Lo Stato Moderno - anno VI - n.4-5 - 20 febbraio 1949

80 LO STATO MODERNO brato il campo da tante maliziose e artificiose interpreta– zioni, qualcosa pur resta - loro, imputabile - in certi I?OCo chiari e sanguinosi episodi. E' difficile tracciare una linea sottjle fra l'ignoranza e la tendenza a delinquere del militante fanatico, e le vere e proprie direttive e istru– zioni del part:to; ma in un partito cosl ecclesiasticamente dogmatico e disciplinato, c'è allora qualche « controllo> eh~ non va, dei quadri che non funzionano, delle lacune dannosissime e direi quasi esiziali. Dopo il deEtto Mat– leo~ti, Mussolini ebbe un bel sgolarsi a proclamare: « Io non c'entro! Solo dei miei nemici potevano organizzar– lo >: nessuno gli credette. Lo stesso accadrà per i capi del P.C.f. E giocar la carta Borghese, servirà poco, perchè causa altri errori psicologici da loro commessi, l'i<lenti fi– cazione: Resistenza•= Comunismo; Antifascismo·= Comu– ni&mo, è da gran tempo cro1'1ata,e giustamente il Mondo di 1 Sergio Panunz:o può scrivere (26 febbraio): « Nè il Tribunale ·speciale, nè le commissioni per il confino, nè la polizia durante il ventennio hanno avuto molto da fare dalla classe operaia >. Anzi, molti sinceri e sch'etti re– pubblicani, democratici indipendenti, deplorano che agli occhi degli stolti e dei maEntenzionati, la repubblica sia sempre raffigurata con un mantello rosso. Tanto più che· sanno come, su un cenno del Kremlino, i nostri comuni– sii diventerebbero, da un'ora all'altra, sfegatati monarchi– ci. (E lo stesso vale pei democristiani, su ordine del Va– ticanÒ). La repubblica ai repubblicani; e il diritto di ricorda– ce l'antifascismo, ai poch'ssimi antifascisti di sempre. e che non ne hanno approfittato. Numericamente, non sono molti, ma qualcosa contano, e se si comportano bene,' si tireranno dietro parecchia gente di buonsenso, che riflet– te con la propria testa. Socialisti borghesi, o rad'cali. o li– berali anticrociapi, chiamateli come volete, e magari met– teteci dentro anche gli anarchici di Volontà (i soli un po' ragionevoli). E contate anche su certe situazioni regio– nali: Toscana, Emilia, Lombardia, ecc. dove papa e re sono da tempo. vocaboli inv:si, e vedrete che al momento in cui ,la marcia retorica fascista ritenterà, in combutta con l'alta borghesia clericale e monarchica, la scalata, le p'etites gens reagiranno. (Se i comunisti non rov'neranno tutto col voler guidare il movimento, e instaurare la dit– t'atura del proletariato, cioè dei funzionari sovietici). Non sarà la lotta epica, ma quella guerriglia che magistralmen– te Paul-Louis Courier ha descritto nella X delle Lettres au rédàctei,r du « Censeur >, e che è la più efficace. Anche senza fare sin d'ora le grandi manovre, una ·certa soli– darietà « di sinistra>, uno sbarramento laico e borghese (con qualche propaggine verso il popolo più evoluto e cosciente) comincia a disegnarsi. E ci divert'remo. Non .confondete però quest'anticlericalismo con quello di Luigi Russo, perchè verrebbe magari fuori il vescovo di... a far– sene paladino, nè con quello di qualche .amico che, per odio anticlericale, entra nella chiesa comunista, cioè si prepara a. nuove divozioni. Sa~ebbe lo stesso di pigliar sul serio il socialismo di Pietro Nenni. Questi poveri socialisti ! Adesso leggo, non so dove, che i fnanziatori americani del partito di Saragat sono stanchi e delusi dell suo civettar con De Gasperi (come Merzagora con Alcide e Tremelloni) e lo vorrebber più ~ so~tenuto >. Il guaio è che se fa lo schizzinoso, Saragat è ridotto a scegliere tra un socialismo « vero > ( cioè il co– munismo) e un radicalismo borghese che deve cancellare ogni etichetta socialista per fare la fortuna del partito, com'è fatale. O imborghesirsi, o l)erire; o lasciar correre Marx, o passar la mano a Corbino, il quale mi dicono che a Napoli abbia concionato gagliardamente al grido di': - Tutti contro il governo! Non ho potuto, mio malgrado, recarmi a Napoli pel congresso sulla disoccupazione, e certo mi sarei molto i– strùito. E avrei. cercato d'inserire, fra tante dotte rela– zioni, un <liscorsetto maltusiano, che era forse la cosa più seria da fare, accompagnata, a spese dell'organizzatrice del Congresso, cioè la Confindustria, dalla contemporanea di: stribuzione di manualetti di igiene, di oggetti di ·gomma, e l'istituzione di cattedre ambulanti antifecondative per gli abitanti. Chi_ssàquali schiamazzi in campo clericale, fasci– sta e comunista. Tutti i consumatori di storia romana si sarebbero gettati su di me, al grido di: - IU numero è potenza! Che strano effetto fa di veder nelle edicole (che spe– ro si facciano pagare un sopraprezzo per esporli) quei fo– gliazzi dove quattro analfabeti reboanti maneggiano i cli– chés del defunto! Le cose più semplici sono immerse in un vocabolario stercorario, o gonfiate con sforzi erculei: corazzate, colonie, stirpi, si palleggiano come sassolini. Questa gente, prima di soffiarsi il naso, lancia inni e ni– triti; parla con voce stentorea, e piglia... mosche. Mi viene in mente la storia di quella povera ragazza meridionale che un conterraneo incoraggiava con larghe promesse di retribuzione, e a cose fatte si trovò colla tariffa del Comi– tato Interministeriale dei prezzi in mano: - Aggio ... (ri– costruite la rima) - E niente m'ha regalato - Il fascismo ha fatto come costui, e adesso vorrebbe ricominciare. Ma, comunisti a parte, dei quali è bene non fidarsi. c'è un'esigua schiera di ostinati che non vogliono più saperne a nessun rosta. E a questa facciamq appello. ARRIGO CAJUMI Giusto a. metà Il ragio-namento di Riccardo Lombardi i11tarno ai < pareri> di T/1arès e Togliatti sul-la guerra e la pace. corre bene; ma solo fi– no a metà. Secondo Riccardo Lombardi è ingiusto provocare gli uomini politici ad a11ticiparefa,itastican1mfe le decisio11i che prén– derebbero in caso di guerra con I' U11ioneSovietica. A /tra volta, o chi gli chiedeva se avrebbe diretto ,ma politica extraparla..,,nilare, Togliatti rispose semplicemente: hic Rhodus, hic salta, lascianJo tutti curiosi e inappagati. Questa volta non si è poi compromesso nwlto di più, perchè ha auvolto la sua risposta di tante e tali ipo– tesi, da ret1derla pressochè in,iociw. Anche così i11nocua,essa setn– bra tut/lavia a L0111bardi il cedime11to ad u11aingiusta insidia. Ma il ragionamento di Lombardi non si limita a questo. Esso prosegue impeccabilmmte osservando che quanto maggiare è la va– rietà di opi11ioniintorno alla pace e alla gue1"ra, tanto J,iù lontano per,nane il pericolo della guerra. Impeccabile. Solo su un punto esso dO'IJrebbeessere integrato. Da noi, in Occidente, la wrietd delle opinioni intorno a questa capitale questione è perfettammte ammessa. La polet11icasarà aspra, non lo contestiamo; ma non solo da parie a11ticomunisla; "°" sono fiari nè complimenti quelli che i c0111unistiservono ai loro auversari. E tutto procede in quella li– bertà che appunto rende -~',ì d'ffiò 1 r fa'~r la gue"a attraverso~ bitri e colpi di farsa. . · Ma ecco la do,nanda che qualche amico ci /io suggerito di por– re a Lombardi: accade la, stessa cosa in Orie11te? E' letito ,,. quelle ,ia..-ioni bicn policées, alle perso,1e contrarie, po11iamo,a mi– sure sauietiche di sicurez::a in territorio di sovrÌmità finlondeu, e– sprimere con la dovuta ed efficace veeeme11za il prqp,rio dissenso? farlo pesare sulle decisio,1i del Governo? Perc/1è, iu c.ruo cantra– rio, il ragio-namet1todi Lombardi rode; oppµre esso lo ,comprome(– te, al p,mto da obbligarlo a votare egli stesro per i metodi, di de- 1nocrasia politica e vecchio tipo>. ' · lJ. S. I

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