Studi Sociali - anno I - n. 2 - 16 aprile 1930

nomeno delle resistenze democrat'iche sul terre· no statale contro il progredi1·e eccessivo p<'r al· cuni i11teressi e per certe posizioni acquisite, tlall'irnpcriulismo fascista e di'ttatoriale, " •• l relì 'attimo fuggente che passa ci sembra di a,slste:·,, a un momento di sosta della reazione, nei suo cammino che abbiamo più sopra osser– ·,:ito. E' cosa quasi impercettibile, che da un 1~1omentoali 'altro pu6 essere annullato e supe· rato da un nuovo sbalzo felino delle forze di re· gresso, - le quali, non dimentichiamolo, posso· 110 avanzare anche ammantandosi di colori de· mocratici e perfmo rivoluzionari. Pure anclie l'istante di sosta pu6 avere una certa importauza, a patto di non riporvi su al· cuna propria illusione. La caduta della ditta· tnra in Spagna é, per esempio, uno dei segni di l,de sosta, che non pu6 non aver rallegrato tut· ti gl'i ~manti ddla Jibet·tft. Ma più i giorni pa_s· sano più il beneficio di quella caduta diminn.i· sc:e e svapora; e . parini del tutto, se il popolo ~pagnnolo nou ficchera per tempo un solido cu· neo nella fessura che quella caduta aveva la· ~ciaVoaperta nel regime monarchico del paese. Quel 1,,0' cìi resistenza che oppongono le frazioni democratiche e social·democratiche alla. pres· sione fascista( interna assai più che esterna) in lnghiltcn·a, U-ennania e F'rancia, pu6 essere o· bicttiva111ente~011siderata un vantaggio; ma es· so sar[t nullo e inconcludente, e presto il fasci– smo riprendcrii quivi ·1a sua marcia, - come se· 6 ni non dubbi preannunciano, - se il proleta.· riato rivoluziun,trio non profitterii dell'istante di sosta determinato dalla discordia delle clas· si dirigenti, per farsi avanti con la sua. forza autonoma, controarrestare definitivamente la t·eazione, e riprendere il cammino verso l'avve· nire di una liberta sempre più ampia. e più reale. • Dove andrà dunque il mondo1 ]Ja risposta pu6 sembrare orgogliosa; pure la più vera é questa: 'il mondo andi:ii dove noi vor· rC'mo, se per noi s'intenda non le sole nostre modeste persone, ma tutti quanti insieme a noi, in tutti i paesi e in tutte le frazioni del prole· tariato, in tutti i pa1'tili e in tutti i gruppi d'a– vanguardia, esprimeremo coi fatti la nostra vo· lontà, sviluppnndo il maggiore spil'Ìto d'unio· 1 1 e e mantencndP costantemente questa unione, mossa dalla vol.onta, sul terreno della liberta; srnza farci cio,Strascinare dalla fretta d'i facili rnccessi per le vie tra.ùitrici dell 'autorita. Oc· corre per6 che tutte le volonta singole e col· le'ttivc siano H<'::nprevigili, per intervenire coi fatti più concreti nella storia che sta divenendo giorno per giorno, ora per ora. 'l'utto ci6 é indubbiamente possibile: non ap– p::rtiene al mondo dell'utopia né a quello di nn lontano avvenir~. Pn6 esser tradotto in realta anche oggi, se lo si voglia. Ma se questa. volon· tu - fatta cli pensiero e cl 'azione - manchi, e finché tutto si limiti a un debole desiderio che s'appaghi di SO[l'ni e di parole, non illudiamoci: il quadro pessimista che ho tracciato all'inizio <li questo scritto, esso solo sara la realta di do· mani, ehe ci fara meritare la maledizione dei nostri figli e dei nostri nepoti. Luigi FABBRI Il compagno Fabbri rivolge appello ai vecchi compagni che han conservato vecchie raccolte di giornali, per avere in prestito, ·_ con pro· messa di tutto ::-estituire al piu. presto, - delle pubblicazioni anarchiche anteriori al 1900, u– scite sia in Italia. C'heall'estero. Fra l'altro egli desidererebbe, sia pure per pochi g;iorni, il nu– mero unico "L'Anarchia", edito a Londra · da Mal:ttesta nella seconda meta del 1896. Egli fa ricerca inoltre dei periodici "La Questione Sociale" di }'irenze (1884-85) e "L'Agitazio· ne" di Ancona (1897·98), non importa se in numeri separati. Quelli che hanno qualche cosi;i d'altro, possono scrivere a Fabbri ,dicendogli ci6 di cui sono in possesso. Rivolgersi a: LUIGI FABBRI, Casilla .de Corree 141, MONTEVIDEO (R. O. dell'Uru– e;uay), BibliotecaGino Bianco S'l'tmt SOèIAtt La Rivoluzione russa e il Partito·Comunista Nel 1917 scoppia la rivoluzione in Russia E' la ri– nascita di tutte 1~ speranze sOffocate da tr~ anni di guerra mondiale; é l'Inizio di un vasto periodo rivo– :uzionarlo in tutta l'Europa. La fine del vecchio mondo borghese pareva ormai essere incomlncmta. Tutti guardavano alla Russia, a quest'Immenso popolo che, spezzate le sue r,atene si era messo alla testa di tutto il movimento di rin– novazione che si.ava. maturando nel mondo. Certo, la lotta che dovP.tte ·sostenere il popolo russo per la conquista della llber1'a. e l'e'dificazlone di un pili gran– de benessere per tutti fu estremamente dura .. Ma tut– ti andavano alla lotta con gioia e si sacrif~eavano per– ché avevano fiducia nella Rivoluzione, la quale al· !ora ern ancora :·espressione di un sentimento e di un bisogno unanime. Per6, via via ,'!he la rivoluzione si affermava un partilo proflttatoro ce11~avadi accaparrarsela, di' tar– sene una cosa esclusivamente propria, alla quale tut– ti g:t altri non avrebbero avuto altro diritto e dovere che quello di uboidire, di sottomettersi. Infatti da allora comincia la sflgurazione della rivoluzione da parte del partit'l Comunista che assume Il potere e, come governo, pretese di essere l'unica e sola guida delle 1nasse rivoluzi.onarie. Indubbiamente per gli uomini che assumono li go– ven10 di un paese in rivoluzione, ~a vera rivoluzione comincia ed anche finisce r,on l'avvenimento che Il porta ai potere; e cosi, per essi chiunque si oppone ai loro voleri divie-ne un jjnemico della rivoluzione", come ru il caso degli anarchir,I e di tutti gli elemen– ti rivoluzionan ùi sinistra che In Russia avrebbero voluto spingere la Rivoluzione alle sue conclusioni estreme. Ho detto r,he la sflgurazlone del:a rivoluzione m· cominciò con h monopolizzazione della rivoluzione da parte di un partito. Pero é estremamente ditficl– le cliviàHe nei s•wi elementi un movimento della va– stità di quello cleJ!a Rl•oluzione russa, perché nella valutazione del ialtl entra il concetto che ognuno ba o pu6 avere dellu rivo:uzione stessa, della parabola the deve ~egulr~ la sua evoluzione e dello scopo stes– so che si pretenci~ r,on essa di raggiungere. Né si deve dimenticar.? che, in una rivoluzione, gli avveni• menti si concatan,1no in tale maniera che quasi sem– pre gli uni sono una diretta conseguenza di altri, ect un primo errore é la causa di moltissimi altri susse· guenti. Leone Trolzky, In una rae,~olta di scritti e cliscor– si (già tradotta in varie lingue) che risalgono ai 1927-28,(1) cioé al periodo pili acuto delle discussioni avvenute In seno r.l partito comunista sulla rlvo:u– zione permanent', o su:la realizzazione del socialismo in un solo paese (Trotzky-Sta.Jin), criticando la fra– zione comunista che attualmente detiene il potere In Russia, riconosc~ lui pure che la Rivoluzione é stata ormai tradita, sfigurata Egli afferma che :a sfigurazione russa incomincl6, ·ma solo per opera del gruppo suo avve:csario (quello di Stalin), quando que– sto si tmpadroni àel potere dopo la morte di Lenin. Invee<; noi anare;J1icl la denunciammo molto prima, questa sflgurazione della rivoluzione: fin dal 1920; e im anno dopo, nel 1921, la famosa opposizione ope– raia russa, guidata dalla Ko:Iontai, la denuncl6 essa pure con una molto nota dichiarazione indirizzata a tutti i cielegat! del X Congresso Panrusso del Partito Comunista propriu quando Lenin viveva e prondeva ancora parte atiivisshna se non preponderante in tutta l'azione ciel Partito, e mentre Trotzky era an– cora onnipossente e si scagaava r,on violenza - come lui sa essere violfnto - contro tutti gli oppositori, accusandoli d'essere dei sabottatori, del brlgantl, e peggio ancora. lll!l. in quel tempo era lui che coman– dava, e tutto anda.va bene! · Ora non pili. Nella introduzione de} suo libro. "La Rivoluzione sfigurnta" Trotzki afferma che "la rivo– luzione di ottobre ,viene dlvi.sa da.Jla malattia e da:Ja morte di Lenin in due periodi che si differenziano sempre pili l'un1 dall'altro a misura che noi cl a:– lonlaniamo da quelli. Il primo periodo fu l'epoca del– la conquista del potere, della lstltl\zione ed afferma– zione della dittatura del proletariato, della sua difesa (1) .La Révoh,tion <Le•fig~rée, pc,r Le4n· 1•r~tzk1/. - Edit. Rleder, Parigi 1929. militare, degli atti Essenziali a cui dovette ricorrere per determinare :a sua via. "L'Insieme del Partito aveva coscienza, In quel mo– mento, di essere il pilastro della dittatura del prole– tariato; e'd é in questa coscienza che trovava la sua sicurezza interna. "I: secondo pe1·lodo é caratterizzato da un duali– smo sempre in aumento fra il potere ed Il paese. Ii proletariato elle ,~onqulst6 Il potere in otto. bre (1917), in seguito ad una serie di cause ma– teriali e moraH, d'ordine interno etl esterno vie– ne scartato e rigettato in un piano Inferiore. ;I suo fianco dietro di lui, qualche volta anche davanti a lui, si levano altri elementi, altri strati socia~!. frazioni di altre classi che ru:caparrano buona parte, se non del potere, almEno d'una Influenza decisiva su di questo". La divisione in due tempi fatta da: Trotzki non é del tutto erron~1. Quello che, almeno secondo noi, é sbagliato, e pili ancora arbitrarlo, é li momento fissato da Trotzky come frontiera fra l'un periodo e l'altro: :a malattia e la mo'rte di Lenin. Il SE\,ondo tempo della rivoluzione Russa ml sem– brerebbe piu esatto farlo cominciare ~ non proprio dalla presa de: potere da parte dei bolscevichi (li che sarebbe a rigore pili preciso e pili giusto), dallo schiacciamento d~l movimento insurrezionale dei con– ladini rivoluzionari dell'Ukraina, con :•affogamento nel sangue del mnvimento rivoluzionario Machnovlsta (1920-21), dal massacro del rivoluzionarli Insorti a Kronstad (febbraio 1921) che avevano rialzata :a ban– diera dei veri Soviet!, soffq~atl e sfigurati essi pure clal potere comunista, presentando un programma che ora Trotzky ste$SO fa in gran parte suo. Eppure ru proprio Trotzky li massacratore di Kronstad; fu lui ad annegare nel sangue ogni anelito di llberta. elle ancora vibrava tra le masse rivoluzionarle. E fu so– lo dopo questo r:;assacro, dopo questo schle,,ciamento di forze rivoluzionarie vive e feconde, che al governn bolscevico fu Poasiblle fare uno dei pili grandi passi mdietro, con l'mstaurazlone della "Nep" (Nuova Po– litica Economicaj, cioé con la pili grande concessione fatta agli speculatc;ri ed alla borgheaia. Che questa ritirata strategica, come la chiam6 Lenin stesso, sia avvenuta proprio 11llorquando ogni spirito rivoluzio– narlo venne spezzato nelle masse, é abbastanza sin• tomatico. Poi venne tuu:o quello che doveva logicamente av• venire. La frazlon-~ Sta:tnlsta, ora al potere in Ru&– sla, non é che la logica, Inevitabile continuazione ae1- la parabola disc<mdenie iniziata da Lenin e Trotzky e, checché se 1ie ciica, anche la continuazione delle forme e metodi in uso a:Jora. Solo che, attualmente, la sfigurazione é ormai tale r,he la Rivoluzione mal– grado ogni migliore volonW., é quasi !rrlcono;clblle per tutti ,- perfino agli occhi di Trotzky stesso! E' ta.:mente vero che la sflgurazlone della Rivoluzione russa incomincio prima della morte di Lenin, che Trotzky é obbligato a scrivere nel libro pili sopra citato: "Non occorre dire che il primo periodo medesimo (1917-23) non é omogeneo da un capo all'altro. Ivt pure non 1oifuron•> so:amente dei movimenti In ava1t– tl, ma dei rinculi. Auche allora la Rivoluzione fece Importanti concessioni: da una parte alla classe con– tadina, dall'allra alla borghesia mondiale. Brest-1,i– towsky fu il prim~ rinculo 'della rivoluzione vittorio– sa. Dopo, questa riprese la sua marcia In avanti La politica del:e concessioni commeJì,lali e lndust;lall, per quanto modesti ne fossero i risultati pratici co– stituirono anche essi in principio una vera man~vra di rinculo. Nonostante, la pili grande ritirata fu rat– ta, in rrodo gene,ele, con la nuova politir,a economica (la "Nep"). Ristabi:endo il mercato, la Nep ha, r,on questo solo fatto, ricreate delle condizioni suscettibili <li far rivivere l'l. piccola borghesia e di convertire certi elementi Huol e dei suoi gruppi In media bor- ghesia". • E' dunque gla o~l 1921, con l'istaurazione della Nep the fu 1>ossibil1:: il formarsi, l'instaurarsi di una n.uova borghesia. Borghesia che and6 naturalmente sempre pili affermandosi e solidificandosi dietro lai spinta clegli ste~s1 uomini del governo rus~o che co~ me Bukarin, invitarono i contadini ad "arriccb:rsl" (1925). Allora, SP.tutto questo é vero, perché Trotz– ky, plgliandosel;t con gli anarchici, attribuendo ad es– si come sempre pensieri ed idee non loro scrive· "L'asserzione degli anarchie! o degli anarchegg! a.nt; , che _l'U. R, S. s. sarebbe gla. un paese borghese non pu6 essere meglio contradetta che daJ:'attitudine del·

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