Studi Sociali - XII - n. 1 serie III - 31 ottobre 1941

STUDI SOCIALI R -1 V I S T A. D l L I B E R O E S A. M E ANNO XII MONTEVIDEO~1 OTTOBRE 19:1:1 SERIE III . N .o 1 (Dalla fon<lazione: n. 57) ------------------------------------- La nostra guerra L'abbiamo d~tto tante volte e non l'abbiam ' detto solo· noi: c'é la guerra, quella di cui tutti parlano e che é rappresentata da spi Ile imbandierate· su carte geograffche murali e qa mucchi di morti e feriti sue· campi di bat– taglia:· questa guerra é cominciata nel 1939 (se ·non -forse- dai dominatori-); uno scon– fitto di Hitler metterebbe la rivoluzione eu– ropea faccia o -faccia col governo inglese_e col governo russo. E per questi ultimi diven"– terebbe fondamentale il problema che l'ur– genza della guerra relega ora a un secondo e finir6 forse con un trattato di pace. Ma c'é anche un'altra guerra: la nostra; !a guerrg dei popoli 'contro i loro oppressori, guerra senza frontiere e senza bandier·e, guer– ra· i cui morti e feriti non s'ammucchiano sui camp_i di battaglia, ma giacciono nei cortili delle prigioni, dietro il ferro spinato dei campi ·. piano: come incanalare, ·per annullarla, que- - sta rivoluziòne. E non é da escludersi che, per alcune delle moltissime forze in gioco, questo problema sia fin d'ora i I principale. E di concentramento, tra le macerie di villaggi incendiati, non sulla frontiera mobile fra un paes~ e l'altro, mà nel cuore...di moÌti pae·si, quasi direi di tutti i paesi. Questa guerra, che dura da sempre, ha le sue fasi acute: una del- le ultime, là Spagna; l'ultima, quella di que- . st' anno, in tutta l'Europa. E' una guerra che com:,sce molte sconfitte; ma ha anche le sJe vittorie, vittorie senza trattati di pace. Il problema che si presenta oggi kome · sempre) a tutti i rivoluzionari é questo: in che misura la' guerra· con frontiere e ban– diere, la guerra accidentale, coincide con l'al– tra, permanente? In genere, c'é opposizione; tant'é vero che la prima scoppia spe·sso quan– do si vuole evitare la seconda. Fu il caso del– ! altra gue·rra, quella del 1914-'l 8, che si chiamo "grande" e di cui ci stiamo dimenti– cando. Non é il caso di questa, perçhé c'é un fatto nuovo nel mondo: i I fascismo, che é, si, fenomeno internazionale, ma che é le– gato con indissolubili lacci al de'stino d'una determinata nazione; no, dico male, al de– stino del governo d'una determinata nazione. · D.unque, stavolta, le due guerre sono legate per tutta una fase del loro svolgimento. Mo il fotto che siano legate non ci autorizzo a confonderle. ·\ Lo riv~luzione europeo é gi6 in otto, per ~o meno in parte. Le 0 sorti di questa rivolu– zione dipendono dalla vittoria anglo-russo· o per lo meno da una prolungata' resistenza de– gli occasionali alteàti contro l'alta marea na– zista. Ne dipendono in due sensi: la vittor,ia dt Hitler rendereqbe possi,bìte il livellamento dell'Europa sotto il rullo totalitario e di rivo– luzione non si parlerebbe piu per un pezzo lf sta la ·forza di Hitler e la debolezza dei suoi avversari. Dicono che Hitler eserciti uno speciale se– duzione ~ulle donne. Non so. Per6 é certo che il suo fascino s'esercita irresistibilmente su tutti coloro che hanno paura e disprezzo (e il disprezzo non é che una maschera della paura) per il popolo. Il patto Hitler - Stalin non si spiega se non ricond'ucendolo al suo vero motivo: la paura che i I dittatore del l<remlino ha del popolo russo. L'asse Roma-_ B~rlino (che, dal punto di vista internaziona– le, conveniva solo a Berlino e non a Roma) é stato foggiato da Mussolini contro i'I popolo - italiano. L'ossequenza di Pétain - Darlan ver– so Hitler é il risultato della paura: non paura di Hitler, ma del popolo francese. Ed é pro– babile che il volo di Hess formasse parte di malriuscite trattative contro i I popolo in– glese in particolare e quello europeo· in ge– nerale. Per ora l'Inghilterra, dai laburisti ai con– servatori, ha tutto l'interesse eh~ non si spen– ga nel continente il fuoco della rivolta (in– teresse che coincide con i voti di tutti _gli uomini lib~ri del mondo). E Colette é un eroe per molti che ieri l'avrebbero considerato un assassino e tale lo torn~ranno .o considerare domani. I conservatori inglesi sannO bene che c'é chi ·s'incarico d'attizzare il fuoco e di vigila rio perché non si trasformi prematura– mente in incendio di tali proporzioni ,do mi– nacciare le- steppe orientali e da scaldare 1-roppo l'ari.a dèlle isole.' - La Russia ha disimpegnato gi6 tale funzio– ne in Spagna, e le classi dirigenti inglesi se ne ricordano .. Lo zampino· russo in una rivo– luzione é sempre uno garanzia di controri– voluzione. E non si pu6 negare che quello zampino ci 1 ' I ,

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