Studi Sociali - anno II - n. 9 - 16 gennaio 1931

2 termi!llera una soluzione identica, per reazio– ne e $pirito di difesa, .nella naizione rivale, ic FraD1cia, 1dove le uJtime Lilberta, ancora scar– samente garantite da una democra,iia piuto– cratica ed ultra autoritaria, verroono sOlffo– cate r!alla minoranza na·zicmali'sta e militari– sta che si arrogherà il rcompito di salvatrice della patria. E l'assassinio della 11ifbertaapri– ra la via, com'é naturale, al piu grande ed orribile flaigello della guerra. 'Le altre poche piccole naizioni, -come il Belgio, l'Olanda e la Svizzera, saranno, travolte daH'onda di sa.r.– gue e di morte, e ·qualcuna di esse forse non riuscir,a J)irù. come nel 1914 - 18, a salvar nep– pur!' la sua esistenza. come paese indipendente. Che ,cosa avviene di diverso in America 1 Ben poco, ,benché le condimoni sian diverse e diverso il procedere dell'avanzata reazio– naria. A nord il colosso degli Stati Uniti la scia bensi sussistere all'interno una larva del· l'antica. co,,ti:tuzione liberale. che viola e cal– pesta rdoVUDlque ,gli fa comodo, ma accentua nel modo rpiù feroce la sua !dittatura pluto– cratica sul proletariato e, coi mezzi del più cuneo imperialismo, su tutta l' Ame· rica; mentre i suoi tentacoli cli piovra insaziabile, da lontano. stanno s,polpando tutti i paes,i europei. Sotto la 1·pinta 'della dittatura nor,d·americana ormai tutta l'America Centrale e •del Sud é in 1 balia dei singoli. militarismi nazionali, che 'i paaroni di Wall Strett diri,gono a loro posta con la for– za onnipotente dell'oro, qurundo non interven– go,no a imporsi col ricatto militare come nel Messico o addririittura con l'intervento ar– mato come in Nicaragua. Testé ·anche la Re· pub 1blica Ai,gentina perdeva tutte le sue li– berta uo,polari acquisite per un @lpo di ma– no militare, clhe vi ha staJbilito u.na ditta.tu · ra ,di tilpo marcatamente ruoti/ prolet ario; l a quale ,si di-ce ,provvi soria, come tutte le dit– tature all'inizio, ma c.he dive:ntera definitiva quando si sentira ab basta,n za forte e se le for– ze rporpolari non riusciranno a sbarazzarsene prima Clh'essa lo ,sia divenuta. Con l'impadronirsi dello ~tato da parte del militarismo conservatore argentino, la li– sta dergli Stati dittato.riali ,sud-americani s 'é accrescin1'a rli uno della maggiore importan– za; e tutti insieme formano ora urn ihlo,cco rea– 'Zionario soverdhia,nte ( 1Arigentina, Cile, Para– guay, Bolivia, Perii, Venezuela, Nicaragua, Culba, occ.) cui no,n fa eccez-ione rper ora che il piccolo Uruguaiy, specie di Svizzera sucl-a– medcana; eid in questo momento '''Promette'' cli farvi crcezione il Brasile dopo '1a sua recen– te riYoluzione interna, ohe pero ci lascia mol– to rperple si rpel forte suo earattere màlitare· sco. Né l'Urugua,y stesso é esente da pericolo, percorso anclh'esso da brividi di felbbre rea– zjonaria e da vaghe minacce di 1colpi di ma- 1i6. Perc.hé ,questo v'·é di grave per queste rivo– luzioni md-americane, mi non clt>ltutto ,i, tor– to fu a suo tempo ipara 1 gonata la "rivoluzio– ne" fa.Pci..~tadi nostra conoscenza. eh~ an0he qua.ndo esse riescono ad abbattere klelle ditta– ture realmente odiate, sia arperte e feroci co– me quelle anteriori clel Peru e di Bolivia, sia larvate e corrotte come la sedicente democra· bea ,quattro mesi fa caduta nell'Argentina, al loro posto s'insediano altre dittature non m"- 110 oppre,ss4ve e talvolta pt>~!!'iori. Per ora sembra che la rivoluzione brasiliana sia diret– ta in senso mmosto all,i, "rivolnzione" (an– ch'essa cosi battezzata) delllArgenti,na; ma non c'é da fa,rsi soverc,hie illusioni i!l1 pro· rposito. Chi vivrà vedri ! Certamente questo ballo di !dittature, l'u– na scavalcante l'altra, é anche un indizio d'i-n– ·certezza e di squilibrio delle classi dominanti. 'e mo·stra ,che ila potenza plutocratica, che sem– lbra enorme, ha anclh'essa i suoi piedi di ar· igi!la. Né si tratta piu d'un fatto esclusiva– tmente americano come fino a poco fa. Si (han– no, anche in :Europa, di questi flussi e riflus· si, specie nei ipaesi baltici e balcanici, ed anche in Francia e Germainia, '.bencihé per ora sul terreno esclusivamente elelt0rale. I tentennamcn ti da cieco uhria1co clel reg·ime fascif:ta italiano, che ormai pu6 dirsi il rpiù "iba1canico" dei re- Biblioteca Gino Bianco STUDI SOCTALI 'gimi europei potrebbero preludere nel nostro paese a qualcl.1e equivoco rivoligimento idel ge-– •nere dhe, improduttivo dal nwtro ipunto di vista proletario e 1-ibertario, sarebbe lostesso un indizio di ,deborlezza intima e di insicurez-za delle clas&i diri,gent], di 1 cui potre'bbero pro· 'fi.ttare le classi oppresse e gli amanti di li– berta con un loro inteT:vento ·diretto negli avvenimenti. Il fatto -stesso cosi anodino d'una diittatura Clhe ne scacci un'altra, anche se la nuova é pe~giore, 1la,scia spesso k:l.ellerotture ed incrinature che costituiscono una debolez– za e potrebbero o;flfrire occasione ad una co– scieTute tforza di li'berta di trionfare a sua vol· ta. , ,Ma per tri001fare bisogna a:giTe. Né il fasci– smo ita.liano caidra da sé, qualunt]_ue siano le sue ,crisi e tare interne, :né l'avanzata reazio– •naria e dittaitoriale delle forze scihiaviste sara ll/lTestaita nel mondo da,J so,Jo ed automatico cous-o rdegli eventi. Occorre la spinta di una volonta 1c.ontrari 1a peDché chi traballa ca,da sul serio; e il ,corso iclegli eventi, noill -fosse cihe per forza d 'i.nerzia, seguiria la spinta rea;zionaria del suo attuale il]lclirilzzo, &e ,1 'iniziativa del· l 'aizioille non passera dalla reazione alla rivo– luzione. Fi!110héuna volo:nta ferma e decisa i,n que– sto senso non in,5or,ga negli individui e nelle collettirvità, e non ne ,guirdi l'azione cOl!lsenso cli c001sapevolezza e di rMponsaJbilita, con sen· La Decadenza dello · Spirito rivoluzionario e la necessità della Resistenza ---o--- Cari Conipagiù, Il corri-spandente da lesi del giornale l'Avanti! nel dar conto della ,conferenza. contro il domicilio coatto ch'io tenni in quella ciWi, dice: "Ifa sog– giunto (l'oratore) che colpa grandissima (rdella do– cHita. supina con cui il popolo ha sopportato· le vessazioni del governo e idei capitalisti) l'hanno il ))a.rtito anarchico e il partito re))nbblicano, che do– po aver predicato per tanto tempo la rivo-Iuzione si accorgono dell'im1iossi·bilita di farla poi"hé :I popolo con~pletamente incO'sciente non li segui– rebbe". Questo é infatti ci6 che io dissi; m,a il corsi– vo, naturalmente, il corrispondente ce l'ha mes– so di suo, e quel corsivo, sopra un giornale so– cialista. democratico, serve a far ben notare (e for– se a menar vanto) che io, 1nentre criticavo il par– tito mio e quello repubblicano, · escludevo dalla critica i socialisti democratici. Ci6 domanda qualche spiegazione. Io parlai a lesi delle delusioni seguite a.Ile ~pe– ranze suscitate dalla rivoluzione nazionalista ita– liana, e •dissi come 1da una parte le -condizioni eco– nomiche del proletariato si eran fatte sempre n,,:,_ tristi, e clall'altra si era andato perderudo quel p6 di liberta, -0he la I'ivoluzione aveva conquistato fino a ritornare in uno stato eguale 01 peggior~ di quello in cui si stava sotto i caduti go'Verni. E cerca.i di spiegare questo fatto con due serie di ragioni. In primo luogo la tendenza che hanno le is,:i– tuzioni sociali a svolgersi in una data direzione e produrre le loro naturali conseguenze: la tenden– za. del potere politico ad aHargare sem))re la sua sfera. di azione e a !diventare sem'pre ))ifi oppre&– sivo; e la tendenza della proprieta. privata ad ac– caparrare tutti i mezzi di produzione, ad intens:fi– care senwre piu Io sfrutta.mento del lavoratore ed a volgere a danno del proletariato tu.tti i nuo– vi portati della scienza e del progresso sociale. In seconJdo luogo la. mancata resistenza popo– lare. E di questa mancata resistenza, trascu,ran– do altre ragioni d'o1~diue generale che non entra– vano nello scopo di quella conferenza, io detti col– pa ai repubblicani ed agli an.archici. Gli uni e gli altri, consci de!l'ingiu.stizia fonda· mentale di certe istituzioni e delle cattive conse– guenze che fa.talmente dovevano portare, non si preoccuparono che della distruzione completa, e subitanea, di queste istituzioni, disprezzando tutto ci6 che potesse attenuare quelle conseguenze cat– tive, anzi desiderando che esse si producessero nel modo piii ac11to possibile culla speranza che pro· timento di a,ccresciuta fraiternita e concordia, con spirito d:i disinteresse e sacrificio, e sopra– tutto ,con granicle rpassione di li:berta, l'attuale avanzata fascista, che con piede brutale cal,pe– sta; tutto ci6 che di buono e civile incontra sul suo cammino, non s•i arrestera. Quei rpop.i– li, quei 'Proletariatr, che crede!J)dosene sicuri, si disinteressano e,gois,ticamente ,degli altri clb.c giu ne s·offrono, gli olh•a,ggi e le percosse, o 'protestano per la tfo,rma -solo con vane parole, si aiccor<geranno ,quando non sara pilli temlpo del loro colpevole errore, ei dOIVl'anno pagare a.nclh'essi a lacrime di sangue .Ja loro aic.cidia. Noi desideriamo con tuitta l'anima clhe i fat· ti disperdano la triste previsione. Ma ricordi" no gli uomini che l'avvenire eid: il suo ,destino non sono piu, come un tempo, sulle irrespon– saibili ,ginocclhia cli ,Giove, ma n,eUe loro mani. flono e;,,si, gli uomini, i fattori resrponsa:bili del rprorprio desti!llo e del rpropri'o avvenire. Sawiiano essi crearsi con l'opera ener<gica,, e o'~correndo col proprio• sangue lill destino ed un aV'Venire di liber.ta e di !benessere. LUIGI FABBRI. Ricordarsi di non sp~e piu nulla a: Buenos Aires. Riviolgersi, p,er l'AMMINI– STRAZIONE come per la 1REDAZIONE, e– sclusivamente all'indirizzo di: LUIGI FAB– BRI, Casilla de correo n. 141, MONTEVI– DEO (UrnguaY). vocher~hbero ed affretterebbero la. crudrnta delle i– stituzioni. I repuhbJ.icani, avve1,si naturalmente al:Ia monar– chia, tuit.ti i ma-li faicevano rimontare alla. forma costituzi.onale e, o non credevano possibile, o p~r tattica affettavano di !disprezzare qualunque mi– glioramento, qualunque riforma che non avesse a. punto di partenza l'abolizione della monarchia. Gli anarohi.ci, avversarii di quailunque governo e quindi della monarchia., ed avversa.rii della pro· prieta privata aspettavano, per un ragionamento simile a quello idei repubblicani, ogni bene dalla trasiformazione, radicale dell'organizzazione sociale, disprezzando i miglioramenti di cui pu6 essere su– scettiblle il regime attua.le , e magari augurand•J– si, sempre colla speranza di affrettare il conflit– to l'aumento dell'oppressione e della miseria. rCosl tutta. l'attivita dei due partiiti si riduceva. a predicare la rivoluzione. In quanto a renderla poB– sibile e prepararla, non si sapeva far altro che af– filiare nelle rispettive organizzazioni degli ade– renti necessariamente scarsi idi numero, e racco– gliere ideHe armi, che per la mancanz.a di mezzi e ))er la vigilanza del governo erano sempre po– che e cattive, e finivano in generale o coll'essere sequestrate, o coll'arruginirsi e diventare inservi– bi1'.. A questo, i mazziniani prima, gli anarchi-ci d-0- po, aggiunsero la distrazione di qualche bomba pili o meno innocua. In.tanto gli affiliati, a forza di aspettare la ri– voluzione senza far nulla, finivano coll'addormen– tarsi idei twtto; e la massa del popolo, quella par– te almeno che una qualche coscienza aveva e che avreb'be potuto far qualche cosa, senterndosi ,dire continuamente che non si poteva ottener nulla sen– za la rivoluzione, •lasciava che governo e padroni opprimessero e sfruttassero a loro bell'agio ... e ,,_ spett<ava la rivoluzione. Lo spirito rivoluzionario, suscitato in Europa. dalla grande rivoluzione fran– cese, e mantenutosi vivo nella prima meta del se~ colo in Italia piu che a:ltro,'e, ora che per le muta– te condizioni e per i mutati obbiettivi la. rivoluzio– ne non si poteva fare piU coi metodi vec:chi, si an– dava mano ma110 ;;pegnendo; ed il governo ha po– tuto alfine per-mettersi tu.tto senza incontrare nes– suna seria resi,stenza. Ed é anzi molto spesso av– venuto che gli operai, quando per forza. propria ha.n saputo organiz~a.rsi ed ottenere qualche mi· glioramento, si sono allontanati piu che mai da.i rivoluzionarii, le cui previsioni eld i cui propositi erano in contrad,dizione coi risultati otte– nuti; in modo che i progressi realizzati, invece ù~ servire, come avrebbero dovuto e potuto, ad av– vicinare la totale emancipazione del popolo, ve– nivano ad essere dei nuovi elementi di conserva– zione. A questi errori, a questo metodo dei rivoluzio– narii claissici, da noi per molto tempo s·eguito, io

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