Studi Sociali - XII - n. 1 serie III - 31 ottobre 1941

l=t i hl i o g r a :f i a Libri sullo Spagna IBERISMO • Questo rubrica dovrebbe essere dedicata ad esami- nare tutti i numeri un libro diverso su quell'epopea_ Si,'.lagnola, che il presente conflitto- non ci pu6, né ci deve far dimenticare. Per6 questa volta, invece di fare un'analisi del libro di Santill6n (Por qué perdimos io !fUerrci) che studieremo nel prossimo numero, prefe– riamo occuparci d'un'idea speciale che troviamo in qua– si tutta la letteratura 'spagnola reeente di parte nastro e che si sta trasformando in• un atteggiamento men– tale definitivo, in un criterio acquisito per giudicare uomini- e cose del passato e del presente. L'idea viene, a,. per lo meno, é stata portata nel cdmpo nostra.._da Gonzalo de Reparaz. Quando cercam– mo di fare per i nostri lettori una sintesi del suo bel libro "La tragedia ibérica" insistemmo nel manitestare il nostro disaccordo con l'autore quando egli identifico l'elemento popolare, spontaneo, creatore, federai isto della storia spagnola con la razza iberica, cioé semita, eia~ africana, e l'elemento aulico, -artificiale, parassì– torio, centralista (monarchia, feudalismo, clero, eser~ cito), con la razza oriana, cioé con l'Europa. - l..,'idea é seducente, pèr6 artificiale (per non dire falso) dal punto di vista storico ed antropologico, e pericolosa dal punto ·di vista sociale e politico. Natu– rçi\ryiente, se un'idea é vera, bisogna accettarla con tutte le sue conseguenze per quanti peri col i posso por– tarEj con sé; e se é falsa, ma innocua, pu6 essere di– sc:;us~a in sede accademica. Ci occupiamo qui, in questo noterella, di questo nascente razzismo iberico, assai piu vigoroso ed entusiasta del senile razzismo di Franco con pretese imperio Iiste oltreoceoniche, appunto per– c!',é lo consideriamo un errore tutt'altro che innocuo. • Se fosse rimasto nei libri di storia di Gonzalo de Reparoz sarebbe bastato _c:;ertamente quel primo rilievo; ma, negli ultimi anni, l'idea ha fatto radici, e le ha - fatte in terreno propizio: fra quegli "spagnoli dell'e– sodo -e del pianto" che, dopo aver visto tradito la rivo– luzi'òr1e spagnola da tutto l'Europa, dopo aver sentita, nella fucina 1 dei fatti, tutta l'artificialit6 _;_veramente straniera, questa, all'anima popolare spagnola- delle parole d'ordine marxiste, han dovuto far fronte all'o– stilit6 incomprensiva dell'Europa, per cui ·quella molti– tudiriz d'eroici esiliati, avanguardia dei popoli del mon– do nèlla guerra contro il fascismo, fu durante molto tempo un incomodo corpo estraneo, tollerato come si tollero, quando non ce se ne pu6 libero-re, un b.ruscolo in un c;icchio, Ero naturale che i combattenti in esilio guardassero i Pirenei come una frontiera fra due mon– di; era naturale ed umano. Noi che tonti anni fa, di fronte all'incomprensione dell'Europa per la tragedia i– taliana, abbiamo piu -d'una volto guardate le Alpi con lo stesso istintivo senti-mento, non ~potremo certo· me– ravigliÒrci. In realt6 ogni popolo (come ogni nucleo regionale e ogni individuo) é unito agli altri dalla comune umanit6, e ne é diviso da particolarit6 quasi direi personali che fan si che ci sia tra •gli abitanti d'uno s'tesso suolo parlanti uno stessa lingua u·na cor– rente di comprensione che s'indebolisce e, in certe par– ti, si speizo, quando si passa da una lingua all'altro, do una comunit6 nazionale all'altra: Oro noi dobbiamo, non distruggere lo differenza, ma aumentare la com– prensione e non dobbiamo cedere alla tentdzione d' ac– centuare il' distacco con superstrutture pseudo-scientifi- che. · - L'ideo, diciamo cosf, -razzista, di Gonza lo de Repo– roz é stata ripreso, specialmente· in Argentina, negli ambienti nostri. La troviamo nella _serie bonaerense di "Tim6n" (che d'altra porte ero una rivista straordi– naria-mente i.nteressonte e la cui opera ero profondo e feéonda); I.a ritroviamo nel libro di Sontill6n Por qué perdimos la guerra, la ritroviamo negli scritti di José Gabriel, e specialmente nel suo libro Aclaraciones a la cùltura, libro che - ha_ il dono di svegliare ad ogni pa– gina lo spirito polemico del lettore ( il che é un merito d'ordine speciale, ma non piccolo)_ 28 Dice Sonti116n (e non chiediamo perdono al nostro amico e collaboratore per il fatto d'esprimere il nostro disaccordo o questo proposito, perché sappiamo con quanto disinteresse egli discuto e cerchi, attraverso lo discussione, la verit6) a p. 17 del suo Iibro: "Ci sono que Spegne, due ra:z::z:e di spagnoli che si escludono a vicenda nello Penisola? Queste due Spegne non si de- · finiscono con i termini correnti in voga di sinistre o destre, liberali e conservatori.. . Molte volte c'é p1u offinit6 tra quello che sembra a prima - visto inconci– liabile che tra gli elementi eh-e si mostrano bstensibil– mente uniti nei due campi antogonici. Non staremo soffrendo ancora l'incompg_tibilit6 tra il sangue (sot– toHneato do me - I. f.) e la mentolit6 é::he-sono en– trati in Spagna dai Pirenei e ci6 che abbiamo d'africano, nel sangue e nell'anima?" E continuo opponendo i due mondi: massoneria ultramontano e comunh6 di "comuneros", mar2<ismo europeo ~i anarchismo iberico. "La-tendenza libertaria s'é sviluppata come entit6 pro– fondamente nozionale, molto piu di quanto avrebbe voluto confessare a se-stessa prima del 19 luglio l9:l6 .. _ Tragico destino il nostro, in questo conflitto di due mondi ch_e lottano per sopravvivere sul nostro suolo: l'Europa e l'Africa, che prendono come strumenti e bandiere li– berali ed ultramontani, costituzionalisti ed assolutisti, repubblicani e monarchici, falangisti e faisti ! Lo stermi– nio dei vinti non s'é potuto portare mai all'estremo, perché tra i v·incitori, presto -o tardi, é risorto l'iberismo (sottolineato da me --- I. f.) come un cavallo di Troia, ed ha indebolito l'elemento europeo, rappresentato oro do 1- fascismo totalitario ... ". Conseguènza di questo ragionamento é la ricerca deile vene di purçi tradizione iberica nel campo nemico, che d6 origine alla parte piu discutibile ( l'unica discutibile) del Iibro. "Se ci sono tradizionalisti in Spagna ~-proseg·ue• Santi:116n-- noi (anarchici) siamo alla testa della tradizione, giacché vediamo, per i nostri vecchi problemi solo soluzioni spa– gnole, tanto distanti dal comunismo russo, quanto dal ìosèismo italo - germanico, o dal morbido ìiberalismo { " .rancese . Lo stesso ragio.namento si potrebbe fare per la _Rus– sia, parlando· delle comunit6 di contadini, fenomeno· lo- - cale e traclizionale, contrapposto al marxismo, d'origine germanica come le riforme centralizzatrici di Pietro il Grande. Lo stesso ragionamento si potrebbe ripetere per l'Italia, in\ cui l'ideo dello Stato forte che s'identitica con la nazione é d'origine recent; e in cui la dinastia stesso é d'origine francese, mentre la "tradizione" - perma– nente é data dal regionalismo e dai municipi, e in cui il Rinascimento (tanto aborrito -da Gonzalo de Rèpa– raz) é cosf iritimament,e legato, non solo a11e splend1de corti dei signorotti, ma anche alla vita intenso dei li- beri comuni. · Qiesti pochi esempi ci dicono che· in ogni paese ci sono due mondi: il popolo che lavora e crea \crea non solo il pane e le case, ma la lingua e la cultura e le f0rme spontanee di convivenza) e la minoranza stra- . niera (straniera comunque si chiami e venga di dove venga, straniera all'anima popolare) che domina e im– pone autoritariamente a suo vantaggio uno schema ar– tificiale dentro cui gli uomini si muovono come dentro una prigione. La razza non esist.e; esiste una lingua e una cul- 1ura. C'é differenza di lingua e di cultura .fra i popoli; mo lo differenza orizzontale di classe e di casta, co– mune a tutti i pÒpoli, é molto piu forte. Questa diffe~ renza é il nostro vero nemico. Per il problema cr:eato - do questa differenza noi abbia.mo in tutti i paesi quel– la che Santil16n chiama solu:z:ione spagnola e che é tanto spagnola, quanto italiana-, fiamminga o ameri– cana_ In realt6, dapertutto, noi miriamo all'avvenire riat– taccandoci al la tradizione; e la tradizione popolare (e' é tràdizione che non. sia popolare?) é sempre ·localista, 1111,micipale e, nei momenti p.iu elevati, federa Iisto. La lotta dei "comuneros" contro Carlo V e quella ante– riore della Lega lombarda contro Federico Barbarossa non han forse le stesse rodici? José Gobriel adatta la teoria all'ambiente dell'Ame-

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