Studi Sociali - anno II - n. 13 - 16 agosto 1931
ANNO II I' MONTEVIDEO, 16 Agosto 1931 N.° 13. RIVISTA DI LIB[RO [SAMI: ABBONA1UENT.I: Peii ventiquattro numeri Per clodici numeri $ 2.– ,, 1.25 {All'estero lo s-tesso prezzo, equivalente in mone, ta degli Stati Uniti a due dollari per 24 numeri ed un dollaro .e 25 cent. per 12 numeri.) ··s O MM A R_I O Politian Ponlificùi (Lucia Ferrari) Il "Vero ..-inà-rclvico" di Ocld;i;noMorgari (Er- rico Malatesta) • . , . llevisionisino ('I'ol'quato Gobbi e Luigi Fabbri) Al.enne parole ml socia.lismo costni'ttivo (Max Nettlan) L'Idea cli l]~;volmione (Luigi Bertoni). Lotta. ape'l'ta, e Cospiro.zione (L.uigi li'abb~·i) Confessione (P. J. Pronclhon). Bibliogmfia ('Catilina) · POLITICA PONTIFICl1' Da quando Pio ·XI con l'enciclica del 29 giugno ha alzato il tono della sua contro– versia col fascismo cercando di elevarla da meschino litigio di interessi a digJ;J.ita di questione morale, la controversia stessa ha subito un lungo tempo d'arresto che anco– ra dura , per ) 'evidente indeci_sione del go- --- 1a-tre-it ;a.lia-i.ro ,·ecl:1è-. no~1...,sa se giuocare J..;ul.t~- . ma cart a della nianiera forte o cedere an– cora una volta di fronte all'ira apparente– mente inerme del successore di Pietro.· E questa volta la collera pontificia é scoppia– ta in termini a cui gli orecchi degli itali.a– ni non era·no più da tempo abituati. L'en– ciclica dichiara infatti che il giuramento che prestano al fascismo i bimbi italiani é ille– cito, toglie valore ai commenti apparsi suì– la questione nei vari giornali dicendo te– stualmente che "sono invenzioni, bugie e calunnie diffuse da una stampa di partito, che é l'unica stampa libJra ·fii dire ci6 che vuole e a ·cmi spesso sC ordina, o quasi•, ci6 che deve dire",·e infine riconosce con tarda. franchezza che ·i favori resi dal fascismo al– la Chiesa non si dovettero a sentimento ·re– ligioso, m.a "a mero calcolo. e all'intenzio– ne di consolidarsi ne1 potere." ·1 Questa nota sara sembrata ai' più strana– mente pepata, per provenire dalle cancelle– rie vaticane d'ordinariof.cosi moderate. Pu– re niente c'é di strano, se si considerino le linee direttive della politica papale di fron– te allo stato italiano da molto tempo a· que– sta· parte. La violenta diatriba di ieri rien-· tra, come il Trattato dell'altro ieri, in tutto il complesso giuoco ondulatorio con cui, ri– petendo oggi in piccolo l'astuta politica che ha permesso alla Chiesa d'attraversare i se– coli, i1 pontefice cerca di sottrarre la scric– chiolante barca di S. Pietro all'urto degli scogli presenti e futuri. IIIRla tempora cur– rnnt anche per la Chiesa, oggi; eppure non cosi cattivi come potrebbe sembrare a pri– ma vista. Certo, la caduta della monarchia spagnola é stato un grave colpo per la po– tenza materiale del cattolicesimo, come gia lo fu il crollo dell'impero absburgico sul fi– nire della guerra. Pero questi poderosi avve– nimenti non hanno se non un valore episo– dico _di frpnte alla grande ondata, gravida di incognite,. che tu.tti, piu o meno· conscia– mente, aspettiamo, con speranza angoscio- . sa e con terrore, si riversi, dalle ignote ZO··, ne subcoscienti della storia, su questo mon– do in convulsione che si dibatte con tutte le su~ forze nuove, con tutte le sue nuove BibliotecaGino Bianco P.er la redazione e l'Amministrazione ri– volgersi a: LUIGI FABBRI, rivista "Studi Sociali" Casilla de Correo 141 IIIONTEVI,(l)EO (Urug·uay) disperate necessita. e con tutte le sue vec– chie pazzie, fra i· muri d'acciaio d'un'orga– nizzazione economica divenuta "impossibi– le", eppur sempre piu perfezionata e raffor– zata dal vertiginoso progresso della scien– za e della macchina. Tutti sono d'accordo nel pensare che i muri d'acciaio cadranno presto in frantumi, ma in vlrtù di quali forze? E dopo? I par– titi che hanno un'organizzazione e un pro– gramma e che dovrebbero incanalare e di– rigere in ragionevole e benefico - anche se violento - contrasto questi movimenti con– vulsivi, sono anch'essi nella gran massa dei . loro gregari in balia delle oscure, indomina– bili · passioni scatenate dalla guerra. Ed an– che ammesso che assi ci potesse1'0 dare del– le garanzie, queste non avrebbero poi un ec– cessivo valore, quando l'ascoltatore. attento pu6 sentire che gli scricchiolii piu violenti nel vecchio edificio li producono i colpi del– l'immenso esercito della fame che ingrossa sempre piu nel vasto mondo le sue file, che non ha né organizzazione né programma e che nella- sua maggioran~a non é govel~nato da altra logica e da altra morale che non siano quelle stesse che governano i cicloni e i terremoti, cioé la legge di natura' e la risultanté casuale delle varie forze in con– trasto. Attraverso l'alte1·narsi dell'ottimismo e del pessimismo, tutti sentiamo Ghe, dal'la guerra europea in poi, stiamo attraversan– do un periodo di transiz(mie, che é anche un periodo di c1·isi violenta qucle il mondo non ha piu attraversato dal tempo delle in– vasioni barbariche. Sentiamo che cosi non é possibile andare avanti e non sappiamo se, quando lo strappo necessario avverra. ci portera la nuova vita o la morte. Quelli che, come noi, guardano all'avvenire con spe– ranza (se non con sicurezza) perché sento– no in sé stessi quella tenace volonta di vi– vere, e dd vivere per agire, che viene dalla fede ferma dn un'idea superiore,, quelli che riescono a trovare, nella decisione cli com– piere a qualunque costo il pro·prio compito,' la serenita, sono una min·oranza. I piu, an– che se tentano di stordirsi nelle piccole co– se cli tutti i giorni, sentono lo smarrimento confuso e l'incertezza cli questo grave mo– m'ent.o. Nelle mani dell'uomo le armi sono diventate cosi terribili, che si ha l'impressio- .ne che basti un parziale scoppio dell'odio cl;te si va accumulando per annientare l'uma– nita intera. Mai <li fronte all'avvenire la gran massa degli Ùomiliii s'é sentita piu im– potente e piu ignorante. E quando ci si sente impotenti, la liber– ta di pensare, di t,rovarsi soli di lfronte a se stessi, -fa paura, la responsabilita indi– viduale diventa un peso gravoso e •ci s-i ab– bandona volentieri - anima e corpo - in balia d'una forza estranea: un ·dogma, un uomo, un Dio. La ripresa del sentimento religi'oso é evi– dente in Europa, dove la crisi é piu tre– menda e, credo, anche nell'America _del Nord, come reazione all'apoteosi della for– za b1;uta e ,del dollaro, delle coscienze piu timide che hanno bis.ogno di trovare le for– ze ideali tra le nuvole perché non sanno ri– cercarle in se stessf\ RIVENDITA: Per og·ni copia $ 0.05. (Negli altri paesi lo stesso prezzo, equivalente a cent. 5 di dollaro._ - Sconto d'uso ai rivenditori.) Ora, speciaimente in Europa, la Chiesa cattolica b.a fondate speranze di buona mie– titura in questo campo cli messi spirituali che gia verdeggia sul terreno di mobili ro– vine che ci ha lasciato la guerra. Questa la ragione per cui, benché cosi debole material– mente, il Vaticano sente <lì poter fare (solo quando sia strettamente necessario, per non sciupare il presUgio e le forze) ia voce grossa. . L'accordo col fascismo; firmato al Late– rano, obbediva a un bisogno molto sempli– ce. Per poter intensificare la sua propaganda e contrarrestare valiclame1ite quena delle altre religioni e specialmente di quel vago e multiforme teosofismo d'origine buddisti- . ca-protestante che é forse quel che piu ha profittato dell'qnclata di misticismo post– bellico, la Chiesa aveva bisogno di una ba– se di potenza mater-iale. Un ritorno· al· po– tere temporale sarebbe sembrato assurdo prima del f\!,sci-smo e sembrava ancora as– surdo ai piu intransigenti cattolici due an– ni. prima della conciliazione. Pure la Chie– sa ci.:;iiva che al fascismo, ì;reso in un mo– mento di debolezza, tutto era lecito chiedé- 1'e iU~cambio d'un momentaneo e sia, pure illusori@ appoggio. E chiese molto infatti, senza offrire quasi niente in cambio. Muse solini aveva bisogno in quel momento (e ne ha bisogno a,lmeno due volte all'anno) di qualche avvenimento grosso che sbalor– disse l'opinione pubblica, giacché ·il suo po– tere si regge per tre quarti sul terrore e per un quarto sulla meraviglia. Concilian,dosi c_pl papa egli face'la il bel gesto cli risolvere l'annosa questione roma– na, tanto vecchia da non essere neanche piu una questione, ma che per l'occasi.one, sul– le colonne dei giornali asserviti, riprende– va la turbante gravita di sessant'anni ad– dietro e insieine legava o credeva legare -al– la sua incerta sorte la fortuna piu stabile e più profonda della Chiesa di Roma. E in– fatti si disse, al momento c1·ellaconciliazio– ne,' che il Vaticano av;eva fatto un affare as– sai cattivo compromettendosi nell'approva– zione d'un regime d'infamia che l'avrebbe trascìnato seco nella caduta. Questo sem– brava l'unico ma forte-passivo del Papa nel bilancio del patto. Ma la Chi-esa non ha nessuna intenzione di seguire le sorti .del fascismo e lavora anzi, ed ha sempre lavora– to, a crearsi una posizione solida e stabile per poter essere sicura d'oltrepassare col minimo d'incidenti la difficile svolta - più o meno prossima. - della caduta dell'at– tuale regime. Questo non le impedisce di cer– car di spremere piu sugo che pu6 dal li– mone fascista, p_ensando che, per quanto in– certi e caduchi siamo i vantaggi ottenuti, é sempre piu facile conservare ci6 che si ha che acquistare del nuovo. L'importante é - e· ~uesta preoccupazio– ne guida tutta la sua politica - mantenersi ostinatamente di..fronte all'-opinione mon– diale e sopratutto di fronte al popolo ita– liano in una pos-izione d'indipen-denza di, fronte al fascismo, approvando paternamen– te_ dall'alto, molto dall'alto, le cose che ra– gionevolmente il cattolicismo pu6 approva– re, e riservandosi il diritto, cosa inaudita in Italia, cli fare delle riserve e perf>ino di met~ I . .
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