Studi Sociali - XVI - n. 4 serie III - 20 marzo 1945

,., A Roma, gli alleati han trovato guerriglieri che, secondo la notizia confusa ctel corrispondente, erano co- - munisti, pero non ortodossi ed av'evano fondato un •par– tito «Nuova democrazia». Naturalmente, li misero in prigione. Un anno dopo ahbiamo ritrovato il nome del loro capo fra quelli degli orato1·i che presero parte alla commemorazione di Malatesta. Parlava in nome del «Co munismo democrati•c·o». Gli altri erano ana~chici e re– pulbblicani. Uscendo dall'Italia, troviamo gli stessi fenomeni. Ne1la stampa- clandestina francese del tempo dell'occupazione tedesca ( 1 di cui. «France Nouv~lle» di Buenos Aires ha dati numerosi estratti) abbiamo lette non una, ma mol– te volte, ...frasi come queste: «Biso,gna andare verso la fondazione d'un nuovo umanesimo rivoluzionario, ugual– mente lontano dal disordine capitalista..- e dall'egoismo pic'colo borghese che dalla dittatura totalitaria. La Fran:, .eia sta alfa confluenza di queste due grandi idee: Col– lettivismo e Liberta». «Bisogna edificare sulle rovine della dominazione fascista e delle· sovranita statali, l'u– nione democratica- dei popoli d'Europa -unione dei popoli e non lega di Stati- p·rima tappa verso -l'unione di tutti i popoli de'l mondo». Naturalmente questo lin– guaggio non é piu cosi frequenie ora o, per lo meno, é oc•cultato as-sai meglio •dalla propaganda ufficiale che. dalla cen"mra tedesca. Ma basta rileggere il brogram-ma dei gruppi di resistenza di Lyon pubblicato tempo fa per rendersi conto della vitalita che hanno ora in Fran- • . eia le correnti socialiste contra~ie all'accentramento sta- ta'le. In Germania gli studenti di Monacò fucilati l'anno scorso . dalla Gest;po dichiararono di lottare per la li– bera autodeterminazione, per la liberta dello spirito, parole che, all'interno della Germania, hanno un signi- ficato molto piu profondo, molto piu sociale, che nei paesi piu o meno democratici. L'esigenza d'una socializzazione decentralizzata e ba– sata sull'autonomia delle comunita locali, sindacati, COO· . . .. perative, si fa sentire fra i polacchi (vedi «Polonia po• pular» n. 5, Messi~ò,, 15 ottobre 1944, pag. 4 e 5L La condotta degli eserciti di Stalin, immobili di fronte a Varsavia eroica in fiamme, ha la stessa spiegazione che i bombardamenti «psicofogici» inglesi su Milano e To– rino §_ollevate contro i fascisti: la paura del popolo, la paura d'un socialismo popolare e non governativo. In Inghilterra, mentre le forze ufficiali (compresi i dirigenti la-boristi e sindacali) vanno verso uno statali– smo che prepara· il terreno al capitalismo di Stato di tipo totalitario e s'_avviano a seguire una politica neo• fascista ~el continente, cresce di giorno in giorno l'im– portanza del Laborismo indipendente e delle correnti d'o·pinione che, come il Commonwealth, vogliono «socia– lismo nel campo economico e sociale, liberalismo nel càmpo politico e culturalé~. Sappiamo bene che «liberalismo» non é ancora «li~ I berta» e che, quando i fatti obbligheranno a precisare, piu ·che le idee, la linea di condotta, non tutto rimarra di questo fermento. Pero esso ha valore per noi •come indice d'una esigenza diffusa di giustizia sociale e di liberta ch'é frutto non d'una determi,nata propaganda, ma dell'esperienza di questi anni terribili. Quando la lotta contro il totalitarismo del dopo-guerra arrivera ad avere un contorno nitido (il momento s'avvicina), i va– cillanti che se ne andranno saranno ampiamente com– pensati dai milioni che finora non hanno fatto altro che impa,rare -nella loro forzata e silenziosa immobilita di schiavi- fino a che punto valga per l'uomo la li-berta. STUDI SOCIALI 19 Il neo-fascismo che la City, il Vaticano e il Kre-mlino sta~no preparando in Europa sara probaMlmente vigo– roso, e combatterlo non sara facile. Il nuovo antifasci– sm<f conoscerii forse piu · d'una sco-nfitta parzil_lle. Potra evitare la sconfitta ,definitiva solo se sapra situarsi_ su questo te;reno socialista linertar.io su cui molte delle sue forze piu pure gia si trovano. E' l'ideale per cui ha lottato nove anni fa la Spagna rivoluzionaria, per cui son morti Schirru e Durruti, Berneri e Rosselli; é oggi, per quanto spesso inconsapevole, l'ideale dell'a– vanguardia rivoluzionaria europea. LUCE FABBRI. La Sicilia dopo. iI 1860 ( Continuazione, vedi numero precedente) III I /asci dei lavoratori Il movimento sociale in Sicilia si puo dire che nac, 1que ispirandosi alla -dottrina di Giuseppe M;azzini: · il socialismo di Pasquale Calvi risponde, dal punto di vi– sta dell'ordinamento politico, al principio repuhblicano– socialista. _ !Lo stesso Saverio Friscia, che poi passo all'interna– zionali~mo propagato da Bakunin, 'in fondo rimase repubblicano; come del resto quasi .tutti dal partito repubblicano yenivano i giovani clie poi seguirono B-a– kunin. Coloro medesimi che rimasero nel partito repubbli– cano avevano piu simpatia per il socialismo libertario del Bakunin, che per 'quello autoritario di Carlo Marx. E gli stessi internazionalisti sentivano piu simpatia per il mazzinianesimo che per il marxismo. E tale -condi– zione dura, forse, fino ai nostri giorni. Comunque, in Sicilia, Mazzini aveva avuto un vero e proprio culto, e le organizzazioni operaie che si for– marono dopo il '60 avevano un programma mazziniano; come il movimento del '66 era stato ispirato dall'ele– mento repubblicano. ·Per dare un'idea della venerazione che in Sicilia si aveva per Giuseppe Mazzini mi servo di quanto· mi é stato narrato dai miei parenti, in casa dei quali avve.' nivano le riunioni dei -mazziniani. -- , DaÌle pareti della stanza dove i cospiratori si riuni– vano pendeva un quadro con l'effigie• del Maestro, e, · sotto, una lamoada votiva ardeva in pe-rpetuo. Gran parte degli affiliati, man mano che entravano nella stan– za, si ingino•cchiavano, in segno di raccoglimento, da– vanti a quella effigie. E non a torto Max Nettlau nel suo interessante volu– me «Bakunin e l'Internazionale in Italia» a· proposito dei rapporti della Sicilia coll'Internazionale bakuninia– na, scrive: « .. , a meno che le carte -di Friscia non abbiano a mostrare altre circostanze, siamo portati a concludere che a ·Napoli, dopo la campa11;na del Tirolo, Fanelli, Gambuzzi e Mileti, forse anche un· po' disillusi del patriottismo militare, sono rientrati nel circolo di Ba– kunin. Mentre invece in Sicilia, per lo meno a Palermo, si é ricaduti nel mazzinianesimo ·che proprio allora, do– po la guerra ·del 1866, creo una nuova forma d'organiz– zazione, l'Alleanza repubblicana universale. "41!;idunge-ro ancora questo partilolare negativo, che i violenti tu– multi di carattere sociale che in quei tempi. sono acca– duti a Palermo, non sono mai stati messi in alcun rapporto con l'azione segreta di Bakunin, del quale, data la mancanza di lettere, ignoriamo l'opinione in proposito».

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