstasy, eptadone) e servono .ad accentuare l'effetto della musica (e del1' alcol) e a sconfiggere la fatica (per molte ore non ci si stanca pur facendo un'attività frenetica). Queste nuove droghe "compulsive", che erroneamente s1 ntiene non creino dipendenza, tendono invece ad inibire i più elementari livelli di socializzazione. Tuttavia, se si ipotizza che questi indicatori rappresentino soltanto le spie più luminose che segnalano un crescente e generalizzato disagio psicologico e sociale dell' ado1 esce n te, occorre allora domandarci quali s.ono i fattori che possono essere correlati con tale crescita. Mi soffermerò soltanto sul processo di desq;utturazione ambientale e familiare e sugli effetti perversi del degrado sociale e ambientale. Gli effetti psicologici della trasformazione famigliare sono indotti principalmente da due macroscopici eventi demografici: la diminuzione delle nascite e l'allungamento dell'aspettativa di vita. Non vi è dubbio che entrambi questi fenomeni abbiano contribuito al profondo cambiamento che

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