Studi Sociali - XIII - n. 2 serie III - 30 aprile 1942

20. STUDJ SOCIALI d,rsi '" C'd 'bscoltarsi. Piu che utili necessarie. Molte di quelle · fr~si.,. sul 1; · coducit6 e ta:' profondo corruzione delle attuali ·democrazie e sulla necessita d'un .rinnova– rriento intimo ch3 permetta loro di vivere e df v·incere, r1oi h r';ci orro da tonnissimo tempo. Ma é be!'o leÒner!e su "! tal.io· Libre". Npn su tutto, naturalmente, ·siamo d!ai:èordo. ·~on firmeremmo l'èsaJtaziÒne della l3galit6 della terza puntata, né le seguenti parole· della quinta: "L'ideale assoluto· dell'umanit6 dovrebbe ess3r quello· di. raggiungere il tipo unico, fisiologicamente, e· la lin– gua unica" ("Italia Librè" - 7 febbraio 1942)·. Non si pu6 negare· che una· simile affermazione sia abba- , stÒn,:a totalitaria. 11 C'ensiero della rivist , a ques+o pro– posito, sta nell'orticolo di fondo di · questo -numero. L'Italia Nuov3 _pubblicazioni' in· italiano e dedicate allo studio dei problemi italiani· sono sorte in questi ultimi tempi: L'Azione, dei repubblicani, ch'é un giornale quindicinale,. Nazioni Unite· settimanale dello "Mazzini society" e Qua– derni italiani, g-rossa· rivisto, opera .d'un nucleo che si riallaccia -come. l'indica il ritratto di Rosselli nelle prime pagine é lo presenza di Mogrini nèllo redazione - allo tradizion3 (ma non -dice- al programma po– litico) dei Quadernf di Giustizia e Liberto. In questo primo numero dei Quaderni itaHani (Boston, gennaio 1942), negli ultimi usciti del Mondo di New York e di Italia Libre di Buenos Aires troviamo molto materiale inter3ssante sul!o\,spirito della nuova genera– ,zione in -Italia; "la generazione dei vent'anni - dice . Bruno Zevi, presentando i Qùad·erni italiani-, quel.la che ·a cinque era· balilla, a dieci fascista, e ch_e a sedici avrebbe dovuto essere "fascistissima", e a sedici co~ · minciava fnvece a dubitare; o diciassette aveva deciso· per l'opp9_si~ion3 e si accihgev~ alla lotta rivol.uzionario" (p. 5) . Generazione che parte da zero ed ha bisogno di rifarsi l'anima senza poter basarsi, magari per ne– garlo, sul _patrimonio spirituale della generazione prece– d9nte. Ci6 ha i suoi vantaggi e i suoi incorwenienti. Ha l'incònveniente della faticosa e çipparentemente vana -conquista di ci6 che altrove é da lungo tempo· acquisit0 e magari sup·erato; ha ,il vantaggio della "liberto spiri– tuale di frònte a tanta zavorra di passato, che impé!– disce alle forze deì paesi non fascisti uria rapido marcio ve.rso l'avvenire Questo contrasto é _messo in -luce dallo. stesso b:· z . .in "Aspetti del nuovo antifascismo in Italia". Dice b. z.: "Benché in ogni pa3se d'Europa ci siano vasti gruppi internazionalisti, mi pare che la guerra presente abbia risuscitato, in alcune nazioni occupate dai ·nazisti, idea– lita nazionaliste. In Froncia, in· Polonia, ecc., l'aspira– zione a una restaurazione, a uno "Stato quo ante" .é, in molti casi, evidente, e, sotto molti aspetti," naturale. In Italia inveè:e, il. "prima" della guerra significa il fa-. scismo. Per questo l'aspiruzione innovatrice e interna– zionalista vi é piu viva" (pp. 24 - 25). ' La stessa rivista pubblica parecchi documenti d'ori– gine italiana, a cominciare da-un lungo scritto, che cir– cola in. Italia a partire dal 1937, e che sarebbe come il manifesto d'un movimento' diffuso socialista-. Uberale, cbe ebbe comè precursore Rosselli, ma che si sviluppa ora sotto la pressione degli avvenimenti, co·me manifa– stazione naturale dello spirito di liberto lungamen,te re– l?resso. Nell'atmosfera chiusa èl'ltalia, dove ogni pensiero _ lib3ro costa un sacrificio ed ogni atto che risponda ad Lin pensiero libero pu6 costare· la prigione o la morte, dove la minaccia ha generato l'ipocrisia e lo scettici?mo ironico, é logico che il principale problema, da cui tutti gli altri dipendono, sia un ·problema moral·e. In questa speci3 di professione di fede il problema della -ricostru..: zione delfo "persona" morale, in tutta la sua liberto, domina tutti gli altri. Il socialismo· stesso é inteso -in funzione di quest'e°i;rgenza fondamentale, in quanto -e questo é interessante- la soci3t6 é concepito non come Lina limitazione, ma come un'ampliazione della perso– nalit6, la quale ultima tende ad acquistare, nello dedi– zione agli altri, un vcilore universale. "Tutto· ci6 .ch3 e'.leva gli altri ·e· risolve· ·i loro' problemi. é- un. aumento della nostra libe-rfa. ·Il -rinnovamento d'el mondo econo– mico· ottrav,erso· lo sociolizzotiorte dei. rrnezzi di produ- " ziçm3 tende a far sf .che l'uomo non vedo nell'altro uomo Lin mE:zzo, uno merce, una coso" (p. 14) . Secondo I'au– tore, il movimento operaio tendé a prenderè nelle sue - mani lo proprieto_ e l'iniziativa del lavoro; ten-d3 cioé all'autodiscip[ina, nella sfera politico - economica, po-. ral.lelo a uno sviluppo sempre piu · amplio della cultura nelle cosci:mze. L'ideale é l'autogoverno. "E' da auspi– èore e· da studiare, ad esemoio, · come le azi·ende agri– cole e le industrie ·socializzate possano . regg_~rsf sui "consigli" di tutti i partecipanti, pur distinti, com3 non pu6 non avvenire, secondo -l·e singole competenze" (p. 15). La cultura "di tutti" non deve· trascurare la tec– .nìca. "Oggi_ .si tende a _far coincidere capitole e. layoro; ma ci6 non pu6 avvenire nel mondo moderno, se il lo-· voro non s·i _soli-evo ad ess?re coscienza e capacito tec– nica, e non il rozzo lavoro. idol_eggiato per reagire al– l'intelligenza ... Si pu6 differenziare la,base atomistica democratica solo mòltiplicando i voti che tutti sono por– tati o dare, secondo le mo Iteni ici associazioni e relazioni in cui vengono a trovarsi. E' questo un criterio di -un decentramento collettivistico. In questo camp'o di de– centramento si compren·de come sia meglio possibile mantenere l'esigenza liberale" (p. 16). Continua l'au– tore auspicando lo federazione collettiv1stica europea, come una garanzia contro llimperialismo e come uno dife"o (ed é questo un· sintomo caratteristico di quel che pu6 essere ·la mentalito ital.iana) contro capitalismi extra - europei. · L'dsr.etto a primo vista piu strano di questo docu– mento é il rifiuto dei mezzi viol>enti oer l'azione: "Pas- .;ore per lo cruna del l'accettazione della non,- violenza come mezio d'educazione al rinnovamento, opera la scissione con la neutralito g·enerale, costituisce il fatto nuovo antagonista degli estremismi attuali, pone uno sfo– cio in cui le idee del rinnova.mento, non potute attuare per insufficenza di mezzi, vençiano a ·maturare _e a vi– vere. come aspirazioni maturantesi nell'i~timo"_ (p. 19). Tutto il documento (a cui si. pu6 rimproverare uno soirito perico!Òsamente aristocratico, per quanto le of- · fermazioni finali sulla nuova aristocrazia vadano prese evidentemènte con un buori grano di sale) ho lo stesso carattere assoluto, che gli fa rifiutare qualunoue com– promesso con 'la pratico, con il "mole minore" .. La li– berto assoluta coincide naturalmente con la non - vio-· leri-zo. E bisoqno dire che~ in Italia, dove esiste la non– liberto assolut·a,. un simile stato d'animo si spiega; almeno in una minorar.1za. Pu6 ·essere s[ un ostacolo ·all'azione in certi momenti, ma non quanto -le ambizioni autor"ita– rie e i 'programmi preparati in · esilio e da applicare alla lettera\ di tendenze apparentemente ben piu rivolu– zionarie. Quando usciamo dalla sfera dell' assolut0 e scendiamo alle applicazioni pratiche le cose cambiano parecchio. A pagina 98 e segg. degli. stessi Quaderni troviamo "un èsCn-\e -che viene pur3 dall'Italia- -del movim'ento Liberal ~ socialista nel 1941. "E' diretto dai piu alti rappresentanti della cultura italiano, conta oggi alcu·ne miglidia d'aderenti e si sta organizzando in partito po– litico di lotta". Il Liberal - socialismo, secondo il suo ultimo manifesto qui esaminato, vuol garantir3 la liberto ciella maggioranza, reprimendo tutto ci6 che attenti - anche nel campo ir-itellettuole--,- contro questa liberto (reprimendo cioé lo liberto della minoranza) e pr3vede perci6 la ere.azione d'un nuovo potere che·. consiste in una Corte- suprema .... ·vuole nél campo internazionale una Societo •del"le Nozioni che disponga" di forz·a., proprio per garantire la liberto dei popoli, ~, nel campo interno, l'espropriazione dei fascisti e poi, gradualmente, e pre– via I'opprov9zione del la maggioranza, le altra riforme sociali. Di fronte a questo Liberal - socialismo "ufficiale" (abbastanza poco avanzato e poco nuovo, come si ve– de), ci sono i Liberal - socialisti "puri", che, a quanto dice questa lettera, -pur collaborando coll'altro movimen– to, esigono l'applicozion3 di mis·ure radicali nel campo economico, in senso socialista, all'atto stesso della ca– duto d_el fascismo. Un altro corrispondente porla del liberal - socialismo degli intellettuali antifascisti italiani di oggi, come d'uno reazione), -in senso positivo e concreto, al lib3rolismo cro– ciano, troppo intellettuale, dègli antifascisti d3lla g·ene- razione precedente. ' [?i· tutti questL documenti il piu vivo é certamente il 1.

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