Studi Sociali - IX - n. 11 serie II - 5 agosto 1938

2 STUDI SOCIALI ---------------------------------- nna tale conferma nei fatli, che, poco a po– co, sono entrati a formar parte del patri– monio comune. E per noi che non aspi- 1iarno a predomini di partito, questa é la ve1a vittoria. Con tutte le condizioni materiali favore– voli allo sviluppo del benest:ere e della li– berti, il mondo trema sotto la minaccia della schiavitu e della morte. La salvezza sta, olt1 e che nell'entusiasmo e nella forza, anehe e sopratutto nel porre chiaramente i termini del problema che Stati e partiti cerc·ano invece d'ingarbugliare a proprio vantE.ggio. Solo chi ama disinteressatamen– te la liberti (l'altrui prima ancora della propria) pu6 proporsi un simile compito di chiarificazione. Ed in questo momento in cui l'esigenza di liberti acquista un carattere urgente e quasi direi disperato, siamo rimasti in po– chi a lottare per essa, a viso scoperto e senza compromessi col nemico. Tra le forze organizzate e che combattono, siamo real– mente la sola. L'eroismo dei nostri compa– gni in Spagna compensa la nostra esiguita negli altri paesi del mondo. ma non dimi– nuisce la nostra reponsabiliti, che é enor– me in questo momento decisivo. Per questo abbiamo il dovere cli vigilare i nostri atti, con gli occhi bene aperti sulla realti, e con la mente sempre fissa al no– stro fme ideale. Perché, se il sale perderà il suo sapore, con che lo si potri salare? LUCE F.ABBRI. L'antefatto della guerra spagnola (Continuazione 1 vedi numero precedente) )lei libro "Proceso hist6rico de la Revoluci6n espa– ilola'• che raccoglie una lunga serie d'arlicoli scritti pc-r "Soliclaridad Obrera·• da. C{movas Ccrvante-s, J,3g. giamo a quei3lo J)l'Ol)OBito quanto segue: ")-J"ç-suno ùi coloro cl1e .ha11110 a vnla la re-spol1sa 1 1Jllllù dol go– verno dal 19 fehhraio nl 19 luglio. ignor:1va che l'e– l:>ercilo Gi lrovava tullo in :slalo di rilJPllione. ci:i:} Alcalà Zamora aveva ricevulo offerte da ~tementi milila1·i d'alla gerarchia r- che esisleva un accordo fra tutti loro per fare u11 colpo di Stato e r,,"r im– porre alla Spagna un regime di tipo fascista. Tutto era. pronlo per il ca-so che trionfal'Sae il l<'ronlc Po• polare.. Poche oro dopo il momPnto in cui fu noto il risultato delle el•~zioni. i congiurati cominciarono ad agire. Alcalà Za-mora ricevelte il loro appoggio e gli fu urgentemente ohiesto che impedisse con tut– ti i rnezzi la riunione delle Cortes e la formazione del Governo cli sinistra. Cominci6 allora una lotta a corpo a corpo fra Alcalà Zamora, Portela Valla– clarea e alcuni elementi di sinistra. che, benché non figurino nei partiti governativi. hanno p1·cso una parte diretta agli avveninNrnti rivoluzionari. tAll'in<l.omani del trionfo del F,ronle Popolare, OS· sia il lunedi 17 febbraio, Portela Valladarea port6 le sue dimissioni al Presidente della Repubblica. QulèSti. furioso, le respinse. Il governo non doveva lasciare i-1 potere finché, riunite le Cortes. finita la discussione dei manda.ti , costituito in modo defini– tivo il Parlamento, non venisse l'ora di trasmettere le redini al F'ronte Popolana. Intanto, potevano suc– cedere molte cose, ohe carmbiassero radicalmente la situaz.ione politica. Portela VaNadares Bi oppose. perché prev13deva grossi avvenimenti rivoluzionari, nel caso che non 6i consegnaiSae rapidamente il potere alle forze triontanti. II Presid13nte del Consiglio e il Pre3idente della Repubblica non si rividero fino al giorno dopo. martedf 18. Intanlo la situazione s'e1·a ag,gravata in modo allarmante. Alcuni governatori, di \fronte a,1. l'attitudine energica del popolo, che. stanco di GOf• frire le persiacuzioni delle destre, si preparava a occupare i Municipi, a1L>bandonarono di corsa i go. verni civili. I s.indaci. i giudici municipali e le altra autorità, rapprooentanli della iC.'E.D.A., fuggivano anch'essi a marce forzate. Don Niceto, perfettamen• t,a irnformato e con 1 sigliato dai suoi complici, credetle arrivato il momento dj fare il colpo, e, con gran stupore di Portela Valladares, consegn6 al Presi– dente dei Ministri il decrelo, gia firmato, che pro– clamava lo stato d'assedio in tutta la Spagna. Non era una cosa fatta su due piedi. né ubbidiva a una i~acessita inrprovvisa di rtstabilire l'ordine -pubblico. Prova ne sia che in molti dei 1bandi che ,s'affissero in tutta la Spagna nella notte dal 18 al 19 di luglio ultimo. c'era la data di febbraio. mo– dirficata a incthioGtro. Ci6 avvenne, per eae,mpio. a Gerona. 11 giorno dopo, mercoldi 19 febbraio, il ca1>0 del Gov1arno chiese per telefono al Presidente della Re– pubblica che convocasse immediatamente il Consi– glio dei Ministri. Riunitosi quooto alle 1(1.,nel Pa– lazzo Nazionale. sotto la presidenza d'Alcalà Za– mora, questi, sommarnente contrariato. ricevette la tlimis3ione collettiva del gabinetlo: non Gi poteva continuare coGi neppure un 1ninulo. II Presidente della Re.pubblica. livido. vedendo che non c'era al– tra aoluzione che quella di chiarnare al potere gli uomini del Front,a Popolare. pronunci6 questa pa– role: ":Mi dispiace ohe il ministro della Guerra e que1l3 della Marina non siano militari e che la Costitu– zione n-011mi pennetta di nominare un militan3 co– me capo del 0-ov,arno; altrimenti imporrei loro cho prendessero il potere, giacché nesaun civile di re– ~pon.sabilitA nella Repuibblica vuole incari-:::ar:3i di mettere in pratica lo stato d'assedio". Poche ore dopo. Azafia 13ra chiamalo al Palazzo per ricevere l'incarico di formare il governo. Nel trasmettergli la Presidenza. Portela Valladares gli consegn6 il decreto di stato cl'aeEr3dio. fil'mato da Alcalit Zamora .. (pp. 19, 20, 2,l). La prima cosa che ebbe quindi Azafi.a nelle sue mani fu la prova evidente del tradimento ,d' 1 Alcalà Zamora e del complotto militare; eppun3 dal 16 feh– };l'aio fino a luglio trasco1~sero cinque mesi d 'inat.li– vitfl. af:3Òluta da parte del governo; non si prese nessuna mi..Hll'a e~,fettiva per evitare il coI1rn. Si l'ir•3ci Golu. 1 •~r un·ahile manovra di Prieto. a to– gliere la Presidenza ad Alcalà Zamora che conti– nuava u cos1>irare contro la Repubblica, incorag– giando la sedizione nella strada. d'accordo con i militari. 11 complotto era evidente; i giornali repubblicani e ,sociali31i e Largo Caballero imHe Cortes, ùenun– ciavano in modo continuo e sislematico le attivit{l contro la RepUbblica. Nelle chiese la predica si ri– ru·iva spessii,3imo alla necessita di far tornare la Spagna aìla "vita normale". 1Insomma, il s 1 2greto noH era più tale. e tnlli. assolutamente tutti, conosce– vano i viaggi e i colloqui cli Franco, di Mola, di Queipo ùel Llano. di Goded; ,si sapeva dov<:>cia– scuno cli loro era etato destinato, quali sarebbero ,.;tali i prine,ipali fuochi di aedizion!a- e dove sareb– bzro cominciati i falli; si sapeva, per esempio. che Godecl. capo delle Baleari. asaumerebbe immediata– mente il governo ò31la Catalogna; che con Franco 13'estenderebbe subito la ribellione nelle Canarie e nel Sud cl{;!llaSpagna e con Mola nella Navarra, a Pamplona -o a trgos. Altri generali meno impot·· tanli avevan n,ch'essi la loro zona rl'influenza. Si dove,va occupa ::3fmnllaneamente tutta la Spagna per sla,bilirvi nna dittatura militare. ,ll governo non fece astSolutamente nulla. Malgra– do le esigcn21J- dell'opinione pubblica. malgrado le p~·ote3te dei settori più lontani dai progetti di tran– sazione. come il gruppo di Largo Caballero c·he vo– leva ai sciogliesse l'esercilo e la guardia civil,J, 1ninala anch'essa clalln cospirazione. il governo non lWE:3Cnesi3nna misura. L'unica cosa che fece fu utl• lizzare i vecchi uornini politici conservatori p1?r ten• clero un ponte vcr'30 i militari. Si cercava cli evitare la sollevazione al'l'ivanclo a un compromesso tra il Fronte Popolare e i generali. T militari. insnp(n~biti. assolutamente sicuri del lo– ro trionfo. appoggiati gitl., nel cam1lo internazionale, dall'Tlalia. che aveva ricuperato la sua influenza, risolvendo il problema giù po,3to sul tappeto al tetn• po di Primo de Rivera, e dalla Germania che ave-va p;iù e:;tabilila nna base n,3lle Canarie e a cui erano Gtatr, promE.sse delle miniere nel :Marocco, rifiuta– rono rotondamente cli transige,re col governo. 1'nlli ricordiamo Cino a ohe punto arriv6 la cecità <l la complicità di quest'ultimo: il 117 luglio si pro– duceva la sol!•Jvazione nel Marocco o il 18 il go. ven10 d'Azafi.a. nominava Mola governatore militare di tutta la pe,ni-sola ! E il 19 luglio. quando la ri– bellione s'efitendeva alle Baleari e a Burgos, si dette il potere a l\1artitl.'~z Barrio che cerc6 di nuovo ed inutilmente d'arrivare ad un c01npromesso con i militari. rDi f.ronle alla gravità clei fatti Martinez Barrio si rilir6 ed aaau11se il potere Girai. Malgrado l'elo– quenza dei fatti e la gravita della situazione, mal• grado le richieste clei governatori civili della Gali– zia. dell'Andalusia, di Barcellona e d'altre 11arti della •S,pagna. Girai rifiut6, in modo risoluto, di conse– gnare le armi a·l po.polo. GiR si v,3<.leva chiaramente che quasi tutto 1'esercito 11artecipava al complotto militare_ In Spagna a.ncora oggi si segue una poli– tica cli riguardi e di benevolenza verso le guardie civili e le gual'di•~ d'assalto, d1e ilolo parzialme-nta rimaaero estranee aHa sollevazione. ,Il gioi•uo che si possa fare- la vera i3toria di questi avvenimenti. si vedn'i Che la responsa1bilita mag– giore ricac1!3 forse su Azaria e su Prieto. Quest'ul• timo, tSeguendo la sua politica di diife..a assoluta degl'intere-3si inglesi, tesseva o favoriva intrighi, dentro e fuori del governo, 1.1er chiudere la strada alla rivoluzione. Tutti i compagni di prestigio con cui ho parlato in Spagna aMermano in modo una– nime -per quanto il problema centrale cl-ella lotta rivoluzionaria: vincere la guerra, li obblighi per ora a lacere- che il governo ha avuto una responsa• bilita straordinaria negli avw~nimenti di luglio. La polilica reptubblicana era doolinata non a Bof– focare il fa:sdsmo, non ad impedire la :Sollevazione militare, ma ad arrivare ad un compron1esso con i militari ed a creare una situazione ambigua, un governo "che rappresent-as-se tutta la Spagna" o che fosse ,quindi la negazione del Fronte Popolare. ,La politica del governo era e, per disgrazia. con– tinua ad essere questa. Gli uomini politici del Fron– li~ Popolare che presero il pote-re dopo i falli di luglio, senza eacludere Largo C'aballero. cercarono di prolungare la guerra pe,r evitare la Rivoluzio112. La C.N:'r. ùer· hlezzo del ·sllo segretario gem?rale a Madrid. Antona. d<:>laegretario del Comitato Re- gionale della Catalogna. Vclu1uez. e d'altri compa– gni influe,nti nel movimenlo rivoluzionario. aveva con anticipo dato l'allarme sul complotto militar() ed aveva chiet3lo di potersi armare t)er conlenere la sollevazione imminente. In ni:!ssun luogo. neppure in Catalogna, dove fu visitato parecchiG volle Com– pany'3. s'ascolt6 l'appello dell'organizzazione confe– derale. Le parole testuali di Company\'.3. alcu11i giorni prima della solhzvazione. in risposta alla richieGta di armi d'un certo calibro per poter respi11g3-re, i mililari. fu che gli anarchici volevano preparare un colpo rivoluzionario. e ohe il complotto mililare. di cui riconosceva l'e..:;istenza. non aveva alcuna impor– tanza. I nostri furono allora obbligali ail agiI1J indipen– dentemente. t;na settimana prima della sollevazione militare si inizi6 a Barcellona la rer1uisizione delle armi: in automobili pieni zeppi di compagni Gi ar• rivava é r:d circondavano i caseggiati in cui ,~aiste– vano armerie-; mentre ai contenevano le guardie d'assalto. i.Si forzavano le porte dei negozi d'anni. Tutte le armerie cli Barcellona furono svaligiate in meno d'una settimana. Il governo e le guardie d'a,s– salto assistevano impotenti. Cosi si poté ecenjere in piazza. il 19 luglio, contro i militari. A Barc2l– lona la vittoria Bui fasci3ti fu opera esclusiva ,:l,~gli anal'chici, a l\ladrid dei nostri e del aettore di Largo Caballero; in Galizia furono pure i compagni che cercarono d'impadronirsi con la forza del Governo Civile per poter avere le armi. e cosi successiva– mente. Nel nor<l la resistenza fu opera del settore di Largo Caballero e ùelle poo11-a forze della C.IN.T. Da per tutto ci fu complicita o passivita a!i3oluta dei Governi civili di fronte al movimento fascista. ln modo categorico possiamo affermare clrn il fa. acismo fu contenuto dagli anarchici e solo da lor-0. .Preparati alla rivoluzione, non previd•3-ro iJ)er6 l'im– provviso sviluppo rivoluzionario de.gli av,·enimeuti. Fu un movirnento spontaneo di popolo. dei sin:l.a– cali, degli steissi compagni. per6 senza previo ac– cordo sulle attivita nece.ssarie. La rivoluziou•~ fu la leva che sollev6 tutto il popolo contro il fasci– smo; aenza cli lei i fascisti avrebbero Gconfitti gli ana1,chici. che lottarono soli durante quasi una set– timana, con la contribuzione di poche forze popolari. Il popolo spagnolo é profondamente •3:::!3lti:!o in po.litica; non crede a niente e a nessuno. Per6 é rivoluzionario. Siamo stati testimoni di quel che costa alla C.N.T. ed alla F :A.il. evitare in certe oc– casioni che i nuclei da loro controllati pa3sino i limiti; costa 1nrC1hé per gli epa,gnoli l'unica cosa che conta é la rivoluzione. E il problema centl'ale deHa politica spagnola é ancora quello stes30 del 19·2'3, quando. per evitare la l'ivoluzione. Yenne la ditta· tura di Primo de Rivera. •Oggi, per evitare la rivoluzio1~•3'. non si é viuta la guena. ,Se aves1Se1·0 a11nato il popolo, l'esercito, assai in• t'eriore alle altre 01·ganizzazioni militari rd"rEuropa, ,1011 sare.bbe stato per lui nn nemico temibile. Sa- 11z.bbe stato schiacciato in poche iSeltimane e non avremmo avuto una guerra, ma una rivoluzione di tipo libertario. Ed anohe oggi, malgrado i grandi pas3i che sono stati fatti sulla strada della controrivoluzione, '---non con la complicità della C. 1 N.'r., ma approfiltando della polilica cosciente della C:N.T .. che, sa che le alan Gtrappando posizioni. per6 ha fiducia nella ca• pacità popolare-- anch!3- oggi, vincendo la guerra. la rivoluzione ear.ebbe inevitabile. Se la CJN.T. se lo proponesse. potrebbe ancora far precipitare in senso rivoluzionario la situazione spa• gnola; però non potrebbe evitare la perdita della guerra. E se la guerra si perde, c',é un solo set• tore in Spagna 2enza res1>0nsabilitc'i. concrete: l'a– narchiamo. •L'unica fraz.ione in S·pagna la cui poli– tica eia diretta esclusivamente a vinoare la guerra. che a questo scopo ha fatto concessioni ed é arri• vata a conere il ris-chio di l)rofondi dissensi interni -1lere1hlé se non ai vin.ce la guerra ,é inutile pen– aare alla rivoluzione-- é alata la C.N.T. Vincere la guerra: ài front<:> alla minacda del trionfo fa– sci-sta non c'é altro problema. La CJN.T. deve lottare contro tutti. Con docu– menti autentici, fil'mati da comandanti di colonne. perfino da capi dell'esercito popolare, da forti nuclei di compagni che lavorano nelle dipen'clenze de1lo Stato, nei ministeri, nel'la polizia, nelil'amministra• zione, nel controllo della frontiera, esaa potrebbe provare (fuando volesse il tradimento di tutti i F"-?f– tori politici verso la rivoluzione proletaria; perché per loro c'é una sola consegna: evitare la rivolu• zioue, mentre per la CJN.T. ce n'é un',alfra: vincere la gwa-rra. · Vincere la guerra é vincere la rivoluzione. ancora oggi. Non lo dimentichino i compagni. ROBERTO COT,ELO. Scrittori libertari RAFAEL BARUET1.' (continuazione, vedi n. 6) Dt>ll'influenza eh<:>arriv6 ad avere in questa città. ci dice qualcosa la preoccupazione febbrile del gran– de scrittore uruguayano, José Enrique Rod6, ch·e, all'indomani della pubblicazivne sulla "Raz6u" d'un .articolo firmato R. B., c-0rse all'amministrazione del giornale per sapere chi era quel giornalista cosi

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