Studi Sociali - XII - n. 1 serie III - 31 ottobre 1941

rana stati assai intimi di Gortbaldi e di Mazzini; da · ricordare tra gli altri .il r.épub6licano mazziniano Luigi Napolitano, che durante ·10 rivoluzione d.11 Risorgimento ero stato corrispol'ldetite dei due artefici dell'indipen– denza. Ero il Nopolitono -membro oSS(:11 influente dello massoneria, e fra i forid9tori dello primo loggi·o po°ler– mitono, dolio quale poi avevo ricevuto· il mondato d' oc-– cogliere il Mazzini, quando questi dov_eva sborc~re clan– destinamente o P.orermo, dove all'atto poi veniva - ar– restato per delazione. d'uno spia. Il Nopolitono era inoltre ·presidente di circo una venlino d'orgonizzozioni operaie e democratiche ed ero molto influente negli ambienti poi itici dell'Isolo. Lo .riyolto" del '66 duro sette giorni e mezzo e per questo'i palermitani lo ·ricordavano con ·il. nome di "sette e mezzo";· ~ se esso ·19on ebbe Ùn esito positiv,o, cio. si deve al fotto eh'esso tr_ov6 ·la sconfessione di quegli elème_nti rivoluzio•nori, che avevano_ finito per_ sostenere gl'interessi dello monarchia. per ... carit6 "di patria. Cosicché qµella sommosso_· non approdo che od, alcuni episodi di vendetta: si· invosefO le cose d,ei ri•cchi; si brU<;iorono -i mobili del Qolozzo di Rudin,; le ·popplone gettarono_ via i lorò cenci .per ves_tirsi degU pbiti ·della sind_ochesso; s'occuparono conventi e monasteri, s' in– vase il municipio, senza•' toccare le persone. Quel'l'epico 'episodio ispiro or nostro g·ronde novellie-re Giovanni Verga -affatto rivoluzionario-:- il ·bozzetto verista: La liberto, ch'é uno dei suoi gridi di pr.otesta, ingemmati dalla suo arte_ magnifico. ·\ Gli opuscoli bilingui che, fin dall'anno scorso, escono i/1 ''_qualche parte della. Svizzera" con una regolarit6 che ne fa una delle I pb_che voci lib~re che ,si elevin!;l (con il carattere serio che d6 la conf1nuit6) dall'Europa con– tinentale, possono· essere còn.siderati, per la coerenza -della loro prÒpoganda il cui semplice e ch_ioro filo lo– gico •non presènta rotture, come una ·vero e propria rivista, dal piccolo formato, dal contenuto luminoso. L'ultimo numero arriv9to -il ventesimo-, intifolo– to_ "Rivol_uzione o misti-ficaziÒ_ne", rimonta allo prima meta di luglio. L'articolo di fondo dello parte- francese !>'intitolo "Gli scopi della guerra'' e comincio col citare parole del giornalista nÒrdomericono Somuel .---Grafton, che non resistiom6 ·allei tentazione di riportare qui_: "Un serio çivviso s'impone. I fini dello guerra devono esse.re pit'.i che' delle parole che esprimono lo nostro paura mÒmentaneo, giacché le parole come strumenti d' effi- - cacio politico non contano piu dopo l'altra guerra, giac– ché il ripudio dei 14 pu~tj del povero· Wi Ison e del le p.romesse fotte agli orobi dal colonnello Lowrence han distrutto· l'armo dello parola. Dobbiamo corr,1inciore lo discussione dei. fini dello guerra partendo dçil principio che tali scopi devono essere espressi do fotti e non eia parole. Le parole sòno state polverizzate l'altro volto·. Non basta dire: "Vogliamo un mondo migliore". Bi– sogno dire: "Prendiamo l'impegno solenne e permanen– te di dare il nostro miglior· materiale e il nostro op~ poggio o tutti· i. m_oyimenti rivoluzionari che agiscono contro il""foscismo in Europa". Non basto· dire: "Noi ci rendiamo· garanti dello liberto". Lo liberto muore' sotto il peso delle garanzie. Bisogno dire: "Le Indie e tutto il m_ondo mu·ssulmono devono essere liberi oggi é armati per la difeso dello liberto, per mezzo d'un impulso .sovvertitore d'azione democratica, che guodo– aner6 olla nostro causo un miliardo d'esseri umani in ' tutto il mondo". Non basta dire: "Tutti avranno da mangiare". Bisogno dire: "1 utti èoloro che si trovano nell'orbito democratico, do.Ile coHinè del Kentucky olle iungle dell'Americ.o, latino,· olle piu remote volli ci– ~esi, avranno il. ·necessario per . mangiare primo· dello 24 "Sciorinarono dal compor,;iie u.n fazzoletto ~ tre èÒ– lori; suonarono le compone a stormo e cominciarono a - gridare in piazzo: '_'Viva lo libe-rt6 !" "Come il more. i_n ten:pesta, lo follo spumeggiava e ondeggiava davanti al casino dei galantuomini, davanti al municipio, sugli scalini dello chiesa: un mare di berrette biond1e; le scuri e_ le ·falci che luccicavano. F'oi irruppe in uno stradicciola. . . "A te., primo, barone! che hai fotto ~rbare la g,ente / . dai tuoi campieri !" Innanzi o tutti gli altri _uno strego, co"r capelli irti sul capo, ·armato soltanto delle unghie". "A te, prete del diavolo! che ci hoi succhiato ·I'anima! A te, ricco epulone, che non puoi scappare nemmeno, tonto sei grasso_ del sangre del povero! A. te, sbirro! che hai fotto la giustizia solo per chi non aveva nien– te I A te, gyordoboschi.! che hai venduto la tua come e la carne del prossimo per due t~d ai' giorno!" E il sangue che fumavo ed ubbriacova. Le falci, le mani, i cenci, i sassi, tutto rosso ·di sangue! "Ai ga– lantuo!'llini. Ai cappelli! Ammazzo! Ammazzo' Addosso a i cappelli!" Se subisce, questo popolo é pecòro. Se insorge é bar– baro. Lo. si vuole educato, ·mentre gli si nega il pane. NINO NAPÒLITÀNO. e . i _ giornali fine di qùest'onrio, ed ecco il nostro piano per arrivar– ci". Le parole sono morte ieri' e domani sembro troppo lontano. Gli scopi dello guerra . devono essere i fotti d'oggi ... ':, Commentando questo bro_no eloquente, l'ou- 1-ore dell'articolo osservo che se lo ·guerra dÒvesse con..i.... servare, se non nei discorsi nello reolt6, -.il carattere ' di guerra\ imperialista tra due potenze, di cui uno é meno· odioso e temibile dell'.altro, si ovrel?be olla fine uno specie di ritorno ai moli che hanno generato la.,, situazione presentè. Non c'è salvezza che in una ri– voluzione profondo e reale. Tutti parlano molto di rivÒ– luzi6ne; anche lo -stràngolomento dei popoli· si chioma rivoluzione. Quando _uno parola di questo- tipo 'é cosi gene~olmente accettato, vuol dire che tutto é stato messo in opero per trafugare e ·snaturare lo èoso o cui lo parola si ·riferisce. Lo controrivolùzione bolsce– vico, ho fotto molto per facilitare questo ~onfusione. N"ello stesso opuscolo, mo "nella· porte ito.lionà, un articoletto su "Falso e vero egoismo"· ( p. 9) . Si porla molto oggi dell'egoismo individuale che dilaga e con– tro quest'egoismo s'invoco lo Stato forte. 11 vocabolario ciefinisce l'egoismo come il vizio di-" non· pensare che o sé. "Noi vogliamo sapere che rozzo ·d'egoismo .sia quello per cui lo -grande maggioranza degli uomini con– sente. o farsi sfruttare do un padrone, o pagar 'tàSse· 'è, gabelle in maggior porte destinate o pagar altro che il loro ·utile, o recarsi in çosermo prima e poi sui campi di battaglio in terra, ,in. cielo e in more per tutto sa~ crificare non escluso lo vita stesso". Il mole non viene açill'egoismo dei più, mo do quello delle mihoranze pri– vilegiate e dal fotto che r.ion si sappia- resistere olla tirannia economiço, politica e religioso. L'osservazione é giusto, pero ci sarebbe. do obiettare che anche chi sacrifica la liberto, i beni e la vita al Moloch dello Stato senza trovare l'energia di ribel Iorsi é in certo senso un egoista, quon·do non é un fanatico. 11 suo egoismo é quello dello servitu volomtoria, é l'egoismo dello povero, stanca · be-~tio umàna che preferisce la· , morte comondc:ita allo sforzo dell'iniziativa nel campo· de)l'azione; guidato da uno sforzo .d'iniziativa .nel com-·

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