Lo Stato Moderno - anno VI - n.4-5 - 20 febbraio 1949

.;r.: LO STATO MODERNO 75 litica estera e pdl'tica interna. Dichiarare che si è pronti ad essere garantiti ma non a garantire signi– fica, a parte il sapore di autodeclassazione colonia– listica, d'menticare che la Po'.onia era garantita e non garantiva nessuno, significa credere che le' for– mule giuridiche abbiano un qualche peso in situa– zione_di belligeranza. E qmsto non è nemmeno mar– x'stico. Sono ormai trent'anni che .l'Italia dovrebbe (!S– sersi accorta che col socialismo nè si governa nè si fa la rivoluzione (è chiaro che col comunismo si fa l'uno e l'altro, ma la distinz'one tra i due non l'ho posta io). Per quanti decrnni ancora dunque l'Ila- lia tollererà d'essere posta ogni tanto a repentaglio, sollanto perchè qualcuno non ha ancora capito che questo Stato (parlo di Stato, e non di società, che è qua!cosa che in sede metafisica viene prima, main sede storica può anche venir dopo) non è nè borghe– se nr capitalist'co, ma pronto a :lasciarsi plasmare da chi abbia pollici adatti? E per finire, una domanda. Ma i vari Farave'.li e soci, così ferocemente e ta)volta assurdamente anticomunisti, con chi pen– sano di combattere i Russi e i comunisti? l\1a proprio davvero con le « masse » del P.S. L.l.? :MARIOPAGGI I problemi, oggi, del socialismo Politica estera e politica interna li nostro netto aperto qissenso dalle consi– derazioni che svolge e dalle conclus:oni cui giunge l'amico Gallardo a proposito della po– litica estera e del Palio Atlantico, e anche l'a– mico Russo-!Jerez nell'ampia e profonda ma non sempre (a noi sembra) conseguente 111u;– lisi della funzione e dei compiti che spellano a una effettiva operante democrazia socialista, è documentalo da tulio l'indirizzo di « S111!0 Moderno>. La risposta è già contenuta nell'ur– tico/o di fondo del nostro direllore, che si pubblica in questo stesso fascicolo. Ma « Staio Moderno» è una rivi.sia di criti– ca; utile quindi, anzi necessario, che tulle le tesi siano conosciute e tulle le argomenlazin– ni portale al vaglio di un giudiz ·o critico. li quale in definitiva spella, più che a noi, ,1l pubblico che ci legge e ci segue. A noi il pia– cere e l'onore di avere la nostra rivista a pa– lestm di un così vivo e interessante diballilo. n. d. r. Nell'ultimo fascicolo di « Stato ,Moderno », il Diret– tore della rivista, Mario Paggi, pubblica un interessante articolo, in cui, ribadendo le sue tesi sull'adesione dell'I– talia al Patto Atlantico, coh. spunti suggestivi e suggestive promesse di svolgimenti, critica, in vero un po' sempli– cisticamente e, direi, schematicamente, le posizipni dei socialisti. La critica alle posizioni dei socialisti, di quelli al– meno che, militando, come chi scrive, nel P.S.L.l., o es– sendo fuori di questo partito, sono COl)lrari ad una ade– sione dell'Italia al Patto Allantico, è stata in questi tempi abbastanza frequente da parte cli elementi l:berali e de– mocratici. Paggi, però, va oltre; e con la sua critica in– veste non solo questo particolare atteggiamento socialista, ma tutta la funzione dei socialisti nel mondo attuale, in Italia e fuori. Ora questa critica ha, nonostante la .dialettica dell'an- 1ore, un carallere alquanto astratto. Sembrerebbe, infatti, che il solo fatto di essere socialisti (e di tenere, scrive Paggi, « così immeritatamente in mano tanta p~rte della opinione pubbllca europea>) implicasse, in tutta Europa, ·ne;·e un alteqqiamcnto nebulo,o, finalistico ed utopisti– o nei confronti della federazione europea e di avversio– ,1e ad ogni forma di patto mil'tare. E ciò è tanto poco vero, che i laburisti inglesi, come i socialisti di molti pne– ,i dell'Europa occidentale, sono stati fautori di quei patti che Paggi approva o auspica. Così pure astratta e gralutita è l'osservazione rhe « i socialisti, cui decenza vieta di assumere l'atteggiamento netto dei comunisti di solidarietà con la Russia, si na- scondono dielro la pudica indignazione che dovrebbe es– sere sollevala dal fallo che l'Un'one Europea, incapace rii , ..fficienza economica, deve nascere col benepl:wito di Washington». Ma come, m.1 dove, ma quando? Chi so– no per Paggi qu•esti benedrtti socialisti italiani o europei? lie,uamo pure ,n casa nostra. I fusi9nisti non velano pu– dicamente nulla, perchè sono nella stessa posizio:,e dei comunisti nei confronti clelln Russia. Q'1anlo a noi. quel– li che si ha il vezzo di chiamare socialdemocratici, il nostro alleggiamenlo nei confronti della Russia e del ro– munismo è sempre stato ed è tuttora estremamente chia- r ro. Non è In rlecenza che ci vieta In solidarietà alla Rus– sia; è tutta la nostra concezione del socialismo e della democrazia. O che c'è bisogno di ricordarlo? Ad ogni modo sarebbe opportuno, proprio per por– tare il discorso su bnsi realistiche, precisare una cosa. E' evidente che, pur con tutta la loro tradizionale avver– sione per i patti militari, nessun socialista, che non voglia essere 1111 puro utopista, si è mai sognato di dire che un patto anche militare, che non sia stipulato per un'aggres– sione, è per principio contrario al socialismo. Vi sono azioni ,politiche che sono giustificale dalle necessità del momento, ma che non hanno un «colore> di per sè. Cosi come un trattato di commercio non è certo nè soc'alìsta nè antisocialista, ma solo un trallato di commercio. Il «colore> può rivelarsi, invece, quando si esamini se una dal.a azione è stata compiuta in un ·quadro più vasto e con. fini particolari. In questo senso è da vedere l'atteg– giamento nostro, di socialisti italiani, in questo momento; eri è da vedere l'alleggiamento di coloro che sostengono altre azioni. Non è qui il luogo per sviluppare compiutamente le ragioni, che abbiamo già esposto altrove, per cu' siamo contrari ad una adesione dell'Italia al Patto Atlantil'o. Ad _ogni modo gioverà ripetere che si traila di una posiz'one po itica e non ideologica, anche se, come è ovvio, nel a sua det-erminazione abbia importanza decisiva la nostra convinz·one ideolog:ca. Ques!a posizione è clete~minnta aaua considerazione della situazione interna dell'Italia, della sua posizione in campo internazionale e da una va– ll'tazione degli effetti nocivi alla conservazione de'la pace che conseguirebbero all'accentuarsi della frattura nel mondo. · L'Italia hn oggi quel governo che ha. La politica del quale, specialmente ql'ella internazionale, è certo legata assai strellamente a qt•ella cl!'! Vaticano, e non imporla stabiPre se per una coincidenza o per 1111adipendenz11. Crediamo che seguire brevemente l'atte'!"iamento del V.a– l'cano sia assai istruttivo. Quando nell'estate scorsa si venne determinando nel mondo una psicosi di gi•rrra. il Vaticano tenne un atteggiamento neutralistico per l'Italia,

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