Studi Sociali - XVII - n. 5 serie III - 31 maggio 1946
umida, sqtto la frusta del «capataz:,; a c~rcare il caucciti per sconosciuti capitalisti. Cio ch'é stato possibile, tonia · ad essere possibile. Chiuso il libro, non ci rimane nel– l'anima l'a~gustia della morte violenta della comunita di Ru~i; ci rimane la radiosa visione ili quella s~mplice . e libera e concorde potenza vitale degli uomini in/ comunione con la natura. Le· forze sotto cui la comu– nita soccombe non' sono quelle del progresso e della cultura, che · vi s~andavano invece lentamente e benefica– ment~ infHtrando, ma forze di regress·o, gia invecch,iate. e, ormai, in decadenza. Il probleìnà, sulle Ande peruane · coine nei campi e nelle citt.a dell'America èuropeizzata o dell'·Europa, é in questo momento lo stesso: èd é un problema di volonta. Si tratta · di decidere chi racco, gliera l'eredita de\ latifondista che in questo libro toglie la· terra ai contadini per lasciarla incolta ed utilizzarne ·i lavoratori come mano ~'opera a buon mercato nella Illiniera. Il suo trionfo é effimero; i suoi anni sòno contati. Ma chi ereditera la sua terra? Lo Stato, che sta in cima alla montagna di carta · da bollo e non sa– rebbe allor,a èhe un piti -grande · 1atifondista padrone di schia·vi, o le superstiti e le ris_orte comuriita in fraterna ·collaborazione? Non si· tratta d'indovinare la risposta, ma di volere. . ' · , Per questo la lezione di questo libro, di questa grande opera d'arte latino-ameriéana, non é di. pessimismo. l. .f. TRALE RIVISTE E I GIORNA.LI Gli anarchici e .il governo La dichi,arazione di principi che ,n Consiglio della Federaziope Libertaria Lombarda (scission-ista) pre– senta come base .per la costituzione deNa nuova Fé– derazione libertaria italiana ("L'Internazionale" - 2' . fiehbraio 1946), meriterebbe d'essere minuziòsamente discussa. Mi limiter6 ad alcuni punti p'arUcolarmente interessanti. La p,rima à:ftermazione é che l'anarchi– smo "tradfzionale"' non pu6, essere un partito di mas– st; perché ,ponvince solo gli spiriti· suil'ficentemente maturi che, dateJ l,e possibilita d'educazione che offre la s9cieta ~a,ttua,le, non possono noù essere una minÒ– r:;tnza. Vierissimo. E di qui il gradualismo (càe non é af.fatto riformismo) di Malatesta che afferm.ava eh~_ una rivoluzione. che porti act ,una, societa senza .· g.ov, erno é a,ncora lon,tana nel t~mpo e sara la meno violenta di tutte; il che non c'imp!edfra, di parteci– par.e- a. tutti i prossimi rivolgimenti rivoluzionari per spingerli à fond,o e per ce,rcare di limitare le 'attri- I buzioni -e la potenza dei .governi che in essi si for– mino, limitazfone, ehe non dipende evidentemente dai governi stessi e meno ·dalla ·nostra partecipazione ad essi, ma dall' 1 entita e daUa capacita di _creazione au- ' ·,tonomà dellè forze d'op1posizione. I neolibertari. pero non arrivano 1;1,ffattoa questa conseguenza logica del– la loro premessa. Le ''masse", secondo,Iòro, non sono · animate da ideaili, 'ma d:al piu gretto interesse; son0 ·. '.rìformiste in ·periodo di pros·perita, rivoluz,ionarie in periodo di ·crisi econom.foa. Quest'individualista di– s·prezzo della massa;~rivestito in questo caso da affer– ·mazioni -correnti tra i volgarizzatori' del marxismo, é alla radice' di tutte le devìazioni àutorita;rie dello spirito umano. Non si tratta piu di riconoscere il Bas– so HveHo culturale d-elle •"moltitudini; si trasferis,ce quèst'inferiorit:i al terreno morale in cui é · assar piu difficile la redien2lione. Di qui il P'essimismo e la r.i• nuncia a seguire -.pelr -l'evoluzion,e e la rivoiuzione-- :le vie del>la liherta. ' \ · \!a niente 'di questo 1 é vero. L'odio, l'amooo, un'idea, ùna su,perstfaione niuovòno le masse assai più' facil– mente che non lo possa fare l'interesse materiale. Tutti noi sap,pià:mo quel ch_e costa combattere contro ,.l'odio nazionale, il fanatismo religioso o la mistica déN:'obbediepza, if.rnché la massa ncin diventa un in- - sierri}e (organiço pel'Ché differenzfato) d'indi'vidui pen– santi. Noi vogliamo trasformare queste passioni prl- · ·marie e. a volte besH:ali, 'Cosi facilmente sfruttabili dal gretto interesse di ca,pitàlisti e .governanti, in un superiore sentimento· d'uman,a soUdarieta; cond-ucia• STUDI SOCIALI - 29 mo una lotta ,di caraUere rivolmiionario, pe~hé le .barriére che si oppongono alla libera spe-rimentaziolie di sistemi di accordo spontaneo .solo possono essere abbattute co,ri m€todi rivoluzio.nari. E conside'I1amo l'esigenza del pane é del companatico per tutti, cio~ deilla giustizia, come un'esigenza morale. ' .E' vero che l'angustia economica p'U6 provocare ri~ voluzioni. Mà se la fame rimane il SQllOfattore di rivolta, la rivoluzione sara auto,ritaria e povera: sara in essa la nostra funzione. La Spagna rivoluzionaria del 1936 non soffriva la ,fame -ed Jil suo proietariato · piu industriaile -queHo_ catalano_:_ era precisapiente il ,pili vicino agli •anàrcMci. ' Sarebbe facile trovare, nella dichiarazione. ché com– mentiamo; molti altri )uoghi cotnuni -falsi e peri– colosi- dello stesso · genere. Preferiscò rHl;)vare in– .vece !'.impostazione buona d'un problema ch'é poi :risolto ,ma:lè. Una rivoluzione ~vi s 1 i dic.e-- 13bocca in una· dittatura se un solo p;arti,to prevale. "Oppure nessun ,partito riesce a prevalere e l);d imporre le s,ue idee alla rivoluzione, è si ha allora una dBmocrazia rfvoluzionaf!i~; una sorta di autogov!jrno della massa oh-e attua in questo caso quei postulati sociali che la sua matu.rita le .consente di realizzare". Gli anarchici non possono fare ·1a dit~atura iper la contraddiziÒn che nol consertrte; non hanno suffic;ente -seguito ef– fettivo nelle masse da poter instaura11e :una societa senza governo; àunquè devono partecipare alla, demo- · crazia rivoluzionroria cosi -com;'essa si realizza, a,ccet– tandone l e ·,esigenze (èhe neHa rivoluzione' spagnola furono, se condo gli auto.ri della dichiwrazione,' 1a mi– litarizzazione; l•a P'artedpazione al governo, l'organiz– zazione .politica) sotto ,pena di djventare dei contro- rivoluzi-0nari potenziali. · · · Le -premesse s,6Iio giustè; la conseguenza é raàical– m,ente sbagliata ed il suo rapporito con le premesse poggia su un gioco di paròle .. Quèsto sbaglio é H vero nodo del .problem!!, che ha provocata· la crisi interna dei du~ movimenti anarchici mediterranei. Il gioco di parolè consfate nell'identificare arbitrariamente la rivoluzione con. il governo che la domina e tellide a soffocarla, l'azione organizzativa dei sindacati, d:ei gruppi; .dellè col\ettivitii, dei èonsigli di fabbricà, ·delle ·cooperative, ohe assicura, aHraverso il ferra ed il fuo– co della ,battaglia rivoluzionaria, la coptinua7;ionie del lavoro e deHa vita, con la for,mazione d'un g,abi.netto su'1la base dell'aiccordo fra i partiti neiH'attesa d'una ~ualsias,i costituente. I due caII11Pisono diversissìmi e separati; appena· interferiscono la rivoluzione co– •mincfa a' morire. :Ristudiamo la stoiria della rivolu– zione s'.I)'agnola, in cui gli anarchici han dato un ma 0 gnifico esemp-io di toHeranza libe.rtaria e di spirito di li berta. Erano i molti ed i forti;- avrebbero potuto .im,porre ,la loro dittatura, almeno in Catalogna: han prefèrifo org:aliizzare mi'lizie e collettivtta, socializza– re industrie, ci,eare giornalj ed atenei e rispettare tutti i partiti e tutte 1e idee. E,rano i .molti ed i piu capaci ed attivi nel lavoro vero, che non é quello di vènder•e, né di comprare, né di maneggiare oarte da bollo, m~ quello di p:rodurr~ e distribuire. Niel 1a– voro v,ero, nella rivoluzione, il governo non contava; ma doveva sussistere, anohe ,s,e .il .p.o-polone ignorava l'esistenza, per ragioni di politica internazloriale, cioé _ per non per:dere, con la "pr'otezione" delle democra– ziè e di Stalin, la guerra contro Franco. :ya neces– sita e la speranza utopica di tale proteziòne 1 coman– darono H raMorzamento del governo, l'entrata in esso dei libertari, la milHtarizzazione e, infine, l'assassinio della •rivoluzione ohe condusse alla perdita stessà del– la guerra. E, veramente, l'attitudine oCÌiernà di quel– le stesse democràzie e ·di quello stesso Stalin (che ha conosciuto nel frattempo l'abbraccio di Hitler .e la riconsacrazione antilfasi<lista) non invita a ,rip'etère l'esperienza. La recente storia spagnola ha p,rovato che andare al governo vuol dire mettersi fuori dalla · rivoluzione. Ma -,aggiunge· ila dichiarazione-- noi siamo in con– dizioni •d'inf.eriorita rispetto ai bo•lscevichi. "E ci6 fn quanto, ess·eridosi i bolscevichi preparati da lunga ma– no' alla conquista dello -Stato, ad essi, situaz,ione in– ternazionale permettendo, riuscira ipiu faicile chie ~ noi la aonqulfit.a del potere. Alla lore vela, costituita
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