Studi Sociali - XIII - n. 2 serie III - 30 aprile 1942

/ Considerazioni inattuali sui problemi cosìruììivi della- rivoluzione Il viaggiatore che entra per la prima volta a New York, specialmente se arriva da un'Europa impoverita, prova una stupefacente sens_azione di sovrabbòndanza; sembra che ci sia di tutto, in quantit6 inesauribile e di qualit6 perfetta. Eppure chi non giudica dalle apparenze sa che nella citt6 gigantesca l·e esistenze di generi d', consumo, se non arrivasserq rifornimenti giornalieri c::m tutti i' mezzi di trasporto, basterebbero appena -rigo r<;>samenterazionati-- per sessanta giorni. Le sue enormi riserve sparirebbero in sei od otto settimane, senza contare la mancan·rn istantanea di certi articoli, come il latte, le uova, le fr·utta, la carne fresca, che afflui– scono all'immenso mercato tutti i giorni. Abbiamo sotto gli occhi qualche cifra sul consumu di Buenos Aires nel 1940 e su alcune sue necessita ba-. siche, come, per esempio, il trasporto. I rivoluzion•u i devono meditare su questi riassunti statistici, che pon– gono seri problemi permanenti, qualunq·ue sia il regime r,olitico o sociale iMperante. Buenos Aires ha bisogno annualmente, come minimo, di 303 milioni di litri di lat– te, 463 milioni di chili di verdura, 413 milioni di chili di frutta, 300 milioni di chili di patate, 200 mifioni di chili di farina, 28 milioni di chili di pesce, 34 milioni di dozzine 'd'uova, 7 milioni di chili di pollame, 1O milioni di pezzi di ghiaccio, 70 milioni di metri cubi:i di gas, 817 milioni -di kilowatts, 349 milioni di litri di benzina, 500 litri ci'acqua per abitante, ecc., ecc. La rivoluzione non diminuira, ma aumenter6 probabil– mente il consumo, e non dopo anni, ma a partire dal– l'indomani stesso dell'eventuale cambiamento di regirre. Si vede la complessit6 del - problema •e la quontit6 ..:i difficolt6 che devono sorgere per forza con qualunque trasformazione dell'ordine economico e politico attuai,:!? Hanno i rivoluzionari un'idea approssimativa di -:i6 che devon fare per affrontare le situazioni che si pre– sentàranno loro? Da New York e da Buenos Aires l'immaginazione ci trasporta alla nostra Barcellona di cosf densi ricordi. Molto prima della rivoluzione del luglio 1936 insist<?- ' Yamo nel richiamare su questo tema l'attenzione dei nostri compagni, che propendevano a risolvere tutti i problemi semplificandoli nella loro immaginazione, per– ché nella realta non si possono semplificare a capriccio. Sostenevano, per esempio, ..che se, come prescrive l'i– giene, ogni abitante della citt6 si proponesse di prendere un bagno tutti i giorni nel proprio domicilio, saremmo rimasti senz'acqua, giacché l'attrezzamento per fornire acqua potabile o Barcellona avevo una capacita relativa. A maggior ragione :-,idovevo temere la scarsit6 dei ge– neri alimentari., Quondo, come risultato dello battaglie crei 19 luglio, lo citté rimase nelle nostre mani, e l'eu - forio del_ trionfo si volle festeggiare, con grondi ban– chetti popolari, quando vedemmo come ogni partito politico .e ogni organizzazione operaio avevano .insto!– lato ampli refettori pei:._i loro affiliati, dove si rna:-,– giava o discrezione, e, dopo tre o, quattro giorni, non notammo alcuno int·enzione di tornare al lavoro per cercare di ricostituire le riserve che si esaurivano, pr0•• vammo un sentimento d'angustia e di panico difficile_ da descrivere, un'angustia e un panico, che non avevoni•) sentito quando ci trovavamo nel momento. piu diffic:t3 della lotta, quando cvevamo davanti o noi la possibilit,-'; cl.ie si stabilisse il contatto fra le caserme remiche e io citta rimanesse divisa in varie zone, cioé quando lo sconfitto e io fine r::rano imminenti. Quando vedevam:, che non c'éra abbondanza neanche d'acqua, pu6 darsi che gli amici obbior.;, ascoltato le nostre avvertenze con incredul ita, e pu6 anche ddrsi che essi abbiano secon • dati i nostri sforzi per metter fine allo sciopero gene– rale e riprendere il lavoro dopo le giornate di luglio pii'.: per lo fiducia r:elle nostre parole ·e per il pot~ti– smo delle· nostre raccomandazioni, che per ung convin– zione ragionato sui fatti che in noi suscitavano tanta ~ ' inquietudine. Barcellona non avrebbe potuto sostener~i quindici giorni se lo suo vita economico ed i suoi scambi fossero rimasti interrotti. E bisogna tener éonto del fatto che nel luglio del 1936 i depositi erano pieni; nel gen • naia del 1939 tutto era esaurito ed eran trascorsi dt•-= anni di fame permanente. E a ·questa circostanza si ag • ç;iungeva 'lo mancanza 'di armi, di munizioni e di ma– terie prime _per fabbr;carle. Si poteva esigere che difen– dessimo la citta do un assedio, senza speranza d'aiut;,:> Pero non vogliamo parlare dello stomaco di New Yor'< o di Buenos Aires, né dello difeso di · Barcellona· nè! l939; vogliamo porl~re-di qualcosa di piu sempl'ce: de1 s)stema dei trasporti che o Buenos Aires si conoscono col nome di collettivi. Nello gran capitale argentina le automobili private son piu di 53. 000, i tassi metri piu di 4. 000, piu di - 22. 000 gli autocarri, piu di 3. 000 i collettivi, piu di 1 . 700 gli omnibus, 2. 534 i tramw, 270 i vagoni sot- _ terranèi, l 1 . 000 i carri o trazione animale. Gli omnibus trasportano 390 mili---◊ni d( passeggeri al– l'anno; seguono i collettivi con 366 milioni,· i tromw con 365 milioni, i treni sotterranei con ·120 milioni. Le ferrovie suburbane trasportano inoltre 23 milioni· di passeggeri annualmente. I ve;icoli chiamati c.ollettivi occupano, come s'é visto, il secondo posto tra i mezzi di trasporto di passeggeri rJ Buenos Aires. Non cbbiom forse_ il diritto di dire qual– che parola di questo mezzo di comunicazione di cui perfino il nome si deve a noi? Son passati parecchi anni ed é possibilissimo che siano ormai pochi _coloro che co-– noscono l'origin~ di questo mezzo di trasporto, che é il piu popolare, il piu simpatico e coro alla popolazione "portegna". Dal 1925 al 1927 c'era una crisi spav~mtoso tre i conduttori di tassimetro. Durante molti anni questo .::a– tegoria aveva goduto d'un certo privilegio e il predomi– nio· dei nostri compagni ed amici nell'organizzazione faceva sf che non lo perdessimo di visto. Pero la :risi stavà rovinando tutto e scoraggiavo i piu animosi. !>lon trovavamo uno via d'uscita. -In quel momento facevam.:> nella nostro stampo uno compagno diretto o sv~gliora l'interesse dei libertari dell'Arg?ntino intorno od un e– sperimento, su vasta scolo, di comunit6 agricole ed ln-

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