Lo Stato Moderno - anno VI - n.4-5 - 20 febbraio 1949

94 LO STATO MODER'NO La valutazione internaziònale della lira 1. - elio scorso rlumero abbiamo visto che, in base alla parità dei poteri di acquisto di anteguerra, la lira sul finire del 1948 era sopravalutata di circa il 10% nei rispetti del dollaro; e che le considerazioni ricollegabili allo sviluppo tecnico e all'andamento delle partite invi– sibilì della bilancia dei pagamenti, inducono a ritenere che il preservamento della parità dei poteri d'acquisto di an'teguerra sopravaluterebbe oggi la lira. Ciò sempre nei rispetti del dollaro. Si era chiuso affermando che una co'nclusione di validità generale in merito alla valutazio– ne attuale della lira non poteva venire tratta sulla base di queste sole consid!'razioni, perchè l'ipotesi, da noi ac– colta come strumento d'indagine, che il dollaro costitui– sca attualmente la misura internazionale dei valori era esatta solo entro limiti. Riprendiamo oggi l'argomento su più ampio orizzonte, fermo restando il risultato parziale raggi un lo, per giungere a conclusioni di validità gene– rale. 2. - Oggi la situazione monetaria mondiale è ancora complessa, sebbene lo sia meno che negli ultimi anni di anteguerra, e con possibilità di sviluppo più consono al l'ipristino di un equilibrio mondiale. Caratterizziamola in breve. Esistono anzitutto tre «aree> monetarie: quelle del dollaro, della sterlina e del franco francese; aree che si possono definire, ciascuna, come un raggruppamento di eco11omie nazionali, nelle quali i livelli dei prezzi nelle monete nazionali debbono, tramite il rigido rapporto di cambio e la trasferibilità dei saldi, muoversi in simpatia col livello dei prezzi di una di esse, la cui moneta funge da moneta internazionale nell'ambito dell'area. Esiste poi un'altra area, carattel'izzata dalla base parti– colare, eccezionale, sulla quale è impostato il suo equi– librio monetario: è l'area dell'E.R.P. Quest'area non ha una propria moneta internazion.ale (la sterlina aspira forse a divenire tale). Si tratta di un'area di monete le– gate fra di loro dall'esigenza di sviluppi ecol)omici coor– dinati nell'ambito delle finalità e delle modalità di attua– zione dell'E.R.P. Ritornerem.o subito sulla «base> mo– netaria di quest'area. Si ha poi un ambito di monete che potremo chia– mare autonome; nel senso che si tratta di monete svinco– làtc da un legame ,particolare con una determinata mone– ta o con un insieme di altre monete. Fra queste monete pri,meggia il franco svizzero. V'è inJine l'area formata dall'U.R.S.S. e dai paesi ad essa collegati, area che potremo qualificare come indipen– den le, nel senso che potremo considerare il suo equili– brio monetario come svincolato dagli equilibri monetari delle altre aree e come non influente su tali equilibri. Le altre aree si possono solo qualificare come autonome in• quanto i loro equilibri interni - livello e struttura dei . prezzi - sono interdipendenti, pur con un margine di autonomia. L'area del franco francese però 'è bene consi– derarla come semplice elemento componente dell'area del· l'E.R.P. 3. - L'area dell'E.R.P. si potrebbe definire senz'al– tro come un'a1'ea di monete sopravalutale, facendo però riferimento ad altra ap1>licazione del concetto di sopra– valutaziol)e. Abbiamo visto nello scorso numero che la li– r:\ risulta oggi alquanto sopravalutala rispetto al dollaro in base alla parità antebellica dei poteri di acquisto. Ma · non si può dire che questo fenomeno si riscontri per tut– te le monete dei paesi-R.R.P., · e in primo luogo per la sterlina. Non è con riferimenlQ alla parità dei poteri di :JQqui tQ ç.hp ,si 1)0lrebbero definire senz'altro sopravalu– tale queste monete. Esse si potrebbero quaUficare tali in quanto il pareggio dei conli d~lla loro ,bila1wia interna- zionale avviene non per virtù dell'adattamento del livel– lo dei prezzi interni - i cambi, rammentiamo, sono ri– gidi - e del volume e della struttura della produzione, ma a mezzo dei granls e dei loans statunitensi. In altre parole, l'equilibrio monetario dei paesi-E.R.P. è sostenuto non dalle forze economiche proprie di ognl stato, ma d~ un apporlo esterno di carattere eccezionale e transitorio. Questo apporto a sua volta è, monetariamente considera– to, non in funzione di un determinato livello· dei prezzi dei paesi-E.R.P. e di una qualsiasi ·parità dei poteri di acquisto interni ed esterni delle monete degli Stati-E.R.P., ma in funzione di un viano, di raggio ben più ampio di un semplice piano monetario (semplice per modo di dire!): si tratta di un piano economico-finanziario-mone– tario avente, a base, la meta cui ten.de l'E.R.P.: il conse– guimento dell'autonomia economica e monetaria degli Stati-E.R.P. fra Ire anni o poco più.• Perciò il livello dei prezzi degli Stati-E.R.P. è anzitutto legato· ai preventiva– ti sviluppi di tale piano, e quindi, sebbene connesso stret– tamente al livello dei prezzi statunitensi, non è legato ad esso; nè è legato ad altro livello di prezzi e ad altra mo– neta. Per ciò gli Stati-E.R.P. vengono a formare un'area monetaria, e le loro monete si potrebbero dire sopra– valutate per definizione, indipendentemente dalle con– clusioni immediate cui pervenga un'indagine sulla pa– rità dei loro poteri di acquisto nei rispetti del dollaro. Questa definizione delle monete degli Stati-E.R.P. è utile per precisare le idee; ma, agli scopi pratic;i, è su al– tro metro che va misurala la valutazione di queste mo– nete, metro che abbiamo già preso in considerazione nel numero precedente a proposito del cambio lira-dollaro. E cioè: la valutazione attuale delle monete degli Stati– E.R.P. è adeguala agli scopi dell'E.R.P.? In altre parole: la valutazione attuale può consentire il conseguimento della piena autonomia economica e monetaria fra tre anni o poco più? Può consentire la < morte naturale> del– l'E.R.P. senza una crisi, o, peggio, un collasso, economi– co-monetario? Naturalmente, la riuscita dell'E.R.P. non è legala so– lo agli svolgimenti mouetari; ma questi vincolano e con– dizionano necessariamente l'impostazione e la riuscita dei piani economici (produttivi e commerciali). Perciò, è su questa proiezione triennale che vanno impostate le considerazioni che si ricollegano alla attuale valutazione delle monete degli Stati-E.R.P. 4. - Di fronte a questa configurazione morretaria, si tratta di vedere qual significato si può attribuire aJla constatata sopravalutazione della tipa nei rispetti del dol– . laro. A questo scopo va rilevato che i riferimenti aurei che, direttamente o indirettamente, le monete conserva– no, sono oggi, per influenza degli accordi di Bretton Woods, più rigidi che negli ultimi anni di anteguerra. Perciò i rapporti di cambio, mentre anteguerra, fra una ed altra arca, erano flessibili (si pensi alla flessibilità del cambio sterlina-dollaro), oggi invece sono rigidi anche fra area ed area, e l'autonomia monetaria è mantenuta attraverso il controllo delle partite internazionali del da– •·c e t.lell'avere. Tali riferimenti aurei e tale rigidità dei cambi però non valgono a consentire di poter attribuire attualmente all'oro la funzione di misura < ultima > dei valori, perçhè di prezzi aurei si può ancora parlare solo nominalmente attraverso tali riferimenti, e si hanno quindi tanU livelli e strutture di prezzi aurei quante sono le aree monetarie. Ciò significa appunto che i prezzi non sono più aurei, non si ha più un livello dei prezzi aurei, e l'oro non è pii/ lu. mism;a ultii;na dei valori.

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