Lo Stato Moderno - anno V - n.5-6 - 5-20 marzo 1948

104 LO STATO MODERNO LETTERE ROMANE . . . La borsa delle previsioni elettorali Avremo anche il < totalvoto >, c10e un concorso tipo Sisal sui risultati elettorali del 18 aprile: è, come dire, l'impronta nazionale, con l'aggiunta di futuri milionari, alla Borsa romana delle previsioni, che funziona a ritmo pieno da quando i partiti, imboccata la dirittura finale, sono in vista del traguardo. Come in tutte le Borse di questo mondo, le oscilla– zioni dei valori sono all'ordine del giorno, i diagram– mi dei vari contrassegni di lista ora salgono e ora scendono, nd indicare le speranze e i timori del pub– blico. Si è cominciato così qualche tempo addietro con diversi punti « in apertura» segnati a favore della De– mocrazia Cristiana; poi le azioni del Fronte hanno ini– ziato una marcia in aYanti, fino a che sono intervenuti i fatti di Praga e i loro inevitabili contraccolpi sulla opinione pubblica italiana a smorzare molte speranze da quella parte. Allo stato presente delle cose i pronostici sono che se anche il Fronte sopravvanzerà, e magari c011un no– tevole margine, la Democrazia Cristiana (240-250 de– putati contro 200-2] O), quest'ultima con l'aiuto cli altri partiti potrà riuscire a raddrizzare la situazione secon– do lo schema. con ogni probabilità, della presente com– pagine governativa, ossia mediante il concorso di re– pubblicani, saragatiani e liberali. Secondo alcuni pro– nostici, anzi, la data del 18 aprile dovrebbe segnare l'inizio di un progressivo esaurimento e « liquefazione » dell'estrema sinistra: i comunisti non essendo riusciti a varcare l'agognato traguardo della metà più uno, p venendosi' a trovare quindi nella situazione di chi ab– bonda in promesse senza però tener fede alla parola, il loro prestigio dovrebbe cominciare a declinare, con la conseguenza allora cli sganciare i socialisti e ripor– tarli su posizioni autonome e vernmente democratiche. In tema di previsioni, s'intende, tutte le eventualità sono possibili; e tra le altre, in contrasto a quanto ab– biamo detto sopra, c'è anche quella di una vittoria piena del Fronte, cli un numero ossia cli voti in tal grado elevato per la Testa di Garibaldi da assicurare ai socialcomunisti. le leve di comando della cosa pub– blica. Il successo dovrebbe venire sopra tutto dalle masse contadine del Sud, presso cui gli agit-prop han– no lavorato in maniera egregia. Si tratta qui di una constatazione non di seconda mano, ma che abbiamo potuto compiere di persona in questi ultimi giorni in una regione dell'Italia meridionale, sino a poco tempo fa tradizionalmente ostile alle ideologie di estrema si– nistra. La lotta era asprissima: da un lato i propagan– disti rossi con la promessa della divisione delle terre e gli « slogans » del « tutti proprietari dopo il 18 apri– le in poi», aiutati inoltre dai marchiani errori com– messi dai democristiani con le pastorali tipo Schuster, le cui conseguenze, specie nel Mezzogiorno dove ogni con– taminazione tra religione e politica è severamente con– dannata, sono del tutto negative; e dall'altra parte i missionari che battevano le campagne come se si fosse trattato di procedere in p a r t i b u s in f i d e 1 i u m t;ra popolazioni minacciate da un nuovo paganesimo. La bilancia però, in definitiva, piegava a favore degli agit-prop: i comunisti sono riusciti ad operare il mira– colo di mettere in movimento una categoria, i conta– dini, sulla cui tradizionaqe immobilità ed apatia non era riuscito ad avere il sopravvento neppure il fascismo in venti anni e più. Il ca fon e risulta tetragono ad og_niargomento che gli viene opposto; e quale sia per lui domani il doloroso risveglio in caso di vittoria del Fronte\ oggi agisce la sua atavica e connaturata fame di terra. Per concordi affermazioni, la situazione nel– l'intiero contado dal Tronto e dal Garigliano in giù, nel tenitorio, ossia, dell'?ntico Regno, risulta ad un di– presso quella che abbiamo descritto sopra nei riguardi di una sola re~ione; e, in conseguenza, le previsioni nel– la Borsa ro'1,ana dei pronostici elettorali sono che tutto dipende dal Nord: se cioè nell'Alta Italia i partiti del– l'estrem:t siuistra terranno la stessa andatura di marcia che il 2 giugno 1946, il Fronte passerà; altrimenti no. Ma proprio cli qui, in conseguenza cioè di una «sua» vittoria, dovrrhbero, secondo noi, cominciare i grossi guai per il F1·onte. Va da sè, infatti, che una vittoria (soc-ial-) comunista provocherebbe una reazione nega– tiva degli S. U., una intermzione cioè nell'invio di al– cuni prodotti indispensabili, quali, ad esempio, il gra– no. Davanti nll'eventualità di dover ricondurre la ra– zione di pane ad nn live'llo assai piì:1basso del presente e all'ineYitabile grave malcontento, i padroni della ba– ~al'c:i., i comunisti, ne potrebbero venir fuori soltanto mstaurando uno Stato ditattoriale, compiendo un P u t s h tipo Praga. Ma poichè ciò è impossibile per ragion i interna zio n a 1 i, i vincitori cli estrema sinistra delle elezioni del 18 aprile verrebbero a scon– tra1·si con difficoltà pressochè insormontabili. I f 1· on– t i s ti fanno già circolare voci di bastimenti carichi di grano in partenza dalla Russia e diretti verso i porti dell'Italia; ma si tratta di un motivo che non convince nessuno: con tutta la buona volontà possibile, l'U.R.S.S. non può sostenere la concorrenza degli Stati Uniti e se anche riuscisRe a spuntarla per il grano, occorre;ebbc poi fare i conti con il carbone, con il petrolio, e via di– cendo. A parte però i grossolani « slogans » propagandistici affidati ai vari agit-prop, è evidente che il P.C.I., in caso di un'affermazione del Fronte e allo scopo cli scon– giurare le incYitabili ripercussioni negative presso gli U.S.A., deve aYer elaborato un contropiano. A giudizio di alcuni il contropiano dovrebbe aver il suo fulcro in F. S. Nitti. Il vecchio parlamentare, del resto, è tornato in Italia con la convinzione che gli spettasse il molo principale, il numero 1 sulla scena politica; e, in defini– tiva, è il più serio avversario di De Gasperi. Quest'ulti– mo non ha mai sottovalutato il pericolo-Nitti, ha sempre escluso il vecchio parlamentare da ogni combinazione ministeriale, e ha più volte affermato « Nitti aprirà la porta ai comuniRti >. A prima vista, l'ostacolo per una consimile soluzione è costituito dal fatto che Nitti è il «leader» di un blocco (il« Blocco Nazionale») di cui fanno parte an– che i liberali, i quali non appoggerebbero mai una so– luzione di tal fatta. Ma la :nanovra dei comunisti con– Risterebbe allora nel separare nittiani e qualunquisti (costoro con la vistosa offerta di portafogli ministe– riali) dai liberali, al fine di ottenere l'appoggio dei primi. Non è eRcluso neppure che i comunisti ritengano più conveniente rimanere addirittura fuori del gover•

RkJQdWJsaXNoZXIy