Studi Sociali - XII - n. 1 serie III - 31 ottobre 1941
furono violate r-epÌicotomente; ond'ero generale il chie– dersi: il nuovo governo non vole l'antico?" E vole lo peno illustrare i sistemi dello co2rcizione "Y1ilitare adottato in Sicilia. Lo leva militare costava allora sette anni d.i servizio al lavorator~, mentre. si traducevo in esonero per il figlio del "galantuomo" ch2 potevo pagarne il prezzo. Uno tale· spudorata ingiusti– zia metteva in sospetto gli stessi giannizzeri addetti all'esame delle reclute, che immaginavano finzionj e stratagemmi da porte dello plebe refrattaria. Quando a Palermo si/presento all'esame. di leva un certo Cap– pello, non si presto fede al suo reale sordo-mutismo e lo si volevo costringere o parlare applicandogli bottoni di fuoco sulle corni. Il suo corpo fu reso ur;ia vasto piago e, quando finalmente egli fu lasciato libero, ven– ne fotografato ignudo ad iniziativa di parecchi -tra , quali ero l'ovv. Morvillo- che vollero stigmatizzare i. metodi civilizzatori e.lei governo italiano. "Per arrestare i numerosi renitenti dello leva il go– verno organizzo· delle colonne volanti che percorrevano le compagne. Le gesto militaresche di quell'epoca su– scitèrebbero anche ora, q tonto distanza, l'indignazione dei piu colmi; e molte ne compi la colonna comandato do un rinnegato, dall'ungherese colonnello Eberhordt, che venne la primo volto in Sicilia con Garibaldi e che fu tra i suoi fucilotori ad· Aspromonte. Un tener:ite Du– puy, savoiardo, comandando una colonna nel territorio cella P~tralio, si presento di notte coi suoì uomini in uno cosin·a i cui abitatori, temendo dei briganti, non vollero aprire. Alloro il prode militare lo circondo_ di foscine I :,-i appicco il fuoco e fece morire soffocati. _i disgraziati che legittin:iamente resistettero o i suoi or - dini. Con modi uguali i francesi civilizzarono quelli . dello Kabilia !" L'ordinamento economico e sociale sotto il governo savoiardo anziché miglioràre peggioro. I Barboni ave– vano ben -studiata la causa dei moli I ma si guardavano bene_ dall'applicare i rimedi per non dispiacere alle loro clientele. Lo stesso sistema adotto il governo _del- 1' Italia unita I per non dispiacere alla camorra al ·suo, ' servizio che disonorava l'isolo. "Il feudalismo,· abolito spontaneamente dai rappre– sentanti dell'aristocrazia nel 181 2 -scrive sempre iI Colaianni-- - in reolté' rimase in- pieno vigore nei rap– porti --J30litico - sociali. Si puo anche, senza temerité, asserire, che quell'abdicàzione di diritti I che forse fu · prodotta do un nobile sentimento, giovo. soltanto a ç_o– loro che avevano crécluto di fare un atto di abnega– zione." "ln~ero l'organizzazione feudale di diritto -dice il Boer- oveve tutto il carattere d I un ente morale; il diritto di proprieté ero impersonale e il proprietario. 'pro tempore ero un usufruttuorio I un amministratore. Di più: su quello proprieté feudale c'erano degli oneri a be-. neficio delle collettivité. L'abolizione legale del feu– dòlismo tolse gli oneri e lascio ai proprietari i soli von– toggi: ·--la storia dei vari proscioglimenti dei diritti pro– miscui e le liti -alcune delle quali durano ancora-– non potrebbero che· ·affermare ·tale mo·do di vedere." Riferendosi ali' anno 1866 • il Cola ionni scrive: "Ci6 ché rese e 'celebre e caratteristico questo pe– riodo f.urono le organizza,ziqni della polizia, la sua opera e i criteri adottati dal generate Medici e dal suò alter ego il questore : Al~anese, per il ristabilimento oell'ordine e della giustizia. Il - processo contro -Ciotto Sebastiano, graduato delre ·gl'.lordie di_ pupblico sicu– rezza, applicata al gabinetto· del· Questore," presso il qual.e si sequestrarono molti oggetti rubOti; la gesto di un delegato di pubblico sicurezza, che in mandamento impianta la mafio I si ·unisce e si lega in relazioni a– michevoli con noti ladri e li mondo a rubare per suo conto e che si ripete in un altro mondament_o guada– gnandosi lo promozione; le prodezze della guardia nazionale suburbana di Monreole I composta tutta di mafiosi, colla complicité e col permesso dei quali si commettono tutti i misfatti del mondamento I tonto do autorizzare un magistrato a dire: qui si ruba, si uc– cide, si grasso in nome del real governo; l'alternativo posta do un questore di Palermo od un notissimo faci– neroso1 di entrare nel carpa delle guardie di pubblica - sicurezza o di partire per il domicilio coatto - alter– nativa alla quale il mafioso cerco sottrarsi tentando di pugnolar2 il questore; il. processo co_ntro il questore Al– banese e compagni, accusati di omicidi, di falsité, di cofruzione, di _truffa I di soppressione doloso di docu– rY,enti; le pressioni indecenti esercitate dal generale Me– dici e· dal governo di Roma I per ottenere l'assoluzione di questi alti delinque0ti I e che determinarono le di– missioni del procuratore generale Taiani e raggiunsero il deplorevole intenta I dicono di. piu di molti volumi, sullo stima I - sul rispetto e sulla fiducia che potevano inspirare i rappresentanti del governa, che i mali an– tichi econ·omici ·lasciava intatti, aggravando quelli po– I1tici e- mora Ii ... " E in una nota il Coloianni aggiunge: "Lo Biundc, comandante di questa eccellente guardia nozionale (si riferisce o quella di Monreale) disse un giorno al _pre-• tore Banaco: II Pretore, quando sentite che sr tiro qual– che schioppettata, non dovete allarmarvi, ché ci6 av– viene per pubbJico servizio!" ... " Chi ha viaggiatb iel centro dell'Africa non potré certo dire d'aver trovato laggiu civilizzatori da temer concorrenza do quelli del governo di Caso Savoia. Ricorda un fatto di recente dota.· I baroni Saporito di Castelvetrano, latifondisti e creature ,del govemb di Roma, un giorno fac_evano arrestare un povero diavolo, ·certo Petrona, soèailista riformista, sotto l'accusa d_i a– big.eato. Chi conosceva il Petrona I la sapevo incapace di appropriarsi. anche d'un filo d'erba che non fosse "uo. Ma la ra.giane vera 1 per cui i baroni Saporito ave– vano fatto arrestare il Pètrona era ben altro. Quest'ul– /imo faceva nelle Petroli-e propagando p_er il suo amico dott. Vincenzo Roja, candidato in_ quel collegio dove . appunto comandavano quei signori latifondisti, che, for– ti del loro sistemo d'assoldare sicari I credevano d I inti– n:iidire chi·unque avesse nell'animo di denunziare i lorc misfatti. Senonché, nel caso del Petrone, eravamo stati noi od iniziare una campagna sul uvespro anorchjco'', per smgscher'are l I infame manovra degli sciacalli di Ca– stelvetrono, compagno che continuo· fino o che il Pe– trone non fu rilasciato. Qual meraviglia dunque se dopo sol,6 sei a.nni dalla completa e bella ri.voluzione del '60, senza ch_e c'en; trasse l I istigazione degli el,ementi_ borbonici, come, a scusa del mal governo savoiardo s'é tentata d'insinuare, iI popolo di ·Palermo. insorgeva I definendo ·schifio la ri– voluzione del '60, ch I era servita ai 0 goi'antuomini: per dividersi la coltre, lasciando la plebe piu affamata e piu avvilita di prima? E non c I é dubbia sul carattere sociale ch'ebb(;? quella sollevazione I capeggiata da elementi rep_ubb1icani I ch'e- 23
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