Studi Sociali - anno III - n. 18 - 25 aprile 1932

2 te d'altrct parte essi guardano con una compia– ce~za" non scevra di complicita - e toss_e il __ se– greto diplomatico copr~ com'pli~itA, ~~co più e'. splicite ~ che il Giappone nu~1tan_sta a_ddent1 aEe sp,alle Vorso moscovita, gli. crei fast1d1, 1_1e tuÌ'bi l'assestamento economico e gli acè1mda m casa un incendio di cui essi prima o poi possàno approfittare. E' quella la strada più breve per la quale l'incendio dì guerra potrebbe da un giorno .all'altro propagarsi in Europa; e le su_e conseguenze raggiungerebbero allora quella orn: bihta spaventosa, che pi6. sopra abbiamo bens1 cercato di prospettare, ma· che in realta é asso- lutamente incalcolabile. _ Noi non siamo affatto entusiasti clell'assesta– 'mento rao·o·iunto dalla .Ì·ivoiuziorie •i'ussa attra– ve1'.soil b~lscevismo, col quale sBcondo noi la ri– voluzione é stat.'t strozzata B mutata in contron– voluzione. E neppure siamo disposti a prendere sul serio le grida ''-11 lupo! al lupo!'' ~ho gli ag-enti comunisti di. Mosca vanno _quot1diar:a: mente lanciando da anni ed anni contro tutti 1 governi, a proposito e spropos.ito, come se_q_uest1 stfssero ad ogni istante per lanciarsi, lupi fame– iici, sul l'innocente gregge n1sso, ----:-. e ci6 pro– prio mentre i cattivi pasto_ri _mosc?v1tt v.a;1\101~– tmsBndo accordi commerciali e d1.plomatic1, P · lesi e segreti, ·con quegli stessi governi (comin– ciando dal fascist.a )' contro i quali quelle grida ammaestrate sono rivoltè. ìVIa:con questo non necrhiamo affatto l.:i possibilità di una aggress10- ne O eleo-li·Stati capitalistici, occidentali od ori~n– tali ~ontro la Russia sovietica. Al contrario! , ed ~nzi una delle ragioni per cui quelle gi;ida monotone e stBreotip"ate · contro "l'aggressione capitalista alla Russia proletari_a" ~i-sono s_ern: brate fin qui stupide quanto mab1h,. e qu_111cl1 ·dann9se, é proprio quella che la loro r1_P~hz1one ad oo·ni momento e con ogni pr:etesto fm1va con lo st:ncare, con l'apparire una- manovra dema– gogica-, una mistific.azione volgare. Con- questo risultato: che come per il pastore della favola ben nota, il Jiorno in cui l 'aggn>SSio;1esi fosse prodotta sul serio, e _illupo fosse uscito dal b_o,– sco peT aggredire il gregge, nessnno avre_bhe pLU dato retta alle grida del •pastore chiamante aiuto. Non lo si pu6 negare: il pericolo' d·'hirn guer– ra tra la Russia e qualcuna, o più, d,'µ,na della nazioni a reo-ime c,apitalistico - la distinzione vale ... quei' che vale, e l'adopriamo pe.i' farci capire col linguaggio usuale,_ senza perder tem– po a sviluppare le nostre riser_ve sul c_arattere oo– pitalistico, o, se si vuole, neo-capitalistico del reo·ime rlfsso - é un pericolo molto avvicinato dàll'àtt'nale aggressione del. Giappone in Cina. Quei,t,0_pericolo é gravissimo, 110n solo per le ·-ragioni generali accennate sopra, ma anche per :il colpo ch'essa darebbe, in più ed in modo par– . ticolare alla Russia della rivoluzioù.e,. tanto se la R~ia bolscevica fosse scoufitt . :i:, fl_nanfo se ._essa trionfasse. dei_suoi ne,miçi. Noi separiamo -bensi, nettamlèµte,, là. Russia' ·governativa è militare dalla Russia del popolo, la Russi.a· dominio bolsce-vico dalla Russia riv-'.l1u– zìonaria; ma, di -fatto, gli Bserciti .capitalisti(,i che abbattessero il regime bolscevico -annegtie– ·rebbero nel sang\.1e, contemporaneam_ente, tutto ·ci6 èhe· di 1:ivolUzionario ancora si 11gita _e ùr– menta-.in Russi,:i. A11nullerebbero, éssi, il gran– dè pass-o ehe· -nella storia significa 11;1Rivoh1- zione rùssa del 1917, uccidendo '.llel,monclo le 11.l– .~ime speranze del proletariato internazionah che ;mcò'ra si ri\lllàccùmD a qu-21grande avveni,-n,•11- to, malgrado 'le rn:olti_delusioni derivat,•nc Noi ci augi.iriamo, bensi; che la tirannide bol;,rcivi– ca e la sua dittaturn liberticida siano abbattub; . ma l'abbattimento, per essere fecondo ,.e sig1,ifi– ·ca,re un altro passo in av&nti cleHa rivoluz;Ol1', e della civilta, non potrebbe essere opBra che, r:,,l popolo russo insorto. L'abbattimento, che Rvv-e– nisse, in seguito ad una guerra, per la forza .so– verchiante dei militarismi. ed imperiali,mi ,tra– niBri, degli Stati capitalistici d'oriente o d'occi-– dente, sarebbe un doppio disastro per la Russia e per il"monclo, mi' sa)to indietro di tutta la _ci– vilta umana, una nuova sconfitta irrep.graìnle della libertii. - " · · · ' ' Il nostro pensiero s'arretra spaurit_o d.i11a11zi alla visione di quel che avverrebbe .in R,_;sfrl, · e alla ripercussione funesta che se n 'ayreb\Je fa o– ri, se la prepotenza armata degli Stati vi ap,·;,_ STUDI SOCIALI se la porta ai pegg·iori ritorni reazionari, a11, rivin_citf dense d,i odio_·e di ferocia dell 'a,11ieo - regforn. Ì\1a, pmtroppo, la visionB non sì-prc,cn- ·" · ta affatto meno triste neppure nell'ipotesi· ci '1(- na eventuale vittoria russa. La guerra prima, la vittoria militar-e poi, sìgnifich-erebber_o un '.èll· solidamento tale della tirannide bolscevin tfo spegnere pei'. _chiss~_qum:ito tempo ogni speran- za e possibilità materiale cli resurrezione 'ib('r– tari.a del popolo russo. La nuova- -c 1 asse -c:0mi– nante, formatasi dal 1917 in poi e anc0ra in– stabile e debole nel suo dominio, e quindi di c,m– tinuo cangiante d'aspetti e attitudini, -- ci6 che oggi rende tuttora possibile la spernr.za in mutamenti emanc\patori e liber.atori, - trqve– rebbe nella grn,rra il pretesto e i mezzi prst· im– porre definitivamente il suo giogo ane ;;-rrm<'!.i masse russe. La guerra giustificherebbe tutto, all'interno e fuori: le repressioni pi{1 fero,·i e le allBanz-e più mostruose. Fin d'ora v'é cln pai-la perfino d'm:ia po,,sibile guerra, in cui fa~cismo italiano e bolscevismo russo diventino fratelli d'armi! E la vittoria farebbe il resto. E milita– rismo russo sarebbe in Europa ci6 che fu il militarismo tedesco fino al 1914 e ci6 che fu il mi– litarismo francese fino al 1870 e ritorna ad ,•~– sere oggi. Ne deriverebbe un nuovo imperi,(_li– srno, che farebbe sentire il suo peso a tutti i po– poli dei paesi vinti- o militarmente più deboli e preparerebbe .a sua volta un 'altra guBrra per un domani cli poco più lontano. L'abisso invoca l'abisso. Si ricordi che fu la infame piccola guerra libica, dell 'Itali.a contro la Tiuchia, che nel 1911-12 provo~6 l'i:1e,,ndic balcanico dal quale scaturi la guerra mondiale del 1914-18: L'attuale conflitto, acceso da; Giap– pone nell'Estremo Orie1itli, é forse il principio d'ima catena di avvenimenti l'mio più orribile dell'altro, dei quali la conclusione pn6 essere tale, di fronte a cui qualunque pe~simi%10 o– dierno apparira un giorno fin troppo roseo: Tut– ti ne saranno travolti in· una ruina immane, non solo i popoli, ma anche i loro mede,;irni ,,p– rfressori e sfruttatori. Non m.ancano, pn'' fra questi~u1timi, di quelli che ·vedono chiare t ,1-2. 1 _sbocco dei fatti odierni, e vorrebbero porvi ripa– ro. Ma inutilmente. Da lorò non pu6 venire sa– lute alcuna, perché é la stessa ragion d'essere del loro dominio politico ed economico ch,è 1, spinge verso l'abisso. Per sottrarvisi, bisogne,·.;·.J· be che si piegassero a rinuncie troppo for– ti, dinanzi ai popoli', come classi clomi– _nanti e govern.anti. Piuttosto che questo, pr.;f-,. riranno affrontare qualunque rovina, a, costo di vedervisi seppelliti sotto ·anch'essi. Solo l 'inter– vento energicò e dfretto dei popoli pu6 salvar•! il •'mondo dal precipitare per ·una china di cui vediamo ben si le prime tappe di sangue e' , li morte, ma il fondo dellà quale é irraggiungibik ai nostri òcchi perché si perde nel buio più 11c– ro dell'ignoto più spaventoso. E' possibile qu€sto intervento salvatore dléi popoli sulla sc-ena del inondo, c~e spezzi con u·:i atto di disperata energia il corso della storia, che lo devii dalla direzion·e per cui l'hanno spin– to i_potenti della terra, e fo riconduca sul cam– mino pBr cui l'avevano avviato. tutti· gli sforzi cli pensiero e di wzione e gli eroismi individuali e col.lettivi, realizzatori del progresso umano at- -traverso le conquiste scientifichB e le rivoluzio- ' ni popolari .degli ultimi due secoli? Si, é pos- -sibile. E' possibile, malgrado la crisi di debo– lezza internà che attraversano dovunque le g1'an– di masse, perché la visionB clel·'pericolo immi– nente, la luce delle idee di libertà e-'di '.giusti– zia e _la.esperiimza di 11npassato tanto rece·nte non · possono non' influir-e potentemente come forma– hici della ·coscienza - e cleterminatrici della vo- -' lontù, si.a nei singoli che nei più vasti aggrup- · pamènti collettivi. Dòpo tutfo le guerrB le co- 1rnmd1l,o, si, i governanti ed i capitalisti, ma essi n :n riuscirebbero a farle se le grandi mas– se non ubbidissero alle loro suggestioni e(l" ai loro crclini. Un "no" di queste, tradotto in a- -zione dovunque si lavora a fabbricare arnesi di guerra, su tutte le vie per le quali si traspor– tano arm_i ed armati, e dovunque viene agglo– meratfl l_a carne da macello pè1: l'enorme mas– ~:1cro, basterebbe a capovolgere immediatamente la situazione. La carne da hrncello si mùtereb– be_in una forza di m;.1scoli e cli cervelli padro– na· di sé e dei suoi dèstini; e la ··pace alfine sa-_ ,rebbe fatta tra gli uomini, _ _ __SarebbB dBssa l.a pace véi·a; -:-- da 1:i-011 -~onfon– dèr.si con le' bugiài'de paci, 'irte .d 'insidie ri– catti·. e minacce, concluse periodicamente' dai goveri;ii semplicemente a mo' di tregua per pre– p_arare le guerre su·cces~ive, - sarebbe Ja. pa.c1" -smcera e._duratura dei popoli, base e condizio– . ne di vita per quella societa umana e fraterna di esseri liberi, la realizzazione della quale fu il sogno di tanti poeti attraverso i secoli la vi– sione di tanti eroi e martiri nella battao-lia e nel sacrificio supremo; ed oggi costituisce O l'aspira– zione cosciente e decisa, il progr.amma di lotta e cli lavoro di quanti nel mondo sono restati fedeli alla causa della civilta. LUIGI FABBRI. Sappia·m,o, clanotizie telegi-afiehe da Rom.a, ehe fin clal 9 di q1wsto mese Errico ìVIalntesta erci gravemente rnalato. Dne gio1·ni clopo si noto in lui 1m lievissimo migliormnento. Poi non sape-m– mo altro. Spei·ianio che cla allora il migliorcmi.en– to abbia progrecl,ito; e /acciaino ccrclenti voti al– l' amic_o e co-inpagno lontano r:he a- q1iest'ora sia. gia. ristabil-ito o almeno in via cli completa gua– rigione. la ·Trasedia di Monza 29 LUGLIO 1900 Un altro fatto di •sangue é venuto ad addolorar,, gli animi sensibili ... ed a ricm•,:l:ne ai potenti che non é senza pericoli il mettersi al disopra del po– polo e calpestare' il grande precetto <Ìell'egÙa;glian– za e della solidarieta umana. q-aetano BreSci, opéraio ed anafch~co, ha ucciso Umberto re. Due uomini: uno ·morto immaturame'n– te, l'altro condannato ad una vita di tormenti .cho.é mili-e volte peggiore della morte! Due .famiglie im– merse nel dolore! Di chi la colpa? Quando noi· •facciamo 1a critica delle istituzioni vigenti e ricordiamo i dblori ineffabili e ie morti in– num·eri che esse producono, noi non manch'iamo mai di avvertire che esse istituz,ioni :sono-dannose non solo alla grande ma,ssa proletaria che per causa loro é immersà nella miseria, nell'ignoranza ed in tutti i ma_li che da-Ila miseria e dall'ignoranza d·eri– vano, ma. anche ana stéssa minoranza ·privilegiata che· so-lifre, fisicamente e moralmente, dell'ambiente viziato che es-sa crea, e ·sta in continua paura che l'ira popola 7 e le •faccia• pagar caro i suoi privihgi. Quando auguriamo· la rivoluzione redentrice, noi parliamo sempre del bene di tutti quanti- gli uomini s·ènza distinzione; ed intendiamo che, quali ch_e:sie– no le rivalita d'interessi e di partito c'he oggi, li -di· vidono, tutti debbano -dimenti.care gli odi e-d i ranco– ri, e diventare fratelli nel comune lavoro .per il be– nessere di tutti. Ed ogni volta che ·i ··ca-pitalisti ed i govèrni com– mettono un atto eCcezfotlà.lmente ·malvagio, ogni vol– t.a ,che degl'innocenti sono -torturati, ogni volta che la iferoèia dei potenti ·si -s-foga in ·opère .di sangue, noi - deploriamo il fatto, non solo- per i dcilori che direttamente produce· e .per il senso ,di giustizia e di pieta in noi offe-so, ma anche per lo strascico ..di ·adii che esso lascia, -per il seme ,li-vendetta che esso mette n<,ll'animo -degli oppressi. ~· Ma i _n'ost-ri àniffionimeriti restano inascoltat.L,. 0 so- no _anzi ·pretesto a· ,p·ersecuzioni. E poi·, ·quando l'ira accumulata dài lunghi• tormen– li scoppia in tempesta; cquàndo un uomo r.idotto -alla dis•perazione, o un -géneroso commos-so dai dolori dei suoi' fratelli ed''impaziente di attendere una giustizia tarda• •a ·venire, alza il braccia ·vendicatore e colpisce dove crède che sia la causa del male,_ al– lora- i co'lpevoli, i responsabili..·. siam noi. E' sempre l'agnel'lo clie -ha la colpa! Si sognano complotti as-surdi, ci -si a-ddita come un perico-lo sociale, si fin.ge di crederci - e forse da alcùùi ci si crede da'Vvero -- dei mostri assetati di satigue, dei delinquenti• pei .q'uali non vi dovrebbe essere scelta che tra la galera e il .manicomio• cri– minale ... D'altronde, é cosa naturale che sia c0si. Il) un pae– se in cui viv·ono liberi~ potenti, onor~ti i Crispi, i Rudini,_ i P'elloux e tutti i massacratori _e gli affa1ùa– tori -del po·pofo, ncin :ci- pu6. esser posto per noi, che contro i massacri e -contro la fame protestiayt10, e et rib.~U.i~pip ! .-

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