Lo Stato Moderno - anno V - n.5-6 - 5-20 marzo 1948

LO STATO MODERNO 105 no. che dovrebbe essere composto allorn di socialisti. ni!t iani, qualunquisti di Giannini, e di rhiunque altro sia dispr,s1'o ad entrare. De Gasperi. d'altra parte. potrebbe contare sui suoi dnrcento e più dem0rristiani, e sull'apporto dei repuh– blicani. dei sarag-atiani e dei liberali. J\fa in tal caso i liherali si farebbero pagar carn la loro coll:1horazione: e negli ambienti del P.L.I. giiì si parla di un'ipoteca da parte di Lucifero sul Ministero degli Interni. 'l'utto riò suscitC'rebbe allora una decisa reazione presso re– pubblicani e saragatiani, i quali assai diffiril111ente po– t1•pbbrro acc<'ttare un <-osì deciso spostamento dPll'asse governatiYo ,·erso destra. Come si Yedr. la soluzione so– pra enunciata di un nuovo ministero Dc Gnsprri se– condo presso a poco la formula presente' in realtà in– contr:i note,-oli diffiroltà. conduce in nn <·ammina irto di triboli: e De Gaspp1•i già deve prevrrkrr gli ostnroli c·he gli toccherà affrontare. fn tutto questo discorso non abbiamo considcrnto :if– fatto il 'M.S.I.. che secondo calcoli correnti potrehhc rnrcogliere intorno a 25 deputati. Dei 25 deputati del )I.S.l. nessuno qui a Roma, nei cirroli responsabili. ama disr.orrere; n1a è e,·iclr11te c·hc sia da p11rte dei co– rnnnisti che dei democristiani sono possibili tutte le i11- terferenze e collusioni . .'\ respingere in maniera asso– luta qualsiasi simile p a c tu rn se e Ieri s sono i pn1·– titi ,·eramente democratici, ossia repubblicani e sarag,1- tiani, nelle cui file militano i più decisi avversari del M. 8.1. l,a nascita, innce, del J\LS.l. è statn salutata con malcelato compiacimento sia dai comunisti (se non altro rin,·engono in quella formazione politica il capro espia– torio ciel perieolo nero. della reazione risorgente contro Giuoco delle destre e .\!l'invito di Roùerto Lucifero di unirsi al Blocco Nazio– nale per formare un unico fronte anticomunista in occa– sione delle elezioni del 18 aprile De Gasperi, come è nolo, ha risposto negativamente. Eppure il momento politico non poteva cadere più favorevolmente. Il colpo di Stato che stava précipITosamente maturando a Praga impressio– nava profondamente l'opinione pubblica; da molti punti dell'orizzonte politico, da Parigi come da New York, si affacciava insistente l'ipotesi che il nostro paese sarebbe staio il prossimo obiettivo della grande manovra strate– gica del nuovo imperialismo sovietico; apocalittiche pre– risioni di insurrezioni e di colpi di mano, di cui si prede– terminava addirittura la data, si addensavano nel cielo di questa precoce primavera. La difesa della libertà, insegna elettorale ormai un po' frusta. avrebbe tratto rinnovato vi– gore, nel nuoYo blocco, dalla minaccia dell'Annibale so– ,·idico ormai imminente alle porte. ln questa situazione il rifiuto dell'alleanza testimonia l'indubbia finezza poli– tira del leader democristiano. Se è \'ero infatti che il corpo elettorale sente assai viva l'esigenza di salvaguardare la fihertà, è altrettanto vero che l'esigenza sociale e, in al– rune zone, l'esigenza religiosa non sono in esso meno radi– cal~. E in un blocco conservatore per la difesa della libertà l'istanza sociale sarebbe staia gravemente attenuata se non del tutto sommersa. Nella mentali là semplicistica e nellà valutazione spesso sentimentale dell'elettore italiano, a una lista di poveri - quena del fronte popolare - si sarebbe contrapposta una lista di ricchi, quella del blocco conser– ,·urore anticom~mista, con conseguenze elettorali facilmen- cui eombattere). sia dai democristiani (la vecchia tattica giolittiana di opporrr i neri ai rossi; inoltre se i demo– cristiani dovessero dare in testa ai comunisti, potranno dimostrare la propria equanimità colpendo anche al– l'estremo opposto dello schieramento politico). La seconda eventualità C'hr si apre ai comunisti. sem– pre in caso di Yittoria del Fronte. è di offrire la colla– borazione ai democristiani in un nuovo tripartito. Nellr recenti conYersazioni aYutr a Roma dai due esponenti laburisti. Morgan Phillips e Henlry. la domanda più in– teressante riYolta agli esponenti del ' P.RT . sembra che sia stata quella intesa a conoscere l'atteggiamento del p:ntito di Nenni ·in caso cli successo d!'lla 'l'esta cli GH– ribaldi; le misure cioè che il P.S.I. aYrC'bbe in ani– mo di prendere allo scopo di front!'ggiare così peri– colosi sodali. quali i comunisti. Gli esponenti del P.S.I. si sarebbero dimostrati del parere di appoggiare la so– luzion!' di un ritorno al goYrrno tripartito. I romn– nisti vi avrebbero la loro <'On\'enirur.a, yj troverebbero l'opportuna copertura: i socialisti ritengono in tal mo– d(I di fronteggiare i loro rugini-nPmici; e non è eletto cl>e anche la democrazia rristiana non vi possa scor– gere il proprio tornaconto: cli 1·iuscire ('ioè con la sua presenza a saln1re il salnibile, a fare da ron1Tappeso, da freno. I/ipotesi insomma non è da escludere. A situazioni nuove, nuovi rimedi: e ·dopo il 18 aprile possono ac– c~clere tante cose le quali sembrano oggi impossibili, tra cui anehe nessuna di quelle che abbiamo sopra detto. Ma a fa1·r il mestiere di profeti. c'i'- il c11Rodi riuscire anche ad indovinarla. ROMANUS Democrazia Cristiana te prevedibili. Chiara invece è sempt,;e stata nella Demo– crazia Cristian11, e confermata dagli ultimi discorsi elet– torali di De Gasperi, di accento marcatamente operaistico, la preoccupazione di non lasciare ai partiti di sinistra il monopolio delle rivendicazioni sociali. Non solo: ma im– postare la lotta elettorale su un tema puramente difensivo quale quello della salvaguardia della libertà avrebbe signi– ficato, di fronte alla spint11 offensiva socialcomunista, una rinuncia preventiva a p1·eziose posizioni tattiche di cui oggi invece De Gasperi si vale per acri puntate controf– fensive, cercando, con le enumerazioni di cifre e la cita– zione di statistiche, di rompere in mano agll avversari l'arma polemica che lo qualifica come l'uomo asservilo alle forze del capitale straniero e italiano. E una posi– zione decisamente antisovietica, in questo delicatissimo momento, avrebbe potuto rompere certi instabili e pre– cari equilibri della situazione internazionale. E' notorio e documentato tuttavia che durante la crisi dell'aprile scorso che condusse all'estromissione dal governo dei par– titi marxisti, De Gasperi fece esplicita allusione alla ne– cessità di immettere al governo un quarto partito, quello dei detentori della ricchezza, se si voleva veramente l'i– costruire l'Italia senza ostilità e intralci g~avissimi. NoP si governa il paese - disse allora il leader democristiano - senza attrarre nella formazione di governo i rappresen– tanti di coloro che dispongono del denaro. Il potere poli– tico non può andare disgiunto dal potere economico. Non è questo il luogo per tentare un consuntivo dell'e– sperimento democristiano che tuttavia ha certamente ac– cusato, almeno in certe zone, un'evidente usura-: s~ infatti I I I I I I l I 1 I l l

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