La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 1 - febbraio 1995

mento, eccetera, questo pugno di grano alla fine ci costa più di un pranzo nel ristorante più caro di Parigi. Ci abbiamo messo trenta anni per capire fino in fondo l'importanza dell'istruzione. Le economie dei paesi in cui i contadini hanno ricevuto una qùalche istruzione sono da dieci a quindici volte più produttive delle altre. Da sola l'educazione produce benefici materiali. Non sono necessari investimenti". Parlo con John Menru della '.f anzania: "L' A- .frica ha bisogno di una generazione di politici capaci di pensare in modo nuovo",.dice. "I politici di oggi dovrebbero andarsene. Non hanno alcun interesse allo sviluppo, pensano solo a conservare il loro potere. Abbiamo bisogno di politici con una visione ideale. Qual'è la grande minaccia? Il fondamentalismo etnico. Rischia di svilupparsi fino a dare al principio etnico una dimensione religiosa. Può diventare un sosti~to della religione". Sadig Rasheed, sudanese, è uno dei direttori della Commissione per gfr affari economici africani. Rasheed mi dice: "L'Africa deve svegliarsi. Le società africane devono sviluppare un nuovo atteggiamento autocritico. Altrimenti, l'Africa resterà sempre marginal~". Spirito critico e spirito di orgoglio Parlo con uri vecchio colono inglese. Per lui la forza dell'Europa e della cultura europea sta nella sua· capacità critica e - soprattutto - nella sua capacità autocritica. Le culture europee praticano l'arte dell'analisi e della ricerca. Sono infaticabili. La mente europea è disposta a riconoscere i propri limiti e ad accettare le proprie imperfezioni. È scettica. Questo spirito critico è assente in altre culture. Orgogliose, credono che tutto ciò che le caratterizza sia perfetto. Si considerano in modo acritico e tendono a disprezzare gli altri (agenti sovversivi, varie forme di dominazione straniera). Per loro, la critica è sempre un'aggressione, una manifestazione estrema di pregiudizio. Ogni critica viene considerata un'offesa personale, un·..rentativo deliberato di umiliazione, una forma di persecuzione. Se osservi che la città è sporca, la prendono come un offesa. È come se stessi dicendo che i suoi cittadini non si lavano bene dietro le orecchie o che hanno il collo o le unghie sporchi. Se la prendono; mettono il broncio; diventano animosi. Ciò li rende culturalmente e strutturalmente incapaci di progresso; gli impedisce di sviluppare dentro di sè la voglia di crescere. Ma le culture africane (e ce ne sono tante, almeno quante sono le religioni africane) sono davvero al di là di ogni critica e immodificabili? Perché l'Africa perde costante!l}ente terreno nella corsa tra i vari continenti? E la domanda a cui Sadig Rasheed e altri africani come lui stanno cercando di rispondere per il proprio bene. La rivoluzione di uri secchio di plastica Abbiamo guidato per 2.000 ·chilometri in Etiopia. Le strade sono deserte. In questo periodo dell'anno (in Europa ora è inverno), le montagne - così alte da raggiungere le nuvole - sono verdi e splendide nel sole. Il silenzio è acuto. Se ti fermi e ti siedi sul ciglio della strada puoi sentire a distanza delle voci alte e monotone. Sono bambini che cantano sulle colline, i figli e le figlie di un mandriano che raccolgono la legna, e tagliano l'erba per le loro bestie. Non senti le voci dei genitori. È come ~e il mondo fosse dei bambini. BibliotecaGinoBianco Metà della popolazione africana ha meno di quindici anni. Ci sono bambini dappertutto: negli eserciti, nei campi profughi, al lavoro nei campi o nelle piazze del mercato. E a casa, sono loro che svolgono la funzione più importante di t~tta l' econ?mia domestica: v~nno ~ prendere l acqua. All alba, quando _quasi tutti dormono ancora, si muovono nel buio e si affrettano ai ruscelli, agli stagni oppure al fiume. La tecnologia moderna è il loro più grande alleato. Li ha forniti di uno strumento decisivo: il secchio di plastica. . Il secchio di plastica ha rivoluzionato la vita degli africani. Ai tropici non si può sopravvivere senza acqua; la scarsità di acqua è molto frequente. Perciò l'acqµa deve essere traportata per percorsi lunghi, non di rado anche di dozzine di chilometri. Prima dell'invenzione del secchio di plastica, l'acqua veniva portata con_dei pesanti recipienti di argilla o di pietra. La ruota - e i veicoli a ruota - non è molto comune nella cultura africana. Ogni cosa, acqua compresa, veniva trasportata sulla testa. Nella divisione del lavoro domestico, prendere l'acqua toccava alle donne. I bambini non sarebbero stati in grado di sollevare i vecchi recipienti. E in condizioni di acuta povertà solo pochissimi gruppi domestici potevano disporre di più di un recipiente. L'apparizione del secchio di plastica è stato un vero miracolo. Per prima cosa, il secchio di plastica è relativamente economico (anche se in alcune famiglie rappresenta l'unica proprietà di qualche valore), dato che costa circa due dollari. Poi è leggero. E-poi ce ne sono di grandezza diversa: anche un bambino piuttosto piccolo perciò può portare•qualche litro d'acqua. Così, ora, dell'acqua si occupano i bambini. È molto comune incontrare turbe di bambini che giocano e si stuzzicano mentre si recano presso qualche ruscello lontano. E che sollievo per l'indaffaratissima donna africana! Che cambiamento! Le caratteristiche positive del secchio di plastica sono praticamente infinite. Pensiamo alle code. Quando l'acqua viene presa dalle cisterne, spesso bisogna stare in coda tutta la giornata. Il sole tropicale è senza scampo. Prima non si poteva correre il rischio di lasciare il proprio recipiente di argilla per segnare il posto nella fila e poi tornare quando veniva l' ombr~. Era troppo prezioso. Oggi è possibile. Il secchio di plastica ha preso il posto delle persone nella coda. Spesso, oggi, vedi solo una fila di contenitori di plastica colorati, mentre i propnetan aspettano all'ombra oppure vanno al mercato o a trovare gli amici. La richiesta di una penna Se ti fermi in un villaggio, in una cittadina o in una fattoria vieni improvvisamente circondato da una covata di bambini inzaccherati, con le magliette e i pantalo;;_cini laceri. L'unica cosa che hanno è una zucca vuota con dentr:o un po' d'acqua. Una banana, un pezzettino di pane spariscono immediatamente. La fame è una presenza costante. Però non elemosinano pane, frutta o denaro. Chiedono delle penne. Una penna a sfera. Prezzo: dieci cents. Ma dove possono trovare dieci cents? Vogliono andare a scuola; tutti vogliono imparare. Ma anche quelli così fortunati da avere una scuola dove andare (nei villaggi, la scuola di solito è un posto all'ombra ai piedi di un albero di Mango), non possono imparare a scrivere; non hanno le penne.

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