Lo Stato Moderno - anno VI - n.4-5 - 20 febbraio 1949

LO ST,ATO MODERNO 87 LETTERE ROMANE 1 FASCISTI A ROM A. Per vari giorni, molla folla ha sostato dinanzi al por– tone del Palazzo della Sapienza, dove si è svolto il pro• cesso di Valerio Borghese. Lo spellacolo era ormai quo• tidiano: e tra il follo manipolo di gente in allesà, era possibile riconoscere - per l'inconfondibile atteggia– mento spavaldo, anzi e guappesco > - ex-appartenenti alle brigate nere e alla X Mas. Più dentro, nell'aula, molli membri dell'aristocrazia romana - la famiglia Borghe– se ha strette parentele e relazioni in quell'ambiente - si contendevano i posti per assistere al processo del e CO· mandante>. Quando il giudice ha detto la parola e fine>, nell'u– dienza conclusiva, la piccola folla ha travolto gli sbarra– menti, è penetrata nell'aula, ha inneggiato alla scarcera• zione di Valerio Borghese, si è irrigidita, poi, sull'at– tenti con il braccio proteso nel saluto romano. La cosa qui ha commosso e scandalizzato tutti, SO· pra tutto per il confronto tra la clemenza dimostrala dalla magistratura in questo caso, e il suo ben diverso atteggiamento in altre occasioni, allorchè, cioè, si trat• la di giudicare scioperanti, rei soltanto di aver rum01·0- samente manifestalo il loro malconLenlo; ed allora le con– danne piovono fitte, magari a diecine di anni, e più. Una considerazione iniziale riguarda, anzitutto. la magistratura, la cui impassibilità di fronte alle suggestio– ni dell'ambiente risultano, agli occhi di molti sprcgiudi• cali osservatori, una mera parola. Quegli stessi giudici. che si sono dimostrati cosi clementi nei riguardi di Va• terio Borghese, investiti del medesimo caso quattro anni fa, sarebbero sortiti - v'è da s~ommetlerlo - a conclu– sioni affatto diverse. Il e comandante> della X, assai probabilmente, avrebbe subito la sorte del plotone di e– secuzione; e la diversità di trattamento tra i fascisti giu• dicati in altra epoca e quelli giudicati oggi, lascia assai a meditare - e non certo positivamente - nei con• fronti della magistratura, la quale (delle due l'una) o ha peccalo ieri in eccesso, o pecca oggi in difello. '.Ma il nostro discorso - piuttosto che riguardare la magistratura - è diretto, questa volta, agli ex-fascisti e alla loro attività in Roma. I1 loro raggruppamento ufficiale, il M.S.I., non versa in buone acque. Se ne ebbero, del resto, già i primi sin• tomi allorchè, dopo le elezioni del 18 aprile e l'insuc– cesso ivi registrato, fu costretto a sospendere Je pubbli– cazioni del quotidiano L'Ordine Sociale. In questi ultimi tempi, risulta che la situazione finanziaria del movimen– to è in tal modo grave che esso fa fronte a stento alle spese di affitto per i locali dove gli ex-camerali si radu• nano. li M.S.l. può contare, ancora, sul sellimanale Rivo/· la Ideale; ma la tiratura dell'ebdomadario, che non è 'sta– ta poi' mai eccessiva - nel periodo di maggiore floridez• za: 40.000 copie - è andata progressivamente dimi• nuç11do. I fascisti del M.S.l. sono chiassosi e rumorosi; tra di loro fanno uso del saluto romano; •partecipano con impegno ai funerali dei camerati allo scopo di poter dire e presente> o' di lanciare qualçhe malinconico « a• lalà >. Talvolta le loro manifestazioni varcano, addirit– tura, i limiti del lecito: in varie bande di criminali al– cuni degli affiliati vantanÒ insigni precedenti fascisti, ' remoti e prossimi. Hanno una loro rappresentanza :in Par– lamento; alcimi dep·utati alla, Camera e un solo senatore a Palazzo Madama, l'avvocato Franza, malinconico e soli- tario, che, fino adesso, ha preso la parola una sola volta durante la discussione del bilancio del Ministero dell'in: terno. e non ha detto, certo, cose \Peregrine o scanda– lose. Ma giova avvertire che per i fascisti, i quali fanno capo al M.S.I., si tratta soltanto della bassa forza, e - ciò che più conta - di elementi che tengono fede àlle riven• dicazioni sociali enunciate nel manifesto di Verona, cd auspicano, in sostanza, l'avvento di un fascismo comuni• sta. Sono, perciò, invisi ai e gros bonnets >, ai grandi pa– paveri dell'ex-fascismo, i quali sono in prevalenza con– servatori ed amoreggiano con la Democrazia Cristiana. Come ai tempi della Resistenza - si prava licei com– ponere magn:s - Homa è densa di avversari del regirfle costituito, qui affluiti dalle varie regioni d'Italia. Soltan• lo che, n differenza del terribile 1943, essi non hanno ti• more, e non incontrano alcun pericolo nel farsi vedere in pubblico, si muovono alla scoperta, affollano i caffè e i locali di diveJ'limento. I lon:, convegni avvengono, 11er lo più, o al caffè Ara• gno, oppure lungo via Veneto e il viale di Villa Borghe– se. Diversi di essi non versano in buone condizioni; rie• scono, a malapena, a sbarèare il lnnario. Se anche du– rante gli e anni felici > hanno ammassato una certa so• stanza, con le oscillazioni successive della moneta dal 1943 ad oggi e le spese che hanno dovuto sostenere nei primi tem'Pi - quando erano braccali e la giustizia cliie• deva il conto delle loro malefatte - è rimasto ben poco del loro peculio. i\folli altri, però, hanno saputo navigare felicemente ed, in conseguenza, hanno portalo iu salvo e vita ed averi. Nessuno di essi ha rinunciato alJ'antic:11 alterigia e burbanza; se li interrogale sulle loro respon• sabilità, ritengono di cavarsela addossando ogni colpa su Mussolini oppure su qualche altro loro e camerata>: Riconoscono al fascismo unicamente un torto: di aver perso la guerra; e non comprendono che la sconfitta è stato non un fatto straordinario ed imprevedibile, ma li;> sbocco logico della dittatura, di ogni dittatura, del resto. Nelle loro argomentazioni, risullan.o sciocchi e fatui; neppure le esperienze che hanno attraversato dal 25 lu•, glio in poi hanno 'modificato, insomma, certi fondamen• tali erronei q::,unti di vista, o alcune radicate storture psi– cologiche. Quelli, tra gli ex-ca,nerati, cbe banno avuto r,.mzioni nel campo intellettuale, e che hanno ricoperto, ad esem• pio, cattedre unÌ\•ersitarie, sono oggi in agitazione allo scopo di essere restituiti alle loro antiche funzioni. Qual· cuno è già riuscilo nel suo intento: cosi Balbino Giulia• no, l'interprete e ·)'esegeta dei discorsi di Mussolini, in– segna nuovamente nell'Universilà di Roma. Luigi Volpi– celli ha fatto, anch'egli, il suo reingresso nella facoltà di Magistero; eri alle critiche contro un simile pro\'\tedi• mento, è staio risposto che dopo tuttò il 'Volpicelli, tem• poribus illis, ottenne la cattedra di pedagogia con il con• senso e co"n il f~vorc anzi di un n'alo ed iriecccpibilc anlifasèista, quale il compianto De Rugglcro. Acerbo è sul punto anch'egli - con 1'andazzo, se• condo cui procediamo - di riottenere l'insegnamento nell'Istituto di Scienze economiche; il suo ricorse è pcn• dente di fronte al Consiglio di Stato; ma, dopo l'asso· luzione di Borghese, tutto è possihilc e lecito, ed anzi di assai minor scandalo; nè sarebbe da stupirsi che anche Bollai 9ttenesse qualcosa di sun ile.

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