Studi Sociali - anno I - n. 7 - 10 agosto 1930

sastri, che spost:rebbe decisamente l'asse del 111011c10 verso un inaudito ~·i1mbarbartmento dii tuHa l'umanita, il quale -aggrave1,ebbè ancor più quello che qualsia.si guerra su.o.I portar.e con sé. I compagni francesi - come del r ,sto quelli di qualsi-asi -paese chE! si trovasse in guerra co-n ~l'•rtalia fa~ci.sta, .- non dovrebbero per tutto, ci6 divenire me~ no avverS{ rdla gUe1:ra fU giueTche sbno~ ,né ~l-2ihteFe dal proprio atteg,giamento imtransigenhe di •fir~nre •al proprio governo ed al .proprio ~capitalismo in nessun caso, né 11rima né durante la gueria. Fa.re il contrario non servirebbe a nulla subito e comprometterebbe il loro avvenire irr,eparabilmente. Ci6 é fuori .discus– sione. Pure debbono tener conto della realta suespo– sta per combatterla "intelligentemente" -e non_ la sciarsi trascinare, dalla foga di combattere il pro.p,1,io go':erno e militaris1no, a favorire le tesi e i fatti del mflìtarisnio -fa.scista contrario. Come, durante la guer- 1·a, e8si non favorir.ebbero di c~•rto le manovre cfun esercito di fuori solo pel gusto di danneggiare .quello di dentro, cosi 112Uapropaganda pontro la guerra non debbono com,mettere l'errore psicologico d'indulger2 al fascJsmq e dissimular.si i pericoH d 1 una vittoria d-i questo. Non sarebbero ascoltati; e l'enore cl'att<>g– giamento e di linguaggio oscurerebbe e nasconderebbe agli occhi del pubblico le loro ragioni più serie e sostanziali. I fautori della guerr,a in Francia, i milita1~isti .fran– '.'·esi, i partigiani della difesa nazionale, ecc. si ser– vono o si servixanno ai loro scopi, per opportunismo, di argorn ~mti antifascisti? Pu6 darsi. ·Ma pe.r combat– terJ,i non v'è ragione né interesse di negar-e le rerita antifasciste di cui ·l'3Si si ser:vono; il modo miglio1~e, al contrar.io , é di essere• pili antifascisti di loro, 11011 solo a parole, ma anche coi fatti. L'infiltrazione fa– f:Cista italiana in Francia non é punto una favola; e i compagni francesi non dovrebbero lasciar soli i com– pagni italiani e1nigrati alle pre-se con gli spioni ed agenti provocatcri fascisti, tra il martello di que-dti e l'incudine della polizia francese eh.e li anesta ed espel– le non, app:na reagiscono per legittima difesa. Sareb– be anche questo un modo di scongiura-re la guerra 1 dando ai tiranni cli Roma la sensazione della solida– uietà, contro di loro, del p0polo francese col popolo italiano, e dando al popolo italiano la pro~:a ohe il popolo francese é nemico degli oppr2ssori di quello cc,1n.edei propriÌ. Cosi, ne!ht malaugurata evcntualita che la gue1a·a scoppia.,se, potrebbero i due popoli tentare almeno di trane dall;t sv cntu_JJ,'L-.;.c.Qlllune na...qualche e~ di b_;e: Perché non potrebbe av~t'llire il fatto, nuovo nella storia, di una guerra coronata dalla rivoluzione nei due paesi belligeranti, la guale affratellere-bbe du– r2volmente due popoli sulla ro~/na definitiva dei loro oppressori? Ma una tale rivoluzione non -sarebbe pas– si bila che come risultato della reazione e rivolt.a con· tro la guerra e in.sieme dell'odio e lotta contro il fa– scismo, su cui non si transiga a niun costo. Né dH– dizioni alla guerra, dunque, ·né iµdul-genze pel fasci– s.mo; . bensi aYversio,ne e ostilité. attiva coutr.o l'una e_contro l'altro, con Io stesso arctent, ù<lSiderio e còn la medesima energia. Questa ci pare, - di fronte ad una eventuale gner– ra fréJ.llCOvitaliana, - Ja parola d'ordine per gli anar– chici dei due paesi più consona alla loro dqttrina, piU in armonia col loro spirito, più risponct. 8inte agli int_eressi de! proletariato, alla causa della Jibe~tii, al bene dell'umanità. Ludovico SCHLOSSER. 1(ivista delle Cftivisle Ri,viste di lin;·u-a itaHwna Zavattero: L'ANARGHISJ.10 NELLA REALTA'. ("Vogliamo", cli Biasca-Svizzera. - n.4-5, di aprile– maggio 1930) . L'A. prospotta senza inutili illusi.ani le difficoltà multiformi che si prospetteranno agli anarchiici in seno alla rivoluzione. Le più importanti sono queste due: "Se le masse vorranno darsi un organismo au– torH:ario, co-me faranno gli anarchici· ad impe,1dirlo senza do,ver essi es2rcitare un'opera di costrizione, .cioé di autori_ia? Se vi sara, dato un regime anarchico, qualche insofferente di questo regime, come evitare l'uso della costrizione, cioé della autorità, per domar– lo o eliminarlo?" ·Giustamente l'A. scarta la ipotesi semplicista di coloro che negano la fondatezza di tali eventualita. 'l'utto porta a credere, e Zavattero Io di– mostra, che le difficolta prospettate sono inevitabili. forse egli esagera un po• in pessimismo, ma in fondJ é nel giusto. Dovo sbaglia, secondo noi e secondo la concezione anarchica della 1·ivoluzione, é nelle rhiposte che da a qu_elle due domande: "Si, egli dice in sostanza, sani necessario in via transito,ria l'esercizio dell'autoritA per un periodo. di educazione anarchica, durante il quale bisognera adoperare la costrizione, e ci6 fino a quando esisteFa un ribelle ·insoffer~nte del regl~e anauchico". Su per gh'.i é la stessa conce;a:ione di Le- BibliotecaGino Bianco nin, ohe faceva suo !'-ideale ana1'1)h.ico dell'abo1izion& deHo Sta,to, ma ,affer.ma.v·a ,la n,ecessita d,ell'Ùso ,prov– visorio ,della .dittaùira Ii]\Cbé ... ,. .eçc_.., .ecc. -J:n realtà à,ke ,0)1ersi ,do•.-.i;a ,far .uso .dell'a,utnrita .cper.citiva, cio.é r,imanctare ·a .poi .! 'attuazi.ol )e ,dòll'anarchia, fi_pché cl sa•ranno dei reftattani .e insofferenti .di un dato re– _gime, "'aie ,dire -ohe l'anarchia é i.m,p.ossihil,. Un anar. chico •che ,abbraccia -quella tesi, con ,cui .si, .ani:v.a .'.a questa .oonclusione, potr.a .e;isei;e .tale in .senso t}loso– t}co, 001ne 'lo .,eta B_ovJo, ,ma sul te.i:reno J)Ohltico e ni•v,oluzionario ,potr&bb~ militare .senza contra dirsi in qualsiasi .partito ,auto,ri.ti1:io ,più , 0 meno di ,p1;ogi:esso. Non insistiamo p<,r,orà .sulllai: .gomen.to, 1Perché forl,e !'A. non ,ha &lliegato :b.ene il .s.no ,p,ensiel'o in .prlwosilto .. Se mai· l'i.too;n.eitemo ,a· l)a11t.esu ciu, ,senza •.da,l:ealla trattazione un .c11rattere polemÌ,co. Pero la quesJione é stata discussa a ·1ungo · ed abbas:tanza .esauriente– mente, nei nostri ·libri: Ì,iqrnàli :e r'i;vl~te, ~peèik!men– te dopo 'la 'R:ivo'luzione Russà. !tenore .dip1mde ila ,una diversa e 'incom1ileta "conc.ez 'ione de11'.itnarclihi, vista sO'lo come sqgno fu turo e non coiti è p1:Qgi.amma .di vita fin da o:ggi, come,.Pr!\.'tlca d.d ,mJJ:v.imènto e . dèlla rivo'luzione. . · · - ·Se do·:essimo noi rispondere 1n d.ue pa,role alle ,do– mande di ·Z. ,su riferite, risponderemmo: La 1Aassa, se da vyero von:a darsi :un ,go;v~,no .od o.r,ganisn;i.o,au– toritario .guaI~iasi, ..oe .av,:ij, tuJt.o il ,dirjtto,; l!.é i(oi avremo il dirit.to .d'.imp,e.a;irlo. ,.Q.ueJ,eh.e .avr,emo dirit– to ct•~iITlJ.)edi,r.e, se· .ne .av1~errf0 i3. forza, -.Ò alllleno di farvi opposizione .fin.o .aUa .rlb,4iione, é c,he ,il ,r.egime auto-ritario dà ll.Qi non v.òluto' .cl ,v.enga ·imp.os.tÒ p.ei· forz~. O nOi saremo, nella r;,; .òh1z.io.ne ,e .dqpp tanto forti e numeros_i da o_rga,_niµa1:e e . dife:nd.ere la no– tra v~ta d;t noi a .mòdo 11,os.tqi,e àa ,tr.at.tar;e ,da par,i a pan e.on le ma,ggioi;anze da .n.qi .diss.enzienti e orga– nizzate autoritariameht,:, e .allora l'àn.a.rchia ~e.ra, sia pure in cerchio- più r,istre.tto,; e potra .e.on l'esem,pi0 e col tempo allargarsi e conqu'isfare pac"ificamente il mondo. ,Oppu,rà noi '1'€6~lterem0 -1,r,oppo-pMlli e de– boltl, .e allo.ra per·>Jlor,za maggiore ·saremo ,costretti a S.llbire il reg,ime a'lltOJii,ta-rio aitru·i, e •non ci -restera che difendercene,,'ribel!Jarci, far ·propaganda e prepa– rar-a mna muova Nvol,uz1one, ... ,eome adesso. Ché .se poi, in picco10 o .in -grande •l'iuscisshno ad organiz.zar..e un reg,i,m-e ·ànai·c'hieo -e ~i fosSero -degli insofferenti .che non volessero •foI•e quel che noi mag– gior.anza c1tederemo necessario, ·Jwngi dal costt·ingerH; sara n0s.fro ,dov.ere aiuta,rH, -dar Jopo ·la -possibi'l-ìta iniziale· ,d'a1'rnngiavs1 a modo lovo, pePChé possano organizzare 'la lor-o ;vita secondo 0 i p-eopr'i gusti ac– canto- a noi se .é poss1'blle, fon>tano da noi se 'sara ne.oessario. 'Ma sen,za coe~cizi0ne-da paFte nostra, sen– za .eh,&,noi .si pos.sa costringe,e glf alt-ri -a fare a modo nostro. S'h1tencle pe1:o c'he q1:1esta ·posizionè di riguard_o,.alla ilb.e.rta,,degli àl'Lr1 avra per complemento n~c~S\jti2},,,_a1~~..Sf~.l~l,ll;Ulij_l!) Wl.J!,,.1IOSiQ.9ne ,,,ù,. d1ff~a ~ira llbert n'os.t11acontro chliunq.ue , ·per qual– sia.si pr.etesto, ,:volesse e1>stri.1lgencia far-e a lll10d0.suo, usar.ci qualsiasi .,coe.Fc:iz•içme, .sfmttare il .n.osfr.o:lay,oro, imporci una sua pr-esenza i!he · ci dann.eggiasse, ecc. AJ.lora non noi eserciteremmo una ,iwe.cie ci•autorita ben~i lui; ,e n,oi ,continuer,emmo .sempJi.eentente ed anarchicame )l.te , a ,difend.e,11-e I.a liber-.ta oppJÌnendoci -coi modi ..Più acconcj ai suoi t:en.t:atiwi di ·prepotenza :iu– toritaria. Hiivilil-te ·.11:i. ,tiiug.qQ_ 1!ipwg-nuol-a 1:/XJ.s.endo l'l-r.ias: IL PO,TE!J?E !DEIJLA GH,JES'A.. (''.Intnici6n", di New York. - num. 4, d-i gfa– gno 1030). Qua e la, anche in Spagna, -si ee,ca d-i mettere a'l primo piano, eomt< lavoro immedfato, ·la Jott:a ·contro il potere dei preti. L'A. ·nel 's'llo articolo ;passa in. ri– vista i fatti storici svoltisi fin gul, .di 1·esis.tenza al clericalismo, da quando due sec.6li ,.orsono Carlo III espe.Jleva i gesuiti dalla Spagna, l'ino all'ultima cam– pagna· dei bolsèeviehi in Russia contro ,la chiesa. · Da tutto quanto hà esposto l'A .. dedn,ce parec.chi~ consi.derazioni. Anzitutto .c11e una istituzione é po– d_erosa e temibile in gran paTte perché la si ,contem– pla in .g_in,occhio; vista · da vicinÒ perde :gran _par,ne del suo .preptigio. E' un ,ernore ,orndel'e cbe non si possa altaoeare le istH·uzioJli religiose a causa del fanatismo _pop.alare; 'in realta, ogni volta che sono state attaceate, :la soggezione popolare ad esse si é mostrata sempre molto rrìiP.ore di quello che si cre– deva. ,.! i-{\ Altro gra-ve errore é nel credere all'efficacia de!là lotta contro il potere ecclesiastic,0' svolta da aJtre istituzioni o classi privil~giate. _Cio,non significa pro– gresso alcuno. Anz.itutto il potere, o Il privlle_gio. non fa che p.ass11,re da una ,m;mo all'altra, indebolisce i preti pe.r rafforzare re o imP.eratori, oppure altri parti– ti di governo; toglie ·delle proprieta· alle còmunita re– ligiose Per darle a!Jo Stato o ai capitalisti, ma il l)ri– vilegio del potere e della ricèheua resta sempre in piedi. Del resto, anche 11uantlo- un _reàle svantaggio p.el clericalismo r:é, esso resta a~la ,superflc.le , e il più piccolo ,cambiam,mto polltiw o ministeriale ba– sta per fa.-r rientrare ,preti, frati ,e .moniwhe -In .posses– so dei loro beni !lerdutl. ,Bisog!la inoltre stare in gua,rdia da certo anticle– ricalismo di marca borghese. Gome··s!,é visto nel ,Mes– s!mo, si :pu6 'essere ·nel medeJ;!lllO temp:o :ladro 'd!,'.ter– l'e comunali e -spogliil.tore del ,poveTi' ep,nt:atlinl e Ìl.e-, mlco del clericà1lfmo. Negli 5Sta:ti ,.,unttl ,quel!! ,che proteggono ii cI-e'ricalismo sono pseudo ra.dicali, anti.,; clenica:1i di parapa, repitbblicani claudicanH, ecc. ;La.1\lerita •é c)le il prob/ema non é ~o_ltanto i reJ}fio– so; é religioso, politico e sociale: Dio, Stato e Capi– tale. Essi furono alleati per molto tempo; ma pos– ;Òno renc'hei ,livere eepami:ti. ,Quindi· é un· e1'nor.e .che combattendo l'uno si faccia gran-male anche agli al– tri. :Bisogna ·cor\rba,tte'ne tuHi e tre i .poter-i, -cias_cu– nò stri suo· terreno, lltanto quando· s0n separati che qÙ)J,ndo Si uniscono. 'E 1:uftl e i:re,'·Dio, Stato e· 0_apl– tale,' .deb.bono andare alla ghigliol'tina se si v·uo1·che scompaiano daì''·montlo la Frode, il Bè:itto ei:l il Fur.to. ' CATI'LINA 1 lllt',B Lt-~O:G,!R '~,f'}"4": ',Rudo:lf' cGeist::·· ·ioiN MA-NIFES1 ;ZYM ,GE– S!ETZ. .Edizione dèll'.Thternazionale "·Buc~I\Ì''esse". F;ank:fu,rt• New York. 1929. - Un volumetto (pagg. '130). • • . r , l ,h '1 Pr .1 La Jra.d.uzione letterale del ti•t0lp ;di CJ:\le~to ,1il\ro é: "illlrul .Man,fes1io (ll)!la Le,gge''.. Ma stconJjp )o ,spirito del libi:o .stesso .sarebb.e mig!i.01~e,.,tJllld.unre: :',Dal ,~anJfe– sto OomU)'.hlsta.alla presa del Poteve'.'.,percbé iµ,_questo v.olumetto é .svirupp;tt.lJ!, ..da.I, puntq di ,vist11,,mar,oista - sepp.n,ne .di un .manvisrno critico - una,,, delle ,l);\,\i vigor.ose .requis,iti0.nie,corJtmo ila "Sooial-democra;<ia •H'a– dihric.e" ari ,po_teneJn :@enmania ·tilllo a 1poco ,tempo fa e dhqua:1che al~ro, ,paese. Ma ,la cmti,ca ,deil'A, dll,Onsi J.imfta alla- socirul-democi;azia; essa imv.est.e anche i1 par.fii.lo ,comunista tlJi. .cui ,denuncia ,H rtrad,mento pel fatto che av;endo, dome del 1>esto .anche la social– de.mocrazia, p1:opa,gato, per· lungò nemp.o ,l'idea deJl'u– ni0ne -di tu.tti i ·rivo!u.zionar.i · suI:le basi .del sistema dei 0 co.nsig,1i di-'fabb.rlca, non appena al potere in Rus– sia,- 'lo rhmegai:ono. ff'i ·Cleist sostiene sempre che ,,1 So;vci&tpot,ranno esser.e l'unica base su ,cui tutti i lli– -voluz..i-onaTi poOr.anno· tr.ovarsi ;u,niti. Lo seopo princi-p•a,le -dbquesto -libro ,é di'rnndere evi-. d-ente alle masse che queste nulla po!!sono asp·ettairsi dal naturale-evoJ,ve.r-si delle cose -e di ·c0nseguen,za dal– l'abbwndonair:si -ciecamente al lHmateriaHsmo storie0", ma <ihe il do;v:ere ,à-i-ognu·no éJdi :mettere tutta la ~ua ,,O'Jonta a, fa-r si cihe ti ,mondo marni in' avanti, .tenen– aa ,ben' presente che "ogni s-i-stema ehe si manUene oon la '.vivlenza s0!0 eon ·Ia vi-0ienza •puo essere -,Vb- battu1l0:" r "' · Lo ·spirito ·generàle che ispira questo -libro non' solo cl é sinwatico ·ma ci tTova anche d'accord:o in parte. 'tµtto 1i!_er6.'&J_i non ~Jil,n1!Y,..,!11a,rxist · e le ra– gioni essenziali de} ·nostrò diffetenziamento sono dÌ base come di metodo. Noi siamo cioé irriducibili av– ,·ersa-ri ·di ·qua•lsias'i dittatura' anche se'· si dica ·"dit– tat'llra -mondiale d-el -proletariato" è'' l'autore la prè– sel'iti come ''ponte ·necessario 'per passare dall,i''yèc– chia a·Ha "l'ltroV-a -societa" . .Perché noi abbiamo la ·con– vinzione ·che ,n,ssu'na societa, che tntenda gar;ntini Hberta e 0 b'enessere a: tutti i suoi componenti, puO ess'ere ·creata dal'l'altQ a:1 ·basso, ma bènsl · e solo dal basso in alto, ,dalle masse lavoratrici, da tutti colorò che .!'>arteçipano alla prodùziorre e alla creaziope dell'a ricchezza so.ciaie. :1 · . c.' Il ~ ,,jj, .,, ' ' ,. Eiel111e .Ramlll!: -BER ,,K0MMVNIST1iC,H,E A~1ll?.,P)l'IS)ro'S,A'Ii13 . 1 GiE'G'EN'\f :A.RTSZIE'.l, DER ,S'QZI;.A,1;.;EN_ B,ll:Ji'~EI,T,T:N~. ., : . , Edit. rivista "Erkenntnis und Befreiung". Vienna. 1930. - JJn ,qpuseolo .(pa-gg_ 3;2·). Questo opusc,olo .dal titolo "Il Comunisl'no Anafchi: co,come scopp immed,iato della liberazione social~" si !'Direbbe dire che é -un compendio dell'opera m,iestra de1 n_ostro ·stesso compagno Pierrè Ramus pubblicatà da alcuni anni e r.ecentemente uscita anche i.n spa– gnuolo 'per cnra della Editoria! Argpnauta di Buè– nos ',A,i1,es: "La Nuo.va .Cxeazione della Societa sulla base ..del :Comunismo Anarchico". .Basanù'osi sui risultati della ·sci,enza, spec·ia!men te d.ella -0himi.ua. il Ramus cèrca di dimostr.are come non siano a~J'atto' necessari dei '",terribili al)pari"ti produt– tori" né J~impiego di .mezzi '~violenti" per sviluppare la .produzione e po.ter ,i-aggiungere una ·situazione che garantisca un 'b':_llessere .gene1;ale .' G9n una adeguata applicazione dei .nuo.vi me~i scientifici il comuni, smo anarc'hico sara reaHzzabile, -anche immediata– me.nte, ,per.ché imrq.ediatamente tali metodi potreb– bero perm~tere J.'al)pl,iaaz,ione di quelle ,mig!i.orle che sono assolutamente 'indispensabili a gar,antlre benes- sere e li berta per tutti.. ,,. , · Non .su .tutti i punti noi si1+mo-, d'accordo co,n l'au– tore, ma ad qgni modo questo opuscolo tiene la s11a impor,ta11za e merita di esser ietto. - , HUGO TRENI. _Ljndiri.zzo di Lu.ig;i Fabbri, easilla corneo 141, Monte1/ideo ,(,Uruguay), 'é soltanto per la redaziont'l. Per evitare dop.piQ·lavoro e perdita nei "cambi ,di .moneta, .cessare di i:ivolg·.ersi ,a ~e,bbri, per ·c_ose,amministrati:ve, ·i.n..vio cdi,dana– ro, -ecc., per cui egnuno deve" diriger.si esclusi-• vamente al C~ll)pa,gno J. BereD!gU.er;calle P.e– r,u ,1~_?,7,_]l'\le; o's '~ r.es '.}~11puolica ;Arge~tina).

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